Ma passarono tre mesi, e con qualche sgarro riuscii a rispettare la dieta, niente dolci, e alimenti accuratamente pesati, e sorpresa: oltre a scomparire il mal di testa , scomparve anche un po' di peso.
Il peso era sceso? non ci credevo. Io non mi ero mai ritenuta troppo grassottella, si qualche chilo di troppo c'era ma non un'esagerazione...e iniziarono i commenti dei miei parenti, delle mie amiche "ma come stai bene adesso", oppure "sei dimagrita? ma che carina che sei, perfetta"... già ma piano piano la mia idea di perfezione iniziò a sfumare verso la malattia. Inizia a restringere l'alimentazione, porzioni sempre più piccole, solo cibi poveri di grassi e a volte perfino assenti, tanta verdura e l'olio non sapevo neanche più che cosa fosse... iniziai così a dimagrire...54...52...50...48...46...45..44 e dopo una fase critica di stabilizzazione sul peso 44 ricominciai a fatica a dimagrire...43...40...38...37...36...35....34....33 . Ricovero.
Quando la mia psichiatra disse " l'unica soluzione è il ricovero " mi cadde tutto il mondo addosso...com'era possibile? non poteva essere successo a me...io non ero così magra da essere ricoverata, le mia gambe non erano ancora perfette, eppure ci sono tante altere persone che sono magre come me e non sono mica ricoverate, ma scherziamo??? pianti a non finire. Ma perchè piangevo? in fondo non era un dramma... forse a ben pensarci, solo ora capisco che erano lacrime di sollievo, finalmente una piccola porta per uscire dalla mia malattia si era aperta. Avrebbe voluto dire staccarsi da mia mamma, dalle mie sorelle, da mio papà, dai miei nipotini, dalla mia amica Anna, ma io avevo bisogno di riprendere in mano la mia vita. Fu come un sollievo perchè io non sono stata in gradi di dire "Mamma, ho bisogno di un ricovero, non mi sento più di andare avanti così". Ho avuto paura di chiedere aiuto, ma anche paura di capire quella che realmente ero, capire cosa mi aveva portato fino a quel punto, e paura di non sentire più la malattia vicino a me a darmi sicurezza e odio allo stesso momento.
Ora dopo aver intrapreso il percorso di ricovero, posso dire che è stata un' esperienza dura, faticosa, tosta, ho dovuto fidarmi al cento per cento di medici sconosciuto, mi sono affidata a loro sia sul piano fisico che su quello psicologico. E ora va un po' meglio, il peso è salito un po' ma sopratutto adesso riesco a sorridere, riesco a vedere il mondo a colori e non solo in bianco e nero, riesco a dare attenzione alle altre persone, capire che anche loro hanno bisogno di me, e ho capito che ci sono davvero tante persone che mi vogliono bene e che fanno il tifo per me... Il ricovero non è una strada facile, è una montagna da scalare. Ti ritrovi su una strada che non sai dove ti porterà, ogni giorno sei costretta a fare i conti con il cibo e con la tua parte di testa malata, che si ribella, che ti fa sentire in colpa, che ti fa odiare il momento in cui hai deciso di imbarcarti in un percorso per distruggere il sintomo. Ma quando ormai il mondo attorno a te non sembra più mondo, quando ormai la tua testa non fa altro che pensare al cibo e al modo di consumare quelle calorie ingerite, al modo in cui fregare i dottori sul peso durante le visite di controllo ambulatoriali, allora a quel punto bisogna capire che per il tuo bene devi avere la forza di chiedere aiuto a chi veramente ti può aiutare.
Ora va meglio, ma non vuol dire esserne uscita. Ho una strada davanti a me lunghissima da intraprendere, e non so nemmeno da dove iniziare
. L'anoressia non è uno scherzo, non è un capriccio e non è un modo per attirare l'attenzione, non è come un influenza che dopo tre giorni di medicine passa... è una subdola e terribile bestia che si prende gioco di te senza che tu ne sia consapevole. E non sarà possibile uscirne del tutto, ci sarà sempre una parte della tua testa concentrata sul cibo, anche se magari fisicamente non si può più notare perchè ormai hai raggiunto un peso accettabile, ma a un certo punto nemmeno il peso importa più, è il male che si prova dentro che ti annienta...
. L'anoressia non è uno scherzo, non è un capriccio e non è un modo per attirare l'attenzione, non è come un influenza che dopo tre giorni di medicine passa... è una subdola e terribile bestia che si prende gioco di te senza che tu ne sia consapevole. E non sarà possibile uscirne del tutto, ci sarà sempre una parte della tua testa concentrata sul cibo, anche se magari fisicamente non si può più notare perchè ormai hai raggiunto un peso accettabile, ma a un certo punto nemmeno il peso importa più, è il male che si prova dentro che ti annienta...
Bisogna essere forti, bisogna essere volenterosi e sconfiggere la malattia.
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