Ieri pomeriggio, tornata dal day hospital, sono andata con la mia amica Serena , in un posto che conosco come le mie tasche... mi ha portata in palestra, dove praticavo pallavolo , dove giocavo quelle super partite, dove sudavo e dove mi divertivo...
Quando sono entrata mi sono venuti i brividi, erano due o più anni che non ci entravo. Tutta nuova, pavimento nuovo, non esistevano più quelle linee che io usavo come punti di riferimento nelle partite.
Ma non voglio soffermarmi su questo, voglio raccontarvi cosa ho provato nel momento in cui, dopo tre anni, ho ripreso in mano un pallone da pallavolo. E' stato come stringere qualcosa di cui non ero consapevole di sentirne la mancanza. Con Serena abbiamo iniziato a scambiare due palleggi, due bagher... il mio primo tocco con il pallone in aria mi ha fatta tornare indietro nel tempo, quando mi lamentavo del mio ruolo, perchè l'alzatrice non fa mai punti, e il mio allenatore mi rispondeva che l'alzatore era una figura importantissima perchè faceva girare il gioco, senza alzatore la squadra non poteva fare punti. Quindi, anche se io mi ritenevo non importante, in realtà il gioco dipendeva da me...Così ieri ripensai ai vecchi schemi, alle mie alzate all'indietro, le alzate veloci ecc... e mi veniva da ridere. Quante ne ho combinate!
Ieri, al mio primo palleggio, la palla girava vorticosamente su se stessa, sarebbe stato un fallo se ero in una partita! e io ne facevo di doppi in passato...
Ho palleggiato giusto cinque minuti, visto che non posso fare attività fisica, e oggi ho male ai muscoli delle braccia e alle spalle... beh un piccolo prezzo da pagare per un'emozione fantastica.
Un po' di tempo fa, io e la mia amica abbiamo fatto un piccolo piano: il prossimo anno, se starò bene e se sarò nelle condizioni di praticare sport, dopo che avrò preso la patente, andremo in una squadra di pallavolo insieme, e inizieremo di nuovo a giocare, come in passato, nella stessa squadra.
Sarebbe un inizio di qualcosa di nuovo.
Mi piace questa prospettiva.
E un grazie mille a Serena, perchè per convincermi a portarmi in palestra ci ha impiegato quasi tre mesi...
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giovedì 31 gennaio 2013
mercoledì 30 gennaio 2013
Fabiana stava bene
Io non mi sentivo anoressica, non riconoscevo la mia malattia. Ma perché io avevo fame, secondo me le anoressiche non avevano fame, se no come facevano a stare senza mangiare o a mangiare 300 calorie al giorno?
Io mi sentivo un qualcosa di non definito, senza nome.
E invece nel soggetto anoressico, nel più dei casi, la fame c'è e anche tanta, ma la si impara, piano piano a controllare.
Inizia a fare parte di te, inizia a essere la normalità avere fame, ti fa sentire perfino leggera. Ma che fatica. Avevo voglia di mollare da un momento all' altro, ero stanca di avere fame e mal di testa. Ma la mia testa aveva come obiettivo quello di non prendere peso, quindi dovevo accettare questa condizione. E poi, a volte, la fame non c'era proprio, come nelle interrogazioni e nelle verifiche, non avevo tempo di pensare ai miei bisogni, dovevo andare avanti e basta. Dovevo dare le risposte più esaustive possibili, dovevo apparire perfetta. Perfetta, leggera, graziosa, tutto era legato alla magrezza per me , quella magrezza che non bastava mai, quella magrezza della quale mi vergognavo a stare in costume al mare .
Peso, magrezza, ossa, erano per me segni di forza.
A pensarci adesso mi viene da piangere, come ho potuto ridurmi così? Come facevo a andare avanti? Facevo fatica a camminare e non lo volevo nemmeno ammettere. Come ho potuto cadere così in basso? Perché non ho chiesto aiuto prima?
Che rabbia.
E la Fabiana perfetta, sorridente, ormai era caduta. Caduta sul fondo, freddo, pieno di bugie e sensi di colpa. Un fondo nero, spaventoso. Un pozzo profondo, dove ogni giorno era una battaglia per vincere , per arrivare alla magrezza, per essere accettata da se stessa... dagli altri. Ma anche per far notare che Fabiana non era quella che è stata sempre bene, che non ha mai avuto problemi, che non le è mai mancato niente, che non ha mai avuto problemi a scuola. Non ero perfetta. Ma tutti intorno a me si complimentavano per i risultati a scuola, per la mia gentilezza, per i miei modi di fare graziosi, per il mio lavoro, per come ero brava a pallavolo... ma chi mi ha mai chiesto " come stai? " . Era scontato che andasse tutto bene, a Fabiana andava sempre tutto bene, anche se era ormai al fondo del tunnel.
Tutti avevano gli occhi chiusi.
Fabiana stava bene .
Io mi sentivo un qualcosa di non definito, senza nome.
E invece nel soggetto anoressico, nel più dei casi, la fame c'è e anche tanta, ma la si impara, piano piano a controllare.
Inizia a fare parte di te, inizia a essere la normalità avere fame, ti fa sentire perfino leggera. Ma che fatica. Avevo voglia di mollare da un momento all' altro, ero stanca di avere fame e mal di testa. Ma la mia testa aveva come obiettivo quello di non prendere peso, quindi dovevo accettare questa condizione. E poi, a volte, la fame non c'era proprio, come nelle interrogazioni e nelle verifiche, non avevo tempo di pensare ai miei bisogni, dovevo andare avanti e basta. Dovevo dare le risposte più esaustive possibili, dovevo apparire perfetta. Perfetta, leggera, graziosa, tutto era legato alla magrezza per me , quella magrezza che non bastava mai, quella magrezza della quale mi vergognavo a stare in costume al mare .
Peso, magrezza, ossa, erano per me segni di forza.
A pensarci adesso mi viene da piangere, come ho potuto ridurmi così? Come facevo a andare avanti? Facevo fatica a camminare e non lo volevo nemmeno ammettere. Come ho potuto cadere così in basso? Perché non ho chiesto aiuto prima?
Che rabbia.
E la Fabiana perfetta, sorridente, ormai era caduta. Caduta sul fondo, freddo, pieno di bugie e sensi di colpa. Un fondo nero, spaventoso. Un pozzo profondo, dove ogni giorno era una battaglia per vincere , per arrivare alla magrezza, per essere accettata da se stessa... dagli altri. Ma anche per far notare che Fabiana non era quella che è stata sempre bene, che non ha mai avuto problemi, che non le è mai mancato niente, che non ha mai avuto problemi a scuola. Non ero perfetta. Ma tutti intorno a me si complimentavano per i risultati a scuola, per la mia gentilezza, per i miei modi di fare graziosi, per il mio lavoro, per come ero brava a pallavolo... ma chi mi ha mai chiesto " come stai? " . Era scontato che andasse tutto bene, a Fabiana andava sempre tutto bene, anche se era ormai al fondo del tunnel.
Tutti avevano gli occhi chiusi.
Fabiana stava bene .
martedì 29 gennaio 2013
ehm lo studio?
La globalizzazione in Occidente sta erodendo le tradizioni che non erano state erose prima...
" aspetta cosa ho mangiato oggi? Cavolo è vero, due fette biscottate con la marmellata da spuntino. Troppe calorie. Quindi cosa mangio da merenda? ?..potrei anche non mangiare niente ... no aspetta Faby stavi studiando scienze sociali. E non è ancora ora di merenda. Ci pensi dopo "
Anche così erose , le tradizioni conservano un' importante funzione...
" oggi nel pollo sembrava esserci più di un cucchiaino di olio. Sono sicura, mi hanno fregata. Però merenda devo farla, devo seguire lo schema. Nessuna restrizione, se no faccio come Penelope che cuciva di giorno e di notte disfaceva la tela... quindi merenda la devo fare. Ma cosa mangio?
Barretta kellogs? No .
Pavesini? No.
Yogurt? No.
Gallette di mais ? No.
Emh.... fruttino? Si vada per il fruttino.
È da giorni che vado avanti con la solita merenda... che palle .
Ora però torna a studiare Faby."
La globalizzazione ha...
" non ricordo più niente. Basta. Ormai il cibo ha preso la mia testa. Un giorno o l'l'altro mi lascerei libera di studiare? Grazie . Anche perché io ho un futuro davanti, e tu non sei compreso nei miei progetti.
Fuck"
Giornata niente male . Studio 0 cibo 1 Fabiana 1 . Parità. Meglio di sconfitta però :)
" aspetta cosa ho mangiato oggi? Cavolo è vero, due fette biscottate con la marmellata da spuntino. Troppe calorie. Quindi cosa mangio da merenda? ?..potrei anche non mangiare niente ... no aspetta Faby stavi studiando scienze sociali. E non è ancora ora di merenda. Ci pensi dopo "
Anche così erose , le tradizioni conservano un' importante funzione...
" oggi nel pollo sembrava esserci più di un cucchiaino di olio. Sono sicura, mi hanno fregata. Però merenda devo farla, devo seguire lo schema. Nessuna restrizione, se no faccio come Penelope che cuciva di giorno e di notte disfaceva la tela... quindi merenda la devo fare. Ma cosa mangio?
Barretta kellogs? No .
Pavesini? No.
Yogurt? No.
Gallette di mais ? No.
Emh.... fruttino? Si vada per il fruttino.
È da giorni che vado avanti con la solita merenda... che palle .
Ora però torna a studiare Faby."
La globalizzazione ha...
" non ricordo più niente. Basta. Ormai il cibo ha preso la mia testa. Un giorno o l'l'altro mi lascerei libera di studiare? Grazie . Anche perché io ho un futuro davanti, e tu non sei compreso nei miei progetti.
Fuck"
Giornata niente male . Studio 0 cibo 1 Fabiana 1 . Parità. Meglio di sconfitta però :)
lunedì 28 gennaio 2013
l ' input per guarire
Mi è venuto spontaneo chiedermi cosa mi abbaia dato l'input per decidere di intraprendere la strada della guarigione...
Un fatto scatenante c 'è, e riguarda la scorsa estate. Era luglio, mi ricordo che passai un' intera notte in bianco; ogni volta che facevo per addormentarmi sentivo il mio battito cardiaco aumentare, il cuore in saliva in gola, il fiato mancava e allora ero costretta a scendere dal letto perché era impossibile stare coricata. Il mio corpo non si rendeva conto che era notte e quindi che era il momento di dormire; mi sentivo in forze, avrei scalato una montagna senza problemi. Allora, passai la notte a leggermi buona parte del libro " il fu Mattia Pascal ", ad ascoltare della musica, a giocare con il cellulare, cercando di ingannare in tempo e far si che venisse l'ora di alzarsi. Intanto immagini di cibo, pietanze, e altre cose continuavano a girare ininterrottamente nella mia testa.
Alle sei mi alzai insieme ai miei genitori, mi sentivo strana, un po' spaesata ma sempre piena di forze ... la mattinata fu intensa, mi misi a fare dei compiti, ma poi iniziai a percepire la stanchezza. Dopo pranzo tornai a letto con la convinzione di dormire, e invece appena mi coricavo sentivo tutti i sintomi della notte precedente .
Però ora era diverso, facevo fatica a stare sin piedi: per dieci minuti stavo meglio ma poi la spossatezza mi assaliva, facendomi sentire senza forze e sudavo freddo. A mia madre venne l'idea di misurare la pressione, era 64 la massima, 58 la minima con i battiti cardiaci a 94. Spaventata mi portò pronto soccorso il più veloce possibile...
Arrivata all' ospedale, dopo aver mangiato un po' di zucchero, la pressione risultava migliore, ma sempre bassa ovviamente. Il dottore mi spiegò che era il caso di fare alcune flebo, ma io con la testa dura che ho, non mi sono fermata, ma a patto che se mi sentivo di nuovo male sarei andata a fare quelle flebo, piene di zuccheri e cose che mi avrebbero fatto prendere peso... quando uscii dal reparto il medico mi disse " sappi che il tuo cuore ha fatto uno sforzo assurdo oggi per continuare a battere" . Questa frase non la dimenticherò mai.
Da lì è sorta in me l'esigenza di guarire, di provare a stare meglio.
Questo episodio lo porterò sempre con me, perché anche se sul momento, ho fatto vedere che non ero spaventata e che avevo la situazione sotto mano, in realtà ero spaventata perché non avrei mai pensato che potesse succedere una cosa così a me,perché " io sono diversa, a me non capiterà mai così, io non arriverò mai al punto del del ricovero, perché io sono in grado di fermarmi quando lo vorrò" . Questi erano i miei pensieri, che alla fine risultarono sbagliati al cento per cento.
Ecco una scheggia di me
Un fatto scatenante c 'è, e riguarda la scorsa estate. Era luglio, mi ricordo che passai un' intera notte in bianco; ogni volta che facevo per addormentarmi sentivo il mio battito cardiaco aumentare, il cuore in saliva in gola, il fiato mancava e allora ero costretta a scendere dal letto perché era impossibile stare coricata. Il mio corpo non si rendeva conto che era notte e quindi che era il momento di dormire; mi sentivo in forze, avrei scalato una montagna senza problemi. Allora, passai la notte a leggermi buona parte del libro " il fu Mattia Pascal ", ad ascoltare della musica, a giocare con il cellulare, cercando di ingannare in tempo e far si che venisse l'ora di alzarsi. Intanto immagini di cibo, pietanze, e altre cose continuavano a girare ininterrottamente nella mia testa.
Alle sei mi alzai insieme ai miei genitori, mi sentivo strana, un po' spaesata ma sempre piena di forze ... la mattinata fu intensa, mi misi a fare dei compiti, ma poi iniziai a percepire la stanchezza. Dopo pranzo tornai a letto con la convinzione di dormire, e invece appena mi coricavo sentivo tutti i sintomi della notte precedente .
Però ora era diverso, facevo fatica a stare sin piedi: per dieci minuti stavo meglio ma poi la spossatezza mi assaliva, facendomi sentire senza forze e sudavo freddo. A mia madre venne l'idea di misurare la pressione, era 64 la massima, 58 la minima con i battiti cardiaci a 94. Spaventata mi portò pronto soccorso il più veloce possibile...
Arrivata all' ospedale, dopo aver mangiato un po' di zucchero, la pressione risultava migliore, ma sempre bassa ovviamente. Il dottore mi spiegò che era il caso di fare alcune flebo, ma io con la testa dura che ho, non mi sono fermata, ma a patto che se mi sentivo di nuovo male sarei andata a fare quelle flebo, piene di zuccheri e cose che mi avrebbero fatto prendere peso... quando uscii dal reparto il medico mi disse " sappi che il tuo cuore ha fatto uno sforzo assurdo oggi per continuare a battere" . Questa frase non la dimenticherò mai.
Da lì è sorta in me l'esigenza di guarire, di provare a stare meglio.
Questo episodio lo porterò sempre con me, perché anche se sul momento, ho fatto vedere che non ero spaventata e che avevo la situazione sotto mano, in realtà ero spaventata perché non avrei mai pensato che potesse succedere una cosa così a me,perché " io sono diversa, a me non capiterà mai così, io non arriverò mai al punto del del ricovero, perché io sono in grado di fermarmi quando lo vorrò" . Questi erano i miei pensieri, che alla fine risultarono sbagliati al cento per cento.
Ecco una scheggia di me
domenica 27 gennaio 2013
la cuoca perfetta
Come molte persona affette da dca, mi piace molto cucinare... in passato ero una cuoca perfetta, cucinare mi metteva tranquillità quando ero agitata, mi divertiva. Infatti molto spesso variavo le ricette con idee mie e tutti mi facevano i complimenti... ero perfetta anche perché a 13 anni sapevo cucinare benissimo. Il dolce che creavo di più erano i muffin, di più tipi, da quello al cacao a quello con le gocce di cioccolato o alla marmellata. Mi sbizzarrivo, avevo il controllo della cucina...
Però piano piano la leggerezza con cui cucinavo spariva, ormai assaggiavo solo più poco di quelle delizie che cucinavo, o al contrario esageravo... poi iniziai a non assaggiare nemmeno più i miei piatti, cucinavo solo più per gli altri. Cucinavo loro cosa avrei voluto mangiare io, e poi chiedevo se era buono, per aver conferma di essere stata perfetta ancora una volta.
Le mie giornate estive erano solo più fatte di lavoro in casa, lavoro al bar e cucinare... mi mettevo a fare le pulizie in casa per bruciare la mia misera colazione, poi cucinavo pranzo per i miei, per me no, mi bastava un pomodoro scandito. Tornata dal bar, iniziavo a preparare cena, tanti di quei risotti ho fatto, tante di quelle frittate, mettendo ingredienti per me proibiti, ma che una persona " normale " consuma quotidianamente... in più andavo sempre io a raccogliere la frutta fresca per tutta la famiglia, anche per mia sorella che era ed è sposata, per i miei nipotini ; cosa non mangiavo io lo volevo far mangiare a loro... e purtroppo anche oggi è ancora così, mi diletto a imboccare i miei nipotini, per essere sicura che mangino e perché mi piace tantissimo, nonostante loro mangino ciò che io non mi permetto.
I medici dicono che vuol dire farsi del male da sola. Può essere. Ma stare con i miei nipotini, in alcuni momenti, mi fa davvero sentire più leggera e ancora.... bambina .
sabato 26 gennaio 2013
È ora delle confessioni
Solo ora ho il coraggio di ammettere alcune cose... alcune cose che mi procuravano secondi vergogna e delusione, perché in fondo sembrava un prendere in giro le altre persone...
Ammetto che, quando a Torino ero seguita ambulatorialmente, mi ero rifiutata inizialmente di prendere le maltodestrine e successivamente gli integratori, per prendere peso. Perché io dicevo di voler guarire, ma non era così, in realtà era dolce il naufragare tra le acque dell' anoressia, nonostante mi facesse stare male, mi facesse vivere veramente un incubo, io ero ancora troppo attratta da Lei, dalla perfezione che volevo raggiungere anche se avevo tanta paura, perché era una cosa incontrollabile. Mi teneva nella sua gabbia di ovatta e spine. Verso la fine dell' estate, prima del ricovero,mi vergognavo del mio aspetto, ero solo più uno scheletro che camminava, con un colore pallido e giallo e le labbra viola; già perché io con 23 gradi all' ombra avevo freddo, tremavo dal freddo. L'unica cosa che mi scaldava un po' era il sole... inizia poi a non portare più le canottiere, questo perché le mie ossa sporgenti non erano belle da vedere, a volte per la strada la gente si girava a guardarmi. E io avrei voluto scomparire in quei momenti.
Cercavo di nascondere la mia magrezza anche alla psicologa, avevo paura che mi dicesse di farmi ricoverare, e a me la parola " ricovero" spaventava parecchio.
Ho detto anche alcune bugie, sul diario alimentare scrivevo cose che in realtà non mangiavo, perché io restringevo, ma non volevo che si sapesse. Davo la colpa del mio dimagrimento al lavoro al bar, perché era faticoso, anche se in realtà la mia titolare, avendo capito di cosa soffrivo, mi faceva fare il minimo indispensabile.
Ammetto di aver più volte pensato di vomitare ciò che mangiavo, ci ho anche provato, ma senza risultati; allora il mio sfogo era l'attività fisica e l'iperattività: facevo i lavori di casa, dai più faticosi ai più noiosi, pur di stare in movimento, pur di bruciare quelle maledette calorie e quei maledetti grassi che si sarebbero impregnati sulle mie ossa e mi avrebbero fatto diventare grassa.
La bilancia era il mio punto di riferimento: se una settimana acquistavo due etti , la settimana seguente avevo come progetto quello di perderne quattro, due non bastavano, volevo essere sicura di non tornare a pesare tot chili...
Queste sono schegge di me, della mia veloce caduta del buio totale.
Rileggere questo post mi fa paura, non tornerò mai più indietro.
Ammetto che, quando a Torino ero seguita ambulatorialmente, mi ero rifiutata inizialmente di prendere le maltodestrine e successivamente gli integratori, per prendere peso. Perché io dicevo di voler guarire, ma non era così, in realtà era dolce il naufragare tra le acque dell' anoressia, nonostante mi facesse stare male, mi facesse vivere veramente un incubo, io ero ancora troppo attratta da Lei, dalla perfezione che volevo raggiungere anche se avevo tanta paura, perché era una cosa incontrollabile. Mi teneva nella sua gabbia di ovatta e spine. Verso la fine dell' estate, prima del ricovero,mi vergognavo del mio aspetto, ero solo più uno scheletro che camminava, con un colore pallido e giallo e le labbra viola; già perché io con 23 gradi all' ombra avevo freddo, tremavo dal freddo. L'unica cosa che mi scaldava un po' era il sole... inizia poi a non portare più le canottiere, questo perché le mie ossa sporgenti non erano belle da vedere, a volte per la strada la gente si girava a guardarmi. E io avrei voluto scomparire in quei momenti.
Cercavo di nascondere la mia magrezza anche alla psicologa, avevo paura che mi dicesse di farmi ricoverare, e a me la parola " ricovero" spaventava parecchio.
Ho detto anche alcune bugie, sul diario alimentare scrivevo cose che in realtà non mangiavo, perché io restringevo, ma non volevo che si sapesse. Davo la colpa del mio dimagrimento al lavoro al bar, perché era faticoso, anche se in realtà la mia titolare, avendo capito di cosa soffrivo, mi faceva fare il minimo indispensabile.
Ammetto di aver più volte pensato di vomitare ciò che mangiavo, ci ho anche provato, ma senza risultati; allora il mio sfogo era l'attività fisica e l'iperattività: facevo i lavori di casa, dai più faticosi ai più noiosi, pur di stare in movimento, pur di bruciare quelle maledette calorie e quei maledetti grassi che si sarebbero impregnati sulle mie ossa e mi avrebbero fatto diventare grassa.
La bilancia era il mio punto di riferimento: se una settimana acquistavo due etti , la settimana seguente avevo come progetto quello di perderne quattro, due non bastavano, volevo essere sicura di non tornare a pesare tot chili...
Queste sono schegge di me, della mia veloce caduta del buio totale.
Rileggere questo post mi fa paura, non tornerò mai più indietro.
venerdì 25 gennaio 2013
le persone superficiali
Ogni volta che varco quella soglia, mi assale un senso di tristezza e nostalgia.. sto parlando della soglia del day hospital, nel momento in cui devo lasciare quel luogo...
Non avrei mai più pensato e sperato che si creassero dei legami così forti, sia con le mie ragazze di percorso, sia con le infermiere che con i curanti devo dire. Alla fine ci si vede tutti i giorni anche con loro, si discutere e ci si consiglia.... loro sono le uniche persone a sapere le cose mie più intime, che per anni non ho avuto il coraggio di parlarne.
Parlavo sì, con poche persone, ma quelle persone erano come dei muri, le mie parole ci rimbalzavano contro per tornare a me, e continuare a essere problemi solo miei e non condivisi. A volte, mi accorgevo, che queste persone invece di ascoltarmi, erano distratti da altro, e poi , finito il mio monologo, tornavano a parlare di loro, dovevano essere loro al centro dell' attenzione. Per poi parlare di cosa? Sempre le solite cose , ripetute più volte, battute che ormai non fanno più ridere a forza di sentirle rimbombare nella testa. Persone superficiali, quante ce ne sono attorno a me . Sono davvero poche le persone ancora in grado di ascoltare una persona, consigliare chi chiede un aiuto.
Mi sembra che ci sia sempre più gente superficiale al mondo, persone che criticano altre per invidia o divertimento, persone che fanno solo più attenzione all' aspetto fisico di una ragazza e non alle sue qualità, ai suoi pregi.
Forse, o meglio, è questo che mi fa stare male, saper di essere giudicata non per cosa sono ma per come sono, ho paura che la gente si fermi all' aspetto estetico , abbandonando quelli che sono i tratti caratteriali di un individuo, che lo rende unico al mondo .
Non avrei mai più pensato e sperato che si creassero dei legami così forti, sia con le mie ragazze di percorso, sia con le infermiere che con i curanti devo dire. Alla fine ci si vede tutti i giorni anche con loro, si discutere e ci si consiglia.... loro sono le uniche persone a sapere le cose mie più intime, che per anni non ho avuto il coraggio di parlarne.
Parlavo sì, con poche persone, ma quelle persone erano come dei muri, le mie parole ci rimbalzavano contro per tornare a me, e continuare a essere problemi solo miei e non condivisi. A volte, mi accorgevo, che queste persone invece di ascoltarmi, erano distratti da altro, e poi , finito il mio monologo, tornavano a parlare di loro, dovevano essere loro al centro dell' attenzione. Per poi parlare di cosa? Sempre le solite cose , ripetute più volte, battute che ormai non fanno più ridere a forza di sentirle rimbombare nella testa. Persone superficiali, quante ce ne sono attorno a me . Sono davvero poche le persone ancora in grado di ascoltare una persona, consigliare chi chiede un aiuto.
Mi sembra che ci sia sempre più gente superficiale al mondo, persone che criticano altre per invidia o divertimento, persone che fanno solo più attenzione all' aspetto fisico di una ragazza e non alle sue qualità, ai suoi pregi.
Forse, o meglio, è questo che mi fa stare male, saper di essere giudicata non per cosa sono ma per come sono, ho paura che la gente si fermi all' aspetto estetico , abbandonando quelli che sono i tratti caratteriali di un individuo, che lo rende unico al mondo .
giovedì 24 gennaio 2013
il futuro???
Quando ero al fondo del tunnel, quando ho toccato il fondo con le dita, non vedevo luce, non vedevo altro che un velo nero steso sul mio futuro. Non volevo crescere, avrei voluto che il tempo si fermasse...l'ho capito giusto oggi quando un' infermiera mi ha fatto i complimenti per il trucco e l'abbigliamento, e ha detto che così sembro più grande, dimostro più di venti anni. Poi , forse avendo paura di aver detto questa frase, mi ha chiesto se mi dava noia apparire più grande, e la mia risposta è stata netta e sicura " no ". È ora di crescere, anche per me.
Adesso sono ancora nel tunnel, ma inizio a vedere qualche colore, e qualche progetto per il futuro.
Il futuro è stato per me sempre un tasto dolente , non volendo crescere ho sempre avuto una grande confusione in testa. Per ora punto a prendere il diploma, a prendere la patente. E poi o farò l'università ( per cultura prettamente personale, avevo pensato al mantenimento dei beni culturali), o vado a lavorare in un bar. In questo modo sarei anche indipendente.
Poi ricomincerà
Ovvio, tutti questi progetti sono condizionati dalla mia malattia e dal mio percorso di cura, quindi si vedrà...
Ma per ora le idee sono chiare
Adesso sono ancora nel tunnel, ma inizio a vedere qualche colore, e qualche progetto per il futuro.
Il futuro è stato per me sempre un tasto dolente , non volendo crescere ho sempre avuto una grande confusione in testa. Per ora punto a prendere il diploma, a prendere la patente. E poi o farò l'università ( per cultura prettamente personale, avevo pensato al mantenimento dei beni culturali), o vado a lavorare in un bar. In questo modo sarei anche indipendente.
Poi ricomincerà
Ovvio, tutti questi progetti sono condizionati dalla mia malattia e dal mio percorso di cura, quindi si vedrà...
Ma per ora le idee sono chiare
mercoledì 23 gennaio 2013
il cibo come medicina
Quante volte mi è stato detto " il cibo devi vederlo come una terapia oppure come una medicina , come quando chi ha mal di testa prende una pastiglia per farlo passare ". Già ma non funziona proprio così.
Ok è vero, devo vedere il cibo come una terapia, ma il paragone al mal di testa mi sembra eccessivo !! Non è che se mangi vuol dire che stai bene, che sei guarita. Comunque, faccio ancora molta fatica a guardare il cibo sotto un ottica diversa da quella malata. È stato un mio nemico per quattro anni ormai, e mi fa ancora molta paura. Mi fanno paura ancora moltissimi alimenti, dai latticini, all' olio alla carne rossa, agli insaccati... a volte penso, " questo mi fa bene " , ma la mia parte distorta alla fine mi fa sempre girare ventiquattro ore su ventiquattro, notte compresa. Già, il cibo di notte vuole ancora far parte dei miei sogni più assurdi, bizzarri e nauseanti... non passa momento in cui penso al mio peso, al cibo, a cosa vorrei mangiare ma che non ci riesco... adesso ho una dietista bravissima, che ha preso a cuore tutte noi ragazze, ha una maniera molto materna di approcciarsi con noi. Mi piace molto il fatto che lei dice " ce la faremo, vedrai che ne uscirai e sono contenta di accompagnarti in questo percorso ". Questo "noi ", questo "insieme " mi trasmette sicurezza e dolcezza, anche tranquillità nei momenti più difficili, perché lei è disponibile a parlare sempre. E poi lei punta molto sul far variare alimenti, e quindi vuole avvicinarti il più possibile alla normalità.
Quindi, tra un ostacolo e l'altro, continua la salita di una strada erta e faticosa.
Vi voglio bene
Ok è vero, devo vedere il cibo come una terapia, ma il paragone al mal di testa mi sembra eccessivo !! Non è che se mangi vuol dire che stai bene, che sei guarita. Comunque, faccio ancora molta fatica a guardare il cibo sotto un ottica diversa da quella malata. È stato un mio nemico per quattro anni ormai, e mi fa ancora molta paura. Mi fanno paura ancora moltissimi alimenti, dai latticini, all' olio alla carne rossa, agli insaccati... a volte penso, " questo mi fa bene " , ma la mia parte distorta alla fine mi fa sempre girare ventiquattro ore su ventiquattro, notte compresa. Già, il cibo di notte vuole ancora far parte dei miei sogni più assurdi, bizzarri e nauseanti... non passa momento in cui penso al mio peso, al cibo, a cosa vorrei mangiare ma che non ci riesco... adesso ho una dietista bravissima, che ha preso a cuore tutte noi ragazze, ha una maniera molto materna di approcciarsi con noi. Mi piace molto il fatto che lei dice " ce la faremo, vedrai che ne uscirai e sono contenta di accompagnarti in questo percorso ". Questo "noi ", questo "insieme " mi trasmette sicurezza e dolcezza, anche tranquillità nei momenti più difficili, perché lei è disponibile a parlare sempre. E poi lei punta molto sul far variare alimenti, e quindi vuole avvicinarti il più possibile alla normalità.
Quindi, tra un ostacolo e l'altro, continua la salita di una strada erta e faticosa.
martedì 22 gennaio 2013
Nonna, ti ho sognata
Nonna ti ho sognata... sono sicura, eri tu. La voce era la tua. il profumo era il tuo, eri accanto a me, ma non riuscivo a girarmi per guardarti in quei tuoi occhi grandi, per vedere il tuo sorriso, qualcosa me lo impediva ma non so cosa...
Mi ricordo che parlavi, mi dicevi che eri fiera di me, che ero cresciuta bene e che ti assomigliavo veramente tanto.
Quando mi sono svegliata, tutta la magia di quei pochi istanti era svanita, ero nella mia stanza buia, sotto i miei mille strati di coperte.
Perchè non ho potuto osservare il tuo viso?
Mi manchi. Nonostante siano passati dieci anni dalla tua morte, ogni giorno ti penso. Mi hai lasciata così, improvvisamente sola, senza il mio grande punto di riferimento.
Per anni e anni non ho mai avuto il coraggio di chiedere a mamma cosa era successo nel momento in cui te ne sei andata, un incidente stradale ovvio, ma con quali modalità? per circa nove anni questo argomento è stato un tabù per me, fino a quando con il cuore in gola ho avuto il coraggio di chiedere a mamma i particolari dell'incidente. Da quando sono venuta a scoprire la verità, è nata in me tanta rabbia, perchè non è stata una tua distrazione, è qualcun'altro che ti ha trascinata via da me, dalla mia famiglia, dalla nostra famiglia.
Ero piccola, ogni persona intorno a me ha reagito in modo diverso alla tua perdita, senza pensare che forse anche io soffrivo, forse anche io avevo voglia di sfogarmi, di parlare, di piangere, di urlare. Invece tutte le porte erano chiuse, infondo ero una bambina, magari le altre persone pensavano che non soffrivo oppure soffrivo di meno. Ma non era così. Volevo farmi vedere forte, ma dentro di me la tua mancanza mi lacerava. Iniziai così piano piano a cancellare i ricordi che ci accomunavano, quasi come per proteggermi da quel dolore. Per anni mi sono lamentata che non avevo ricordi del tempo trascorso con te. Ma poi ho accettato di rivivere tutti i "nostri momenti", dalle notti passate a dormire con te, dalle estati al mare, dalle risate che ci facevamo... piano piano i ricordi sono tornati, e per me ora sono un tesoro.
Un tesoro grande come te Nonna.
Continui a essere dentro di me ogni giorno.
Ti voglio un mondo di bene
Mi ricordo che parlavi, mi dicevi che eri fiera di me, che ero cresciuta bene e che ti assomigliavo veramente tanto.
Quando mi sono svegliata, tutta la magia di quei pochi istanti era svanita, ero nella mia stanza buia, sotto i miei mille strati di coperte.
Perchè non ho potuto osservare il tuo viso?
Mi manchi. Nonostante siano passati dieci anni dalla tua morte, ogni giorno ti penso. Mi hai lasciata così, improvvisamente sola, senza il mio grande punto di riferimento.
Per anni e anni non ho mai avuto il coraggio di chiedere a mamma cosa era successo nel momento in cui te ne sei andata, un incidente stradale ovvio, ma con quali modalità? per circa nove anni questo argomento è stato un tabù per me, fino a quando con il cuore in gola ho avuto il coraggio di chiedere a mamma i particolari dell'incidente. Da quando sono venuta a scoprire la verità, è nata in me tanta rabbia, perchè non è stata una tua distrazione, è qualcun'altro che ti ha trascinata via da me, dalla mia famiglia, dalla nostra famiglia.
Ero piccola, ogni persona intorno a me ha reagito in modo diverso alla tua perdita, senza pensare che forse anche io soffrivo, forse anche io avevo voglia di sfogarmi, di parlare, di piangere, di urlare. Invece tutte le porte erano chiuse, infondo ero una bambina, magari le altre persone pensavano che non soffrivo oppure soffrivo di meno. Ma non era così. Volevo farmi vedere forte, ma dentro di me la tua mancanza mi lacerava. Iniziai così piano piano a cancellare i ricordi che ci accomunavano, quasi come per proteggermi da quel dolore. Per anni mi sono lamentata che non avevo ricordi del tempo trascorso con te. Ma poi ho accettato di rivivere tutti i "nostri momenti", dalle notti passate a dormire con te, dalle estati al mare, dalle risate che ci facevamo... piano piano i ricordi sono tornati, e per me ora sono un tesoro.
Un tesoro grande come te Nonna.
Continui a essere dentro di me ogni giorno.
Ti voglio un mondo di bene
lunedì 21 gennaio 2013
Fame d'affetto
Conosco tre tipi di fame:
La seconda la conosco meglio: è quella che mi trascino dietro più o meno da quattro anni. Quella fame che quando frequentavo scuola provavo quando ero sotto pressione perché volevo raggiungere il massimo dei voti, quella fame che ancora oggi provo alla sera appena penso al giorno seguente, a cosa mi aspetterà, a cosa potrebbe succedere , a quanto sia faticoso affrontare un altro round con la malattia . Mi viene questa fame anche quando sono arrabbiata per il comportamento di qualcuno, quando sono triste, quando dentro mi sento vuota, un vuoto che non so come colmare e che mi fa impazzire.
Fame d'affetto e d'amore , forse è la fame che sento di più e in modo non consapevole. Sono alla continua ricerca di persone che possano darmi affetto, amicizia, calore. Non mi accontento mai, vorrei sempre di più. E allo stesso tempo, ho tentato di diventare invisibile agli occhi altrui, nascondendomi dentro me stessa e dentro il mio malessere.
Sono alla ricerca di affetto malgrado, in molte situazioni, io mi senta un peso per le altre persone; per questo motivo molto spesso tendo a tenere le cose che mi fanno male dentro, perché tirarle fuori vorrebbe dire caricare queste persone di ulteriori pesi , che non sono loro ma miei ...
Sono circondata da persone che mi vogliono bene, che mi stanno vicine, che si informano sempre di come sto, di come procedono le mie giornate e la mia scalata, persone che mi sostengono, che mi danno la loro mano quando sono in difficoltà, che mi porgono la loro spalla sulla quale piangere.... e dopo tutto questo, cosa altro vuole la malattia? Che cosa si cela veramente dietro tutto questo mio bisogno? Dietro tutto questa fame e dietro al mio rapporto anomalo con il cibo?
Non so darmi risposta.
So solo che è grazie a tutte quelle persone che sto continuando a proseguire per una strada sconosciuta e tortuosa.
Grazie a tutti di cuore
- Fame fisiologica
- Fame nervosa
- Fame d'affetto
La seconda la conosco meglio: è quella che mi trascino dietro più o meno da quattro anni. Quella fame che quando frequentavo scuola provavo quando ero sotto pressione perché volevo raggiungere il massimo dei voti, quella fame che ancora oggi provo alla sera appena penso al giorno seguente, a cosa mi aspetterà, a cosa potrebbe succedere , a quanto sia faticoso affrontare un altro round con la malattia . Mi viene questa fame anche quando sono arrabbiata per il comportamento di qualcuno, quando sono triste, quando dentro mi sento vuota, un vuoto che non so come colmare e che mi fa impazzire.
Fame d'affetto e d'amore , forse è la fame che sento di più e in modo non consapevole. Sono alla continua ricerca di persone che possano darmi affetto, amicizia, calore. Non mi accontento mai, vorrei sempre di più. E allo stesso tempo, ho tentato di diventare invisibile agli occhi altrui, nascondendomi dentro me stessa e dentro il mio malessere.
Sono alla ricerca di affetto malgrado, in molte situazioni, io mi senta un peso per le altre persone; per questo motivo molto spesso tendo a tenere le cose che mi fanno male dentro, perché tirarle fuori vorrebbe dire caricare queste persone di ulteriori pesi , che non sono loro ma miei ...
Sono circondata da persone che mi vogliono bene, che mi stanno vicine, che si informano sempre di come sto, di come procedono le mie giornate e la mia scalata, persone che mi sostengono, che mi danno la loro mano quando sono in difficoltà, che mi porgono la loro spalla sulla quale piangere.... e dopo tutto questo, cosa altro vuole la malattia? Che cosa si cela veramente dietro tutto questo mio bisogno? Dietro tutto questa fame e dietro al mio rapporto anomalo con il cibo?
Non so darmi risposta.
So solo che è grazie a tutte quelle persone che sto continuando a proseguire per una strada sconosciuta e tortuosa.
Grazie a tutti di cuore
domenica 20 gennaio 2013
L'obiettivo di lottare
La luce bianca della neve proiettata ai miei occhi, mi infonda calma e spaesamento allo stesso momento. Volevo questa nevicata, quel paesaggio spoglio e nero adesso ha acquisito dei connotati migliori.
Sono solo a metà giornata e già mi sento psicologicamente stravolta. Già, il sintomo oggi si è fatto sentire dal primo mattino, e io tenendogli testa, mi sto sfinendo. Prima, come una bambina piccola, ho pianto per quasi mezz'ora abbracciata a mia mamma; mi sono liberata di una parte di peso che avevo sullo stomaco, era da mesi che non piangevo, è oggi sono arrivata al culmine.
Ho ancora mezza giornata davanti, senza sapere come passarla. Potrei studiare, ci ho provato: martedì vado a scuola per cercare di conquistare un non classificato in meno sulla pagella di questo primo quadrimestre... è duro da accettare. Sono sempre stata abituata ad avere un curriculum scolastico quasi perfetto, con la media sopra all'otto e mezzo, e ora mi ritrovo ad avere poche valutazioni e a impiegare più del triplo della mia forza per memorizzare poche pagine di appunti.
La testa non fa che pensare ad altro, a volte si perde nel vuoto, così come il mio sguardo. Mi ritrovo a fissare per minuti qualcosa davanti a me e neanche me ne accorgo.
Ho la testa che scoppia, tutto per non cadere nel circolo vizioso che mi trascino da quattro anni. Mi fa sentire uno schifo, mi fa sentire inadeguata, mi fa sentire un peso, ma sono cosciente che è la bestia a farmi sentire così, per questo non mollo. Non voglio mollare.
E aspetto con ansia domani, aspetto di salire su quel pullman pieno di gente sconosciuta per andare al day hospital, vedere le altre ragazze, abbracciarle e sentirle vicino a me. Con loro mi sento come in famiglia, i legami che si sono creati sono fortissimi...
Meno male che esiste il day hospital.
Vi voglio bene
un bacio. Pulce
Sono solo a metà giornata e già mi sento psicologicamente stravolta. Già, il sintomo oggi si è fatto sentire dal primo mattino, e io tenendogli testa, mi sto sfinendo. Prima, come una bambina piccola, ho pianto per quasi mezz'ora abbracciata a mia mamma; mi sono liberata di una parte di peso che avevo sullo stomaco, era da mesi che non piangevo, è oggi sono arrivata al culmine.
Ho ancora mezza giornata davanti, senza sapere come passarla. Potrei studiare, ci ho provato: martedì vado a scuola per cercare di conquistare un non classificato in meno sulla pagella di questo primo quadrimestre... è duro da accettare. Sono sempre stata abituata ad avere un curriculum scolastico quasi perfetto, con la media sopra all'otto e mezzo, e ora mi ritrovo ad avere poche valutazioni e a impiegare più del triplo della mia forza per memorizzare poche pagine di appunti.
La testa non fa che pensare ad altro, a volte si perde nel vuoto, così come il mio sguardo. Mi ritrovo a fissare per minuti qualcosa davanti a me e neanche me ne accorgo.
Ho la testa che scoppia, tutto per non cadere nel circolo vizioso che mi trascino da quattro anni. Mi fa sentire uno schifo, mi fa sentire inadeguata, mi fa sentire un peso, ma sono cosciente che è la bestia a farmi sentire così, per questo non mollo. Non voglio mollare.
E aspetto con ansia domani, aspetto di salire su quel pullman pieno di gente sconosciuta per andare al day hospital, vedere le altre ragazze, abbracciarle e sentirle vicino a me. Con loro mi sento come in famiglia, i legami che si sono creati sono fortissimi...
Meno male che esiste il day hospital.
Vi voglio bene
un bacio. Pulce
sabato 19 gennaio 2013
La convinzione di avere il controllo su tutto
L'anoressia, nel soggetto malato, crea sicurezza , quasi come un rifugio dove tutto è sotto controllo. Il controllo... già, è tutta questione di controllo , ti pare di avere il controllo su tutto e su tutti, il sintomo ti infonde l'idea che non può mai capitare qualcosa di brutto e di bello, perchè tutto è programmato accuratamente, dal modo in cui passare le giornate , al tempo per svolgere determinate azioni, a cosa mangiare e no. Quando riesci a crearti questa armonia che pare quasi fantastica, perdi del tutto la coscienza che il mondo muta, che è in pieno cambiamento, sei solo tu che rimani indietro, in una sfera temporale bloccata al solito tram tram giornaliero. Ti pare tutto normale, tutto calmo, infondo riesci a seguire i tuoi schemi, e scompare la voglia di " trasgredire " perchè nel sintomo ti senti sicura. Ti senti forte e giusta, ti senti onnipotente. Ma più forte di chi io mi chiedo? è vero, la malattia mi dava sicurezza in molte occasioni, anche a scuola, pensavo che i voti belli arrivassero solo perchè io potevo controllare il mio corpo e le mie esigenze, ovvero, non le prendevo in considerazione. Mi alimentavano solo più quei voti alti che raggiungevo nelle verifiche e nelle interrogazioni, e più andavo su , più il mio umore e la mia malattia peggiorava. Già, sembra un controsenso. Quei voti in realtà non mi facevano nè caldo nè freddo .
Sto cercando di cambiare mentalità, di mettere al primo posto le mie esigenze e la mia salute, il resto viene dopo .
Voglio imparare a volermi bene .
Sto cercando di cambiare mentalità, di mettere al primo posto le mie esigenze e la mia salute, il resto viene dopo .
Voglio imparare a volermi bene .
Le parole di Veggie
Da alcuni mesi sto seguendo questo blog, che trovo molto interessante e che in alcune occasioni, mi ha anche aiutata ad affrontare certe situazioni "scomode", e mi ha fatto sentire meno sola nella mia malattia...penso che sia utilissimo per chi vuole capire maggiormente cosa sia un Dca, siccome Veggie l'ha provato sulla pelle, e tutt' oggi, sta lottando contro la malattia. Con semplicità e coraggio, riesce a spiegare alcuni tratti della malattia, difficili da spiegare a parole , perché solo chi vive certe situazioni, può comprendere a pieno di cosa si tratta .
Questo post vorrei che fosse letto da molte persone, proprio perchè, seppur inconsapevolmente, le persone tendono a dire alcune cose, che non aiutano affatto la persona malata, e che provocano disagio e ansia...
Buona lettura !!!
http://anoressiabulimiaafterdark.blogspot.it/2013/01/cosa-direnon-dire-una-persona-che-ha-un.html
Questo post vorrei che fosse letto da molte persone, proprio perchè, seppur inconsapevolmente, le persone tendono a dire alcune cose, che non aiutano affatto la persona malata, e che provocano disagio e ansia...
Buona lettura !!!
http://anoressiabulimiaafterdark.blogspot.it/2013/01/cosa-direnon-dire-una-persona-che-ha-un.html
venerdì 18 gennaio 2013
Non riconoscere la propria magrezza
Ciao a tutti...
Oggi sono stata stupefatta, per il fatto che sfogliando alcune riviste in day hospital con le altre ragazze, mi sono accorta che non facevo altro che notare e criticare quanto erano magre le modelle delle pubblicità : la loro faccia scavata mi faceva paura, le loro gambe erano solo più stuzzicadenti. I loro occhi erano segnati... non erano proprio lo stereotipo della bellezza, anzi sembravano quasi degli scheletri, erano solo più ossa.
E mi sono domandata " perché in loro vedo la magrezza e in me no?
Ammiro quelle attrici, modelle, che hanno delle forme, che sono donne , e non persone con un corpo simile a quello di una bambina e molto spesso deperite. Se io pensassi la stessa cosa su di me, allora non sarei malata di anoressia. E allora come mai in me non riesco a vedere la magrezza? O meglio non riuscivo nonostante tutti me lo ripetessero? È impossibile come la mente sia influenzabile, sia vittima di certe malattie difficili da capire perfino dai medici .
Vorrei, anche solo per una volta, guardarmi allo specchio e vedere veramente come sono fisicamente, e non vedere solo le parti malate . Insomma, io in realtà mi piaccio così, anzi a volte mi vedo perfino troppo formosa. E poi mi dico che eppure c'è qualcosa che non va , perché se perfino i medici mi dicono che sono ancora sottopeso, non posso essere giusta. Invece, ogni volta che mi guardo allo specchio, mi vedo sproporzionata, perfino le braccia cambiano dimensione ...
Chissà, io non so come sono veramente, io mi conosco solo per come la mia testa mi vuole far apparire.
Oggi sono stata stupefatta, per il fatto che sfogliando alcune riviste in day hospital con le altre ragazze, mi sono accorta che non facevo altro che notare e criticare quanto erano magre le modelle delle pubblicità : la loro faccia scavata mi faceva paura, le loro gambe erano solo più stuzzicadenti. I loro occhi erano segnati... non erano proprio lo stereotipo della bellezza, anzi sembravano quasi degli scheletri, erano solo più ossa.
E mi sono domandata " perché in loro vedo la magrezza e in me no?
Ammiro quelle attrici, modelle, che hanno delle forme, che sono donne , e non persone con un corpo simile a quello di una bambina e molto spesso deperite. Se io pensassi la stessa cosa su di me, allora non sarei malata di anoressia. E allora come mai in me non riesco a vedere la magrezza? O meglio non riuscivo nonostante tutti me lo ripetessero? È impossibile come la mente sia influenzabile, sia vittima di certe malattie difficili da capire perfino dai medici .
Vorrei, anche solo per una volta, guardarmi allo specchio e vedere veramente come sono fisicamente, e non vedere solo le parti malate . Insomma, io in realtà mi piaccio così, anzi a volte mi vedo perfino troppo formosa. E poi mi dico che eppure c'è qualcosa che non va , perché se perfino i medici mi dicono che sono ancora sottopeso, non posso essere giusta. Invece, ogni volta che mi guardo allo specchio, mi vedo sproporzionata, perfino le braccia cambiano dimensione ...
Chissà, io non so come sono veramente, io mi conosco solo per come la mia testa mi vuole far apparire.
giovedì 17 gennaio 2013
" Ho deciso di non mangiare più " Justine
In passato, quando non conoscevo ancora nessuna persona che soffrisse della mia stessa malattia, avvertivo il bisogno di confrontarmi con altre ragazze simili a me perché mi sentivo quasi la sola ad affrontare un dca. Allora avevo deciso di leggere dei libri che racchiudessero le testimonianze di ragazze e donne che hanno vissuto, e che combattono ancora contro l'anoressia, questo per confrontarmi con qualcun altro...
Devo ammettere che ho letto svariati libri sull' argomento, ma quello che mi ha colpito maggiormente è stato " ho deciso di non mangiare più" di Justine. Justine è una ragazza francese, che ha lottato contro l'anoressia e contro la bulimia. Il suo libro è un diario, dove lei descrive benissimo i meccanismi, la manie, le problematiche, i pensieri che un dca ti spinge e ti obbliga quasi ad avere. Con grande semplicità e forte coraggio, questa ragazza ha reso pubblica la sua testimonianza, finita bene, perché alla fine decide di guarire.
Mi ha toccato molto come testimonianza, alcune pagine le leggevo con le lacrime agli occhi, perché sembrava la mia fotocopia; in quelle pagine c'erano anche racchiuse emozioni e disagi che io tutt'oggi provo .
www.ibs.it/code/9788856605860/justine/deciso-non-mangiare.htmlÈ un libro che consiglio di leggere, perché oltre a essere molto scorrevole, essendo un libro che prende talmente che in un giorno si finisce, senza spiegazioni psicologiche che a volte sono molto difficili da comprendere, viene descritta una patologia, una storia vera, che fa emozionare e che accomuna moltissime ragazze che si trovano nella mia situazione .
Un abbraccio forte
Devo ammettere che ho letto svariati libri sull' argomento, ma quello che mi ha colpito maggiormente è stato " ho deciso di non mangiare più" di Justine. Justine è una ragazza francese, che ha lottato contro l'anoressia e contro la bulimia. Il suo libro è un diario, dove lei descrive benissimo i meccanismi, la manie, le problematiche, i pensieri che un dca ti spinge e ti obbliga quasi ad avere. Con grande semplicità e forte coraggio, questa ragazza ha reso pubblica la sua testimonianza, finita bene, perché alla fine decide di guarire.
Mi ha toccato molto come testimonianza, alcune pagine le leggevo con le lacrime agli occhi, perché sembrava la mia fotocopia; in quelle pagine c'erano anche racchiuse emozioni e disagi che io tutt'oggi provo .
www.ibs.it/code/9788856605860/justine/deciso-non-mangiare.htmlÈ un libro che consiglio di leggere, perché oltre a essere molto scorrevole, essendo un libro che prende talmente che in un giorno si finisce, senza spiegazioni psicologiche che a volte sono molto difficili da comprendere, viene descritta una patologia, una storia vera, che fa emozionare e che accomuna moltissime ragazze che si trovano nella mia situazione .
Un abbraccio forte
mercoledì 16 gennaio 2013
la forza di rialzarsi
Ho sognato che la gabbia dell 'anoressia si stava spezzando, come se fosse una montagna che piano piano si sgretolava. Provavo speranza e felicità nel vedere quei pezzi di ferro rompersi da soli, finalmente ero libera... libertà, la mia parola preferita. Libera dalla malattia, libera dalle ossessioni, libera dalle mie imposizioni ;libera.
Mi sono svegliata e ho capito che era solamente un sogno, e ho subito compreso che quelle catene e quella prigione non si spezzeranno da sola. Ci vorranno incazzature, determinazione, volontà di cambiare , voglia di essere una persona nuova e diversa.
Oramai sono quattro anni che non riesco a liberarmi da questa ragnatela, che si nutre di me . Quattro anni persi a seguire idee e azioni malsane, senza rendermi conto di ciò che stava capitando... e quando me ne sono accorta oramai era troppo tardi, la forza di volontà non è bastata a non farmi toccare il fondo... so solo che adesso sento che una parte di me ha VOGLIA DI VIVERE , VOGLIO VIVERE E NON SOPRAVVIVERE, che sono due cose del tutto diverse.
Come ho scritto qualche giorno fa, non provo paura ad ammettere che sono sul filo del rasoio. A causa della mia glicemia troppo bassa, 40, se non si rialza con il cibo, passerò a fare flebo di zuccheri. Questa notizia subito mi ha provocato rabbia e subito mi è venuto da rifiutare, ma poi mi sono detta "cavolo Faby, con una glicemia così si rischia il coma" , e allora senza pensarci una seconda volta ho accettato di farmi iniettare zuccheri gratis nel mio corpo, sono gratis ma mi aiuteranno a stare meglio ...
Non importa quante volte cadi, l'importante e rialzarti dopo ogni caduta.
Con affetto
Pulce
Mi sono svegliata e ho capito che era solamente un sogno, e ho subito compreso che quelle catene e quella prigione non si spezzeranno da sola. Ci vorranno incazzature, determinazione, volontà di cambiare , voglia di essere una persona nuova e diversa.
Oramai sono quattro anni che non riesco a liberarmi da questa ragnatela, che si nutre di me . Quattro anni persi a seguire idee e azioni malsane, senza rendermi conto di ciò che stava capitando... e quando me ne sono accorta oramai era troppo tardi, la forza di volontà non è bastata a non farmi toccare il fondo... so solo che adesso sento che una parte di me ha VOGLIA DI VIVERE , VOGLIO VIVERE E NON SOPRAVVIVERE, che sono due cose del tutto diverse.
Come ho scritto qualche giorno fa, non provo paura ad ammettere che sono sul filo del rasoio. A causa della mia glicemia troppo bassa, 40, se non si rialza con il cibo, passerò a fare flebo di zuccheri. Questa notizia subito mi ha provocato rabbia e subito mi è venuto da rifiutare, ma poi mi sono detta "cavolo Faby, con una glicemia così si rischia il coma" , e allora senza pensarci una seconda volta ho accettato di farmi iniettare zuccheri gratis nel mio corpo, sono gratis ma mi aiuteranno a stare meglio ...
Non importa quante volte cadi, l'importante e rialzarti dopo ogni caduta.
Con affetto
Pulce
martedì 15 gennaio 2013
che significato ha per me il day hospital
Se mi chiedo " che significato ha per me il day hospital ? " la risposta non è immediata ma complessa perché è un insieme di tante cosa, emozioni, azioni, relazioni...
Per me significa prima di tutto aiuto , perché c 'é un' intera équipe di medici e infermiere che lavorano per aiutare noi ragazze a migliorare il nostro rapporto con il cibo e con noi stesse; in ogni momento sono disposti ad ascoltare le nostre perplessità e i nostri problemi, ci guidano un po' come se fossero i nostri tutori.
Altra parola importante è ascolto e comprensione, infatti per la prima volta mi sento a mio agio parlare sia con i medici che con le altre ragazze, non provo quel disagio tipico dei mie rapporti sociali. Riesco a essere me stessa, e ammettere le mie difficoltà per lavorarci sopra; la condivisione e il gruppo sono fondamentali per procedere lungo un cammino di questo tipo, perché più il gruppo è unito, più giovamento e forza riusciamo a trasmetterci.
Per me il day è una seconda casa , dove trovo tranquillità e protezione per tutto il tempo che ci trascorro dentro, anche l'ansia sempre sfocarsi nel momento in cui varco quella soglia e vedo i divanetti blu con i cuscini colorati appoggiati sopra.
Per la prima volta parlo con ragazze che avendo lo stesso mio problema mi capiscono, è una cosa bella per me , perché non ho mai avuto nessuno con cui condividere il mio sintomo e tutte le sue conseguenze; in quei momenti noi ragazze ci sentiamo tutte uguali, e ci sorprende il fatto di avere molte esperienze e tratti caratteriali simili tra loro ...
Insomma, per me il day è un luogo in cui si fatica, in cui bisogna mettersi in gioco, ma è una grande opportunità che mi è piombata addosso e che non mi lascerò scappare dalle mani.
Ecco che cosa significa il day hospital per me .
Per me significa prima di tutto aiuto , perché c 'é un' intera équipe di medici e infermiere che lavorano per aiutare noi ragazze a migliorare il nostro rapporto con il cibo e con noi stesse; in ogni momento sono disposti ad ascoltare le nostre perplessità e i nostri problemi, ci guidano un po' come se fossero i nostri tutori.
Altra parola importante è ascolto e comprensione, infatti per la prima volta mi sento a mio agio parlare sia con i medici che con le altre ragazze, non provo quel disagio tipico dei mie rapporti sociali. Riesco a essere me stessa, e ammettere le mie difficoltà per lavorarci sopra; la condivisione e il gruppo sono fondamentali per procedere lungo un cammino di questo tipo, perché più il gruppo è unito, più giovamento e forza riusciamo a trasmetterci.
Per me il day è una seconda casa , dove trovo tranquillità e protezione per tutto il tempo che ci trascorro dentro, anche l'ansia sempre sfocarsi nel momento in cui varco quella soglia e vedo i divanetti blu con i cuscini colorati appoggiati sopra.
Per la prima volta parlo con ragazze che avendo lo stesso mio problema mi capiscono, è una cosa bella per me , perché non ho mai avuto nessuno con cui condividere il mio sintomo e tutte le sue conseguenze; in quei momenti noi ragazze ci sentiamo tutte uguali, e ci sorprende il fatto di avere molte esperienze e tratti caratteriali simili tra loro ...
Insomma, per me il day è un luogo in cui si fatica, in cui bisogna mettersi in gioco, ma è una grande opportunità che mi è piombata addosso e che non mi lascerò scappare dalle mani.
Ecco che cosa significa il day hospital per me .
lunedì 14 gennaio 2013
il sole personale
Intorno a me c'è la nebbia, l 'umidità e il freddo mi entrano nelle ossa nonostante i vari strati di vestiti, continuo ad avere freddo. Strano vero?
Io ho sempre freddo, perfino quest'estate , quando all' ombra c'erano 22 gradi, ero obbligata ad indossare una felpa perché provavo freddo, le mie labbra erano viola e sembravo un lenzuolo, non ero un bel vedere diciamo... almeno adesso le mie labbra sono normali anche se la temperatura atmosferica non è un gran che! Questa sensazione è causata dal sottopeso, quindi ecco un lato negativo della malattia dal punto di vista fisico, che nei miei post precedenti non avevo scritto...
Purtroppo, il mio umore è molto collegato al tempo atmosferico; quando piove, o c 'è la nebbia il mio umore è sotto le suole delle scarpe, quando invece c'è il sole divento abbastanza gestibile diciamo ! Ma una volta con una mia amica, facevo un esercizio :anche se intorno a me non c'era il sole a illuminare le mie giornate, dovevo provare a usare il mio sole personale, la mia luce interna, fatta dai miei pregi e dai sorrisi, ricordarsi anche le cose belle trascorse nei giorni precedenti... insomma era un abbasso al cattivo umore!!!
Quindi se oggi dovessi usare il mio sole personale ( e vedendo questa nebbia ce ne è davvero bisogno ), posso pensare ai miei nipotini, infatti l'altro giorno il più grande mi ha aiutata a smontare il mio enorme albero di Natale, non smettendo un attimo di chiacchierare, era così tenero! Ma anche attento e puntiglioso, perché lui prendeva il lavoro con molta serietà, infatti non sono nemmeno riuscita a farlo cantare mannaggia! Posso pensare al fatto che mi aspetta una settimana piena di appuntamenti e quindi oltre a rompere la mia solita routine, avrò la possibilità di confrontarmi con altre persone...
Un po ' di cose ci sono, quindi vado avanti per la mia strada, e che oggi il mio umore stia almeno al di sopra delle caviglie!
Un bacio a tutti
Io ho sempre freddo, perfino quest'estate , quando all' ombra c'erano 22 gradi, ero obbligata ad indossare una felpa perché provavo freddo, le mie labbra erano viola e sembravo un lenzuolo, non ero un bel vedere diciamo... almeno adesso le mie labbra sono normali anche se la temperatura atmosferica non è un gran che! Questa sensazione è causata dal sottopeso, quindi ecco un lato negativo della malattia dal punto di vista fisico, che nei miei post precedenti non avevo scritto...
Purtroppo, il mio umore è molto collegato al tempo atmosferico; quando piove, o c 'è la nebbia il mio umore è sotto le suole delle scarpe, quando invece c'è il sole divento abbastanza gestibile diciamo ! Ma una volta con una mia amica, facevo un esercizio :anche se intorno a me non c'era il sole a illuminare le mie giornate, dovevo provare a usare il mio sole personale, la mia luce interna, fatta dai miei pregi e dai sorrisi, ricordarsi anche le cose belle trascorse nei giorni precedenti... insomma era un abbasso al cattivo umore!!!
Quindi se oggi dovessi usare il mio sole personale ( e vedendo questa nebbia ce ne è davvero bisogno ), posso pensare ai miei nipotini, infatti l'altro giorno il più grande mi ha aiutata a smontare il mio enorme albero di Natale, non smettendo un attimo di chiacchierare, era così tenero! Ma anche attento e puntiglioso, perché lui prendeva il lavoro con molta serietà, infatti non sono nemmeno riuscita a farlo cantare mannaggia! Posso pensare al fatto che mi aspetta una settimana piena di appuntamenti e quindi oltre a rompere la mia solita routine, avrò la possibilità di confrontarmi con altre persone...
Un po ' di cose ci sono, quindi vado avanti per la mia strada, e che oggi il mio umore stia almeno al di sopra delle caviglie!
Un bacio a tutti
domenica 13 gennaio 2013
Aver il coraggio di ammettere le cose
Eccomi quà coricata nel lettone della mia stanza, sotto tre coperte, malatuccia con l'influenza; è da venerdì sera che mi perseguita . Il tempo non passa, o meglio il tempo dovrei passarlo a studiare ma non ce la faccio, ho troppo mal di testa e mi sento uno straccio. Era da un bel po' che non mi beccavo l'influenza mannaggia!
Mi sento vuota, la mia stanza è vuota, non la sento nemmeno mia. Eppure l'ho personalizzata : ho attaccato il calendario di Avril Lavigne , ho appeso i puzzle che ho fatto, ho riempito l'armadio con frasi che fanno bene all' anima, ma nonostante tutto mi sembra non mia. La trovo bellissima , ha perfino le pareti blu e azzurre, ma non cambia niente.
Com' è difficile prendere coscienza che in questo periodo preferisco stare fuori casa piuttosto che nella mia di casa. Non fraintendetemi, io apprezzo tantissimo il poco tempo che sto passando con i miei genitori ( poco tempo perché ci passo poche ore alla sera, e tra stanchezza e pensieri legati al mio percorso, non sono il massimo della compagnia ), io sto bene con loro, ma sono io che mi sento fuori posto. Loro mi vogliono tutto il bene del mondo, fanno tanti sacrifici per me, e io ricambio i loro sentimenti in egual modo, ma c'è qualcosa che non va ...
Domani, febbre o non febbre, andrò al day hospital, la sento come un esigenza troppo forte, come se quella fosse la mia seconda casa... e io stessa mi accorgo che più giorni passo senza andare al dh, più il sintomo cerca di imporsi al mio voler stare meglio.Ogni gruppo, ogni confronto con le altre ragazze, mi lascia qualcosa su cui riflettere, arricchendo a volte il mio bagaglio personale...
Vi lascio una canzone, visto che il tempo è già cupo di suo, almeno ascoltiamoci una bella canzone
Mi sento vuota, la mia stanza è vuota, non la sento nemmeno mia. Eppure l'ho personalizzata : ho attaccato il calendario di Avril Lavigne , ho appeso i puzzle che ho fatto, ho riempito l'armadio con frasi che fanno bene all' anima, ma nonostante tutto mi sembra non mia. La trovo bellissima , ha perfino le pareti blu e azzurre, ma non cambia niente.
Com' è difficile prendere coscienza che in questo periodo preferisco stare fuori casa piuttosto che nella mia di casa. Non fraintendetemi, io apprezzo tantissimo il poco tempo che sto passando con i miei genitori ( poco tempo perché ci passo poche ore alla sera, e tra stanchezza e pensieri legati al mio percorso, non sono il massimo della compagnia ), io sto bene con loro, ma sono io che mi sento fuori posto. Loro mi vogliono tutto il bene del mondo, fanno tanti sacrifici per me, e io ricambio i loro sentimenti in egual modo, ma c'è qualcosa che non va ...
Domani, febbre o non febbre, andrò al day hospital, la sento come un esigenza troppo forte, come se quella fosse la mia seconda casa... e io stessa mi accorgo che più giorni passo senza andare al dh, più il sintomo cerca di imporsi al mio voler stare meglio.Ogni gruppo, ogni confronto con le altre ragazze, mi lascia qualcosa su cui riflettere, arricchendo a volte il mio bagaglio personale...
sabato 12 gennaio 2013
L'anoressica vampirizzata
Sta alla persona decidere se farsi vampirizzare o rimanere se stessi anche se non ci si piace . E aspetta alla persona vampirizzata decidere se continuare a nutrirsi solo di se stesso, del proprio cervello , delle proprie ossa, dei muscoli e della carne.
Certo che la vita da vampirizzati attrae la sua fragile preda ogni giorno, il vampiro non la lascia mai, provando soddisfazione di come riesca a sottomettere le sue vittime. Con voce e sguardo soddisfatto, guarda i sui sudditi autodistruggersi.
Sta alla persona vampirizzata decidere di smettere di assumere quel veleno dolce come il miele e amaro come le mandorle verdi.
Non basta dire " adesso ritorno la persona di prima" , " adesso cambierò", bisogna essere aperti al cambiamento, ci vuole una certa predisposizione dettata dalla forza d'animo e virtù.
Dicono che sconfiggere il vampiro non sia un' impresa impossibile, sicuramente significa lottare con i denti per ottenere un piccolo spazio di miglioramento, e gradualmente allargare questa libertà e sconfiggere quel parassita che vive nel corpo di un' anoressica, e che la prosciuga fino alla fine...
venerdì 11 gennaio 2013
stravolgimentooooo
Faby sente di avere l'esigenza di crearsi un proprio spazio di privacy e non essere aperta a tutto e con tutti.
Oggi, ho messo in discussione una mia abitudine, io non chiudo mai la porta della mia stanza. Ma perché? Non lo so. Ma so che in questo modo è come se evitassi di avere uno spazio tutto mio . Un comportamento per me normalissimo è stato smontato in due secondi dalle psico. Già loro lavorano così! Prendono una tua abitudine, e ti fanno notare come è strana, non giusta. E quindi per stare meglio bisognerebbe cambiare .
Cambiamenti cambiamenti e cambiamenti. Bisogna accettare di rivoluzionare il proprio modo di essere, e a volte cambiare proprio come persona. Quindi magari chi sta mesi senza vedermi, potrebbe incontrare una persona nuova !
Beh non esageriamo, magari molto diversa ma sarò sempre io . Forse la vera Faby.
Oggi ho avuto il colloquio con la nuova dietista, è molto brava e mi ha detto che sto facendo un ottimo lavoro , di continuare così perché secondo lei ce la farò. Diciamo che incoraggia molto e allo stesso tempo ti tranquillizza. In più mi ha apportato un aumento al mio schema alimentare, dovrò fare uno spuntino dopo cena, così la mia glicemia dovrebbe andare a posto, e incrocio le dita!...no so, dopo un periodo di crisi quella donna è riuscita a restituirmi forza e coraggio per continuare sulla buona strada... perché ammetto che sono sul filo del rasoio. Mi sentivo scivolare di nuovo giù nel buio. Ne avevo parlato con la mia psico e lei aveva sottolineato come fosse positivo che io riconoscessi questa cosa, perché vuol dire essere consapevoli di a avere u a malattia e di voler guarire... quindi è ora di rimboccarsi le maniche e guardare in avanti, verso la strada lunga tortuosa, ma alla fine sarà quella giusta.
Oggi si riparte dopo un' intera notte in bianco.
Baci ♡
Oggi, ho messo in discussione una mia abitudine, io non chiudo mai la porta della mia stanza. Ma perché? Non lo so. Ma so che in questo modo è come se evitassi di avere uno spazio tutto mio . Un comportamento per me normalissimo è stato smontato in due secondi dalle psico. Già loro lavorano così! Prendono una tua abitudine, e ti fanno notare come è strana, non giusta. E quindi per stare meglio bisognerebbe cambiare .
Cambiamenti cambiamenti e cambiamenti. Bisogna accettare di rivoluzionare il proprio modo di essere, e a volte cambiare proprio come persona. Quindi magari chi sta mesi senza vedermi, potrebbe incontrare una persona nuova !
Beh non esageriamo, magari molto diversa ma sarò sempre io . Forse la vera Faby.
Oggi ho avuto il colloquio con la nuova dietista, è molto brava e mi ha detto che sto facendo un ottimo lavoro , di continuare così perché secondo lei ce la farò. Diciamo che incoraggia molto e allo stesso tempo ti tranquillizza. In più mi ha apportato un aumento al mio schema alimentare, dovrò fare uno spuntino dopo cena, così la mia glicemia dovrebbe andare a posto, e incrocio le dita!...no so, dopo un periodo di crisi quella donna è riuscita a restituirmi forza e coraggio per continuare sulla buona strada... perché ammetto che sono sul filo del rasoio. Mi sentivo scivolare di nuovo giù nel buio. Ne avevo parlato con la mia psico e lei aveva sottolineato come fosse positivo che io riconoscessi questa cosa, perché vuol dire essere consapevoli di a avere u a malattia e di voler guarire... quindi è ora di rimboccarsi le maniche e guardare in avanti, verso la strada lunga tortuosa, ma alla fine sarà quella giusta.
Oggi si riparte dopo un' intera notte in bianco.
Baci ♡
giovedì 10 gennaio 2013
Doc
Ciao a tutti.
Non vi ho più parlato della tanto temuta recita. Devo dire che è andata benissimo!! Non mi sono impappinata nel leggere, cosa che di solito faccio, e non ho sbagliato i movimenti e le coreografie che avevamo inventato, quindi sono contenta per questo. Prima di iniziare lo spettacolo ero agitatissima, tutta l'équipe era pronta ad osservarci nei minimi movimenti, perché eravamo al centro della sala. Ma io, per una volta, sono riuscita a mascherare la mia ansia e ho fatto tutto con finezza e apparente tranquillità.
Meno piacevole è stata la terapia di gruppo , purtroppo mi ha fatto tornare indietro con i ricordi a quest'estate, quando ero nel buio più totale. Abbiamo parlato dei comportamenti ossessivo compulsivi , doc, e a me sono piombati nella testa tutti quelli che avevo e che alcuni persistono ancora. Potrei fare una lista: quando andavo a lavorare pranzavo alle 11 e 52, non un minuto in più non uno in meno. Dopo lavoro andavo a scuola guida e c'erano due strade, sono arrivata al punto di contare i passi di differenza per percorrere la strada più lunga, in modo da bruciare le calorie. Il sabato, dopo un semi digiuno, era quasi d'obbligo per me mangiare la pizza, e quando me la trovavo davanti esisteva solo più lei, le altre persone non erano importanti.
Scandivo i miei pasti in minuti, ci dovevo mettere undici minuti a mangiare la verdura, mezz'ora per la colazione, venti minuti per un secondo, dieci minuti per mezzo etto di pane, mezz'ora per un primo. E io cronometravo assiduamente questi momenti, perché dovevo rientrare nei miei schemi.
E poi? Dovevo andare a dormire alle dieci, ma addormentarmi verso le dieci e mezza, ma così finivo per passare mezza notte in bianco .
E non continuo, fa troppo male pensarci.
So solo che era un inferno, e ringrazio i medici per aver sotto questo circolo vizioso con il ricovero, anche se come ho già detto, molte di queste manie persistono ancora.
Tutti abbiamo delle manie, quindi siamo tutti sulla stessa barca. Pensateci bene, non c'è un' azione o un comportamento che per voi deve essere uguale tutti i giorni? Secondo me c'è ;)
Non vi ho più parlato della tanto temuta recita. Devo dire che è andata benissimo!! Non mi sono impappinata nel leggere, cosa che di solito faccio, e non ho sbagliato i movimenti e le coreografie che avevamo inventato, quindi sono contenta per questo. Prima di iniziare lo spettacolo ero agitatissima, tutta l'équipe era pronta ad osservarci nei minimi movimenti, perché eravamo al centro della sala. Ma io, per una volta, sono riuscita a mascherare la mia ansia e ho fatto tutto con finezza e apparente tranquillità.
Meno piacevole è stata la terapia di gruppo , purtroppo mi ha fatto tornare indietro con i ricordi a quest'estate, quando ero nel buio più totale. Abbiamo parlato dei comportamenti ossessivo compulsivi , doc, e a me sono piombati nella testa tutti quelli che avevo e che alcuni persistono ancora. Potrei fare una lista: quando andavo a lavorare pranzavo alle 11 e 52, non un minuto in più non uno in meno. Dopo lavoro andavo a scuola guida e c'erano due strade, sono arrivata al punto di contare i passi di differenza per percorrere la strada più lunga, in modo da bruciare le calorie. Il sabato, dopo un semi digiuno, era quasi d'obbligo per me mangiare la pizza, e quando me la trovavo davanti esisteva solo più lei, le altre persone non erano importanti.
Scandivo i miei pasti in minuti, ci dovevo mettere undici minuti a mangiare la verdura, mezz'ora per la colazione, venti minuti per un secondo, dieci minuti per mezzo etto di pane, mezz'ora per un primo. E io cronometravo assiduamente questi momenti, perché dovevo rientrare nei miei schemi.
E poi? Dovevo andare a dormire alle dieci, ma addormentarmi verso le dieci e mezza, ma così finivo per passare mezza notte in bianco .
E non continuo, fa troppo male pensarci.
So solo che era un inferno, e ringrazio i medici per aver sotto questo circolo vizioso con il ricovero, anche se come ho già detto, molte di queste manie persistono ancora.
mercoledì 9 gennaio 2013
Problemi nello shopping
Perché anche fare shopping per me è un problema. Sono andata in un negozio quá a Torino e avevo intenzione di acquistare una t-shirt, un paio di pantaloni e una felpa o maglioncino.
Iniziamo dai pantaloni, purtroppo la taglia 38 non la indosso, perché mi sta ancora larga, quindi sono andata a vedere tra le robe per bambina; non nego che avrei potuto comperare o un paio di jeans chiari o un paio di pantaloni neri di velluto, entrambi belli. Li ho provati, erano perfetti. Ma poi ho iniziato a domandarmi, e se poi aumentando di peso non ci entro più? Come faccio? Allora dovrei comprare una taglia in più, ma la misura in più mi sta grande adesso, e visto che i medici hanno in previsione di farmi prendere chili e chili, dovrei comprare quella . Ma come faccio a portarli ora? Non mi piace vedere quel vuoto che il mio corpo non riempie nei pantaloni... quindi lasciamo perdere per ora i jeans, ci penserò quando il mio corpo si sarà assestato.
Andiamo a vedere la t- shirt. Ci vorrebbe un xs, la provo, mi sta bene , ma se poi prendo peso? Mi fascerebbe troppo e metterebbe in evidenzia il peso preso, quindi meglio una s o m, ma adesso non mi stanno molto bene. Stesso discorso per la felpa. E quindi?
Fabiana non ha comperato niente, si è limitata a provare e riprovare vestiti, mentre la sua testa la controllava a pennello.
E ogni volta che compero qualche capo di abbigliamento è così, vorrei che non esistessero le taglie dei vestiti. Magari!
martedì 8 gennaio 2013
Il passato
Se penso a come ero in passato , la prima emozione che provo è la rabbia. Mi fa incavolare com'ero: timida all' estremo, non riuscivo nemmeno a salutare le mie compagne di scuola, non riuscivo ad affrontare al meglio un'interrogazione perché la timidezza mi bloccava appena il professore mi fissava... non ero capace di entrare in un negozio e chiedere alla commessa ciò che volevo perché avevo paura di farlo in modo sbagliato, e quà mi scappa un sorriso, perché c'è un solo modo giusto per entrare in un negozio e chiedere "vorrei comprare quella maglia che avete esposta in vetrina"...? Non credo proprio!
Ma alla base di tutto c'è la profonda insicurezza e paura del giudizio altrui, la paura che le altre persone ridano per il mio modo di fare ... meno male che adesso certe situazioni non sono più un problema per me!
Prima ho parlato di rabbia, infatti questa emozione non è legata solo agli aspetti sopra riportati, ma anche a come ero una golosona una volta, se non fossi mai stata così, forse è dico forse oggi le cose sarebbero diverse... mi ricordo i miei eccessi di golosità: frollini bagnati nella cioccolata calda, pane con un bel po' di nutella spalmata sopra (la nutella, tre anni che non la mangio ) , le mie doppie colazioni, una a casa a base di biscotti e latte e una al bar con il croissant alla crema e il cappuccino, l'estate dei due gelati al giorno per circa un mese, il gelato mangiato a colazione e anche dopo ogni pasto, le mega fette di torte che la mia mamma mi faceva e che io mi mangiavo in ogni pasto della giornata, l'olio messo sopra il prosciutto crudo... e non riesco più a andare avanti....
Nella mia testa c'è l'idea che i miei parenti mi vedevano come faby la golosona e la bella bimba in carne, che sta bene diciamo. Che sta bene perché? Perché chi mangia sta bene, lei è perfino un po' troppo in carne quindi sta bene, l'eterna bambina golosa, ecco come mi sentivo giudicata dalle persone che avevo attorno. Non importava a nessuno come stavo dentro, come mi sentivo inadeguata , come non riuscivo a trovare una mia identità e un mio modo d'essere, e quindi iniziai anche ad andare alla ricerca di un mio modo d'essere che mi soddisfacesse...
È quà mi scappa da sorridere a pensare al mio periodo " emo" che ho passato;mi viene da sorridere perché mi rendo conto come io piccola cercavo di farmi vedere grande...
Ma alla base di tutto c'è la profonda insicurezza e paura del giudizio altrui, la paura che le altre persone ridano per il mio modo di fare ... meno male che adesso certe situazioni non sono più un problema per me!
Prima ho parlato di rabbia, infatti questa emozione non è legata solo agli aspetti sopra riportati, ma anche a come ero una golosona una volta, se non fossi mai stata così, forse è dico forse oggi le cose sarebbero diverse... mi ricordo i miei eccessi di golosità: frollini bagnati nella cioccolata calda, pane con un bel po' di nutella spalmata sopra (la nutella, tre anni che non la mangio ) , le mie doppie colazioni, una a casa a base di biscotti e latte e una al bar con il croissant alla crema e il cappuccino, l'estate dei due gelati al giorno per circa un mese, il gelato mangiato a colazione e anche dopo ogni pasto, le mega fette di torte che la mia mamma mi faceva e che io mi mangiavo in ogni pasto della giornata, l'olio messo sopra il prosciutto crudo... e non riesco più a andare avanti....
Nella mia testa c'è l'idea che i miei parenti mi vedevano come faby la golosona e la bella bimba in carne, che sta bene diciamo. Che sta bene perché? Perché chi mangia sta bene, lei è perfino un po' troppo in carne quindi sta bene, l'eterna bambina golosa, ecco come mi sentivo giudicata dalle persone che avevo attorno. Non importava a nessuno come stavo dentro, come mi sentivo inadeguata , come non riuscivo a trovare una mia identità e un mio modo d'essere, e quindi iniziai anche ad andare alla ricerca di un mio modo d'essere che mi soddisfacesse...
È quà mi scappa da sorridere a pensare al mio periodo " emo" che ho passato;mi viene da sorridere perché mi rendo conto come io piccola cercavo di farmi vedere grande...
lunedì 7 gennaio 2013
Fiorellino Mio
Ciao a tutti!
Oggi sono andata a scuola, e mi sono sentita "normale", nel senso che mi sentivo in un posto giusto anche per me, infondo una ragazza di 18 anni dovrebbe essere a scuola la mattina, e non in una città distante da casa sua a fare un percorso di cura... ma ci sono le eccezioni, e io sono una di queste!
Comunque, mentre ero a scuola, ho passato molto tempo al day hospital, mi mancava non essere con le ragazze a preparare le quinte per lo spettacolo di mercoledì, mi è mancato non aver visto le dottoresse, che alla fine mi fanno arrabbiare a volte, e sono proprio quelle volte che capisco che la strada che sto intraprendendo è quella giusta.
Non ho mai spiegato perchè ho chiamato questo post " Come un fiore", forse è ora di svelarvelo no?
L'ho chiamato così perchè all'inizio della malattia, quando iniziai a perdere il peso di troppo, una mia amica mi chiamava "fiorellino" , ogni volta che parlavo di diete o calorie mi rispondeva di farmi furba e guardarmi bene allo specchio, perchè non era il caso di dimagrire, perchè in quel momento stavo davvero bene così come ero, sui quarantaquattro chili... ma io testarda come un mulo, ho continuato per la mia strada buia, senza sapere in realtà quale sarebbe stata la meta. Io non mi vedevo un fiorellino.
E quando sono stata ricoverata , questa mia amica mi ha detto "forza, tra poco sboccerai di nuovo e sarai un fiorellino più bello di prima, vedrai, non avere paura"...
Ecco, mille volte mi sono incavolata con me stessa, perchè quante e quante volte mi è stato detto di cambiare strada, mi hanno supplicato più volte, hanno pianto mentre me lo dicevano, e io piangevo con loro, ma non riuscivo ad uscire da quella ragnatela, ormai la mia luna di miele si era trasformata in un incubo. E tutto'oggi continuo a dire a questa mia amica "se solo ti avessi ascoltata, forse non sarei arrivata a ridurmi così". Questo non ci è dato saperlo, ormai sono quà, incastrata in un circolo vizioso tremendo e amaro.
Ma, quando riuscirò a rompere questa gabbia, forse ritornerò "come un fiore".
domenica 6 gennaio 2013
Ancora e sempre tu...
Sai che ti dico , ho mangiato quella barretta perché era buona, e mi è piaciuta ad essere sincera, e so benissimo che se aumento di peso non è colpa dello spuntino di oggi, è una somma di tutto ciò che ho mangiato in questi giorni . Mi fai sentire in colpa, lo ammetto, tu mi tenti ogni giorno con le tue sudici parole, fai proprio schifo. Ma sai cosa farò oggi? Decorerò una tazza da regalare a mia sorella , cosa che mi piace e mi fa distrarre da te e dal pensiero della scuola. Perché non ti sbagli quando dici che sono agitata per la scuola, ma sai mi fa talmente piacere vedere le mie compagne di classe, che penso che andrà bene, chi se ne frega del voto, io vado per stare con loro.
Continui a colpirmi, continui a farmi sentire in colpa perché mangio, continui a prenderti gioco di me. Ma pensa se fosse al contrario , se io diventassi la tua peggior nemica, come sarebbe bello per me .
Io ti ho chiesto di uscire dalla mia vita, tu non lo hai fatto, ma sei come un parassita, che si nutre di me, quindi sono io che ti devo eliminare. Il come non lo so ancora ,sarà doloroso per me, sarà una grande fatica, e so che le tue scorie continueranno a vivere nella mia testa, nel mio corpo, ma ti renderò cenere. Combatterò, non mi importa se ci vorranno anni per sconfiggerti, ma io voglio vivere, ho voglia di vivere, di godermi la vita e la mia età, cosa che tu mi hai tolto e che continui a negarmi con i tuoi giochetti malefici.
Ma ricorda bene anoressia cara, io non ti voglio più come amica, mi hai già accompagnato per quasi quattro anni della mia vita, ora vorrei avere altri amici, veri amici, e tu non sei compresa tra loro .ù
Pulce.
sabato 5 gennaio 2013
Lavorare al bar
Penso e ripenso, quanto è stato utile in questi due anni, durante le vacanze scolastiche, lavorare in un bar. Davvero molto.
Il primo giorno di lavoro non lo dimenticherò mai: mi sentivo in cuore in gola, ero super stra agitata, avevo paura di non saper fare le cose nel modo giusto perché io faccio un liceo e non l'istituto alberghiero ! Era stato un giorno davvero difficile, perché prima di tutto dovevo buttare giù il muro della mia timidezza. A forza di batterci contro, dopo un mese finalmente crollò questo muro, in parte ovvio, ma mi sentivo più grande e cresciuta . In più il rapporto con la proprietaria e la cuoca era, ed è tutt'oggi un bellissimo rapporto, creatosi soprattutto nel mio secondo anno estivo di lavoro...
Diciamo che il bar era ciò che mi faceva andare avanti nonostante la malattia peggiorasse, per me era un divertimento andare nel bar, perché c'era da lavorare, da correre, ma alla fine noi ragazze ridavamo e ci divertavamo molto, soprattutto in certe situazione davvero imbarazzanti!
Devo dire che quel lavoro mi ha salvata, e io e la proprietaria, nell' ultimo anno , ci siamo parlate perché a volte a lavoro non stavo molto bene, e quando ha capito il mio " problema " mi è venuta incontro e mi è stata sempre vicino. Addirittura quando sono stata ricoverata, ogni giorno si faceva sentire per messaggi, e un sabato sera era anche venuta a trovarmi!
Anche adesso, ogni settimana passo a salutare queste persone al bar, perché mi fa ricordare i bei momenti passati d'estate, e perché ormai si è creato un legame molto forte che spero duri ancora nel tempo.
venerdì 4 gennaio 2013
Sos fame post cena
E rieccomi quà ... dopo tre giorni di assestamento, ieri sera ho di nuovo provato tanta fame dopo cena, e sono andata a dormire con quella sensazione di vuoto e i crampi della fame nello stomaco . Eppure ho mangiato tutto ciò che prevedeva il mio schema, non ho ristretto niente di niente ed eppure mi è venuta fame... magari l'ansia ha giocato la sua parte, ma io così non vado avanti, non ce la faccio perché la notte molte volte mi sveglio per la fame.
E non mi sento normale, non è giusto, non restringono, mangio tutto ciò che devo con molta fatica mentale, e poi come premio mi rimane la fame? mi sento lo stomaco enorme . E queste sensazioni mi fanno paura, perché fin da quando ho iniziato ad essere malata, ho l'ossessione e il terrore di cadere nell' altra faccia della medaglia, la bulimia. E allora in quei momenti penso che potrei perdere in controllo e abbuffarmi, mi viene solo da pensare alle tante cose buone e dolci che ci sono nella mia cucina, e io sto nel letto, sognando di mangiarle, ma allo stesso tempo provare tanta paura .
Non so che fare, non so che dire, prima riuscivo a reprimere abbastanza la fame, e adesso invece se non mangio quando devo divento una bestia, non faccio altro che aspettare con ansia il momento del pasto, tutto viene focalizzato sul momento del pasto e non riesco più a pensare ad altro, se non a farmi venire un' ansia terribile per qualsiasi cosa....
Sono nel buio, non so in che mare navigare .
Help
E non mi sento normale, non è giusto, non restringono, mangio tutto ciò che devo con molta fatica mentale, e poi come premio mi rimane la fame? mi sento lo stomaco enorme . E queste sensazioni mi fanno paura, perché fin da quando ho iniziato ad essere malata, ho l'ossessione e il terrore di cadere nell' altra faccia della medaglia, la bulimia. E allora in quei momenti penso che potrei perdere in controllo e abbuffarmi, mi viene solo da pensare alle tante cose buone e dolci che ci sono nella mia cucina, e io sto nel letto, sognando di mangiarle, ma allo stesso tempo provare tanta paura .
Non so che fare, non so che dire, prima riuscivo a reprimere abbastanza la fame, e adesso invece se non mangio quando devo divento una bestia, non faccio altro che aspettare con ansia il momento del pasto, tutto viene focalizzato sul momento del pasto e non riesco più a pensare ad altro, se non a farmi venire un' ansia terribile per qualsiasi cosa....
Sono nel buio, non so in che mare navigare .
Help
giovedì 3 gennaio 2013
Allergica alle recite!
Vi aggiorno sul mio percorso in day hospital.
Vorrei scrivere delle cose più belle ma purtroppo, oggi mi hanno pesata le infermiere e .... ho perso peso, non qualche etto, un po' di più. Mi è venuto da piangere, tutti gli sforzi che avevo fatto per arrivare ad un determinato peso stabilito, sono andati in fumo in queste feste. Questo perché gestire il mio sintomo a casa è davvero difficile... ed è da un po' di notti che non riesco nemmeno a dormire, e se mi addormento faccio sogni abbastanza ansiosi. I medici alla perdita di peso danno la motivazione anche al fatto che non dormo, può essere, e questa situazione mi sfinisce anche fisicamente, mi sento molle come una mozzarella .
Infatti in day hospital vige la regola che bisogna stare seduti e non in piedi perché se no si bruciano calorie, ma oggi abbiamo fatto musico- terapia e quindi abbiamo cantato e siamo state in piedi, ma io dopo dieci minuti mi sono dovuta sedere perché ero stanca e non riuscivo a stare su... stiamo cantando perché prepariamo uno spettacolo che ha come argomento "la vita " , e prevede sia parti cantate che parti lette . È una bellissima iniziativa, ma io sono stata sempre allergica alle recite, infatti alle medie non ho mai recitato!! Mi limitavo a fare il canto finale dello spettacolo. Questo perché mi geno molto quando sono davanti a tante persone, e questa quindi per me è anche una prova, non posso giustificarmi con un " mi vergogno "!
Cantiamo tante canzoni belle, alcune più significative e altre meno.
Ve ne lascio una, questa mi piace molto e la dedico a tutti voi
Un bacio
Vorrei scrivere delle cose più belle ma purtroppo, oggi mi hanno pesata le infermiere e .... ho perso peso, non qualche etto, un po' di più. Mi è venuto da piangere, tutti gli sforzi che avevo fatto per arrivare ad un determinato peso stabilito, sono andati in fumo in queste feste. Questo perché gestire il mio sintomo a casa è davvero difficile... ed è da un po' di notti che non riesco nemmeno a dormire, e se mi addormento faccio sogni abbastanza ansiosi. I medici alla perdita di peso danno la motivazione anche al fatto che non dormo, può essere, e questa situazione mi sfinisce anche fisicamente, mi sento molle come una mozzarella .
Infatti in day hospital vige la regola che bisogna stare seduti e non in piedi perché se no si bruciano calorie, ma oggi abbiamo fatto musico- terapia e quindi abbiamo cantato e siamo state in piedi, ma io dopo dieci minuti mi sono dovuta sedere perché ero stanca e non riuscivo a stare su... stiamo cantando perché prepariamo uno spettacolo che ha come argomento "la vita " , e prevede sia parti cantate che parti lette . È una bellissima iniziativa, ma io sono stata sempre allergica alle recite, infatti alle medie non ho mai recitato!! Mi limitavo a fare il canto finale dello spettacolo. Questo perché mi geno molto quando sono davanti a tante persone, e questa quindi per me è anche una prova, non posso giustificarmi con un " mi vergogno "!
Cantiamo tante canzoni belle, alcune più significative e altre meno.
Ve ne lascio una, questa mi piace molto e la dedico a tutti voi
mercoledì 2 gennaio 2013
Il cibo visto come tabù
C'è un aspetto del day hospital che non mi va giù, che sento di doverlo criticare...
Allora dentro al reparto ci sono delle regole molto fiscali, e io le approvo tutte, da quella di tenere sempre i bagni chiusi a quella di consegnare all' arrivo i cellulari ai medici... ma non approvo il fatto che in day hospital, a parte l'incontro con la dietista, non si possa parlare di cibo, viene quasi trattato come un tabù. E sapete come finisce? Che noi ragazze parliamo di cibo di nascosto dai medici e infermiere, andando così ad alimentare false convinzioni e condizionamenti.
Invece io trovo che sia utile parlare delle proprie paure verso il cibo, o condividere le proprie emozioni quando si viene pesata e o si è perso peso, o si è acquisito... è utile condividere le proprie emozioni perché si viene capiti sempre all' interno del gruppo, perché alla fine le paure sono le stesse e ci skate sente tutte sulla stessa barca...
Invece, un episodio che ho trovato davvero irritante, è stato quando, per le feste ,i medici di tutto il reparto di dca si sono ritrovati in una saletta in dh per fare festa, un pranzo a buffet diciamo... e alla nostra domanda c'è una festa? Loro hanno risposto di no , peccato che da quella stanza proveniva un profumo di pandoro e panettone che era impossibile non riconoscerlo. E poi finita la festa, per portare via gli avanzi dalla saletta, li hanno messi in un carrello coperto da un lenzuolo, in modo che noi ragazze non vedessimo il cibo. Ma perché scusa? Tanto uscite dall' ospedale, siamo circondate dal cibo: supermercati, panetterie, bar, gelaterie, yogurterie, focaccerie e non vado avanti se no la lista sarebbe troppo lunga. E quindi? Avevano paura che ci buttassimo sul carrello per assalire gli avanzi del buffet? Non penso proprio...
Tutto questo tabù mi da noia, infondo le persone normali parlano di cibo, di sport, di cucina. Non è isolandoci per mezza giornata da questi argomenti che noi guariamo...
Non so, sarà solo un' impressione di noi ragazze che ci passiamo mezza giornata dentro, o avremo ragione?
Chi lo sa. Intanto le regole sono regole e su questo non si discute ...
Allora dentro al reparto ci sono delle regole molto fiscali, e io le approvo tutte, da quella di tenere sempre i bagni chiusi a quella di consegnare all' arrivo i cellulari ai medici... ma non approvo il fatto che in day hospital, a parte l'incontro con la dietista, non si possa parlare di cibo, viene quasi trattato come un tabù. E sapete come finisce? Che noi ragazze parliamo di cibo di nascosto dai medici e infermiere, andando così ad alimentare false convinzioni e condizionamenti.
Invece io trovo che sia utile parlare delle proprie paure verso il cibo, o condividere le proprie emozioni quando si viene pesata e o si è perso peso, o si è acquisito... è utile condividere le proprie emozioni perché si viene capiti sempre all' interno del gruppo, perché alla fine le paure sono le stesse e ci skate sente tutte sulla stessa barca...
Invece, un episodio che ho trovato davvero irritante, è stato quando, per le feste ,i medici di tutto il reparto di dca si sono ritrovati in una saletta in dh per fare festa, un pranzo a buffet diciamo... e alla nostra domanda c'è una festa? Loro hanno risposto di no , peccato che da quella stanza proveniva un profumo di pandoro e panettone che era impossibile non riconoscerlo. E poi finita la festa, per portare via gli avanzi dalla saletta, li hanno messi in un carrello coperto da un lenzuolo, in modo che noi ragazze non vedessimo il cibo. Ma perché scusa? Tanto uscite dall' ospedale, siamo circondate dal cibo: supermercati, panetterie, bar, gelaterie, yogurterie, focaccerie e non vado avanti se no la lista sarebbe troppo lunga. E quindi? Avevano paura che ci buttassimo sul carrello per assalire gli avanzi del buffet? Non penso proprio...
Tutto questo tabù mi da noia, infondo le persone normali parlano di cibo, di sport, di cucina. Non è isolandoci per mezza giornata da questi argomenti che noi guariamo...
Non so, sarà solo un' impressione di noi ragazze che ci passiamo mezza giornata dentro, o avremo ragione?
Chi lo sa. Intanto le regole sono regole e su questo non si discute ...
martedì 1 gennaio 2013
2013!
Buon 2013 a tutti!!!
Spero che il vostro capodanno sia andato molto bene ... il mio più o meno diciamo . Avevo deciso di provare a mangiare non da schema e quindi mangiare tutto ciò che la cena prevedeva; in poche parole mangiare come le altre persone presenti a tavola. E così ho fatto, ma dopo... il sensi di colpa mi hanno assalita. Forse era troppo presto, forse era un obiettivo troppo grande per la mia portata, forse sognavo che potesse andare bene e far finta che per una sera il mio dca non esistesse. È invece lei era lì con me, per tutta la serata e mi ha fatta sentire uno schifo.
Oggi è un nuovo giorno di un nuovo anno, e quindi voglio pormi un obiettivo per oggi: nonostante io ieri abbia mangiato molto più di cosa il mio schema alimentare prevedeva, oggi devo trattenermi dal fare restrizioni, devo cercare di soffocare quella parte malata della mia testa, che ieri già pensava alle compensazioni per oggi.
E domani ritorno in day hospital, meno male. La dietista non ci sarà ancora, praticamente è da due settimane che non abbiamo questo punto di riferimento molto importante, e quindi noi ragazze siamo più agitate del solito , perché iniziamo a crearci dubbi e problemi che prima non esistevano. Comunque sono contenta che ricominci perché mi è mancato in questi giorni, intanto potrò anche vedere la mia psico per scambiare due parole, perché ne sento veramente il bisogno.
Ancora tanti auguri per un anno fantastico a tutti voi, spero sia un anno che porti fortuna, cambiamenti, felicità a tutti! Soprattutto fortuna, perché mentre i cambiamenti siamo noi che dobbiamo farli, la fortuna è lei che ci deve vedere ;)
Ciao ! ♡
Spero che il vostro capodanno sia andato molto bene ... il mio più o meno diciamo . Avevo deciso di provare a mangiare non da schema e quindi mangiare tutto ciò che la cena prevedeva; in poche parole mangiare come le altre persone presenti a tavola. E così ho fatto, ma dopo... il sensi di colpa mi hanno assalita. Forse era troppo presto, forse era un obiettivo troppo grande per la mia portata, forse sognavo che potesse andare bene e far finta che per una sera il mio dca non esistesse. È invece lei era lì con me, per tutta la serata e mi ha fatta sentire uno schifo.
Oggi è un nuovo giorno di un nuovo anno, e quindi voglio pormi un obiettivo per oggi: nonostante io ieri abbia mangiato molto più di cosa il mio schema alimentare prevedeva, oggi devo trattenermi dal fare restrizioni, devo cercare di soffocare quella parte malata della mia testa, che ieri già pensava alle compensazioni per oggi.
E domani ritorno in day hospital, meno male. La dietista non ci sarà ancora, praticamente è da due settimane che non abbiamo questo punto di riferimento molto importante, e quindi noi ragazze siamo più agitate del solito , perché iniziamo a crearci dubbi e problemi che prima non esistevano. Comunque sono contenta che ricominci perché mi è mancato in questi giorni, intanto potrò anche vedere la mia psico per scambiare due parole, perché ne sento veramente il bisogno.
Ancora tanti auguri per un anno fantastico a tutti voi, spero sia un anno che porti fortuna, cambiamenti, felicità a tutti! Soprattutto fortuna, perché mentre i cambiamenti siamo noi che dobbiamo farli, la fortuna è lei che ci deve vedere ;)
Ciao ! ♡
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