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sabato 20 ottobre 2012

Il mio nuovo inizio

Tre anni e mezzo di malattia. A pensarci, come prima impressione mi sembra che sia passata un'eternità, ma poi a ben pensarci non sono passati così lentamente questi anni... Forse per il fatto che tutti i giorni erano gli stessi: primo pensiero del mattino "cosa mangio da colazione? sarà troppo calorico? e i grassi? Faby sei sicura di voler mangiare quello? forse dovresti mangiare qualcosa di più leggero, ricordati che basta poco per ingrassare...". A scuola passavo davanti alle macchinette, mezz'ora impalata dai distributori a sognare di mangiare ciò che vi vedevo: merendine, patatine, panini, tante cose buone , tante cose proibite che pure di notte sognavo di mangiare... e poi ora dello spuntino, e di nuovo paranoie, tanta fame e tutti intorno a me mangiavano, anche io volevo mangiare ma non ce la facevo, la mia testa non voleva, dovevo far vedere agli altri che io sapevo tenermi nel cibo, che io non mi sarei mai lamentata perchè mangiavo troppo, io sapevo controllarmi e ero almeno in quello più brava di loro... E poi arriva il pranzo, la merenda, la cena, tutti i pasti scatenavano dubbi su calcoli calorici, grassi, restrizione: tutto il cibo tagliato a minuscoli pezzi per farlo sembrare di più, tutto mangiato lentamente per imbrogliare il mio stomaco e fargli credere che in realtà stava mangiando grandi porzioni. Quante bugie raccontate, a pensarci adesso quasi mi vergogno. E poi alla sera andavo a dormire presto, con la pancia che brontolava e così non dormivo per tutta la notte; intere notti passate a occhi spalancati, a pensare a  ciò che avrei potuto mangiare il giorno dopo, e se mi addormentavo sognavo il cibo, tutte quelle delizie che mi proibivo, ne sentivo il profumo e perfino il gusto. Ormai i miei pasti erano solo più fatti di minime porzioni di verdura bollita scondita e un piccolo pezzo di mela qualche volta come premio. Un'autodistruzione, durata così per circa 2 anni e mezzo ... Poi i miei genitori si accorsero che c'era qualcosa che non andava nella mia alimentazione, che non era solo un momento passeggero ma molto di più: forse si trattava di anoressia, ma nessuno osava pronunciare quel nome , nessuno voleva ammettere che stavo male... nemmeno la sottoscritta, troppo presa dal notare come l'ago della bilancia scendeva vertiginosamente, e che fatica per farlo scendere, quante "incazzature" davanti a quel numero che a volte non scendeva.
E tutto questo capitava nella mia testa, nel mio mondo che ormai era solo più fatto di cibo: le altre persone erano svanite, non importava più nessuno, eravamo solo più io e Lei. Ho perso così gli amici, le persone intorno a me piano piano hanno iniziato a allontanarsi.
Così mia madre prese in mano la situazione e mi portò a Torino, in un centro specializzato in DCA e lì iniziò a andare meglio...il peso rimase stabile per quasi un anno fino a quando non crollò tutto il castello e io venni ricoverata in ospedale perchè ormai il mio peso era troppo basso, questo accadde il 6 settembre 2012... dopo il ricovero ho ripreso la scuola ma i risultati non sono più di quelli di una volta . Ma ho deciso di affrontare il problema e da lunedì inizierò un percorso di day hospital a Torino. Viaggerò tutti i giorni, ma penso che ne valga la pena, perchè sono stufa di questa malattia, di questa ossessione, bestia, incubo, tunnel... chiamatelo come volete ma è pur sempre uno schifo...

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