Un po' di tempo fa avevo accennato alla recita che avrei fatto su Raperonzolo. Alla fine è andata bene ed è stata un successone! Devo dire che mi sono proprio divertita a recitare.
Però volevo
Allora, la protagonista Raperonzolo vive rinchiusa in una torre senza porta, scale , quindi non ne può uscire. È stata cresciuta dalla maga, punto di riferimento per buona parte della sua vita, è l'unica persona che conosce...poi arriva il giovane Ribaldo, che riesce a salire sulla torre, i due continuano ad amarsi e frequentarsi, ma sempre e comunque in questa torre. Raperonzolo non ne esce, anche se con il principe ne avrebbe una possibilità, ma forse ha paura di quel mondo esterno che mai ha visto... e nella torre si illude di stare bene, perché è al sicuro nella sua campana di vetro.
Ora provate ad immedesimarvi in questi ruoli: la maga è il disturbo alimentare, la torre è la situazione e la gabbia in cui la persona affetta da dca ne è dentro. La persona malata è chiusa in questa torre o gabbia, apparentemente pensa di starci bene dentro, perché ha tutto sotto controllo e perché è sicura che il mondo esterno non la può ferire. Quindi sceglie di stare nella torre, anche perché non riesce a lasciare la maga, l'unico punti di riferimento che ha nella campana di vetro. Neppure il suo amore per il principe la smuove dalla situazione. Raperonzolo quindi è schiava della situazione, ma non è vittima, perché non prova nemmeno a ribellarsi, a chiedere di uscire da quella torre, ha paura della vita senza la maga...
Sembra quasi impossibile come una favola possa essere interpretata in questo modo e questo mi ha scioccata...anche il fatto che la madre di Raperonzolo voleva mangiare solo e unicamente i ravanelli che crescevano nel giardino della maga non è un caso; sembra un drogato alla ricerca della droga, così come un malato di dca alla ricerca di un determinato cibo e basta...
Caspita.. davvero impressionante vederla con questo punto di vista! Baci
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