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domenica 25 agosto 2013

da domani....no da oggi

Da domani andrà meglio...
Da domani mi impegnerò di più
Da domani ricomincerò a lottare come una volta
Da domani ricomincio almeno a sopravvivere
Da domani cercherò di cogliere le cose belle che mi offre la giornata
Da domani cambierò
Domani mi rialzerò e farò vedere a tutti che ce la posso fare, nonostante le mie paure e le mie ansie
Da domani non farò più cavolate
Da domani sarò diversa...
Da domani. È questo quello che ci frega e che mi frega sempre.  La parola "domani". Un continuo rimandare al giorno seguente, tutto pur di non affrontare le difficoltà ora.
Quindi cosa faccio?
Ho freddo, mi ritrovo coricata nel mio letto, ferma, immobile a guardare la mia stanza e il soffitto. Da domani...no da oggi. Adesso mi alzo, non ne ho voglia, esco dalla mia stanza e faccio qualcosa di produttivo , muoviti che poi ti lamenti che sei grassa,  patetica,   magari posso giocare un po' con i miei nipotini,  no con una bella passeggiata almeno bruci calorie, bruci ciò che hai mangiato e che potevi fare a meno... io dico, tutti quei grassi, ma ti sei vista?
No. Adesso mi alzo e vado dai miei nipoti, hanno bisogno di giocare con la loro zia, almeno hanno bisogno della mia presenza.
Vorrei stare coricata ancora un po', vorrei che anche questa giornata finisse. Sono stanca, stanca di tutto.
No. Da oggi si ricomincia, promesso.
Si ricomincia.

Vi abbraccio

sabato 24 agosto 2013

parole sconnesse

Grazie per i vostri commenti di ieri ragazze...proprio ieri era l'onomastico di mia nonna...si chiamava Rosa.


Oggi non riesco a scrivere...le parole si bloccano, rimangono nella mente,  e forse mi ritroverei a fare un discorso senza logica...
Ci provo lo stesso. Stanno succedendo molte cose in questi giorni...mi accorgo di come sono in grado a stare seduta o coricata a fissare il vuoto e aspettare il tempo passare, pensando che in realtà dovrei muovermi perché devo fare movimento, devo. E invece, eccomi coricata nel mio lettone...
Ieri dovevo avere una seduta con il nuovo psichiatra, sarebbe stata la seconda . Ma a causa di un imprevisto del dottore, è stato rimandato di una settimana. Dalla mia psicologa non sono più andata, anche perché conto di far leva soprattutto sullo psichiatra e lavorare molto...peccato che dal 7 agosto non vedo nessuno con cui potermi sfogare, ed è veramente difficile.
Non faccio altro che notare come il mio corpo stia cambiando, secondo me sto lievitando, manco fossi incinta avrei una pancia del genere...
Ci vogliono un po' di pensieri positivi...emh...qualcosa che è successo di diverso e nuovo? 
Mia sorella, quella che abita alle Canarie, è arrivata da me e si fermerà quasi una settimana.  Sono contenta e spero di usare bene il tempo che  da condividere con lei, che è sempre così poco. E vorrei che la malattia non influisse troppo sul nostro breve rapporto tu per tu. 
Ce la metterò tutta.
Vi abbraccio forte forte

venerdì 23 agosto 2013

eccomi di nuovo a parlare di te...

"Bravo Alessio, bravo!", sento queste parole, seguite da un battito delle mani...è la mia vicina di casa, la nonna che contenta batte le mani al suo nipotino, perché avrà fatto qualcosa di bello o nuovo...
Nonna.
Mi vieni in mente tu.
Quante volte ho parlato di te in questo blog, tante. Anche se sei lassù,  rimani nei miei pensieri tutti i giorni, e spero che ti arrivi sempre la buonanotte che la sera ti mando...
Il nostro legame, così forte, tale da far sostituire la mia figura materna con la tua. Per me eri come una mamma, che mi abbracciava forte, che mi proteggeva con quegli abbracci lunghi e pieni d'affetto. La tua testardaggine, la tua grinta,  la tua forza, metteva sempre voglia di fare cose alla gente che circondavi.
Non dimenticherò mai tutti i pranzi fatti insieme, con i pomodori che andavamo a raccogliere insieme nel tuo orto. Non dimenticherò le notti in cui ho dormito a casa tua, nel lettone insieme a te, e tu, che per scaldarmi prendevi i miei piedi tra i tuoi e le mie mani tra le tue.
Come posso dimenticare tutto questo? Sento ancora le emozioni che provavo scorrermi sotto la pelle, e mi fanno venire la pelle d'oca.
Tanto amore, tanto affetto, tanta cura.
Ogni tanto mi chiedo cosa diresti se fossi ancora in vita e vedessi tutto quello che ho e che sto attraversando.  Chissà quali parole troveresti per darmi forza, chissà se mi abbracceresti ancora forte. Ma forse è meglio così,  non devi soffrire a vedere tua nipote, quella più piccola, attraversare questa malattia...
Perché è così,  non soffre solo la persona coinvolta in prima persona,  ma soffre la famiglia intera, e anche gli amici...perché questa malattia si dilaga, togliendo anche la speranza alle persone che ci circondano, perché si sentono impotenti davanti a tutto questo strano comportamento ossessivo...

Ti voglio bene nonna
Non smetterò mai di dirtelo, anche se non so se le mie parole ti arrivino o no, ma stai tranquilla,  io continuerò a rivolgertele.

mercoledì 21 agosto 2013

Non è il paese delle meraviglie

Ciao ragazze, scusatemi tanto per la mia assenza non preannunciata. Ma nemmeno io avrei saputo si non scrivere più per tutto questo tempo. Nonostante ciò,  sappiate che vi ho seguite ogni giorno, e sono aggiornata su di voi. Anche se non ho commentato...
È successo che ho passato e sto ancora attraversando un momento molto negativo a causa del dca, e non trovavo la forza fisica e mentale per scrivere, anche perché nella settimana di ferragosto sono caduta nella depressione più totale.  Vedevo tutto nero, ore a piangere nel letto senza muovermi, passiva a tutto e tutti. Voglia di non vivere, devo ammetterlo, vedevo tutto nero, e questo nero vela ancora i miei occhi.
Sono caduta, di brutto questa volta, ma non perché non ho mangiato, ma anzi, ho perso il controllo.
O tutto o niente.
Ero nella fase del tutto. E penso di aver preso peso, non riesco a guardarmi allo specchio, mi faccio schifo e scusate il termine. Ho mangiato più gelati, sono andata al ristorante e ho mangiato tutte ma dico tutte me portate: sette antipasti, un primo, un secondo con due contorni e tre dolci. Dopo ho ancora avuto il coraggio di fare cena... e tutto questo beh, mi faceva sentire male perché non riuscivo a fare movimento,  non riuscivo a mettere piede fuori casa, sempre con le lacrime agli occhi e a dire che non ce la facevo più.
Ho rivisto la Fabiana di due anni fa, quando si abbuffava, quando passava un giorno a mangiare tanto e a dire " da domani dieta". L'ho ridetto " da domani restringo", ma per fortuna quel domani non è ancora arrivato , nonostante la voglia incessante di farlo per dimagrire.
Devo tenere duro, non voglio tornare indietro,  o meglio non devo.

Scusatemi ancora per l'assenza.
Mi siete mancati.
Un abbraccio forte forte

martedì 13 agosto 2013

10: quando sorridi...

" lo sai che quando sorridi ti si illuminano gli occhi? Sei bella, non te l'hanno mai detto?...ma poi quando parli di temi tuoi occhi e il tuo viso diventano tristi...".

Queste sono parole sono state pronunciate da una persona che non sa ascoltare,  di più. Che sa leggerti dentro, e che è attento a ogni minimo movimento per decifrarlo...
Mi è rimasto impresso il fatto che quando parlo di me, della mia vita, dei progetti, un velo di tristezza si pone sul mio viso, oscurando quella poca luce che in questi giorni riesco ad emanare.
Forse si sta rompendo del tutto la maschera che porto ogni giorno, quella maschera del " va tutto bene" oppure "il passato è passato, ora sto meglio".
Sta crollando quella mia facciata. Forse sta uscendo la mia faccia vera, quella che parla da sola.
Perché divento triste? Ho raccontato mille volte la mia storia, a diversi medici. So già le reazioni che hanno, le parole che dicono...insomma so già quale sarà il loro riscontro.
Mentre racconto non mi accorgo nemmeno più a che punto sono della mia storia,  ormai sono parole indelebili ripetute meccanicamente. Ma mentre dentro soffro, penso, rimurgino, fa sempre male ripassare i cinque anni e mezzo di malattia. Sono pur sempre un peso, ricordi maledetti che vorresti aver rimosso. E invece ci sono, emergono come la punta di un iceberg e ti forano l'anima...senti delle fitte dentro di te.
Cinque anni e mezzo fa non avrei mai più pensato di ritrovarmi in questa situazione, di aver fatto così tanti sbagli, di essere la persona che sono... non sapevo che la malattia mi avrebbe portato ad essere quella che sono, e che mi avrebbe fatto passare tutto quell'inferno. Tutto questo inferno che regna tutt'ora.
Forse per questo sono triste.

lunedì 12 agosto 2013

9 :non sono solo abitudini...

Mi è stato chiesto " lei ha dei rituali? "?
Io , con la faccia da tonta, rimango in silenzio, con un punto interrogativo stampato sulla fronte.
"Ha dei rituali? Delle cose che fai tutti i giorni nello stesso identico modo e non devono essere diversi?".
E io ancora muta, guardo mia madre...e lei fa " direi proprio di si".
"Tipo?"
Bene, questa è una parte del mio colloqui psichiatrico che ho avuto l'altro giorno con uno psichiatra che non avevo mai visto.
Appena l' ho visto, ho indugiato un pochino: un uomo grande e grosso.  Ma sentendolo parlare beh, devo dire che mi sono sbagliata alla grande.  Molto professionale ma con i piedi per terra, è una persona che ti illumina mentre parla, che sa molte cose e che riesce a spiegartele con poche parole, semplici e chiare.
Gli sono bastate te domande per capire tutto il mio carattere, non avevo mai incontrato una persona del genere...sono rimasta ammaliata.
Hl riflettuto sulla sua domanda, si ho dei rituali, e tanti purtroppo.

Mi alzo la mattina, e la prima cosa che facevo, e che ora sto cercando di evitare,  era guardarmi allo specchio...dopo una radiografia del mio corpo, la prima cosa è andare in bagno per lavarmi la faccia, se no non riesco a fare niente altro. Poi vado in camera,  mi vesto, mi trucco , metto gli orecchini e infine mi pettino.
Poi devo accendere il cellulare e metterlo già nella borsetta.
Vado in cucina per fare colazione; sempre stessa tazza e stesso cucchiaino,  non devono cambiare. Prima di mangiare colazione al latte faccio fare tre volte la schiuma, tre perchè numero giusto, perfetto...
Mangio guardando in continuazione l'ora, devo andare con calma e non fare in fretta. Mangio lentamente,  mastico lentamente e mi muovo lentamente. La colazione è il pasto che fa iniziare la battaglia giornaliera...
Dopo colazione, vado a lavoro,  ma prima bevo già mezzo litro di acqua, tutti i giorni.
Al lavoro faccio tutti i miei doveri nell'ordine che mi sono stabilita...
Dopo lavoro torno a casa. Prima cosa che faccio appena entrata in casa è la doccia; mi sento sporca, non posso stare in casa senza prima lavarmi.
E poi la merenda, seduta al tavolo in  cucina con il solito vassoio bianco davanti e il solito cucchiaino se mangio lo yogurt magro.
A cena tutte le cose sul tavolo devono essere disposte in ordine, e soprattutto dividere le mie cose da quelle dei miei genitori... la mia pentola sempre alla mia sinistra. Ma prima della pasta o riso devo mangiare la verdura. Devo. Non inizio un pasto diversamente. Poi se ho il riso lo devo mangiare con il cucchiaio,  e la pasta spezzarla in due prima di imboccare la forchetta. Prendo piccoli cucchiai dalla pentola per più volte, in modo da ingannarmi e farmi sembrare di mangiare abbastanza da saziarmi.
Appena finito di consumare ciò che ho nel piatto, sparecchio subito la tavola, non ci devono essere residui in giro di cibo.
Poi mi aspetta di nuovo un' altra doccia, e aspetto che venga ora di dormire. Intanto preparo su una sedia gli indumenti, gli accessori e i trucchi per il giorno seguente. Non posso uscire di casa struccata, e tutto deve essere abbinato, smalto, trucco, orecchini...

Un po' di tempo fa avevo letto il libro " questo corpo non è mio", e mi aveva colpito un a parte che diceva:

"Ogni sera, prima di andare a dormire, devo preparare tutto quello che indosserò la mattina successiva. Non individuo soltanto l'abito, ma anche le scarpe, le calze e i gioielli che si intonano con quella mise. Ciò che scelgo deve garantirmi il raggiungimento di un punto ineccepibile di eleganza e perfezione. A volte impiego più di un'ora a trovare le soluzioni più giuste. Quando ogni cosa è compiuta bene, lascio il vestito e tutto il resto pronti sulla sedia e vado a dormire. Non potrei addormentarmi senza la sicurezza che mi dà questa operazione".

domenica 11 agosto 2013

8: ma le stelle quante sono?

Eccomi di nuovo a parlare di me...
Le cose stanno andando così così,  mi sto rialzando dalla grande caduta dei giorni scorsi...
Ieri pomeriggio sono uscita; con un mio amico di vecchia data sono andata a prendere un caffè in un bar...che dire, abbiamo chiacchierato e ci siamo raccontati le ultime vicende della nostra vita, visto che erano mesi e mesi che non ci incontravamo. È stato piacevole scoprire come siamo cambiati, e per me è stato un po' difficile accettare come le cose per lui siano andate avanti, tra bene e male, ma almeno sono andate avanti. E invece io...sono sempre fissa, non ho mai molte novità importanti per le "altre" persone, e mi sento ferma, come se non avessi fatto passi in avanti, mentre so che non è così.
Non ho spazio per parlare del mio dca se non sono queste pagine viola...
Ieri sera sarei dovuta uscire,  ma ho dovuto accompagnare mia mamma dalla guardia medica perché non stava bene ( in realtà potevo uscire benissimo ma ero preoccupata per lei). Tornata a casa mi sono coricata sul balcone di casa mia, con quell'arietta fresca che mi faceva venire la pelle d'oca, e ho fissato per un'ora il cielo.
Non ho visto cadere nessuna stella, ma non importa. Sono stata meravigliata dallo spettacolo che esiste sopra di noi...quante stelle, quante saranno? Non lo so, ma nel cielo era come se componessero dei disegni. Alcune stelle brillavano di più,  altre di meno, alcune erano più piccole, e altre più grandi. Ma erano tutte magnifiche.
Sono andata indietro nel passato, quando la notte di San Lorenzo, all'età di sette otto anni, con le mie sorelle, mi sdraiavo su quel balcone, e aspettavamo di veder cadere una stella. E io piccola, scambiavo gli aeroplani per stelle cadenti!
Questa volta ero sola davanti all'immenso cielo, ma non ho sofferto perché ero sola, quella solitudine, per una volta, mi ha calmato l'animo.

venerdì 9 agosto 2013

7: come nel limbo

Oggi vi parlo di limbo.
Il limbo si.  Lo so che fa venire in mente la Divina Commedia di Dante, e infatti un punto di accordo tra i due c'è. Sicuramente per chi l'ha studiato,  si è chiesto come mai Dante abbia impiegato tutta la sua vita a scrivere questa commedia, che ci perseguita per tre anni, e ce la ritroviamo all'esame di maturità.
Comunque...
Mi aveva molto colpita un quadro di un pittore;  in questo quadro era rappresentato il limbo. Colline verdi, spazi immensi, e le persone sembrano tranquille si, ma è come se non provassero alcune emozioni...è come se il loro corpo faccia da scudo alle emozioni.
Vi siete mai sentiti così?
Io si. Mi sento tutt'ora così.
Continuo a vivere in un limbo, in una situazione di stasi, dove non voglio che le cose cambino... continuo ad andare avanti con le mie ossessioni e le mie azioni quotidiane,  per essere sicura, sicura che nulla muti e scappi al mio controllo....e aspetto, proprio come i soggetti del limbo.
Aspetto...ma non so bene cosa. O meglio lo so, aspetto un passo in avanti gigante, aspetto di star meglio...ma aspettando non si va da nessuna parte, non arriva una potenza soprannaturale che mi faccia uscire da questo schifo di situazione. No non esiste.
Devo essere io che devo far cambiare le cose.

E in tanto aspetto, seduta su un prato verde, una forza dentro di me, che devo ancora trovare.

giovedì 8 agosto 2013

6: ma che bello guidare!

Sto cercando di non pensare alla giornata di ieri...a tutti quei pensieri così rumorosi e pesanti.
Oggi è un nuovo giorno... e posso trovare anche un lato positivo.
La scuola guida è chiusa per ferie, ma prima sono riuscita a fare tre guide di mezz'ora l'una,  dove ho imparato ovviamente le cose base,  visto che non avevo mai preso in mano un volante!
Detto ciò...avendo il foglio rosa, mi sto allenando a guidare un pochino ogni giorno, e le cose stanno andando bene, ovvero faccio progressi! Mia madre ha molta pazienza e fiducia in me, mi lascia guidare anche se devo dire che ha sempre uno po' paura, ma la cosa è più che normale.
Invece con mio padre ho guidato ieri...lui è molto pignolo e trova sempre da criticare, da fare qualche osservazione, da metterti in crisi....invece ieri non ha detto niente,  mi ha fatta andare tranquilla per la strada senza parlare, senza dirmi cosa fare, e io ero tranquilla! Consapevole di saper fare tutto ciò che necessita.
Ho notato come guidare sia per me un modo per scaricare la tensione,  mi piace e mi rilassa... potessi tutti i giorni guidare per delle ore, forse certi pensieri starebbero lontani!
Scherzo...magari bastasse solo questo per allontanare tutta questa brutta situazione.
Ci vuole ben altro...

mercoledì 7 agosto 2013

5: il problema non e mio, è loro...

Buongiorno. Grazie per tutti i vostri commenti e incoraggiamenti, appena riesco vorrei rispondere singolarmente una ad una....
oggi sono arrivata ad una conclusione. O meglio ci ero già arrivata da tempo, ma voglio metterla in atto...ovvero non serve piangere sul latte versato, quindi su ciò che è stato il passato.
Solo due sere fa ero in balia dell'insonnia, e ho iniziato a pensare a tutte le cavolate che ho fatto; patetica, ho fatto cose assurde a causa della malattia, cose di cui mi vergogno. Mi sono fatta del male solo fino a pochi giorni fa, tutto per mantenere peso e non aumentare...
Già la ragazza che fa tanti bei discorsi in realtà continua a farsi del male...continua a dare ogni tanto tedia alla malattia...continua a farsi mille sensi di colpa.
Sensi di colpa legati al cibo, ma anche alle persone...la mia solita paura di deludere il prossimo, di non essere all'altezza delle situazioni, di non farcela, di non piacere...
e sapete cosa vi dico?
io ho il mio carattere punto e basta. A qualcuno starò ben antipatica, e fa lo stesso, il problema non deve essere mio, il problema è loro, nel momento in cui decido di essere la persona che sono veramente.
Io mica vado d'accordo con tutti? mica lodo e sto bene con tutti?? e perchè allora io devo sempre pensare di dover essere perfetta e andare bene a tutti??
Sono stanca. Stanca di provare a essere un'altra.
Avrò un carattere mio, magari pure antipatico, e magari per altri andrò bene così.
L'importante è essere se stessi, e solo ora l'ho capito.
Basta sfruttamenti, basta paragoni.
Basta.
Punto.

Vi abbraccio <3

martedì 6 agosto 2013

5: Incubo?

Ciao...
Me lo permettete un post triste e di sfogo??
Lo so che ho detto che avrei voluto scrivere ogni nuova pagina di questo inizio con colori, ma oggi non ce la faccio...
Mi ritrovo a piangere come una cretina. Cosa non va?
Tutto.
Eppure ho tutto quello che voglio, non mi manca niente...a parte quel qualcosa che non riesco e non sono mai riuscita a capire.
Mi sento una fallita, mi sento una bugiarda...vado avanti a sensi di colpa, a notti insonnie, a falsi sorrisi, a false parole. Vado avanti come se tutto andasse per il verso giusto, mentre tutto va storto.
Sono arrabbiata, con me stessa. Per tutto, tutto ciò che ho fatto da cinque anni fa ad OGGI. OGGI sì, compreso anche l'oggi...
La verità è che non ce la faccio più, non reggo più tutto questa schifezza. Vorrei addormentarmi e basta, non sentire più  niente. E invece no, mi ritrovo ogni giorno a vivere lo stesso incubo, che si ripete, incessante, come un campanile che suona le ore...mi sento crollare a pezzi, non ne posso più.
Schifo al cibo.
Schifo a me stessa.
Schifo al mio corpo.
Schifo a questi ultimi cinque anni.
Schifo alla bilancia.
Schifo ai numeri.
Schifo alle diete.
Schifo all'anoressia.

Basta.

lunedì 5 agosto 2013

4 : " cosa non va?"

A volte si è talmente pieni di pensieri, emozioni, sensazioni,  che non si è neanche non grado di capire e spiegare... ti senti qualcosa dentro, quel vuoto e quel pieno,  quel peso...ma che cos'è?
Non lo sai.
E mi chiedono " cosa c'è che non va?" Io rispondo " niente perché?, e mi si ribatte "guarda che ormai ti conosco, si vede dalla faccia che qualcosa non va"...
Si hai ragione. Ma davvero non so cos' ho.
Oggi parlando con mia mamma, le ho detto che molto probabilmente non riprenderò pallavolo il prossimo anno, ma solo per un motivo, fisicamente non mi sento e non ce la posso fare. Non ho muscoli, le ossa mi fanno male così come i nervi. Non ho resistenza. E soprattutto come dice mia madre, mangio per andare avanti e non per vivere,  mangio per stare in piedi, quel poco necessario,  che non mi permetterà mai di fare uno sport sul serio... perché non uso l'olio, perché non mangio condito, perché non uso lo zucchero e via dicendo.
Subito ci sono rimasta male, quante volte abbiamo affrontato questo discorso, e quante volte ci siamo attaccate a causa di ciò.
Ma forse ha ragione, vado avanti continuando a mangiare le solite identiche cose, per  tenere stabile il peso, o al massimo per non prendere più di un chilo in un mese, per non aumentare troppo diciamo. Per continuare ad avere questo controllo sotto le mie mani.
E per questo mi ritrovo delle sere a piangere dicendo che ho fame.  Ma non ho una fame normale,  la mia è fame di quelle cose che non mangio da anni, fame di dolci, di cibi salati, di gusti dimenticati.
Potrei mangiarli,  ma non ce la faccio. E piangersi addosso non serve a nulla.

Ho bisogno di riflettere, ho bisogno di pensare.
Ho la testa che scoppia,  divisa in due.

domenica 4 agosto 2013

3: senza titolo

Oggi è domenica...e domani inizia una nuova settimana...un po' di ansia c'è, come ogni volta che so che davanti a me ho dei giorni da vivere, da riempire, da dover svolgere i miei doveri...
sta mattina mi sono alzata, e sono riuscita a non guardarmi nello specchio... è stato faticoso, anche perchè mi sento molto gonfia.
Ieri pomeriggio sono uscita, e ho passato un bel pomeriggio! faceva tanto caldo, ma ho girato un po' per la città chiacchierando. E ho incontrato mia cugina, che in realtà vive in California...già la California, il mio sogno! anche io un giorno o l'altro ci andrò, ne sono sicura...però per andarci dovrei e vorrei stare meglio. 

 Ho capito che uscire mi distrae dai pensieri distorti dell'anoressia, ma non del tutto, dei residui continuano a restare. E poi, basta passare davanti ad una gelateria, davanti a una panetteria, ed ecco che inizio a sentirmi male...vorrei entrarvi e mangiare qualcosa di buono, qualcosa che non tocco da anni. Già non tocco perchè ho la paura che possano rimanere residui sulle mie mani...è un'idea folle lo so, ma me la porto dietro da tre anni...

In molte mi avete chiesto cosa significa la libellula..."Simbolo di coraggio, libertà e maturità -Un’animale leggero che vola con le sue ali colorate da un fiore all’altro, vicino all’acqua di fiumi e stagni: la libellula è sicuramente un simbolo intramontabile del mondo animale .



 Sono tanti i significati legati alla libellula molti dei quali presi dalla cultura giapponese che vede in questo animale ilsimbolo del coraggio, della forza e della gioia. Rappresenta anche la libertà, la leggerezza e la maturità e spesso viene tatuata per sottolineare un momento di cambiamento nella propria vita: quando cioè si passa dalla spensieratezza della gioventù al’equilibrio della vita adulta"...

Non per questo ho deciso di iniziare un nuovo capitolo della mia vita...
Sono stanca di piangermi addosso, di passare ore passiva a ciò che mi circonda, a fare scudo alle emozioni che provo. Sono stufa di fingere di essere diversa da quella che sono veramente, stufa di dover essere sottomessa a troppe cose e a troppe persone.
Io sono io. Faby è Faby...
Faby deve avere il coraggio di andare avanti, di affrontare le paure, le difficoltà. E deve essere capace di accettare le sconfitte...

Vi abbraccio


sabato 3 agosto 2013

2: ecco il tatuaggio

Le mie giornate trascorrono sempre uguali, cadenzate dalla solita routine,  che diventa a volte anche angosciante e oppressiva.
Sta mattina purtroppo non ce l'ho fatta e mi sono specchiata, per quasi mezz'ora credo.
Ho passato allo scanner più severo possibile il mio corpo. Le mie spalle, le clavicole, la pancia, le cosce,  e il verdetto non è stato positivo, anzi, mi vedevo molto lievitata. Però so che gioco è questo,  è il gioco che la gabbia di cristallo della malattia usa per farti cadere in paranoie, pensieri malsani e insulti alla tua stessa persona....

E poi finalmente ho fatto il tatuaggio. Male? Poco. Risultato fantastico!
Mi piace molto...
Fino all'ultimo non avevo avuto il coraggio di chiedere a qualcuno di accompagnarmi, e perché?
Perché non pensavo che qualcuno mi accompagnasse, e poi mia mamma non voleva venire dall'inizio. Ma poi ho preso il cellulare in mano, e ho mandato un messaggio a R. La mia ex titolare e ora amica. Le ho chiesto di venire, e....è venuta, con suo marito. Non so dire quanto sono stata contenta di averli visti varcare quella porta, anche perché fino all'ultimo non sapevo se riuscivano a venire o no. Sono stati tutto il tempo a guardare, e dopo che se ne sono andati, ho mandato tre messaggi continuando a ringraziare.la loro presenza per me è stata davvero speciale, sono stati troppo gentili e carini. E ho pensato che se sono stati fino all'ultimo, vuol dire che anche loro ci tenevano.

Ecco il mio tatuaggio!

giovedì 1 agosto 2013

1: specchio 0 Faby 1

Buongiorno...
Ieri è stata una giornata intensa...sveglia alle sei e un quarto come al solito.
Sono scesa dal letto , ma ho tenuto la testa bassa per evitare lo specchio che ho in camera mia...quello specchio in cui abitualmente tutte le mattine mi fissavo in mutande e canottiera per osservare il mio fisico, il mio corpo, le mie forme... per vedere se nella notte è cambiato qualcosa o se è rimasto tutto nella norma...
NON HO GUARDATO LO SPECCHIO...mi sono lavata, vestita e truccata...e allora poi si che ho guardato lo specchio, dovevo vedere il risultato dei miei venti minuti spesi tra trucco e vestiti.
Voto mediocre...il trucco è sempre quello che mi piace di più.
Dopo lavoro, sono andata a casa della mia amica M. A installare programmi sul suo  pc. Dopo di che, mi ha aspettato la mia seconda guida (meglio non raccontare i particolari, è andata come poteva! ), sono andata per la prima volta in città! ?.. poi sono andata dalla psicologa.
Si, finalmente è tornata dalle ferie...avevo troppe cose da raccontarle e il tempo è volato.
Sono rincasata alle 8 e mezza, e ad aspettarmi c'era anche mio papà. Abbiamo parlato un po', del lavoro soprattutto e dei clienti.  Lo facciamo spesso,  a volte anche con un tono ironico...

La conquista di oggi è stata non guardarmi allo specchio la mattina appena sveglia...è stato difficile non vedere il mio ventre piatto, le mie spalle sporgenti, le mie caviglie sottili...ma domani vorrei tanto che questo si ripetesse.

Vi abbraccio forte tutti quanti