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giovedì 18 settembre 2014

alla ricerca di competenza

Questo tempo autunnale, la nebbiolina fine che bagna i capelli, un po' di tristezza portato dalla nuova stagione fanno si che io pensi piu del solito.
Sto pensando seriamente di farmi dimettere dal centro per dca che mi sta seguendo. Vorrei chiedere le dimissioni, sì.
I motivi sono tanti.
Da una parte mi sono seccata di andare due volte o tre al mese in quell'ambulatorio, farmi tre ore di viaggio tra andata e ritorno per poi avere una visita di quindici minuti contati, a volte meno, e sentirsi dire sempre le solite cose.
Solite frasi, solite domande " segue lo schema alimentare?  " "dorme la notte?" " fa attività fisica?" ... e qualsiasi sia la mia risposta i medici dicono " bene, continui così".
Ma cavolo sono mesi su mesi e mesi che mi lamento perché non dormo, mi date medicine per dormire, ma se non funzionano siete sicuri che sia il caso di continuare a prenderle? Perché sapete, non è che faccia bene al fisico e alla salute andare avanti con psicofarmaci che servono ad un tubo.
Parlo con la dietista,  le dico che almeno una volta a settimana vorrei provare a inserire nello schema alimentare un dolce e lei mi risponde " no meglio di no, non vorrei che dopo lei vada in crisi... e poi può anche avere abbuffate lo sa?"
Grazie. Quanta fiducia che mi ispira. Davvero, una voglia matta di cambiare le mie abitidini alimentari.
Espongo alla dietista il fatto che la mia dieta è fatta sempre delle solite cose tristi : bresaola, philadelphia balance, fesa di tacchino, tonno al naturale, prosciutto cotto snello... e che vorrei provare a variare un po '. E lei mi risponde che non è il caso, i principi alimentari base ci sono tutti. Grazie a sto cavolo.
Cosa vengo a fare li? Scaldare quella sedia per dieci minuti?
Ormai ho fatto il possibile in quel luogo: ricovero, day hospital, ambulatorio...
Forse è ora di rivolgersi a qualche vero esperto?
Nella mia città l'asl offre delle sedute psiclogiche per chi soffre di dca e nell' ospedale ci sono anche delle dietiste, non sono abituate a lavorare a contatto con i dca, però se potesse andare un po ' meglio?
Il 30 settembre ho la visita psichiatrica a Torino, non so davvero che fare. Chiedo le dimissioni o no? Per ora penso di chiederle ma sono ancora confusa.

Loro non possono aiutarmi, non ci riescono, forse devo rivolgermi a qualcun altro...

martedì 16 settembre 2014

aggiornamento di vita

Ieri sono andata in palestra, il mio primo giorno di palestra!
Ho deciso di tonificare un po ' questo mio corpo flacido, senza più un muscolo. Ma vorrei farlo bene, in modo armonico. Non mi piace un corpo troppo muscoloso in una donna, ma questo è solo un mio parere ovviamente!
Domani di nuovo palestra. Ho fatto un abbonamento che mi permette di accedere sia alla sala atrezzi che ai corsi; il mio interesse è più per i corsi che gli atrezzi anche perché così spero di conoscere nuove persone.
Non voglio nemmeno sforzare il mio corpo quindi ho deciso di andare ad allenarmi tre volte a settimana: due volte farò pilates ( quindi zero calorie da bruciare ma tanto rilassamento e aiuto per la mia scheina mal ridotta) e una lezione di flowing, zumba o dancing in base all'umore e agli orari.
Mi sembra un buon programma per rimettersi in salute. Anche perché poi durante la settimana, aiutando i miei genitori a lavoro, faccio più o meno quattro orette di camminata e come ho già detto non voglio mettere sotto sforzo il mio fisico.

Situazione corso di inglese ancora in stand by. La cosa mi irrita parecchio, vorrei iniziare subito, riempire il mio tempo con lo studio e invece non so ancora nè orari nè giorni. La pazienza è la virtù dei forti, lo so, ma ho così paura di perdere l'elasticità mentale.

Piccolo aggiornamento di una vita grigia.
Pulce♥

lunedì 15 settembre 2014

come il flusso di Joice

I giorni passano e tu?
Passi con loro.
Non riesci ancora a vivere,
Continuinad aggrapparti a tutto pur di non cadere.
Vorrei essere magra, ho paura di intrassare, sono grassa.
Non dai retta ai tuoi pensieri,
Cerchi di non guardarti allo specchio.
Oggi avrò mangiato troppo?
Cerchi di cambiare pensiero.
Colori, disegni, fai progetti irrealizzabili.
Speri di dormire la notte.
I pensieri vorticano nella mente, come se fosse in atto il flusso di coscienza di Joice.
" non riesco a dormire.  Dormi. Sono sei anni che va avanti questa storia. Secondo anno di liceo. Le notti in bianco e il latte caldo a mezzanotte. Sensi di colpa. Mezzanotte. Bloody Mary negli specchi.  Visto? Lo specchio fa sempre paura. Ricordi. Una volta vedevo sempre la luna piena nel cielo.
Devo dormire, se non dormo ingrasso più facilmente.  Cazzate. Pensa ad altro. Questo rumore? È il mio stomaco che brontola noooo. Cioccolata calda, nutella, lasagne, biscotti, besciamella. Ho fame, tanta fame. Coricata in pancia in giù. Gelato alla crema, alla nocciola, alla panna. La panna montata. Niente limone come quando ero piccola.
Fuggire. Peter Pan.  Voglio andarmene di qui mi sento soffocare. Odio odio odio e ancora odio.  L'una. Occhi chiusi vorrei non aprirli più.
Le medicine non riescono a farmi dormire. Gli psicofarmaci sono droghe legali. Sono drogata. Sono spenta. Non svegliatemi. Voglio fuggire."

venerdì 12 settembre 2014

lettere ad un'amica

Cara amica,
Nella tua testardaggine continui ad andare avanti per la strada, non vuoi essere aiutata, continui a rimanere in quel mondo.
Un mondo falso, sporco, bugiardo, triste ;
Il cibo e il corpo sono i tuoi bersagli.
Ti stai distruggendo, ma non lo vedi e non ne sei consapevole.
Sai, in te rivedo la me di tre anni fa, prossima al ricovero ma non ancora abbastanza magra per essere chiusa in quelle mura bianche.
Mi dici che ogni tanto mangi dolci... anche io lo facevo.
Mi dici che non vuoi mangiare con i tuoi genitori,  anche io lo pensavo.
Mi confessi che sei sempre stanca, quanto ti capisco.
Mi confessi che non prendi gli integratori alimentari che ti hanno prescritto i medici dell'ambulatorio... come posso sgridarti? Anche io non l' ho mai fatto se non in ricovero.
Mi dici che dormi tutto il giorno per non pensare e non sentire la fame, io studiavo tutto il giorno per non pensare allo schifo della malattia.

Vorrei tanto poterti fermare, farti vedere che persona meravigliosa sei, non solo come fisico ma come persona.
Mi piacerebbe tanto che tu tentassi quei test d'ingresso universitari che hai già deciso far andare male perché sostieni di non possedere i requisiti adatti. Non ci credo. Ti sottovaluti tanto.
Vorrei prenderti per mano e aiutarti in questo cammino e invece sono così debole da lasciarmi influenzare da quelle che sono le tuen" fisse alimentari" facendole venire anche mie... quindi cerco di evitare di parlare di " questa malattia" perché tu non la chiami per nome, non dici " anoressia" perché sostieni di non avere questo problema.
Lo so, è così, non si vuole vedere il problema, ma esiste.
Lotta, fallo per il tuo ragazzo, per tuo fratello, per le tue amiche, per quel tuo sorriso solare che ti evidenzia le fossette sulle guance, per i tuoi occhi scuri e pieni di parole.
Lotta contro l'ossessione, combatti, hai tutta la vita davanti da vivere.
Coraggio.

domenica 7 settembre 2014

l'arte di commentare

Le persone che non mi conoscono perché mi fanno la morale. Davvero certe domande e uscite non riesco a concepirle.
Sono un po ' irritata, anzi molto per questo.
Allora, giovedì scorso stavo aiutando mio padre a lavoro ( vendiamo e produciamo frutta e verdura, infatti io non posso vivere nemmeno un pasto senza mangiare la verdura! Quando ci capita per caso di mangiare fuori casa soffro davvero se non ho davanti un piatto di verdura, anche se io la mangio scondita )...
Mio padre stava servendo una coppia di anziani che settimane fa mi avevano riferito che sua nipote si era laureata con 110 e lode. Ma io non so nemmeno chi sia sua nipote e non so nemmeno come si chiamano questi signori, beh ci può stare che si sventoli a tutti i venti la bravura della propria nipote, fin quà posso capire.
Giovedì il signore mi ha chiesto " allora signorina ci siamo iscritti all' Università? Che ramo ha scelto? E che città? "?.. io ero in soggezione, ho risposto che non mi ero ancora iscritta, ma poi ho troncato subito il dialogo.
Ecco che questo inizia " guardi che siamo già a settembre! Deve darsi una mossa, l' Università mica sta aspettando lei. Si dia una mossa con l' iscrizione"...
Scusa? Ma non sono mica tua figlia o nipote. Poi chi ti ha detto che voglio andare all'università? Si ci voglio andare ma adesso ho altre cose da fare per me stessa, quindi perché rompi??
Ovviamente non ho più risposto.
Un perfetto sconosciuto si diverte a farmi la predica.
Invece ieri. Ero di nuovo ad aiutare i miei al mercato.
Questa volta una signora di sessant'anni più o meno.
" allora ci decidiamo a mangiare? Se no sai cosa faccio? Mi taglio un po ' del mio grasso e lo attacco a te. Senza chirurgo, faccio tutto io. Così io sono contenta e tu hai del grasso. Sei d' accordo o mangi?" E un'altra signora risponde " ma no! Sta benissimo così questa ragazza, se non si mantiene magra alla sua età quando lo fa?".

Queste uscite, queste domande, posso accettarle e metterle da parte se sono fatte da persone che conosco, chiudo un occhio e vado avanti perché purtroppo ci sono abituata. Ma se ci si mettono pure gli sconosciuti faccio una strage!

venerdì 5 settembre 2014

dedico queste parole a tutti voi

Vorrei dedicare questo post ad un discorso che mi è stato fatto circa un anno fa.
Una persona importante voleva parlare con me, soprattutto per spronarmi nei confronti della vita e farmi sapere che lui faceva il tifo per me.
Mi stavo riprendendo da un periodo di crisi, non drastica, ma sempre crisi...
Eravamo seduti su due poltrone di pelle.
Z. Iniziò a parlare... ricordo che facevo fatica a seguirlo perché era solito ad usare termini abbastanza eruditi .
Mi paragonò ad un attore di teatro solito a ricoprire un grande ruolo in una tragedia shakespeariana come Amleto.
Mi raccontò la storia di questo attore. Era davvero bravo nel suo lavoro, recitava alla perfezione, quando saliva sul palco il pubblico era sempre entusiasta. Un giorno capitò che questo attore sbagliò una battuta del copione e subito in sala cadde il silenzio. Si bloccò, tornò dietro le quinte e decise di non dedicare più la sua vita al teatro.
Era fuori dal gioco e anche se gli anni passavano non riusciva ad accettare di aver sbagliato, di essere imperfetto e non più perfetto. Pensava ogni giorno a quell' errore.
Poi qualcosa cambiò, decise di riprendere in mano la sua vita e si mise nuovamente in gioco.
Una sera trovò il coraggio di salire sul palco per recitare il suo ruolo abitudinario. Ma quando le persone lo videro, ancora prima che lui iniziasse a recitare, in tutta la sala si levò un applauso lunghissimo.
In quel momento l'attore capì che alle persone non importava se lui era imperfetto, il pubblico lo stava accettando in base alla sua persona e non in base alla bravura, e che risultato non era importante.
Quando gli applausi finirono, egli si mise a recitare, sapendo di non poter più dare la perfezione, ma consapevole di dare comunque il massimo...

Z. Finì questo discorso dicendomi " tu sei quell'attore e io sono in mezzo a quel pubblico che sta facendo il tifo per te, ti sto applaudendo per il percorso che hai fatto fino ad adesso e sono sicuro che arriverai a nutrire i tuoi sogni lasciando da parte la perfezione e accettando il tuo essere umano e quindi avere dei limiti".

Ecco, questo discorso lo dedico anche a tutti voi, a chi sta lottando per qualsiasi prova la vita gli abbia messo davanti, per chi si sta rialzando dopo una caduta, per chi tutti i giorni deve fare i conti con sé stesso.
Vi abbraccio forte
Pulce

lunedì 1 settembre 2014

per dieci minuti di sicurezza

Ieri mi è successa una cosa bella: anche se per poco, penso venti minuti, sono riuscita a star abbastanza bene con il mio corpo.
Sono andata a passeggiare per la via principale della città, quelle vie dove la domenica si fa fatica a camminnare per quanto sono affollate, i bambini corrono senza sosta con dietro i genitori che li richimano, dei giovani fischiano e si insultano a vicenda e le coppiette passeggiano mano per la mano scambiandosi sguardi dolci.
E poi c'ero io. Ho cercato di apparire sicura davanti a tutte quelle persone e per un po' penso di esserci riuscita perchè non mi sono sentita troppo a disagio!
Avevo dato molta attenzione al make-up e agli accessori pensando che così le persone non mi avrebbero guardata per il fisico ma per altro... sull'occchio ho accostato un ombretto rosa antico ad una linea sottile di eyeliner argento glitterato, un mascara nero volumizzante e un po' di blush sul viso per dare colorito alla mia carnagione chiara. Ho indossato degli orecchini pendenti con delle perle al fondo e mi sono vestita con una t- shirt bianca molto scollata, un paio di jeans attillati e delle scarpe beige tacco 12 bellissime.
Quando camminavo pensavo " pancia indentro pancia indentro", ma poi ho abbandonato quel pensiero per rivolgere l'attenzione alle vetrine dei negozi.
Così è volato il tempo e sono stata un po' " spensierata", per quanto è possibile quando si soffre di dca.

Oggi è lunedì: il lunedì mi prende sempre un po' di magone perchè significa avere sette giorni davanti da cercare di vivere, ma anche sette nuovi giorni di battaglia contro le voci dentro la mia testa.
Questa mattina sono andata scialla in città con la mia macchina, ho fatto un po' di chiacchiere in un bar, alcune commissioni al supermercato e ho prenotato le mie analisi del sangue.
Sono titubante quando si tratta di esami del sangue, ho sempre paura di scoprire qualche nuovo valore sballato a causa della malattia. Va beh, vedrò poi, meglio non fasciarsi già la testa adesso!
Questa sera andrò a vedere una partita di pallavolo, mi fa molto piacere e un po' mi emoziona... sento ancora la pallavolo dentro me.
Forse da fine settembre darò un aiuto all'allenatrice di pallavolo delle bambine del minivolley! Sarebbe bello!!

Un abbraccio forte a tutti voi