A volte mi perdo...
mi perdo per quei pochi corridoi della mia scuola, mi perdo nel bagno a fissarmi in quello specchio sistemato un po' troppo in alto per me. Inizio a vagare, e non so dove vado. A far cessare il mio vagare sono alcuni professori che vedendomi nei corridoi o intenta a specchiarmi mi salutano...
Allora torno in classe...
riesco a perdermi anche durante le lezioni... il professore parla e io non so che argomento sta trattando, forse è da mezz'ora che ho la stessa pagina sotto gli occhi e fingo di leggerla, e ogni tanto scrivo una parola sul bordo della pagina come appunto. Magari ha già spiegato altre dieci pagine, ma io non c'ero, ero assente. Fisicamente presente e mentalmente assente.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLr__hBAQA0ngCnA8vZLuOjQyfj9cPiCNW8QF_hSdLztsSoYn-jcOwE_lFuBDUek_KA4vnh8r9R1oJRiDZbDDNuvO2WfhX-qEIRwmjGZiq9BfMs2OquvMwQlFILQYOkxkQdOlSDCohmjY/s400/images.jpg)
Anche a casa mi perdo, tra le pagine del libro da studiare, tra gli appunti da copiare in bella calligrafia, nel tema da fare di compito. Quando sono persa ho lo sguardo fisso fuori, verso la natura, verso luoghi che non ho mai visitato, che non conosco. Luoghi in cui vorrei tanto andare, per rompere la solita routine noiosa e triste...
Magari se fosse colpa dell'amore questo mio annegare nei pensieri, e invece no, sono i ricordi.
Ricordi di ieri, di un anno fa, di dieci anni fa... ricordi legati all'infanzia, a quei momenti passati davanti alla finestra della cucina sperando di vedere arrivare le mie sorelle da lavoro con la loro macchina, per stare così tranquilla perchè voleva dire che Dio non me leaveva ancora portate vie così come ha fatto con la mia nonna. I pianti fatti perchè non volevo andare a scuola, perchè non essendoci a casa sarebbe potuto accadere qualcosa di brutto ai miei genitori, e a me chi l'avrebbe detto se ero a scuola?
La stessa sensazione che provavo in prima superiore, quella paura dell'ignoto e della morte dei miei cari. Quella paura che mi bloccava ogni volta che dovevo ucire di casa, l'ansia che aumentava quando si faceva sera... quell'ansia che sono andata a placare puntando il mio pensiero e il mio controllo sul cibo e sul corpo. Era l'unico modo che conoscevo per alleviare l'ansia.
E adesso penso al DCA, al cibo, al mio corpo che deve cambiare. Penso tanto, troppo, a volte la notte non dormo.
Vivo nel passato, è questo il mio errore. Quel passato che mi fa cadere lacrime dagli occhi la notte, quei ricordi troppo nitidi per essere passati. Ricordo troppo bene, è difficile dimenticare.
E intanto vago, annego nei ricordi...