"Ma io sto bene".
Una delle più grandi bugie che celano i dca.
Ricordi tutto...
La prima volta in cui hai fumato una sigaretta di nascosto dai genitori sui gradini dall'entrata di scuola...
La prima volta che sei andata a ballare, forse con il documento di una tua amica perchè non avevi ancora l'età per entrare in discoteca.
Ricordi il primo capodanno passato fuori casa a fare il conto alla rovescia ammirando un cielo pieno di stelle, e con lui ricordi anche la prima sbronza.
Ti ricordi ancora di quando eri innamorata di un ragazzo di un anno in meno di te e allora durante l'intervallo ti recavi nella sua classe con la scusa di dover parlare al professore.
E ti si disegna un sorriso sul viso e continui a pensare.
Il sorriso svanisce.
Ricordi...
La prima volta che la bilancia ha segnato un chilo in meno e la decisione di perdere ancora peso...
Ricordi la prima volta che hai ristretto e l'insoddisfazione perchè dovevi digiunare e non " mangiare poco"...
C'è sempre la prima volta...
La prima volta in cui ti sei contorta e piegata in due per vomitare ciò che avevi mangiato...
La prima abbuffata fatta di gelato e nutella e pizza...
E quella volta in cui hai avuto la sensazione di volare in aria perchè le gambe non reggevano più il peso del tuo corpo.
La prima sigaretta spenta sul polso, la seconda e le altre... che oggi lasciano solo più dei cerchietti rossi sulla pelle.
E ancora...
Chissà perchè, ricordi sempre troppo.
E il più delle volte ti nascondevi dietro a quel " Ma io sto bene".
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lunedì 24 novembre 2014
Chissà perchè ricordi troppo
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giovedì 20 novembre 2014
quasi 20...
Tra poco tempo dirò addio ai miei 19 anni...
Come descrivere quest'anno? I 19 sono stati l'anno in cui ho preso la patente, mi sono diplomata, ho conosciuto persone che mi hanno dato un grande aiuto, ho scoperto la mia passione per l'arte e per l'insegnamento. Di cose positive ce ne sono comunque state.
Tra due settimane entrerò nei 20... cifra tonda. Forse sarà un anno giusto, forse sarà l'anno decisivo.
So che prima o poi succederà. Eccome se accadrà. Rinascerò dalle mie ceneri come una fenice e mi alzerò in un timido volo simile a quello di una farfalla dopo la metamorfosi da bruco. Smetterò di calpestare i pezzi della mia anima frantumata e saprò mettere tutte le schegge in un angolo, pronte da analizzare e poter constatare se vale la pena salvarle oppure no.
Ci sarà il giorno in cui smetterò di martoriare il mio corpo e gli permetterò almeno di respirare.
Arriverà quel momento, ma non è ancora adesso.
Prima ho bisogno di cambiare me stessa.
Come descrivere quest'anno? I 19 sono stati l'anno in cui ho preso la patente, mi sono diplomata, ho conosciuto persone che mi hanno dato un grande aiuto, ho scoperto la mia passione per l'arte e per l'insegnamento. Di cose positive ce ne sono comunque state.
Tra due settimane entrerò nei 20... cifra tonda. Forse sarà un anno giusto, forse sarà l'anno decisivo.
So che prima o poi succederà. Eccome se accadrà. Rinascerò dalle mie ceneri come una fenice e mi alzerò in un timido volo simile a quello di una farfalla dopo la metamorfosi da bruco. Smetterò di calpestare i pezzi della mia anima frantumata e saprò mettere tutte le schegge in un angolo, pronte da analizzare e poter constatare se vale la pena salvarle oppure no.
Ci sarà il giorno in cui smetterò di martoriare il mio corpo e gli permetterò almeno di respirare.
Arriverà quel momento, ma non è ancora adesso.
Prima ho bisogno di cambiare me stessa.
martedì 18 novembre 2014
la normalità ormai funzionale
Tante volte penso di scrivere... e poi ho paura di dire solo sempre le solite cose.
Un aggiornamento random sulla mia vita?
Oggi il mio umore non è il massimo, forse per colpa delle mie analisi del sangue. Finalmente non ho più la glicemia bassa ( grande notizia!), però ho rimediato l'anemia e l' ipotiroidismo. Non riesco a capire... riesco a riportare normale un valore del sangue per poi averne ben 5 sballati? Non so più cosa fare con questo mio corpo.
Adesso almeno riesco a spiegare la mia stanchezza e il senso di vertigine che provo tutti i giorni.
Domenica sono andata alla fiera del mio paese, per me una grande conquista... ho cercato di vestrirmi carina con un paio di jeans un po ' attillati, le scarpe invernali ma molto eleganti, una giacca nera con una sciarpa di mille colori al collo.
Ero terrorizzata, avevo paura di farmi vedere in paese... non volevo esporre il mio fisico, forse più grande del solito. Paura dei commenti.
Ho passato un'oretta a camminare tra le bancarelle per mano dei miei nipotini. Forse loro mi hanno aiutata. Non forse, ma sicuramente. Li osservavo mentre camminavano e cercavano tra le persone visi conosciuti. Mi stringevano forte la mano per paura di perdersi, se qualcuno li salutava si nascondevano dietro alle mie gambe. E a me veniva da sorridere e piangere allo stesso momento, quanta tenerezza riescono a trasmettermi, anche nelle giornate più fredde.
Per il resto... sono passati 14 giorni dalla visita a Villa Margherita, ancora 46 giorni circa per iniziare il nuovo percorso. Ieri sono andata alla visita psichiatrica in ambulatorio a Torino e la dottoressa mi ha confessato che se non avessi chiamato io la clinica lo avrebbe fatto Lei, ovviamente dopo il mio consenso.
Quindi... sono solo arrivata prima dei medici alla stessa conclusione.
Forse dovrebbe essere il contrario?
Va beh. Poco importa adesso.
Stay strong.
Pulce.
Un aggiornamento random sulla mia vita?
Oggi il mio umore non è il massimo, forse per colpa delle mie analisi del sangue. Finalmente non ho più la glicemia bassa ( grande notizia!), però ho rimediato l'anemia e l' ipotiroidismo. Non riesco a capire... riesco a riportare normale un valore del sangue per poi averne ben 5 sballati? Non so più cosa fare con questo mio corpo.
Adesso almeno riesco a spiegare la mia stanchezza e il senso di vertigine che provo tutti i giorni.
Domenica sono andata alla fiera del mio paese, per me una grande conquista... ho cercato di vestrirmi carina con un paio di jeans un po ' attillati, le scarpe invernali ma molto eleganti, una giacca nera con una sciarpa di mille colori al collo.
Ero terrorizzata, avevo paura di farmi vedere in paese... non volevo esporre il mio fisico, forse più grande del solito. Paura dei commenti.
Ho passato un'oretta a camminare tra le bancarelle per mano dei miei nipotini. Forse loro mi hanno aiutata. Non forse, ma sicuramente. Li osservavo mentre camminavano e cercavano tra le persone visi conosciuti. Mi stringevano forte la mano per paura di perdersi, se qualcuno li salutava si nascondevano dietro alle mie gambe. E a me veniva da sorridere e piangere allo stesso momento, quanta tenerezza riescono a trasmettermi, anche nelle giornate più fredde.
Per il resto... sono passati 14 giorni dalla visita a Villa Margherita, ancora 46 giorni circa per iniziare il nuovo percorso. Ieri sono andata alla visita psichiatrica in ambulatorio a Torino e la dottoressa mi ha confessato che se non avessi chiamato io la clinica lo avrebbe fatto Lei, ovviamente dopo il mio consenso.
Quindi... sono solo arrivata prima dei medici alla stessa conclusione.
Forse dovrebbe essere il contrario?
Va beh. Poco importa adesso.
Stay strong.
Pulce.
domenica 9 novembre 2014
sarò pronta a giocarmi anche l'ultimo brandello di me stessa
Il mio respiro è come fumo nell'aria fredda.
Cammino per la città, ma la strada è troppo affollata per i miei gusti.
Sento gli occhi della gente fissi su di me, ma non è così, so che ognuno in questo momento si sta facendo i propri affari e la mia presenza non fa rumore.
So che è così ma nonostante tutto mi sento osservata.
Il mio sguardo è rivolto al marciapiede, passa velocemente tra una persona ed un'altra.
Un profumo rompe l'aria... pane appena sfornato. Sveltisco il mio passo, devo andare più lontano possibile da quel profumo nauseabondo.
"Ciao! " ... forse parlano a me. Alzo lo sguardo e riconosco un volto conosciuto. Fingo un sorriso. "Ciao...." rispondo.
"Com'è andata la visita del 4 novembre a Vicenza?"... io "ah bene grazie... ". "E cosa ti hanno detto? "... fingo di non sentire, "scusa ma sono di frettissima, magari ne parliamo sabato davanti ad un caffè. È una storia lunga. Adesso devo scappare".
Me ne vado come una fuggitiva.
Il 4 novembre. Ho aspettato con ansia quel giorno, un' attesa di 54 giorni...ho fatto il conto alla rovescia sperando tanto di trovare un aiuto in quella data. Ho avuto la prima visita presso la Casa di Cura Villa Margherita; ho parlato di me, del mio dolore, della mia stanchezza, ma della mia voglia di farcela, di migliorare la mia vita. E sono stata messa in lista d'attesa per il ricovero, una lista di due mesi circa.
Quel giorno, dopo la visita, ho intravisto di nuovo uno spiraglio di luce. Ho trovato l'aiuto e dovrò mettercela tutta, sono pronta a giocarmi ogni frammento della mia anima per stare meglio.
E la gente, quando ha saputo che avrei avuto una visita in una clinica mi domandava: " ma sei sicura che sia il caso di andare in una casa di cura? Non sei così magra. Quando ti avevano ricoverato eri scheletrica, adesso no" . " davvero? Una soluzione così? A me non sembra più il caso di ricorrere a questa soluzione, stai molto meglio adesso. Mangi pure."
E invece no cavolo. Loro non sanno. Ho la guerra dentro, ho il dolore intrappolato dentro tra una costola e l'altra. Cosa importa se adesso non sono più x chili? Cosa importa se adesso sono due anni che sembro tranquilla?
Tranquilla io? No. Nessuno sa dei miei sacrifici per mantenere questo peso e non ingrassare, nessuno sa quanto vorrei stare bene con me stessa ma non ce la faccio. Nessuno sa quanto fa male non poter partecipare alle feste di famiglia a causa di un malessere interiore.
Pochi sanno e tanti parlano.
Ho paura si, ho paura. Ho chiesto aiuto, ma davanti all'idea di dover affrontare i mostri che ho dentro mi chiudo sempre di più.
Ho chiesto aiuto perché la malattia mi ha sfinita.
Ho chiesto aiuto perché vorrei ricominciare a sorridere.
Ho chiesto aiuto perché da sola non ce la faccio più.
Cammino per la città, ma la strada è troppo affollata per i miei gusti.
Sento gli occhi della gente fissi su di me, ma non è così, so che ognuno in questo momento si sta facendo i propri affari e la mia presenza non fa rumore.
So che è così ma nonostante tutto mi sento osservata.
Il mio sguardo è rivolto al marciapiede, passa velocemente tra una persona ed un'altra.
Un profumo rompe l'aria... pane appena sfornato. Sveltisco il mio passo, devo andare più lontano possibile da quel profumo nauseabondo.
"Ciao! " ... forse parlano a me. Alzo lo sguardo e riconosco un volto conosciuto. Fingo un sorriso. "Ciao...." rispondo.
"Com'è andata la visita del 4 novembre a Vicenza?"... io "ah bene grazie... ". "E cosa ti hanno detto? "... fingo di non sentire, "scusa ma sono di frettissima, magari ne parliamo sabato davanti ad un caffè. È una storia lunga. Adesso devo scappare".
Me ne vado come una fuggitiva.
Il 4 novembre. Ho aspettato con ansia quel giorno, un' attesa di 54 giorni...ho fatto il conto alla rovescia sperando tanto di trovare un aiuto in quella data. Ho avuto la prima visita presso la Casa di Cura Villa Margherita; ho parlato di me, del mio dolore, della mia stanchezza, ma della mia voglia di farcela, di migliorare la mia vita. E sono stata messa in lista d'attesa per il ricovero, una lista di due mesi circa.
Quel giorno, dopo la visita, ho intravisto di nuovo uno spiraglio di luce. Ho trovato l'aiuto e dovrò mettercela tutta, sono pronta a giocarmi ogni frammento della mia anima per stare meglio.
E la gente, quando ha saputo che avrei avuto una visita in una clinica mi domandava: " ma sei sicura che sia il caso di andare in una casa di cura? Non sei così magra. Quando ti avevano ricoverato eri scheletrica, adesso no" . " davvero? Una soluzione così? A me non sembra più il caso di ricorrere a questa soluzione, stai molto meglio adesso. Mangi pure."
E invece no cavolo. Loro non sanno. Ho la guerra dentro, ho il dolore intrappolato dentro tra una costola e l'altra. Cosa importa se adesso non sono più x chili? Cosa importa se adesso sono due anni che sembro tranquilla?
Tranquilla io? No. Nessuno sa dei miei sacrifici per mantenere questo peso e non ingrassare, nessuno sa quanto vorrei stare bene con me stessa ma non ce la faccio. Nessuno sa quanto fa male non poter partecipare alle feste di famiglia a causa di un malessere interiore.
Pochi sanno e tanti parlano.
Ho paura si, ho paura. Ho chiesto aiuto, ma davanti all'idea di dover affrontare i mostri che ho dentro mi chiudo sempre di più.
Ho chiesto aiuto perché la malattia mi ha sfinita.
Ho chiesto aiuto perché vorrei ricominciare a sorridere.
Ho chiesto aiuto perché da sola non ce la faccio più.
venerdì 7 novembre 2014
Brucio come l'incenso
Scrivo e davanti a me sta bruciando un incenso profumato.
L'incenso si sta consumando e la mia anima lo segue. Il mio essere si sta spegnendo;
No ho più voglia di sorridere e ho sempre freddo, ma non cerco un abbraccio in cui scaldarmi, non lo merito.
È come avere un peso sullo stomaco, sui polmoni fino alla gola. È un peso vuoto che chiede costantemente cibo al mio corpo. Più cibo del solito e io non sono in grado di concederglielo.
Non so quanto peso e non voglio saperlo. Non voglio salire su quella macchina della tortura. Forse sono ingrassata o forse sono dimagrita, non lo so. O forse il mio peso è sempre uguale.
La notte mi rigiro in continuazione nel letto, sono sola con la mia mente, sola con i miei fantasmi, sola con i miei segreti. Parole che non sussurrerò mai, emozioni che non vivrò mai.
La voglia di piangere sale fino alla gola ma poi trattengo i singhiozzi. Scende solo una lacrima solitaria sulla mia guancia, lentamente, quasi facendomi il solletico.
L'incenso ora si è spento... devo cercare un modo per portare il salvo la mia anima.
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