Ciao a tutti...
Vorrei provare ad esprimere un concetto difficile da spiegare, perchè non so se riuscirò a trovare le parole giuste...
Allora: ho deciso di dare ciò che non ho avuto. O meglio, di dare ai bambini, ciò che mi è mancato quando ero piccola, ovvero qualcuno che li aiuti a capire che emozioni provano e quali sono le cause di queste emozioni e reazioni...
Faccio un esempio: sabato scorso sono andata ad una festa di compleanno di un bimbo di 4 anni e ho giocato insieme ai suoi amici, piccoli come lui.. ad un certo punto il festeggiato mi corre incontro, affannato e con le lacrime agli occhi dicendomi che si era rotta la pistola nuova di plastica.
Allora gli ho chiesto " Piangi per il gioco? non ti preoccupare che si può aggiustare con la colla". E lui mi ha detto " no , non piango per quello" e io " allora per cosa??" "non so bene" mi ha risposto...
Allora gli ho detto " sei arrabbiato con M?" lui mi ha detto di sì...io con calma gli ho parlato. M ha rotto la pistola perchè era arrabbiato , ed era arrabbiato perchè non era al centro dell'attenzione. Quindi ha voluto farsi vedere in qualche modo, perchè tutti vogliamo non essere invisibili, e anche se questo bambino ha dimostrato di trovarsi a disagio con uno scatto di ira ( che non è positivo), deve essere accettato nei giochi... Ho fatto questa spiegazione al festeggiato, poi sono andata da M. e gli ho detto di calmarsi e di giocare con calma, e di non arrabbiarsi troppo. Poi ho messo i due bimbi vicini e gli ho chiesto di chiedersi scusa a vicenda. Così hanno fatto e poi...tutto è andato bene...
Ok è un esempio un po' scarso, ma quello che voglio dire è che, soprattutto quando si cresce, non si è ben in grado di capire quali sono le emozioni che sentiamo, perchè abbiamo certe reazioni...hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a capire, che gli spieghi bene le dinamiche della situazione scomoda e che gli stia vicino.
I bambini non devono essere lasciati soli nel loro dolore o rabbia.
Io, fin dall'età di 9 anni, non sono mai riuscita a confidarmi con un'amica perchè ero abituata, e in parte lo sono ancora adesso, a tenermi tutto dentro, a non parlare delle mie emozioni...è così le cose che ritenevo troppo "private" sono state dentro di me, e facevano solo un tragitto: tavola e stanza da letto, dove mi chiudevo ad ascoltare la musica. E rimurginavo su ciò che mi succedeva a scuola, su qualche presa in giro dai compagni di classe, sugli allenamenti di pallavolo, sui litigi così facili con i miei genitori, con la voglia di evadere...e invece si faceva sempre più stretto.
Le emozioni le inglobavo dentro di me e dentro una stanza.
Sarà per questo che ora non vedo più la mia stanza come un rifugio?
Non so.
Vi abbraccio forte
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domenica 30 giugno 2013
venerdì 28 giugno 2013
Un passo?
scusatemi per ieri...ero davvero giù di umore e morale, mi sentivo il mondo caduto addosso...sono giorni difficili, giorni in cui non riesco a seguire il mio schema alimentare e sforo sempre, nel troppo...e quel troppo sono -solo- dolci.
Una crisi di astinenza da schifezze dolci e grasse; ecco cosa mi sta succedendo, e ho paura. Paura di prendere peso, paura di non fermarmi più nell'aumento ponderale, paura del cibo, di me stessa...
Però ho appena fatto una cosa per me molto importante.
Mia mamma era in camera sua che si preparava per una cena, e io dal mio armadio ho preso i contenitori dentro i quali nascondevo le mie cibarie dolci acquistate quasi morbosamente. Ho portato tutte queste merendine in cucina sul tavolo. Ho aspettato che mia mamma arrivasse in cucina; quando le ha viste mi ha rivolto uno sguardo interrogativo... io le ho chiesto di non farmi nessuna domanda. E lei mi ha ascoltata, mi ha solo chiesto cosa ne volevo fare. Io le ho detto che può farne cosa ne vuole, che non voglio più vederle ogni volta che apro l'anta dell'armadio...
Che fatica. Adesso sento che manca qualcosa nella mia stanza...mancano quelle cose che mi tentavano, e che mi permettevano di avere il controllo. Ma visto che ora il controllo sembra essersene andato, ho preferito togliere tutto dalla mia stanza...
E' stata una scelta difficile, ma che già quando andavo al day hospital le mie curanti avevano chiesto di fare quest'azione, almeno di mettere le merendine nella dispensa della cucina e non in camera.
Così è stato fatto.
Vi voglio ringraziare per il sostegno di ieri
Siete dei tesori
Una crisi di astinenza da schifezze dolci e grasse; ecco cosa mi sta succedendo, e ho paura. Paura di prendere peso, paura di non fermarmi più nell'aumento ponderale, paura del cibo, di me stessa...
Però ho appena fatto una cosa per me molto importante.
Mia mamma era in camera sua che si preparava per una cena, e io dal mio armadio ho preso i contenitori dentro i quali nascondevo le mie cibarie dolci acquistate quasi morbosamente. Ho portato tutte queste merendine in cucina sul tavolo. Ho aspettato che mia mamma arrivasse in cucina; quando le ha viste mi ha rivolto uno sguardo interrogativo... io le ho chiesto di non farmi nessuna domanda. E lei mi ha ascoltata, mi ha solo chiesto cosa ne volevo fare. Io le ho detto che può farne cosa ne vuole, che non voglio più vederle ogni volta che apro l'anta dell'armadio...
Che fatica. Adesso sento che manca qualcosa nella mia stanza...mancano quelle cose che mi tentavano, e che mi permettevano di avere il controllo. Ma visto che ora il controllo sembra essersene andato, ho preferito togliere tutto dalla mia stanza...
E' stata una scelta difficile, ma che già quando andavo al day hospital le mie curanti avevano chiesto di fare quest'azione, almeno di mettere le merendine nella dispensa della cucina e non in camera.
Così è stato fatto.
Vi voglio ringraziare per il sostegno di ieri
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giovedì 27 giugno 2013
mercoledì 26 giugno 2013
il blocco emotivo...da anni
È da un po ' di tempo che rifletto sul mio modo di esprimere le emozioni che provo...e ho capito quanto per me sia difficile far trapassare e far arrivare le mie emozioni, alla gente che mi sta vicino e che mi circonda.
Ad esempio, molte volte sono tentata di abbracciare qualcuno per me importante, o perché sono contenta per il soggetto in questione, o perché vorrei consolarlo, o perché sento io il bisogno di ricevere un abbraccio...
E io in queste situazioni non faccio altro che rimanere immobile come un palo, passando alla fine per quella che se ne frega degli altri, delle emozioni....mentre do molta importanza a quest'ultime e alle sensazioni.
Mi è difficile dire " per favore mi abbracci? " anche quando ogni muscolo del mio corpo vorrebbe buttarsi tra le braccia di certe persone per provare sicurezza, conforto, non solitudine.
Oppure se vedo qualcuno in difficoltà, non riesco mai a trovare le parole giuste e i gesti per essere d'aiuto e non un peso o un palo.
Ogni volta che mi chiedono come va io rispondo "bene grazie", anche se dentro di me ho tanta voglia di parlare e sfogarmi, e pur sapendo di averne la possibilità di farlo con alcune persone davvero speciali, non ce la faccio. E così finisco solo per assorbire anche i problemi altrui e caricarli sulle mie spalle.
Mi sento un peso che porta tanti pesi, miei e altrui...
Sono un peso, mi sento pesante.
Anche voi avete difficoltà a gestire le vostre emozioni senza riuscire ad esternarle? O col tempo siete riuscite a superare questa difficoltà? A esternare gesti ed emozioni importanti?
Vi abbraccio
Ad esempio, molte volte sono tentata di abbracciare qualcuno per me importante, o perché sono contenta per il soggetto in questione, o perché vorrei consolarlo, o perché sento io il bisogno di ricevere un abbraccio...
E io in queste situazioni non faccio altro che rimanere immobile come un palo, passando alla fine per quella che se ne frega degli altri, delle emozioni....mentre do molta importanza a quest'ultime e alle sensazioni.
Mi è difficile dire " per favore mi abbracci? " anche quando ogni muscolo del mio corpo vorrebbe buttarsi tra le braccia di certe persone per provare sicurezza, conforto, non solitudine.
Oppure se vedo qualcuno in difficoltà, non riesco mai a trovare le parole giuste e i gesti per essere d'aiuto e non un peso o un palo.
Ogni volta che mi chiedono come va io rispondo "bene grazie", anche se dentro di me ho tanta voglia di parlare e sfogarmi, e pur sapendo di averne la possibilità di farlo con alcune persone davvero speciali, non ce la faccio. E così finisco solo per assorbire anche i problemi altrui e caricarli sulle mie spalle.
Mi sento un peso che porta tanti pesi, miei e altrui...
Sono un peso, mi sento pesante.
Anche voi avete difficoltà a gestire le vostre emozioni senza riuscire ad esternarle? O col tempo siete riuscite a superare questa difficoltà? A esternare gesti ed emozioni importanti?
Vi abbraccio
martedì 25 giugno 2013
il silenzio della notte
Oggi non ho nessuna perla di saggezza o positività.
Oggi mi porto così come sono, come mi sento.
Oggi predominano in me molte emozioni, talmente tante che non riesco a riconoscerle.
Posso dire di essere stanca, , stanca di tutto.
Vorrei che non arrivasse mai l'ora di dormire, quella notte silenziosa e solitaria.
Da una parte sogno di dormire, di riuscire a chiudere gli occhi ed addormentarmi, coricandomi nel mio letto con la luna disegnata sopra le lenzuola blu come la mia stanza, e abbandonare la mia testa, la mia pancia, i miei pensieri e sensi alla notte, al riposo, al buio silenzioso.
Vorrei dormire per giorni, senza mai svegliarmi e senza rendermi conto del trascorrere del tempo, dei giorni; quei giorni che sarebbero passati senza di me. Magari mi sveglierei con qualche preoccupazione in meno.
È un sogno ad occhi aperti.
E invece vedo le ore passare, leggo i numeri sulla sveglia ricordandomi che la notte sta passando, lentamente, e io troppo ansiosa per cedermi nelle mani di essa.
Fame, ansia, pensieri...questi sono i protagonisti delle mie notti insonnie.
Ricordi che riaffiorano nella mia testa, sensazioni mai dimenticate che tornano a galla, cose non dette, gesti e azioni non compiute per paura di apparire ridicola agli occhi altrui.
Tanta fame e vuoto, quelli provo.
Mi sento inerte, impotente davanti a queste cose.
Non ne posso più.
Vorrei dormire e non sentire più niente.
Oggi mi porto così come sono, come mi sento.
Oggi predominano in me molte emozioni, talmente tante che non riesco a riconoscerle.
Posso dire di essere stanca, , stanca di tutto.
Vorrei che non arrivasse mai l'ora di dormire, quella notte silenziosa e solitaria.
Da una parte sogno di dormire, di riuscire a chiudere gli occhi ed addormentarmi, coricandomi nel mio letto con la luna disegnata sopra le lenzuola blu come la mia stanza, e abbandonare la mia testa, la mia pancia, i miei pensieri e sensi alla notte, al riposo, al buio silenzioso.
Vorrei dormire per giorni, senza mai svegliarmi e senza rendermi conto del trascorrere del tempo, dei giorni; quei giorni che sarebbero passati senza di me. Magari mi sveglierei con qualche preoccupazione in meno.
È un sogno ad occhi aperti.
E invece vedo le ore passare, leggo i numeri sulla sveglia ricordandomi che la notte sta passando, lentamente, e io troppo ansiosa per cedermi nelle mani di essa.
Fame, ansia, pensieri...questi sono i protagonisti delle mie notti insonnie.
Ricordi che riaffiorano nella mia testa, sensazioni mai dimenticate che tornano a galla, cose non dette, gesti e azioni non compiute per paura di apparire ridicola agli occhi altrui.
Tanta fame e vuoto, quelli provo.
Mi sento inerte, impotente davanti a queste cose.
Non ne posso più.
Vorrei dormire e non sentire più niente.
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lunedì 24 giugno 2013
i sogni parlano...tanto
Ciao a tutti!
Vi scrivo perché non so quanto riuscirò ad essere presente in questa settimana quà su blogger...
Sono giorni in cui mi sento davvero stanca , sto facendo tantissimi quiz per la teoria di patente, e il lavoro al bar mi massacra....la sveglia la mattina è sempre presto, più i miei problemi di insonnia, arrivo alla sera che sono davvero esausta.
In più mi sento un po' giù perché pur studiando, non riesco a fare bene i quiz di teoria, pensare che mi sembra di aver studiato abbastanza, ma non ne sono in grado...visto ciò che pretendo da me, per me questa è un po' come una sconfitta, perché mi chiedo, se ce la fanno tutti perché io no?
Invece sta notte ho fatto un breve sogno...l 'inizio del mio nuovo anno scolastico, nella nuova classe...c 'era la mia prof di storia e filosofia, e quella di arte...mi ricordo che tutti i miei nuovi compagni mi guardavano come se fossi "strana", " diversa". Infatti non so come, mi sono ritrovata all 'asilo. Io a 18 anni alla scuola materna, volevo scappare, ma non trovavo una porta. Ero chiusa in quella struttura non adatta a me, mi mancava il respiro.
E mi sono svegliata di colpo. Era quasi ora di alzarmi, e il mio primo pensiero è stato quello di alzarmi e iniziare a leggere gli appunti di storia dell'arte dell'argomento di quinta. Poi mi sono detta " non devi pensare così, se no torna tutto come prima, tutto legato al dovere e basta". Sono stata così sveglia, fino a quando non è suonata la sveglia...
I sogni ci dicono sempre qualcosa e io ci credo.
Vi scrivo perché non so quanto riuscirò ad essere presente in questa settimana quà su blogger...
Sono giorni in cui mi sento davvero stanca , sto facendo tantissimi quiz per la teoria di patente, e il lavoro al bar mi massacra....la sveglia la mattina è sempre presto, più i miei problemi di insonnia, arrivo alla sera che sono davvero esausta.
In più mi sento un po' giù perché pur studiando, non riesco a fare bene i quiz di teoria, pensare che mi sembra di aver studiato abbastanza, ma non ne sono in grado...visto ciò che pretendo da me, per me questa è un po' come una sconfitta, perché mi chiedo, se ce la fanno tutti perché io no?
Invece sta notte ho fatto un breve sogno...l 'inizio del mio nuovo anno scolastico, nella nuova classe...c 'era la mia prof di storia e filosofia, e quella di arte...mi ricordo che tutti i miei nuovi compagni mi guardavano come se fossi "strana", " diversa". Infatti non so come, mi sono ritrovata all 'asilo. Io a 18 anni alla scuola materna, volevo scappare, ma non trovavo una porta. Ero chiusa in quella struttura non adatta a me, mi mancava il respiro.
E mi sono svegliata di colpo. Era quasi ora di alzarmi, e il mio primo pensiero è stato quello di alzarmi e iniziare a leggere gli appunti di storia dell'arte dell'argomento di quinta. Poi mi sono detta " non devi pensare così, se no torna tutto come prima, tutto legato al dovere e basta". Sono stata così sveglia, fino a quando non è suonata la sveglia...
I sogni ci dicono sempre qualcosa e io ci credo.
domenica 23 giugno 2013
Mi chiedo scusa
Voglio chiedermi scusa per tutte le volte che mi sono insultata, che mi sono data della "deficiente" della " sbagliata e debole", tutte quelle volte che mi sono odiata per ciò che ero e sono...
Mi vorrei chiedere scusa per tutte le volte che mi sono procurata del male fisico, per tutte le volte che invece ci ho solo pensato...
Mi chiedo scusa per le ore che passo davanti allo specchio della mia stanza a fissare in modo ossessivo questo corpo che mi sta stretto, che non mi piace, che vorrei rendere perfetto, snello e in forma.
Mi scuso per tutte le volte in cui mi sono autoconvinta di voler guarire, per tutte le bugie che mi sono detta, ripetendomi "io voglio guarire", mentre dentro di me pensavo già ai trucchi del mestiere per mantenere o perdere peso, perché il mio obiettivo era tutt'altro che lasciare la malattia, era raggiungere un peso al limite, ma io ero onnipotente e ce l'avrei fatta.
Mi chiedo scusa per quando, ancora adesso, ogni tanto mi inganno da sola, quando cado, mi inciampo, do tedia a quella vocina dentro di me che mi dice di continuare a renderla partecipe della mia vita, ma io poi so che diventerà la protagonista della mia vita, e io ,come uno spettatore, assisterò al dramma che metterà in scena...
Mi chiedo scusa per tutte le volte che mi sono proibita di godere delle cose semplici che la vita ci offre, dal rapporto con la natura al rapporto con le altre persone, solo perchè dovevo essere ligia al dovere, dovevo essere perfetta, in tutto...nella scuola, nel lavoro, in casa...
Mi chiedo scusa.
Ora il passo successivo sarà accettare queste scuse.
Mi vorrei chiedere scusa per tutte le volte che mi sono procurata del male fisico, per tutte le volte che invece ci ho solo pensato...
Mi chiedo scusa per le ore che passo davanti allo specchio della mia stanza a fissare in modo ossessivo questo corpo che mi sta stretto, che non mi piace, che vorrei rendere perfetto, snello e in forma.
Mi scuso per tutte le volte in cui mi sono autoconvinta di voler guarire, per tutte le bugie che mi sono detta, ripetendomi "io voglio guarire", mentre dentro di me pensavo già ai trucchi del mestiere per mantenere o perdere peso, perché il mio obiettivo era tutt'altro che lasciare la malattia, era raggiungere un peso al limite, ma io ero onnipotente e ce l'avrei fatta.
Mi chiedo scusa per quando, ancora adesso, ogni tanto mi inganno da sola, quando cado, mi inciampo, do tedia a quella vocina dentro di me che mi dice di continuare a renderla partecipe della mia vita, ma io poi so che diventerà la protagonista della mia vita, e io ,come uno spettatore, assisterò al dramma che metterà in scena...
Mi chiedo scusa per tutte le volte che mi sono proibita di godere delle cose semplici che la vita ci offre, dal rapporto con la natura al rapporto con le altre persone, solo perchè dovevo essere ligia al dovere, dovevo essere perfetta, in tutto...nella scuola, nel lavoro, in casa...
Mi chiedo scusa.
Ora il passo successivo sarà accettare queste scuse.
sabato 22 giugno 2013
mille teorie a riguardo
Quando due giorni fa ho sentito al tg un servizio che parlava di una ragazza morta per anoressia, ho sentito un colpo freddo al cuore.
Stavo lavorando, e mi sono immobilizzata con il vassoio in mano, non riuscivo più a muovermi.
Come hanno potuto fare un servizio su quella ragazza, la vedo una cosa molto molto superficiale. Vedo la società superficiale, davanti a una cosa così terribile, si gira un servizio dove chi parlava raccontava con leggerezza di come la ragazza passava le sue giornate con la malattia, di cosa mangiava ecc....non mi sembra il caso.
Si vuole capire che i dca sono problemi seri e non solo capricci?
Sono malattie, così come altre malattie. Se sono incluse nel DSMIV non sarà solo una malattia di ragazzine che non vogliono crescere o di persone superficiali no? Cavolo non è una cosa da poco.
È una malattia mortale, che nemmeno i medici sanno spiegare. Ci sono mille teorie, mille cure, ma nessuna è valida per ogni caso. È una malattia sulla quale non si smette di indagare, proprio perché sembra impossibile da capire. E lo è. Lo è per chi la vive, per chi la vede e per chi la studia. Non c'è un medicinale che cura dai dca, nemmeno un vaccino per evitarli.
Sono stanca di sentire quante persone questa bestia sta portando via con sé, quante ne ha portate via, e quante ne porterà ancora con sé. Mi crea rabbia, sconforto, tristezza.
È maledetta, lei un inferno, rende la vira uno schifo. Eppure sembra impossibile farne a meno, ogni tanto , pure io, sento il bisogno di sentirla accanto a me.
Quante lacrime versate a causa sua, quante urla, quanti litigi mi ha fatto fare, e mi sta facendo fare tutt'ora. Mi ha portato all'estremo limite, anche io ho rischiato di restarci a causa sua.
Una sfida per restare in vita senza mangiare, senza dare al corpo ciò che desidera. Una vita fatta solo più di solitudine, rabbia, fame, lacrime, e impossibilità.
Chi vuole accomodarsi?
Io direi di lasciare perdere, fino a quando si può. Di non cadere nelle sue grinfie.
Non esiste la perfeziona, io la rincorro da anni e l'ho rincorsa per anni, ma posso assicurarvi che non esiste.
Stavo lavorando, e mi sono immobilizzata con il vassoio in mano, non riuscivo più a muovermi.
Come hanno potuto fare un servizio su quella ragazza, la vedo una cosa molto molto superficiale. Vedo la società superficiale, davanti a una cosa così terribile, si gira un servizio dove chi parlava raccontava con leggerezza di come la ragazza passava le sue giornate con la malattia, di cosa mangiava ecc....non mi sembra il caso.
Si vuole capire che i dca sono problemi seri e non solo capricci?
Sono malattie, così come altre malattie. Se sono incluse nel DSMIV non sarà solo una malattia di ragazzine che non vogliono crescere o di persone superficiali no? Cavolo non è una cosa da poco.
È una malattia mortale, che nemmeno i medici sanno spiegare. Ci sono mille teorie, mille cure, ma nessuna è valida per ogni caso. È una malattia sulla quale non si smette di indagare, proprio perché sembra impossibile da capire. E lo è. Lo è per chi la vive, per chi la vede e per chi la studia. Non c'è un medicinale che cura dai dca, nemmeno un vaccino per evitarli.
Sono stanca di sentire quante persone questa bestia sta portando via con sé, quante ne ha portate via, e quante ne porterà ancora con sé. Mi crea rabbia, sconforto, tristezza.
È maledetta, lei un inferno, rende la vira uno schifo. Eppure sembra impossibile farne a meno, ogni tanto , pure io, sento il bisogno di sentirla accanto a me.
Quante lacrime versate a causa sua, quante urla, quanti litigi mi ha fatto fare, e mi sta facendo fare tutt'ora. Mi ha portato all'estremo limite, anche io ho rischiato di restarci a causa sua.
Una sfida per restare in vita senza mangiare, senza dare al corpo ciò che desidera. Una vita fatta solo più di solitudine, rabbia, fame, lacrime, e impossibilità.
Chi vuole accomodarsi?
Io direi di lasciare perdere, fino a quando si può. Di non cadere nelle sue grinfie.
Non esiste la perfeziona, io la rincorro da anni e l'ho rincorsa per anni, ma posso assicurarvi che non esiste.
venerdì 21 giugno 2013
il mio corpo non parla più
Se qualcuno osservasse il mio fisico adesso, sicuramente non direbbe che soffro di dca, che sono anoressica, perché ormai manca poco al normo peso, e perché la mia magrezza è solo più magra punto e basta, come qualsiasi altra ragazza.
Ma io non riuscirò a fermarmi al peso minimo di normopeso, no, perché la mia costituzione non è così. Non ho preso da mia mamma, che come costituzione è stata sempre magra e ha lo spazio tra le cosce. No, io ho preso da mio papà, era troppo bello prendere il fisico di mia mamma. Sembra quasi impossibile che una figlia scriva che invidia il fisico della propria madre, ma è così, io invidio mia mamma...
Esternamente non manifesto più la malattia, ma dentro lei continua ad esserci.
Mezz'ore passate davanti alla dispensa per decidere cosa mangiare da sputino il giorno seguendo, facendo attenzione di non superare un tot di grassi, un tot di calorie...pensando a cosa mi aspetterà da mangiare a pranzo per decidere i miei spuntini... guardando cibi che non amo, che non mi soddisfano, ma che mangio solo perché più leggeri...
La prima cosa che faccio alla mattina è guardare il mio corpo riflesso nello specchio, la prima cosa che faccio quando torno a casa dalle mie giornate; ma non osservo il viso no, osservo le mie cosce e il mio sedere...
Vedere quelle cicatrici rosse sangue sul mio polso e non pentirmi di avermele fatte, nonostante mia mamma mi ha detto "guarda se era il caso, non andranno mai via", e mia sorella " ti rimarranno per sempre". È vero, è il segno di un malessere tenuto dentro, un mattone dentro lo stomaco. Parlane era difficile, quindi l'unico modo per dirlo era quello... l'unico modo per anestetizzare il dolore per un breve lasso di tempo...
Anche se non sono più magra scheletrica, continuo a proibirmi dei cibi normali, che mi farebbero piacere, che non tocco da una vita...ho un flash legato a questo. In passato non volevo mai toccare i frollini perché avevo paura che le briciole si infilassero sotto le unghie, e io avendo il vizio di mangiarmele, avrei anche ingoiato quella polvere di biscotto, che non sarebbe stato nemmeno un grammo. Ma avevo paura che mi avrebbe fatta ingrassare... Ero mal messa, è ridicolo a pensarci ma ero così.
Continuo ad aver fame, fame tutti i giorni e in tutti i momenti; questa fame mi angoscia, non è giusto. Mangio ma ho fame. Seguo il mio schema ma ho sempre jna perenne fame, che a volte la notte mi sveglia...
Perché tutto questo?
Sembra quasi impossibile che tutto ciò viva solo nella mia testa.
Ma io non riuscirò a fermarmi al peso minimo di normopeso, no, perché la mia costituzione non è così. Non ho preso da mia mamma, che come costituzione è stata sempre magra e ha lo spazio tra le cosce. No, io ho preso da mio papà, era troppo bello prendere il fisico di mia mamma. Sembra quasi impossibile che una figlia scriva che invidia il fisico della propria madre, ma è così, io invidio mia mamma...
Esternamente non manifesto più la malattia, ma dentro lei continua ad esserci.
Mezz'ore passate davanti alla dispensa per decidere cosa mangiare da sputino il giorno seguendo, facendo attenzione di non superare un tot di grassi, un tot di calorie...pensando a cosa mi aspetterà da mangiare a pranzo per decidere i miei spuntini... guardando cibi che non amo, che non mi soddisfano, ma che mangio solo perché più leggeri...
La prima cosa che faccio alla mattina è guardare il mio corpo riflesso nello specchio, la prima cosa che faccio quando torno a casa dalle mie giornate; ma non osservo il viso no, osservo le mie cosce e il mio sedere...
Vedere quelle cicatrici rosse sangue sul mio polso e non pentirmi di avermele fatte, nonostante mia mamma mi ha detto "guarda se era il caso, non andranno mai via", e mia sorella " ti rimarranno per sempre". È vero, è il segno di un malessere tenuto dentro, un mattone dentro lo stomaco. Parlane era difficile, quindi l'unico modo per dirlo era quello... l'unico modo per anestetizzare il dolore per un breve lasso di tempo...
Anche se non sono più magra scheletrica, continuo a proibirmi dei cibi normali, che mi farebbero piacere, che non tocco da una vita...ho un flash legato a questo. In passato non volevo mai toccare i frollini perché avevo paura che le briciole si infilassero sotto le unghie, e io avendo il vizio di mangiarmele, avrei anche ingoiato quella polvere di biscotto, che non sarebbe stato nemmeno un grammo. Ma avevo paura che mi avrebbe fatta ingrassare... Ero mal messa, è ridicolo a pensarci ma ero così.
Continuo ad aver fame, fame tutti i giorni e in tutti i momenti; questa fame mi angoscia, non è giusto. Mangio ma ho fame. Seguo il mio schema ma ho sempre jna perenne fame, che a volte la notte mi sveglia...
Perché tutto questo?
Sembra quasi impossibile che tutto ciò viva solo nella mia testa.
giovedì 20 giugno 2013
maturità
Da ieri sono cominciati gli esami della maturità...al telegiornale hanno reso pubblici i titoli della prima prova di italiano. I miei pensieri erano concentrati sulla mia classe, sapendo che loro in quel momento stavano affrontando la prima prova...
Ho pensato...forse troppo. Mi è preso il magone, questo sarebbe dovuto essere l'anno in cui io avrei preso il diploma, quei titoli sarebbero stati i miei...e invece no, devo aspettare ancora un anno,
La verità è che per me la scuola è una vera agonia, ansia, il terrore. Perché? Forse perché voglio il massimo e soliti discorsi...
Comunque, è vero che ho impiegato il mio tempo per la mia salute, ma mi domando se avessi fatto meglio a prendere il diploma quest'anno e poi curare il mio dca...in questo modo ho solo prolungato l'ansia di un anno, tanto la scuola devo finirla.
Sento che i mesi mi sono sfuggiti dalle mani. Ora sto meglio si, forse non sarei nemmeno arrivata alla maturità senza curare il mio disturbo.
Non lo so. Sarebbe bello sapere come sarebbero andate le cose se avessi preso altre decisioni in questi mesi...
Vorrei ma non si può.
Non posso far altro che andare avanti per la mia strada. Sperando di aver preso, almeno per una volta la scelta giusta...vorrei andare avanti senza più deludere le persone, me stessa, i miei amici....e invece mi ritrovo spesso a deludere gli altri, a causa dei miei tremendi sbalzi d'umore. Un giorno sono abbastanza di buon umore, ho molte buone intenzioni, e poi il giorno dopo mi pento facilmente di ciò che ho programmato nei miei momenti di euforia.
Sono lunatica.
Punto e basta :(
Ho pensato...forse troppo. Mi è preso il magone, questo sarebbe dovuto essere l'anno in cui io avrei preso il diploma, quei titoli sarebbero stati i miei...e invece no, devo aspettare ancora un anno,
La verità è che per me la scuola è una vera agonia, ansia, il terrore. Perché? Forse perché voglio il massimo e soliti discorsi...
Comunque, è vero che ho impiegato il mio tempo per la mia salute, ma mi domando se avessi fatto meglio a prendere il diploma quest'anno e poi curare il mio dca...in questo modo ho solo prolungato l'ansia di un anno, tanto la scuola devo finirla.
Sento che i mesi mi sono sfuggiti dalle mani. Ora sto meglio si, forse non sarei nemmeno arrivata alla maturità senza curare il mio disturbo.
Non lo so. Sarebbe bello sapere come sarebbero andate le cose se avessi preso altre decisioni in questi mesi...
Vorrei ma non si può.
Non posso far altro che andare avanti per la mia strada. Sperando di aver preso, almeno per una volta la scelta giusta...vorrei andare avanti senza più deludere le persone, me stessa, i miei amici....e invece mi ritrovo spesso a deludere gli altri, a causa dei miei tremendi sbalzi d'umore. Un giorno sono abbastanza di buon umore, ho molte buone intenzioni, e poi il giorno dopo mi pento facilmente di ciò che ho programmato nei miei momenti di euforia.
Sono lunatica.
Punto e basta :(
mercoledì 19 giugno 2013
riepilogo del mio martedì
Ieri ho avuto il colloquio con la psichiatra che mi segue in ambulatorio, è durato una quindicina di minuti , e devo dire che non è servito...
Sono delusa dal servizio che l'ambulatorio da a noi pazienti affetti da dca... peccato che sia il centro più vicino a casa mia e dista un'ora e mezza dal mio paese...quindi...
Comunque fatto sta che mi hanno fatto un controllo del peso perché ero davvero agitata, e come dicevo, ho preso in chilo in venti giorni, cosa che non penso sia mai successa nel mio percorso di guarigione, anche perché non ho variato la mia alimentazione. Uno schema che mi ha fatto mantenere il peso per mesi, ora me lo fa prendere. Non so come mai.
Però è stato bellissimo , perché sono riuscita ad arrivare mezz'ora prima della visita e ho visto il gruppo di ragazze...tre nuove entrate che non conoscevo, però tutte le altre ragazze erano le mie compagne di viaggio.
Ho provato una grande emozione a rivederle, e vedere i loro occhi, i loro visi, i loro sorrisi...alcuni occhi erano più spenti, altri più accesi...ormai le conosco , riesco a capire se qualcosa va o non va. Poi ho anche salutato le infermiere, che si sono informate del mio lavoro, della mia vita fuori dal dh...
Si proprio VITA...mi sono finalmente accorta che la vita non è quella legata al dh, ai ricoveri, a queste istituzioni. È un passaggio, un percorso, un pezzo di vita, che poi finisce e ti butta nella realtà.
La realtà è difficile, fa male, da mazzate...ma tra tutto questo ci sono anche le vittorie, le giornate positive, le esperienze che si possono fare, nuovi punti di vista acquisiti nei percorsi da mettere in pratica. Hai la possibilità di avvicinarti il più possibile alla normalità.
In fondo, alcune istituzioni, portano, secondo me, portano il paziente a etichettarsi come malate, a volte addirittura croniche, e quindi vivere una vita da malata, perché infondo per mesi, anni, si è stati identificati solo come soggetti anoressici o bulimici. Funziona così, è normale essere identificati per la propria diagnosi, ma fuori da quelle istituzioni dobbiamo ricordarci che prima di tutto siamo persone, abbiamo sentimenti non da evitare ma da vivere.
Noi siamo persone .
Sono delusa dal servizio che l'ambulatorio da a noi pazienti affetti da dca... peccato che sia il centro più vicino a casa mia e dista un'ora e mezza dal mio paese...quindi...
Comunque fatto sta che mi hanno fatto un controllo del peso perché ero davvero agitata, e come dicevo, ho preso in chilo in venti giorni, cosa che non penso sia mai successa nel mio percorso di guarigione, anche perché non ho variato la mia alimentazione. Uno schema che mi ha fatto mantenere il peso per mesi, ora me lo fa prendere. Non so come mai.
Però è stato bellissimo , perché sono riuscita ad arrivare mezz'ora prima della visita e ho visto il gruppo di ragazze...tre nuove entrate che non conoscevo, però tutte le altre ragazze erano le mie compagne di viaggio.
Ho provato una grande emozione a rivederle, e vedere i loro occhi, i loro visi, i loro sorrisi...alcuni occhi erano più spenti, altri più accesi...ormai le conosco , riesco a capire se qualcosa va o non va. Poi ho anche salutato le infermiere, che si sono informate del mio lavoro, della mia vita fuori dal dh...
Si proprio VITA...mi sono finalmente accorta che la vita non è quella legata al dh, ai ricoveri, a queste istituzioni. È un passaggio, un percorso, un pezzo di vita, che poi finisce e ti butta nella realtà.
La realtà è difficile, fa male, da mazzate...ma tra tutto questo ci sono anche le vittorie, le giornate positive, le esperienze che si possono fare, nuovi punti di vista acquisiti nei percorsi da mettere in pratica. Hai la possibilità di avvicinarti il più possibile alla normalità.
In fondo, alcune istituzioni, portano, secondo me, portano il paziente a etichettarsi come malate, a volte addirittura croniche, e quindi vivere una vita da malata, perché infondo per mesi, anni, si è stati identificati solo come soggetti anoressici o bulimici. Funziona così, è normale essere identificati per la propria diagnosi, ma fuori da quelle istituzioni dobbiamo ricordarci che prima di tutto siamo persone, abbiamo sentimenti non da evitare ma da vivere.
Noi siamo persone .
martedì 18 giugno 2013
sarei corsa da quella ragazza
Ieri pomeriggio, finito il lavoro e la lezione teorica di scuola guida, sono andata con mia mamma alla ricerca di un paio di scarpe, che tanto per la cronaca, non ho trovato quelle come volevo io...
Uscita dal negozio, salendo in macchina, noto una persona seduta alla fermata del bus che stava bevendo ad una bottiglia. La guardo di sfuggita, ma poi il mio sguardo ritorna su di lei...
Era una ragazza, bionda, abbronzata...era magra da paura. Non era pelle e ossa, era solo più ossa. Non aveva espressione perché il suo viso era indecifrabile; rimanevano solo più le ossa con la pelle attaccata, se anche avesse sorriso , quel sorriso non sarebbe stato percepito.
Con movimenti estremamente lenti, posa la bottiglietta di acqua nella borsa.
Era sfinita, non era seduta, era quasi sdraiata sulla panchina.
Le lacrime hanno iniziato a scendere dal mio viso...leggevo il suo dolore solo dai movimenti lenti, da quel corpo deperito, in punto di morte, dal viso indecifrabile. Mi sono chiesta perché mai una malattia debba ridurre delle persone così, perché debba uccidere... avrei voluto scendere dalla macchina, correre da lei, e piangere vicino a lei, dirle che siamo quasi sorelle perché sappiamo cosa voglia dire soffrire di mal d'amore.
La sua immagine non mi abbandonerà mai.
E penso che anche io avrei potuto arrivare a quel punto...mi vengono i brividi, non ci voglio nemmeno pensare.
E intanto prego per chi tutti i giorni deve lottare contro questi mostri che ci accomunano.
Uscita dal negozio, salendo in macchina, noto una persona seduta alla fermata del bus che stava bevendo ad una bottiglia. La guardo di sfuggita, ma poi il mio sguardo ritorna su di lei...
Era una ragazza, bionda, abbronzata...era magra da paura. Non era pelle e ossa, era solo più ossa. Non aveva espressione perché il suo viso era indecifrabile; rimanevano solo più le ossa con la pelle attaccata, se anche avesse sorriso , quel sorriso non sarebbe stato percepito.
Con movimenti estremamente lenti, posa la bottiglietta di acqua nella borsa.
Era sfinita, non era seduta, era quasi sdraiata sulla panchina.
Le lacrime hanno iniziato a scendere dal mio viso...leggevo il suo dolore solo dai movimenti lenti, da quel corpo deperito, in punto di morte, dal viso indecifrabile. Mi sono chiesta perché mai una malattia debba ridurre delle persone così, perché debba uccidere... avrei voluto scendere dalla macchina, correre da lei, e piangere vicino a lei, dirle che siamo quasi sorelle perché sappiamo cosa voglia dire soffrire di mal d'amore.
La sua immagine non mi abbandonerà mai.
E penso che anche io avrei potuto arrivare a quel punto...mi vengono i brividi, non ci voglio nemmeno pensare.
E intanto prego per chi tutti i giorni deve lottare contro questi mostri che ci accomunano.
lunedì 17 giugno 2013
peso x ....?
Ciao...
La giornata di ieri è andata bene, si è conclusa anche in modo positivo, quindi non mi lamento. In più, anche se sono tornata tardi a casa la sera sono riuscita a dormire abbastanza, quindi metterei una nota positiva sul giorno di ieri. Ieri ho ripercorso anche il passato di molto...sono andata a pescare le trote in un allevamento. Lo facevo sempre quando ero più piccola, con mio papà. Me le faceva pescare tutte da me, e io mi divertivo molto. E allora, ieri, ho voluto provare di nuovo le emozioni di quando ero piccina; obiettivo fallito anche perché è stato carino, ma non entusiasmante come l'effetto che può avere su una bimba di sette anni. Cosa più che normale perché adesso ne ho 18 di anni.
Notizia diversa è quella che ho una grandissima paura di essere aumentata di peso...
Mi spiego meglio; so di essere aumentata perché alcuni pantaloni mi stringono, mentre prima erano ancora abbastanza grandi...le zone predilette sono il fondoschiena e le cosce, i pantaloni non entrano lì. Quindi penso di non essere solo aumentata di mezzo chilo , ma di molto, e la cosa mi spaventa. Cioè, a parte quella fetta di torta di compleanno, non ho mangiato niente di diverso dal mio schema, anzi, i miei spuntini non hanno tutti i grassi che lo schema prevede. E quindi come spiegare il lievitare del mio corpo?
Non è ritenzione idrica, anche perché non si ammassa tutto in sole due parti del corpo.
Alcuni mi dicono che l'aumenti è legato al fatto che riesci a passare alcune giornate in cui sono abbastanza serena, e quindi essendo meno tesa, il corpo si rilassa e brucia di meno.
Non lo so...fino al 1 luglio non vedo la dietista, o meglio, ciò che importa a me non e avere un colloquio con lei perché tanto non serve a nulla, ma mi interessa conoscere il mio peso.
Lo so che sono la prima che dice di voler guarire, ma ciò non significa che se vedo il mio corpo cambiare faccio salti di gioia...no...è molto difficile.
Un abbraccio
domenica 16 giugno 2013
domenica in montagna!
Oggi sono in montagna...
La montagna, il mio luogo preferito...la tranquillità in persona.
Sono coricata in un prato vicino al fiume, sento l'acqua scorrere tra i massi e il dolce suono delle cascatelle che l'acqua si ritrova ad affrontare.
Per un momento mi dimentico di essere "problematica", di essere seguita da psicologa e psichiatra. Per un momento non penso al mio fisico.
Poi arrivano i pensieri...o meglio i ricordi.
Quante estati ho passati quà? Quattro . Quattro estati diverse, segnate da ricordi dolci e ad altri dolorosi, tristi.
La prima volta che mi sono trovata a Sampeyre è stata una bella estate. Il mio dca era solo all'inizio e non era ancora percepibile, nè dall'esterno, nè dalla sottoscritta ovvio. È lì che ho conosciuto bene chi è poi stato il mio angelo custode e la mia ancora di salvezza per anni.
Il secondo anno, il mio dca era già potenzialmente visibile, ma invisibile e non accettato dalle persone che mi circondavano. Nonostante ciò furono dei bei giorni, con sensi di colpa legati al cibo si, ma ancora contenuti.
Il terzo anno fu il piuttosto difficile. La mie cinque giornate di montagna furono giorni di sole abbuffate, perdite di controllo, sensibilità di colpa non gestibili...un inferno interiore, perché rovinavo ciò che aspettavo da mesi. Arrivata a casa scoprii di aver preso ben due chili in quei pochi giorni, e la cosa mia lasciò il segno e la paura.
Il quarto anno, cioè l'anno scorso beh...un giorno è bastato e avanzato. Purtroppo chiusa nella mia gabbia non riuscivo a vivere alcune giornate normali, ero ossessionata dal peso, soffrivo di insonnia, e così la vacanza è durata un giorno. Già.
Però perché devo ripercorrere queste tappe?
Adesso sono quà, pensierosa...
Volevo condividere con voi il fatto che ieri abbiamo festeggiato in famiglia il compleanno di Alessio, il mio nipote più piccolo, e ho mangiato una fetta di torta di compleanno. Poi sono stata abbastanza bene, il problema è che ho dovuto fare uno sforzo assurdo per non mangiarne ancora, perché ne ero troppo tentata. Allora ho fatto che togliere la torta dal tavolo, ma il mio pensiero continuava a essere fissato su quella torta...
Meno male che dopo, ho preso le gocce che ho al bisogno, e mi sono calmata.
Un abbraccio forte a tutti
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sabato 15 giugno 2013
Relazioni patologiche
Chiedere scusa continuamente, anche quando so benissimo che la colpa non è mia...
Avere una costante paura di aver detto o fatto qualcosa di male o sbagliato alle persone alle quali voglio bene...
Sentirsi in dovere di dare sempre tutto il braccio e non la mano...
La continua ricerca di affetto, controllo verso l'altra persona per paura di essere sostituita nel mio ruolo da un'altra persona...
Ecco le basi delle mie relazioni...basi sbagliate, patologiche, che portano ad una dipendenza. Una dipendenza da un'altra persona, che dopo un po' inizia a contribuire a questo controllo, fino ad arrivare ad un punto in cui si sente più il dovere di esserci che il piacere.
Devo tagliare i cordoni ombelicali di questi rapporti malsani, ma non so nemmeno da dove partire. Il solo pensiero mi fa stare male, come potrò mettere fine a questa dipendenza?
Ma infondo quale vantaggio prendo da essa??
nessuna.
Se non è che viene sottolineato soltanto il continuo bisogno di controllo che devo avere, sul cibo, sulle mie giornate e sulle relazioni... in questo sono sbagliata, lo devo ammettere, ma ho deciso di cambiare.
Sarà una svolta nella mia vita,
sarà un cambiamento davvero importante visto che questa è la mia modalità di relazione da quando frequentavo le scuole elementari...uno sconvolgimento.
Solo l'idea mi fa stare male. Soffrirò penso, come quando si mette fine a qualsiasi dipendenza. Avrò anche crisi di astinenza??
non lo so, ma vi terrò aggiornate.
Un abbraccio
Buon sabato stelle del mio cielo
Avere una costante paura di aver detto o fatto qualcosa di male o sbagliato alle persone alle quali voglio bene...
Sentirsi in dovere di dare sempre tutto il braccio e non la mano...
La continua ricerca di affetto, controllo verso l'altra persona per paura di essere sostituita nel mio ruolo da un'altra persona...
Ecco le basi delle mie relazioni...basi sbagliate, patologiche, che portano ad una dipendenza. Una dipendenza da un'altra persona, che dopo un po' inizia a contribuire a questo controllo, fino ad arrivare ad un punto in cui si sente più il dovere di esserci che il piacere.
Devo tagliare i cordoni ombelicali di questi rapporti malsani, ma non so nemmeno da dove partire. Il solo pensiero mi fa stare male, come potrò mettere fine a questa dipendenza?
Ma infondo quale vantaggio prendo da essa??
nessuna.
Se non è che viene sottolineato soltanto il continuo bisogno di controllo che devo avere, sul cibo, sulle mie giornate e sulle relazioni... in questo sono sbagliata, lo devo ammettere, ma ho deciso di cambiare.
Sarà una svolta nella mia vita,
sarà un cambiamento davvero importante visto che questa è la mia modalità di relazione da quando frequentavo le scuole elementari...uno sconvolgimento.
Solo l'idea mi fa stare male. Soffrirò penso, come quando si mette fine a qualsiasi dipendenza. Avrò anche crisi di astinenza??
non lo so, ma vi terrò aggiornate.
Un abbraccio
Buon sabato stelle del mio cielo
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venerdì 14 giugno 2013
maledetto il giorno...
Maledetto il giorno in cui ho deciso di spalancare le porte della mia vita all'anoressia.
Maledetto il giorno in cui ho deciso di abbandonare la pallavolo per permettermi di seguire la mia dieta...la dieta Faby...uno yogurt magro bianco a colazione con una fetta biscottata, verdure a pranzo, una fetta di anguria a merenda e verdure a cena...
...il giorno in cui ho deciso di non uscire più con gli amici, perché in preda alla fame sarei potuta cadere in tentazione di un gelato o un trancio di pizza...
...il giorno in cui ho deciso che i libri sarebbero stati i miei migliori amici, dopo la malattia...il giorno in cui ho deciso che sarei diventata una studentessa modello...
... il giorno in cui ho imparato a dire "no", e i no sono arrivati perfino a non accettare un bicchiere di acqua... il giorno in cui ho iniziato a girare i siti delle industrie alimentari per vedere i loro prodotti... il giorno in cui ho deciso che sarei sempre dovuta andare a dormire presto con la speranza di addormentarmi senza essere assalita dalla fame...
Maledetto il giorno in cui ho deciso di mentite alla dietista...a me stessa....alla mia famiglia... quando di nascosto aggiungevo al latte l'acqua per ingannare il peso della quantità di latte pura che avrei dovuto bere, tagliando sul mio schema quando cadevo in tentazione ad un gelato, quando giocavo con le calorie spingendomi sempre ad introdurne meno pur mangiando...quando litigavo con la mia psicologa perché lei voleva che prendessi peso e io volevo rimanere stabile.
Quante sedute sprecate a parlare di cosa mangiare, di cosa avevo mangiato....non ne volevo parlare, per quello esisteva il diario alimentare e la dietista... sedute buttate nel cesso, solo perché a lei faceva comodo così.
...maledetto il giorno in cui ho aperto il mio cuore, la mia testa all'anoressia.
Maledetto il giorno in cui ho deciso di abbandonare la pallavolo per permettermi di seguire la mia dieta...la dieta Faby...uno yogurt magro bianco a colazione con una fetta biscottata, verdure a pranzo, una fetta di anguria a merenda e verdure a cena...
...il giorno in cui ho deciso di non uscire più con gli amici, perché in preda alla fame sarei potuta cadere in tentazione di un gelato o un trancio di pizza...
...il giorno in cui ho deciso che i libri sarebbero stati i miei migliori amici, dopo la malattia...il giorno in cui ho deciso che sarei diventata una studentessa modello...
... il giorno in cui ho imparato a dire "no", e i no sono arrivati perfino a non accettare un bicchiere di acqua... il giorno in cui ho iniziato a girare i siti delle industrie alimentari per vedere i loro prodotti... il giorno in cui ho deciso che sarei sempre dovuta andare a dormire presto con la speranza di addormentarmi senza essere assalita dalla fame...
Maledetto il giorno in cui ho deciso di mentite alla dietista...a me stessa....alla mia famiglia... quando di nascosto aggiungevo al latte l'acqua per ingannare il peso della quantità di latte pura che avrei dovuto bere, tagliando sul mio schema quando cadevo in tentazione ad un gelato, quando giocavo con le calorie spingendomi sempre ad introdurne meno pur mangiando...quando litigavo con la mia psicologa perché lei voleva che prendessi peso e io volevo rimanere stabile.
Quante sedute sprecate a parlare di cosa mangiare, di cosa avevo mangiato....non ne volevo parlare, per quello esisteva il diario alimentare e la dietista... sedute buttate nel cesso, solo perché a lei faceva comodo così.
...maledetto il giorno in cui ho aperto il mio cuore, la mia testa all'anoressia.
giovedì 13 giugno 2013
flash poco graditi...
In molti post mi sono ritrovata a scrivere di quanto ringrazio il fatto di essere stata
ricoverata, e perché la vedo come una salvezza che mi ha permesso di riprendere in meno la vita.
Fino a pochi mesi fa, anche a pensare al periodici di ricovero non provavo grandi emozioni, se non speranza, forza e speranza di guarire; tutte emozioni positive quindi.
ma negli ultimi giorni le cose sono cambiate.
Se penso al ricovero mi vendono i brividi...quando sento il suono dei tasti del codice digitato dai medici che tenevano chiusa la porta del ricovero, un brivido mi attraversa il cuore, il corpo, inizio ad avere freddo.
Nella mente inizio a rivivere quelle settimane. Settimane che mi hanno permesso di non cadere ancora più in fondo, ma settimane di sofferenza.
Un velo di tristezza accompagna il ricordo delle code fatte da noi pazienti per prendere i medicinali...eravamo numerati. Facevamo la coda dopo colazione, dopo pranzo e dopo cena. La tristezza della sera, quando si faceva notte e io, niente stanca, ero obbligata a coricarmi e provare a dormire, svegliandomi alla mattina alle cinque. Quelle mura bianche, l'attesa del carrello dei pasti...attese durate ore, perché spaventata del pasto aspettavo ciò che mi creava terrore.
Il giro dei medici la mattina dopo colazione; tutti gli occhi fissati su di te, mentre parli dei problemi e delle vittorie avute.
La solitudine provata, ero attaccata al computer e basta. C'ero io con i miei libri e il computer. Non uscivo dalla stanza, se non obbligata. Rimurginavo sui chili presi, sapendo che era la cosa giusta, ma provando paura.
Tutto malinconico.
Meno male che c'erano molte persone che facevano il tifo per me, che mi messaggiavano ogni giorno, come A. E R. E mia mamma, che mi mandava messaggi bellissimi, come mio papà e le mie sorelle...le chat con le amiche...
Grazie a tutti,senza di voi sarebbe voi sarebbe stato bruttissimo.
ricoverata, e perché la vedo come una salvezza che mi ha permesso di riprendere in meno la vita.
Fino a pochi mesi fa, anche a pensare al periodici di ricovero non provavo grandi emozioni, se non speranza, forza e speranza di guarire; tutte emozioni positive quindi.
ma negli ultimi giorni le cose sono cambiate.
Se penso al ricovero mi vendono i brividi...quando sento il suono dei tasti del codice digitato dai medici che tenevano chiusa la porta del ricovero, un brivido mi attraversa il cuore, il corpo, inizio ad avere freddo.
Nella mente inizio a rivivere quelle settimane. Settimane che mi hanno permesso di non cadere ancora più in fondo, ma settimane di sofferenza.
Un velo di tristezza accompagna il ricordo delle code fatte da noi pazienti per prendere i medicinali...eravamo numerati. Facevamo la coda dopo colazione, dopo pranzo e dopo cena. La tristezza della sera, quando si faceva notte e io, niente stanca, ero obbligata a coricarmi e provare a dormire, svegliandomi alla mattina alle cinque. Quelle mura bianche, l'attesa del carrello dei pasti...attese durate ore, perché spaventata del pasto aspettavo ciò che mi creava terrore.
Il giro dei medici la mattina dopo colazione; tutti gli occhi fissati su di te, mentre parli dei problemi e delle vittorie avute.
La solitudine provata, ero attaccata al computer e basta. C'ero io con i miei libri e il computer. Non uscivo dalla stanza, se non obbligata. Rimurginavo sui chili presi, sapendo che era la cosa giusta, ma provando paura.
Tutto malinconico.
Meno male che c'erano molte persone che facevano il tifo per me, che mi messaggiavano ogni giorno, come A. E R. E mia mamma, che mi mandava messaggi bellissimi, come mio papà e le mie sorelle...le chat con le amiche...
Grazie a tutti,senza di voi sarebbe voi sarebbe stato bruttissimo.
mercoledì 12 giugno 2013
La cena di classe
Oggi è l'ultimo giorno di scuola...ed a essere sincera mi manca quell ' emozione della fine dell'anno . Certo quest'anno per me sarebbe stato l'ultimo, ma penso che l'emozione di essere con un piede già fuori dalla scuola sia davvero forte...
La proverò, il prossimo anno.
Sta mattina vedevo tutti quei ragazzi e ragazze con il sorriso stampato sul viso, dirigersi verso le loro scuole per l'ultimo giorno. Ho provato invidia nei loro confronti. Per me la fine della scuola era sempre un giorno bello, perché voleva dire che finalmente non avrei più dovuto studiare come un'ossessa.
Ieri sera sono andata alla cena di classe; c'erano anche i miei professori e le mie compagne di classe. Che emozione vederle tutte insieme, pronte per dare l'esame e abbandonare la scuola. Sono bellissime tutte insieme è davvero una bella classe. Mi ha fatto emozionare essere lì con loro, anche se in realtà non ho frequentato l'anno scolastico con loro.
Non so, un misto di emozioni giravano nel mio stomaco...avrei voluto piangere perché era così bello sentire di nuovo quel clima famigliare, sono contenta per loro perché stanno per finire una tappa importante per la loro vita...mi ha fatto rendere conto di aver perso un anno a causa di Lei, un anno che avrei potuto passare con le ragazze...
Però ero contenta di essere con loro, perché mi hanno considerato ancora parte della classe...quattro anni passati insieme, un'infinità di ricordi mi riaffioravano nella mente. Quattro anni non si possono cancellare, anzi io vorrei che rimanessero per sempre tatuati nel mio cuore.
E poi i professori, anche loro mi hanno accolta bene, mi hanno parlato, salutata, erano contenti di vedermi a cena.
Tornata a casa non ho quasi dormito; tutte queste immagini rimanevano impresse nella mia testa.
La mia quinta F , uno splendore.
La proverò, il prossimo anno.
Sta mattina vedevo tutti quei ragazzi e ragazze con il sorriso stampato sul viso, dirigersi verso le loro scuole per l'ultimo giorno. Ho provato invidia nei loro confronti. Per me la fine della scuola era sempre un giorno bello, perché voleva dire che finalmente non avrei più dovuto studiare come un'ossessa.
Ieri sera sono andata alla cena di classe; c'erano anche i miei professori e le mie compagne di classe. Che emozione vederle tutte insieme, pronte per dare l'esame e abbandonare la scuola. Sono bellissime tutte insieme è davvero una bella classe. Mi ha fatto emozionare essere lì con loro, anche se in realtà non ho frequentato l'anno scolastico con loro.
Non so, un misto di emozioni giravano nel mio stomaco...avrei voluto piangere perché era così bello sentire di nuovo quel clima famigliare, sono contenta per loro perché stanno per finire una tappa importante per la loro vita...mi ha fatto rendere conto di aver perso un anno a causa di Lei, un anno che avrei potuto passare con le ragazze...
Però ero contenta di essere con loro, perché mi hanno considerato ancora parte della classe...quattro anni passati insieme, un'infinità di ricordi mi riaffioravano nella mente. Quattro anni non si possono cancellare, anzi io vorrei che rimanessero per sempre tatuati nel mio cuore.
E poi i professori, anche loro mi hanno accolta bene, mi hanno parlato, salutata, erano contenti di vedermi a cena.
Tornata a casa non ho quasi dormito; tutte queste immagini rimanevano impresse nella mia testa.
La mia quinta F , uno splendore.
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martedì 11 giugno 2013
l' autoconvinzione malata
È cominciato con un " no grazie". Da quel momento sono cambiata.
Un "no grazie" riferito ad una mia compagna di scuola, che dopo avermi chiesto se stavo bene perché mi vedeva dimagrita, mi ha offerto un pezzo del suo spuntino, visto che io ero intenta a sorseggiare un misero tè caldo. Quella risposta, mi ha fatta sentire forte, finalmente il controllo era nelle mie mani, e non sarei più caduta in tentazione di cibi proibiti...
Quella domanda " ne vuoi un pezzetto? " Si è ripetuta per giorni, mesi...e la risposta era sempre più secca " no, sto bene così davvero" . Bugia colossale.
Dentro di me era in atto una tempesta.
" si ne vorrei un pezzo, hanno un profumo assurdo quelle schiacciatine, ho tanta fame, vorrei anche solo una briciola". Ma quella briciola avrebbe rovinato tutto il mio schema alimentare prestabilito dalla sottoscritta e mi avrebbe fatto prendere mezzo chilo.
A Faby non è concesso, questo mi ripetevo.
Mentire a me stessa, agli altri... sono stata una bugiarda, cattiva in alcuni momenti, quando presa dalla rabbia, urlavo che avrei tanto voluto che alcune persone si fossero trovate nella mia stessa situazione, per sentire quanto stavo male.
Che vergogna a pensarci ora.
Mai e poi mai augurerei a qualcuno, nemmeno alla mia nemica più grande, di ammalarsi di questa patologia; non lo farei perché essendoci dentro so quanto fa stare male, e penso che nessuno di noi si merita di dover lottare tutti i giorni contro la malattia.
È arrivata, non sappiamo come...alcune di voi hanno individuato le cause, io non ancora...ma spero di trovarle prima o poi, anche perché in questo modo posso iniziare a districare i nodi silenziosi dentro di me.
Un "no grazie" riferito ad una mia compagna di scuola, che dopo avermi chiesto se stavo bene perché mi vedeva dimagrita, mi ha offerto un pezzo del suo spuntino, visto che io ero intenta a sorseggiare un misero tè caldo. Quella risposta, mi ha fatta sentire forte, finalmente il controllo era nelle mie mani, e non sarei più caduta in tentazione di cibi proibiti...
Quella domanda " ne vuoi un pezzetto? " Si è ripetuta per giorni, mesi...e la risposta era sempre più secca " no, sto bene così davvero" . Bugia colossale.
Dentro di me era in atto una tempesta.
" si ne vorrei un pezzo, hanno un profumo assurdo quelle schiacciatine, ho tanta fame, vorrei anche solo una briciola". Ma quella briciola avrebbe rovinato tutto il mio schema alimentare prestabilito dalla sottoscritta e mi avrebbe fatto prendere mezzo chilo.
A Faby non è concesso, questo mi ripetevo.
Mentire a me stessa, agli altri... sono stata una bugiarda, cattiva in alcuni momenti, quando presa dalla rabbia, urlavo che avrei tanto voluto che alcune persone si fossero trovate nella mia stessa situazione, per sentire quanto stavo male.
Che vergogna a pensarci ora.
Mai e poi mai augurerei a qualcuno, nemmeno alla mia nemica più grande, di ammalarsi di questa patologia; non lo farei perché essendoci dentro so quanto fa stare male, e penso che nessuno di noi si merita di dover lottare tutti i giorni contro la malattia.
È arrivata, non sappiamo come...alcune di voi hanno individuato le cause, io non ancora...ma spero di trovarle prima o poi, anche perché in questo modo posso iniziare a districare i nodi silenziosi dentro di me.
lunedì 10 giugno 2013
strategie per i sensi di colpa
È da alcuni giorni che quando mangio, i sensi di colpa, sono più forti del normale e il dopo è sempre una crisi, perché inizio a farmi schifo, ad rimuginare su cosa ho mangiato, che forse era troppo ecc...
Il mio obiettivo è allontanare dalla mia mente i pensieri malati, in modo da non essere condizionata e schiacciata da essi...
Penso che molti tra voi abbiano anche questi pensieri più o meno vero?
Quando facevo dh avevo trovato alcune distrazione che mi aiutavano ad allontanare la mente dal pensiero fisso del cibo...ad esempio:
- Quando i sensi di colpa sono ancora ad un grado abbastanza gestibile, si può provare a leggere un libro. Un libro che non deve essere per forza impegnativo, anche solo un romanzo rosa... in questo modo si viene catturati dalla lettura e il tempo passa senza rendersene del tutto conto
- Fare un puzzle. Lo so che è una cavolata, ma è rilassante, così come le parole crociate o i sudoku...
- Se piacciono molto i film, dopo il pasto si può dedicare un po' di tempo alla visione di uno di questi, e perché no, anche un telefilm di più puntate, così si avrà sempre un appuntamento con la tv
- Cosa molto utile per chi ha la passione di scrivere, è sfogarsi con carta e penna e buttare giù le emozioni, i pensieri brutti, i sensi di colpa tutti su un foglio.
- Per chi ha una vena artistica, un aiuto enorme è quello di esprimere le proprie emozioni e il proprio intelletto creando qualcosa... non so, ad esempio io adoro i biyoux, e allora mi metto a creare orecchini e anelli. Poi adoro cucire e quindi anche fare punto croce...per chi ama disegnare esprimere tutto su un foglio. Non importa il soggetto, il disegno può essere astratto, anche solo una chiazza di colori indefiniti. E per chi ama la fotografia, non c'è nulla di più rilassante che mettersi a scattare foto, alla natura, alla casa, ai fiori, a oggetti...
- E poi il massimo sarebbe avere la possibilità di chiamare o ancora meglio vedersi con un amico o degli amici e parlare, passare il tempo, sfogarsi senza alcun problema e imbarazzo. Ovvio che non bisogna solo parlare dei sensi di colpa e della malattia, bisogna anche cambiare argomento se no si rimane sempre all'argomento di crisi...e quindi che ne so, anche uscire, andare a fare una passeggiata, oppure shopping...
Voi avete altre strategie da proporre?
Un abbraccio forte
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domenica 9 giugno 2013
basta con questi prodotti!
Oggi sono un po' alterata...
non sono arrabbiata con me stessa, o con qualche persona in particolare.
Sono irritata; sta mattina sono andata a fare le commissioni con mia madre, e siamo passate in un'erboristeria. Alla cassa e per quasi mezzo negozio, il luogo era pieno di prodotti dimagranti, del tipo " perdi peso senza sforzo", pasti sostitutivi, " riduci l'apporto di calorie e carboidrati"...tutto grazie a pastiglie, barrette o beveroni...
E poi mille prodotti dietetici, dai biscotti alla pasta...
Arrivata a casa, accendo la televisione: mille pubblicità sulla prova costume, sulle diete dimagranti, sui prodotti naturali ma brucia calorie.
E adesso basta.
Quando sento dire " dieta" mi si chiude lo stomaco: io con l'idea di dieta mi sono ficcata in una malattia abbastanza seria, ho rischiato la pelle, e tutt'ora lotto contro questa bestia.
E perchè la società fa girare tutto intorno all'ideale di bellezza uguale magrezza? perchè non fa altro che produrre e pubblicizzare prodotti per dimagrire, eliminare la cellulite, il grasso...ecc??
Non è colpa della società se certe persone sviluppano un dca, ma sicuramente questi messaggi non aiutano. Sembra essere tutto preso alla leggera, e sembra quasi che se non sei magra non vai bene, perchè l'immagine che la società e i mass media ci trasmettono è quella di una donna filiforme, a dieta, con un fisico perfetto. Ma la perfezione non esiste ricordate?
Il bello è che poi, tutti questi prodotti, a lungo andare sballano e rovinano il metabolismo; conosco persone che dopo aver provato di tutto per dimagrire tramite queste diete strane, ora non riescono più a dimagrire, nemmeno mangiando pochissimo...già perchè non è che facciano tanto bene, e non è che funzionino al massimo.
Rovinarsi la salute per la magrezza.
Quanti modi ci sono, un'infinità.
E penso che le prove tangenti le abbiamo tutte...
Un abbraccio forte
non sono arrabbiata con me stessa, o con qualche persona in particolare.
Sono irritata; sta mattina sono andata a fare le commissioni con mia madre, e siamo passate in un'erboristeria. Alla cassa e per quasi mezzo negozio, il luogo era pieno di prodotti dimagranti, del tipo " perdi peso senza sforzo", pasti sostitutivi, " riduci l'apporto di calorie e carboidrati"...tutto grazie a pastiglie, barrette o beveroni...
E poi mille prodotti dietetici, dai biscotti alla pasta...
Arrivata a casa, accendo la televisione: mille pubblicità sulla prova costume, sulle diete dimagranti, sui prodotti naturali ma brucia calorie.
E adesso basta.
Quando sento dire " dieta" mi si chiude lo stomaco: io con l'idea di dieta mi sono ficcata in una malattia abbastanza seria, ho rischiato la pelle, e tutt'ora lotto contro questa bestia.
E perchè la società fa girare tutto intorno all'ideale di bellezza uguale magrezza? perchè non fa altro che produrre e pubblicizzare prodotti per dimagrire, eliminare la cellulite, il grasso...ecc??
Non è colpa della società se certe persone sviluppano un dca, ma sicuramente questi messaggi non aiutano. Sembra essere tutto preso alla leggera, e sembra quasi che se non sei magra non vai bene, perchè l'immagine che la società e i mass media ci trasmettono è quella di una donna filiforme, a dieta, con un fisico perfetto. Ma la perfezione non esiste ricordate?
Il bello è che poi, tutti questi prodotti, a lungo andare sballano e rovinano il metabolismo; conosco persone che dopo aver provato di tutto per dimagrire tramite queste diete strane, ora non riescono più a dimagrire, nemmeno mangiando pochissimo...già perchè non è che facciano tanto bene, e non è che funzionino al massimo.
Rovinarsi la salute per la magrezza.
Quanti modi ci sono, un'infinità.
E penso che le prove tangenti le abbiamo tutte...
Un abbraccio forte
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sabato 8 giugno 2013
Quei commenti " scomodi"
"L'ho vista passeggiare per la strada e non l'ho manco riconosciuta, quanto è cambiata, si vede che adesso sta proprio bene... non l'ho salutata subito perchè non ero manco convinto che fosse lei".
"Adesso si vede che mangi, che stai meglio...meno male, hai anche un bel color rosso in viso"
"Sai che ti vedo proprio meglio, sia d'umore che di fisico, hai messo su carne meno male"
Ecco alcuni commenti che ricevo durante le mie giornate...
Ovvio, chi non mi vede dalla scorsa estate, quando avevo un aspetto decisamente non buono, con sei chili in meno, adesso mi fa tutti questi complimenti...che sono complimento oddio, ma a me non vanno giù.
Non riesco ad accettarli perchè sto meglio sì, ma non così bene. Mangio sì, ma loro non sanno la fatica e la costanza e le lotte interne che ogni giorno devo fare per ficcarmi quei bocconi di cibo in bocca. Loro non sanno quanto si soffre, non solo io, ma la famiglia in generale e gli amici più stretti, davanti ad una situazione di dca.
E poi essere reputata la persona che mangia tutto quello che vuole e non ingrassa, beh, mi sembra proprio troppo...io non mangio cosa voglio, cosa vorrei, cosa mi piace. Io mangio per mantenere il mio peso, quindi devo seguire uno schema. E questo schema è diventato un'arma a doppio taglio: lo segui per essere sicura, ma se devi forare mille paranoie e paure ti accompagnano, e alla fine non aumenti niente. Avrei voluto rispondere " non tutto è come sembra", ma non ci sono riuscita e non mi sembrava il caso, in fondo era solo una commessa di un negozio che magari non rivedrò mai più.
Questi commenti mi sembrano così superficiali...come se l'anoressia fosse minimizzata a una cavolo di malattia dove basta prendere il peso e sei guarita. Ma non è così, è uno schifo.
E' una malattia che nemmeno i medici riescono a spiegare bene, perchè ogni caso è diverso da un altro. Non ci sono cure infallibili, non esistono antibiotici per curarla...
Non si conosce bene nemmeno la vera cura...
venerdì 7 giugno 2013
non sono un numero
Io non sono un numero...
Io non sono 33, 35, 38, 40 ne 43...
Io non sono i 7 , 8,9 che prendevo a scuola..
Sono un numero per la mia professoressa di matematica, sono il 7 secondo l'ordine alfabetico del registro scolastico, e quindi lei mi chiama così...
Sono un numero per l 'arbitro quando gioco le partite di pallavolo.
Non sono un numero, io sono altro.
Sono elettricità, sono una ragazza di 18 anni alla ricerca di quella ragazzina si cinque anni fa che sentiva nelle vene la voglia di vivere, che aveva qualcosa per cui ridere, emozionare, divertire...vivere.
Sono una sognatrice, alla ricerca della strada giusta da intraprendere, in mezzo a tutti questi incroci; con lo sguardo profondo e il mio sorriso simile a quello della nonna materna vado avanti.
Non sono solo fisico. Sono emozioni.
Ho un carattere: testarda in tutto e per tutto, quando mi metto qualcosa in testa la mia determinazione mi porta al mio obiettivo. Sono di coccio, ho la testa dura, ma mi rompo molto facilmente, perché dietro alla mia corazza si nasconde una profonda insicurezza e profondità.
Sono dolce, tenera...per certi versi ancora bambina. Mi diverto a fare le bolle di sapone, ad andare sull'altalena, a lanciare il pallone in aria...a sperare in un futuro migliore...a fare progetti per quando sarò grande.
Sto crescendo, , devo crescere...
Io sono una persona, non un numero
Io non sono 33, 35, 38, 40 ne 43...
Io non sono i 7 , 8,9 che prendevo a scuola..
Sono un numero per la mia professoressa di matematica, sono il 7 secondo l'ordine alfabetico del registro scolastico, e quindi lei mi chiama così...
Sono un numero per l 'arbitro quando gioco le partite di pallavolo.
Non sono un numero, io sono altro.
Sono elettricità, sono una ragazza di 18 anni alla ricerca di quella ragazzina si cinque anni fa che sentiva nelle vene la voglia di vivere, che aveva qualcosa per cui ridere, emozionare, divertire...vivere.
Sono una sognatrice, alla ricerca della strada giusta da intraprendere, in mezzo a tutti questi incroci; con lo sguardo profondo e il mio sorriso simile a quello della nonna materna vado avanti.
Non sono solo fisico. Sono emozioni.
Ho un carattere: testarda in tutto e per tutto, quando mi metto qualcosa in testa la mia determinazione mi porta al mio obiettivo. Sono di coccio, ho la testa dura, ma mi rompo molto facilmente, perché dietro alla mia corazza si nasconde una profonda insicurezza e profondità.
Sono dolce, tenera...per certi versi ancora bambina. Mi diverto a fare le bolle di sapone, ad andare sull'altalena, a lanciare il pallone in aria...a sperare in un futuro migliore...a fare progetti per quando sarò grande.
Sto crescendo, , devo crescere...
Io sono una persona, non un numero
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giovedì 6 giugno 2013
sembra quasi impossibile
Sembra quasi impossibile, ma è una settimana che non mi viene in mente di pesarmi, di salire sulla bilancia...in realtà non ne ho nemmeno voglia, per ora sto bene senza conoscere quel numero...
Infondo ho pensato che se fossi ingrassata di molto sicuramente lo noterei dai
pantaloni che tirano o che non entrano più, lo noterei dalle magliette, lo noterei dagli indumenti....e forse anche gli altri lo noterebbero da queste cose.
Mi stupisce questa mia situazione, perché dopo la visita con la dietista, visto il peso aumentato pur non seguendo lo schema, subito avevo pensato che dovevo restringere. E invece, da quel giorno, ho ricominciato a seguire il mio schema alla perfezione. Lo so che quando seguivo lo schema pesavo anche un chilo in più, ma stavo meglio sia fisicamente che psicologicamente. Quindi spero che ritornando allo schema, la stanchezza fisica piano piano si faccia sentire meno.
E poi non voglio rallentare il mio metabolismo, quindi penso sia meglio seguire le indicazioni mediche.
E poi continuano i miei problemi con l'insonnia. È da quattro anni che ne soffro, e ora, nonostante i farmaci , continuo a non riuscire a dormire e riposare....
Chissà se col tempo riuscirò anche a trovare una soluzione per questo problema.
Oggi sono davvero stanca, , però il pensiero di andare a letto e non chiudere occhio, mi rende un po' giù perché sono stufa delle mie notti in bianco.
Un abbraccio a tutti
Infondo ho pensato che se fossi ingrassata di molto sicuramente lo noterei dai
Mi stupisce questa mia situazione, perché dopo la visita con la dietista, visto il peso aumentato pur non seguendo lo schema, subito avevo pensato che dovevo restringere. E invece, da quel giorno, ho ricominciato a seguire il mio schema alla perfezione. Lo so che quando seguivo lo schema pesavo anche un chilo in più, ma stavo meglio sia fisicamente che psicologicamente. Quindi spero che ritornando allo schema, la stanchezza fisica piano piano si faccia sentire meno.
E poi non voglio rallentare il mio metabolismo, quindi penso sia meglio seguire le indicazioni mediche.
E poi continuano i miei problemi con l'insonnia. È da quattro anni che ne soffro, e ora, nonostante i farmaci , continuo a non riuscire a dormire e riposare....
Chissà se col tempo riuscirò anche a trovare una soluzione per questo problema.
Oggi sono davvero stanca, , però il pensiero di andare a letto e non chiudere occhio, mi rende un po' giù perché sono stufa delle mie notti in bianco.
Un abbraccio a tutti
mercoledì 5 giugno 2013
dentro una bolla
Devo trovare la soddisfazione da altro...
Se penso a settembre e alla scuola sono impanicata....ho paura che i professori si aspettano da me voti alti come quelli che ho sempre preso, voti all'altezza di Fabiana, quella Fabiana dei quattro anni di liceo. E se non riesco più ad avere valutazioni così alte? Se li deludo?
Infondo io sono andata alla ricerca di approvazione da parte dei professori, quella che non sentivo nell'ambito famigliare. Cosa fare se no? Avevo bisogno di qualcuno che mi dicesse "brava", e quello era l'unico modo. Perché poi io non amo lo studio, preferisco il lavoro, penso che chi mi conosce bene lo sappia.
Continua approvazione? È questo che voglio dalla vita? Compiacere gli altri. È questo il mio obiettivo?
E se fosse trovare qualcosa che mi soddisfi, in modo che sia io a compiacermi? Ad essere felice io , soddisfatta per qualcosa che faccio?
Bella sfida. Io che mi ritengo inferiore a tutto e tutti, che non mi reputo mai all'altezza delle situazioni che la vita mi pone davanti. Se non sono mai riuscita a volermi bene come posso compiacermi da sola?
Bel punto di domanda.
Continua approvazione? È questo che voglio dalla vita? Compiacere gli altri. È questo il mio obiettivo?
E se fosse trovare qualcosa che mi soddisfi, in modo che sia io a compiacermi? Ad essere felice io , soddisfatta per qualcosa che faccio?
Bella sfida. Io che mi ritengo inferiore a tutto e tutti, che non mi reputo mai all'altezza delle situazioni che la vita mi pone davanti. Se non sono mai riuscita a volermi bene come posso compiacermi da sola?
Bel punto di domanda.
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martedì 4 giugno 2013
nei giardini che nessuno sa
Un filo rosso lega le persone che soffrono di anoressia, bulimia, bed... i giardini che nessuno conosce sono quelli della nostra mente, del nostro super io...
Per quanto una persona possa essere empatica, comprensiva e per quanto ci voglia bene, non riuscirà mai a capire cosa passa per la nostra testa, per il nostro corpo, per il nostro stomaco...
Come si fa a comprendere una persona che smette di mangiare senza , per gli altri ,un valido motivo? Una persona che digiuna, o che vomita, o che non fa altro che fare attività fisica all'esagerazione per ottenere un corpo più fragile di quello che già è, oppure proprio per ottenere un corpo solo magro?
Eppure è così. E tante sono le emozioni, sensazioni, che ci teniamo dentro.
Quello che ne rimane è una persona che non vede più, non vede ciò che le sta succedendo, non si accorge che la vita va avanti e lei è incastrata in una spirale senza tempo...non vede come sta bruciando i suoi giorni, passati a digiunare e vomitare, digiunare e vomitare, salire le scale fino alle svenimento, mangiare e poi buttare via tutto...non si accorge che la gente inizia a preoccuparsi. Non comprende di mettere a dura prova la sua vita, il suo cuore visto come un organo...si cammina sul filo di un rasoio ma non se ne rende conto...l'importante è non distruggere questa spirale distruttiva per la persona...
Rimane solo rabbia, scatti d'ira verso chi si è stato accanto e che si allontana lentamente, spaventato per l'impotenza che ha davanti a queste malattie. Malattie sorelle.
Ne rimane una persona che non sente più emozioni, non prova più piacere per niente. Una persona che ha perso il sorriso; quello che una volta la rendeva bella e solare. Si perde la vitalità. .. e piano piano anche la vita, se non ci si ferma prima.
Per quanto una persona possa essere empatica, comprensiva e per quanto ci voglia bene, non riuscirà mai a capire cosa passa per la nostra testa, per il nostro corpo, per il nostro stomaco...
Come si fa a comprendere una persona che smette di mangiare senza , per gli altri ,un valido motivo? Una persona che digiuna, o che vomita, o che non fa altro che fare attività fisica all'esagerazione per ottenere un corpo più fragile di quello che già è, oppure proprio per ottenere un corpo solo magro?
Eppure è così. E tante sono le emozioni, sensazioni, che ci teniamo dentro.
Quello che ne rimane è una persona che non vede più, non vede ciò che le sta succedendo, non si accorge che la vita va avanti e lei è incastrata in una spirale senza tempo...non vede come sta bruciando i suoi giorni, passati a digiunare e vomitare, digiunare e vomitare, salire le scale fino alle svenimento, mangiare e poi buttare via tutto...non si accorge che la gente inizia a preoccuparsi. Non comprende di mettere a dura prova la sua vita, il suo cuore visto come un organo...si cammina sul filo di un rasoio ma non se ne rende conto...l'importante è non distruggere questa spirale distruttiva per la persona...
Rimane solo rabbia, scatti d'ira verso chi si è stato accanto e che si allontana lentamente, spaventato per l'impotenza che ha davanti a queste malattie. Malattie sorelle.
Ne rimane una persona che non sente più emozioni, non prova più piacere per niente. Una persona che ha perso il sorriso; quello che una volta la rendeva bella e solare. Si perde la vitalità. .. e piano piano anche la vita, se non ci si ferma prima.
domenica 2 giugno 2013
quanta nebbia
Il tempo passa velocemente, troppo velocemente.
Sto passando il pomeriggio con i miei nipoti, mi fanno così tenerezza, sono dolci e puri...
Mi fanno venir voglia di tornare bambina, quando tutto era più semplice, quando bastava un cioccolatino per rendere la giornata favolosa...
Comunque, la mia situazione è sempre uguale, non vedo mutamenti sia psicologici che alimentari. Sono in una fase di stasi...non ci sono miglioramenti, nemmeno nell 'alimentazione, e ogni giorno è una lotta per decidere a quale cibo sottoporre il mio corpo, , quasi fosse una tortura. A volte lo è, a volte mi chiedo perché sto lottando, per chi sto lottando, perché voglio faticare, perché voglio guarire e soprattutto se voglio davvero guarire. Non nego che a volte i miei pensieri sono molto diversi a quelli che spuntano nei miei post...bastano alcuni giorni per far cambiare una mia convinzione e la forza e l'impegno che metto nel combattere la malattia.
Perché sto lottando?
Perché voglio la vita, quella che mi sono negata per anni. E allora mi impegno, seguo il mio schema alimentare, e poi...poi non faccio altro che maledirmi per aver ingerito quel cibo, quelle calorie e quei grassi... sto male, piango, perché capisco che non sarei più capace a negare al mio corpo il nutrimento, a digiunare, a dimagrire. Così non faccio altro che alimentare il mio terrore di ingrassare, di prendere peso in modo continuo...
Non so. La nebbia mi offusca la vista e i pensieri.
Sono in pausa.
Sono stanca.
Sto passando il pomeriggio con i miei nipoti, mi fanno così tenerezza, sono dolci e puri...
Mi fanno venir voglia di tornare bambina, quando tutto era più semplice, quando bastava un cioccolatino per rendere la giornata favolosa...
Comunque, la mia situazione è sempre uguale, non vedo mutamenti sia psicologici che alimentari. Sono in una fase di stasi...non ci sono miglioramenti, nemmeno nell 'alimentazione, e ogni giorno è una lotta per decidere a quale cibo sottoporre il mio corpo, , quasi fosse una tortura. A volte lo è, a volte mi chiedo perché sto lottando, per chi sto lottando, perché voglio faticare, perché voglio guarire e soprattutto se voglio davvero guarire. Non nego che a volte i miei pensieri sono molto diversi a quelli che spuntano nei miei post...bastano alcuni giorni per far cambiare una mia convinzione e la forza e l'impegno che metto nel combattere la malattia.
Perché sto lottando?
Non so. La nebbia mi offusca la vista e i pensieri.
Sono in pausa.
Sono stanca.
sabato 1 giugno 2013
quale Faby preferisci?
Mi è stato detto di cominciare a voler bene alla Fabiana di un tempo, quella non malata e che non mi piaceva...ci ho provato ma provo molto odio nei suoi confronti, vorrei che non fosse mai esistita, che nessuno l'avesse mai conosciuta...
Come era la Fabiana di un tempo?
Fisicamente oh mio dio...cosce grandi, viso paffuto, braccia e spalle grandi, sempre in silenzio, timida, sempre fuori posto... non riesco nemmeno a vedere le mie foto del passato, invece di provare tenerezza per quella ragazzina che stava crescendo, la reputo solo ridicola e piccola, un pagliaccio e basta.
E alla domanda vuoi bene alla Fabiana di adesso ho risposto così così. Dipende dai giorni...le voglio bene quando lo specchio la riflette magra, , con le cosce che non si toccano ancora...le voglio bene quando riesce a scherzare con persone che conosce poco, che riesce a rispondere alle battute ironiche in modo ironico...
Non mi piace quando perde il controllo, quando vede il suo corpo ingrassare, il numero della bilancia salire...non mi piace quando non riesce a studiare per questa patente tanto attesa. La odio quando decide di buttarsi per un giorno nelle mani della malattia e lasciarsi cullare dalle sue spine velenose.
Quindi voglio bene a Fabiana?
Non lo so.
Forse una Fabiana futura, ma per ora....direi di no.
Come era la Fabiana di un tempo?
Fisicamente oh mio dio...cosce grandi, viso paffuto, braccia e spalle grandi, sempre in silenzio, timida, sempre fuori posto... non riesco nemmeno a vedere le mie foto del passato, invece di provare tenerezza per quella ragazzina che stava crescendo, la reputo solo ridicola e piccola, un pagliaccio e basta.
E alla domanda vuoi bene alla Fabiana di adesso ho risposto così così. Dipende dai giorni...le voglio bene quando lo specchio la riflette magra, , con le cosce che non si toccano ancora...le voglio bene quando riesce a scherzare con persone che conosce poco, che riesce a rispondere alle battute ironiche in modo ironico...
Non mi piace quando perde il controllo, quando vede il suo corpo ingrassare, il numero della bilancia salire...non mi piace quando non riesce a studiare per questa patente tanto attesa. La odio quando decide di buttarsi per un giorno nelle mani della malattia e lasciarsi cullare dalle sue spine velenose.
Quindi voglio bene a Fabiana?
Non lo so.
Forse una Fabiana futura, ma per ora....direi di no.
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