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giovedì 3 ottobre 2013

parole bagnate da acqua salata

Scrivo queste parole con le lacrime agli occhi...
Non sono lacrime di felicità,  non sono lacrime di soddisfazione,  e neanche di vittoria.  Sono gocce di acqua salata di arresa...mi arrendo.
Mi arrendo alla malattia, non nel senso che le darò retta e cadrò di nuovo nel suo abisso, ma cercherò di prendere peso.
Sono arrabbiata? Si.
Sono triste? Sì.
Come vi avevo già accennato, le scorse settimane ho avuto una caduta abbastanza notevole. Ora mi è stato chiesto di rialzarmi, " perché ti devi voler bene".
Ma io non mi voglio bene, non riesco ancora a volermene. E quindi mi arrendo, e lo farò per la mia famiglia, per chi ogni giorno mi ha sostenuta e mi sostiene,  per chi mi vuole bene e per quei miei pochi amici che posso contare sulle punta delle dita.
Ricomincerò a mangiare seguendo uno schema, come facevo una volta.
Mi sento in colpa per essere caduta, ma è stato un rifugiarsi da qualcosa più grande di me, forse la paura per la scuola e il futuro, la paura di non farcela a realizzarmi . Così ci sono ricaduta, così volevo di nuovo vedere le mie cosce allontanarsi sempre di più una dall'altra, leggere e sottili. Ho ritrovato la sensazione di sicurezza nei maglioni grandi, larghi, che in terza media mi stavano attillati.  Mi facevano sentire un pulcino al sicuro da tutto, chiusa nella mia corazza. Di nuovo ho allontanato le persone da me, di nuovo ho ristretto, di nuovo provavo quel vuoto nello stomaco dato dalla fame , che poi
piano piano si attenuava...
Ho riprovato le stesse sensazioni dello scorso anno, ma con la differenza di essere consapevole di cosa stava succedendo,  di cosa mi stavo facendo. Per questo mi sento in colpa verso voi e gli altri, perché sono caduta essendone cosciente,  ma incapace di fermare quel vortice.
Ho ricominciato a fare la brava,  a mangiare, come se prendere peso fosse la soluzione al problema. Ma non è così. Chi ci è stato e chi sta vivendo adesso questo malessere lo sa...
Ce la metterò tutta, promesso.
Mi arrendo ai miei malsani ideali, seguendone di migliori.
Scusatemi per lo sfogo, ma è un peso grande. Non vedevo l'ora di poter condividere queste cose con voi.
Vi abbraccio

15 commenti:

  1. Cucciola sai è vero che bisogna farlo per se stessi ma spesso e volentieri questa forza non c'è..dopo tutto se ci fosse non si starebbe dentro a questo tunnel..
    Dunque appoggio la tua decisione..inizia a farlo per chi ti circonda..per chi ti vuole bene..al
    momento è così..vedrai che poi acquisterai anche quel bene verso di te che al momento non vedi/trovi..
    Combatti...non pensare perché lo fai..ma combatti..

    Ti stringo

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  2. GRAZIE MILLE. Ti abbraccio forte anche io

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  3. Queste parole hanno gia' vinto la malattia. La cosa piu' difficile per noi è sempre guardarci allo specchio,in ogni caso ci facciamo sempre schifo. Prova a farlo piu' spesso invece che guardare i numeri sulla bilancia.
    Ti aiutera' a vederti bella quando prenderai i chiletti che servono.. perche' TU devi essere bellissima,stupenda, sorridente... non malata.. non obesa,non anoressica.. ma perfetta nella tua imperfezione.
    Non so se mi spiego.
    Ma anche se mi capisci so che sara' difficile arrivare a pensare questo..

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  4. piccola non devi sentirti in colpa, stai vivendo un momento difficile, stressante e pieno di aspettative soprattutto da parte di te stessa per cui una ricaduta è più che normale. Io l'ultimo anno di scuola l'ho fatto da privatista proprio x' non reggevo l'ansia di verifiche ed esami anche se poi Alla fine ho dovuto sudare il triplo per la maturità perché l'ho sostenuta in una scuola pubblica e ho dovuto combattere i pregiudizi, di insegnanti e dirigente scolastico in primis. Ti ammiro x ciò che stai facendo, sei ancora fragile ma a tratti emerge tutta la tua forza! Giorno dopo giorno stai imparando ad affrontare le difficoltà, a volte la malattia sembra avere il sopravvento ma rispetto al passato ora hai una marcia in più, non le sei succube, la conosci e sai fermarti, riflettere e riprendere a combattere, anche se non lo sai sei forte! Un abbraccio Lory

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  5. mi dispiace, mi dispiace tanto... mi hai fatto salire le lacrime agli occhi, anch'io mi sento così cattiva nei confronti dei miei genitori! vorrei dimagrire, o perlomeno restare così, un oggetto di vetro, fragile e intoccabile ma... non posso. devo farlo, se non per me, per loro...
    un grande abbraccio

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  6. Non mi sembra proprio che tu ti sia arresa, anzi, mi sembri di nuovo pronta a dare battaglia al dca. Non devi sentirti in colpa per essere ricaduta, sapessi quante volte mi è successo!!!!!!!!!! E' vero, sul momento si sta da cani, però poi si trova dentro di noi la forza per reagire, e ci si rialza, e si ricomincia a combattere con più consapevolezza di prima. Forse oggi ti senti di farlo per gli altri, ma in realtà lo stai anche facendo per te stessa, perchè combattendo ti apri la possibilità a poter fare tante cose diverse in futuro, perchè avrai un corpo e una mente sana che ti sosterranno.
    Lo so che è difficile, lo so che fa male, ti sono nel cuore; ma credimi se ti dico che davvero può andare meglio, e che sicuramente ti andrà meglio.
    Un abbraccione!!!!!!!!!!!!!

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  7. Cadere fa parte del percorso, l'importante è non demoralizzarsi e non gettare la spugna!
    Non va sempre tutto bene, non è sempre facile... Anzi, oserei dire che non è MAI facile.
    Hai fatto molti progressi ma non sei ancora guarita, quindi è normale che ti odi, che odi la tua vita.
    Farlo per se stessi è un'utopia, in determinati momenti... Fallo per chi ti ama, fallo in nome di un futuro migliore.
    Non importa quale sia la tua motivazione, basta che continui a lottare.

    Un abbraccio.

    P.s.

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  8. farlo per gli altri è difficile...io mangio per la gente che mi vuole bene, perché non è giusto che passino tutto il loro tempo a preoccuparsi per me. Soprattutto mia mamma, che vedo sempre più logorarsi a causa mia...
    Farlo per gli altri non basta, bisognerebbe farlo per se.
    CHOOSE LIFE
    Ma nel frattempo, mentre cerchiamo la vera motivazione, quella che ci farà davvero guarire, può andare qualsiasi altra motivazione che ci spinga ad andare avanti...

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  9. Cucciola, riprendere a mangiare per rendere felici gli altri non risolverà il problema..
    La mia psicologa, all'inizio della terapia, mi disse che lei doveva aiutarmi a capire ciò che mi portava alla bulimia, le cause, cercare di risolvere quei problemi che stanno alla base e che una volta fatto questo i miei problemi con il cibo sarebbero via via migliorati automaticamente. E così è stato.
    Ciò che porta una persona a soffrire di anoressia o bulimia, va ben aldilà del voler sembrare una modella e stronzate simili. Le cause sono spesso traumi o comunque ragioni più profonde e bisogna risolvere quelle.
    Se bastasse riprendere a mangiare normalmente, se fosse così semplice, allora chiunque potrebbe uscire da queste malattie da un momento all'altro.
    Tu devi sforzarti di volerti bene, non tanto di mangiare. Quando ti vorrai bene tutto il resto verrà da sè.
    Forza piccolina, ti sosteniamo noi!
    Un bacio <3

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  10. "Ho riprovato le stesse sensazioni dello scorso anno, ma con la differenza di essere consapevole di cosa stava succedendo, di cosa mi stavo facendo. Per questo mi sento in colpa verso voi e gli altri, perché sono caduta essendone cosciente, ma incapace di fermare quel vortice."

    Anche a me è capitata una cosa simile. Nel senso che all'inizio è stato quasi un caso che io ne abbia parlato in terapia, quando stando zitta avrei potuto continuare a crogiolarmi nelle restrizioni e in quelle sensazioni. Poi i miei hanno iniziato a scoprirlo, a mettere i bastoni tra le ruote, a controllare il mio piatto a tavola, nel mio zaino. E li ne ho parlato e i comportamenti restrittivi dopo un tot di sedute si sono attenuati fino a che mangiavo normalmente per qualche mese per poi ricadere. Però in un certo senso sentivo che non lo avevo fatto per me. Come dici tu mi ero arresa, per gli altri. E questo mi ha portato ad arrabbiarmi e a cercare più fortemente di nuovo il controllo sul cibo che avevo perso.
    Poi c'è stata la volta che ho dovuto scegliere, stavo perdendo persone importanti e ho scelto di mangiare di mia volontà, di provarci.
    Però se non ci fosse stata la prima fase, quella "di resa", forse non avrei mai potuto arrivare alla seconda fase, mi capisci?
    Per cui tutto il percorso è stato il terreno di preparazione per il benessere che sento ora e l'equilibrio che sto creando.
    Quando ci ricadevo le volte dopo anche io mi sentivo più in colpa. Perchè è un po come se mi dicessi "cavolo, ora tu puoi decidere cosa fare, ora non è più la voce malata a controllarti ma tu che puoi decidere, E CI CADI COMUNQUE?"
    allora forse lo fai apposta, per far male te stessa e chi ti vuole bene oppure sei troppo debole e non riesci manco a mangiare.
    Questo è quello che mi dicevo. Unito al fatto che "restringendo" lo stesso ma non essendo più nel periodo più pesante in cui non sapevo davvero quello che facevo, mi sembrava di vedere ora i pericoli di quello che stavo facendo.
    Un po come se durante un intervento chirurgico fosse finita l'anestesia e io potessi ora sentire tutto.
    ê vero che dopo si è più coscienti. Ma esserne coscienti non vuol dire saper evitare la caduta nel vortice.
    Però è anche vero che man mano essere sempre più coscienti significa poter in seguito prendere una decisione sempre più lucida e sana e non farsi trascinare dall'automatismo dei meccanismi malati.
    E man mano ne sarai sempre piu consapevole e cosi riuscirai a cadere sempre meno. Come se la parte sana riprendesse il suo spazio.
    Il farlo per te stessa, arriverà anche quello e credo che arrivi con il percorso di guarigione e sarà sempre una cosa che metterai in discussione, mai una decisione ferma.
    Ma quello che secondo me cambierà (o almeno lo è stato per me) sarà che nonostante non si decide mai completamente "di voler ritornare a mangiare, di voler riprendere peso", si capisce che il farlo implica anche una vita migliore che il DCA non ti può dare.
    E cosi si inizia a dire SI al benessere, alla felicità, al contatto umano, a rischi della vita invece che alle sicurezze fasulle. E dicendo si a queste cose si dice pian piano si al cibo.
    Per cui niente colpe!!Dovresti sorriderne, tutto questo mostra solo che stai camminando. Non vedi ancora dove porterà la strada e questo spaventa, ma l'importante è camminare e non restare nelle sabbie mobili per paura di inciampare.
    Ti stringo <3

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    1. Tra l'altro è vero che mangiando e prendendo peso non si risolve il problema, ma per esempio io ho iniziato a vedere "dove fossero i problemi" nella mia vita solo quando non c'è stato più il filtro del cibo.
      Perchè immaginati di essere un lottatore di boxe che cerca di colpire il sacco (cioè il problema che lo fa soffrire) per risolverlo.. Ma allo stesso tempo ha paura del sacco, per cui continua a volersi proteggere dal sacco mettendo un muro in mezzo (il muro è il DCA). Cosi non potrà mai colpire il sacco e risolvere i suoi problemi, non potrà mai nemmeno sapere se il problema è li davanti o in un altro angolo della palestra..
      Perchè il muro non gli permette di vedere correttamente le cose e di agire per migliorarle..
      Quando togli il muro protettivo (mangiando e spostando l'attenzione e il controllo dal cibo ad altro) inizi a trovare soluzioni per il tuo benessere, ma se si focalizza sempre l'attenzione sul muro- dca, non potrai mai canalizzare le tue energie altrove.
      Per cui secondo me non è vero che mangiando non si risolve il problema, nel senso che mangiare non è il traguardo ma è lo strumento per il traguardo..

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    2. @prettylittlegirl, l'immagine del sacco da boxe è bellissima!

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  11. Se il "farlo per la tua famiglia" in questo preciso momento rappresenta per te una spinta al combattere, allora è okay, utilizza pure questa motivazione... ma ricordati che è una motivazione temporanea. Per quando si fanno le cose "per gli altri", per quanto ci si possa impegnare, non durano mai veramente a lungo, perchè dentro di noi non c'è la ferma convinzione che ci sostiene quando facciamo invece qualcosa per noi stesse. Non puoi combattere per far felice qualcun altro, anche se a quel "qualcun'altro" tieni da morire. Alla fine della fiera... devi trovare le motivazioni per farlo per te stessa e basta. Motivazioni non tanto legate al volersi bene, quanto piuttosto legate alle aspettative per la tua vita futura. Non porterai a termine niente per nessuno, fino a che non avrai dentro di te la volontà di portarlo a termine per te stessa... perchè sarà questo che poi veramente ti permetterà di stare in piedi da sola. Ed è una battaglia tra la paura e la stima di sè... e solo tu puoi determinare le sorti di questa battaglia. Spetta solo a te decidere chi vincerà.
    Ti abbraccio forte...

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  12. Grazie ragazze...avete tutte quante ragione: fino a quando non si trova il motivo per cui combattere veramente, ma si fanno le cose per veder felici gli altri, nulla andrà mai veramente a posto...però in questo modo riesco a stare in piedi, anche se fa male.
    Spero di trovare prima o poi le mie motivazioni, quella voglia di vivere che tante di voi mi accennano.
    Grazie mille
    Vi abbraccio forte <3

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