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venerdì 26 dicembre 2014
Natale e dintorni
Spero che il vostro Natale non sia stato rovinato troppo dal dca. Spero che abbiate passato una giornata abbastanza calma...
Io dopo anni e anni penso di aver passato il mio primo Natale decentemente.
Ho festeggiato con mia sorella e famiglia, quindi anche i miei nipoti e forse sapete già quanta forza mi danno; e poi non so se avete notato ma i bambini hanno quasi un potere in più rispetto a noi adulti: donano amore incosapevolmente.
Avevo deciso di mangiare un po' diversamente dagli altri giorni, cioè uscre dal mio schema alimenatare ferreo e concedermi qualcosa... quindi sapevo a cosa andavo incontro. Mi sono concessa un pizzico di valeriana con mezzo uovo sodo, una purè di zucca con un cucchiaio di crema alla ricotta e gorgonzola, una mini- crepe ricotta e spinaci, un cucchiaio di le,ticchie con una fettina di cotechino.
E fin quà tutto bene, tanti sensi di colpa ma anche soddisfazione nel ritrovare quei sapori. Ho parlato a tavola, ho espresso pareri sul cibo, ho aiutato i miei nipotini a mangiare chiedendomi dove mettono tutta la roba che riescono a mangiare ( davvero tanto!!!!).
E' arrivato il panettone. Al cioccolato. Mi ha fregata. Ne ho mangiato due fette. Troppo.
Ho cercato di mantenere la calma, mi sentivo stra in colpa, mi sentivo gonfia, avrei voluto tornare indietro e non accanirmi sul panettone... ma io lo so, so di essere ghiotta di dolci, so di poter esagerare su quelli... Per evitare di focalizzare il mio pensiero su ciò che avevo mangiato sono andata a giocare con i miei nipoti. Non mi sono isolata anche se avrei voluto gridare a tutti " guardate come sono diventata? golosa e basta, mangerei dolci e solo dolci! ma non posso ingrassare, non devo..."
Alla sera, ancora ripensando al panettone, mi sono convinta che sia stato solo un errore di percorso. Infondo erano settimane che non mi concedevo qualcosa di dolce e quindi è quasi normale che davanti a quella bontà io abbia un po' esagerato. Ho ripensato alla giornata senza il fattore cibo, alla mia corsa il giorno precedente a comprare dei cappellini da babbo natale per me e i miei nipoti, ai segnaposto fatti a mano da me, alla sveglia la mattina presto per andare alla funzione in chiesa, le foto vicino al mio alberello, l'entusiasmo dei miei nipoti davanti a tutti i loro doni...
Ancora oggi penso al panettone di ieri, a quella fetta di troppo... ma messo sulla bilancia insieme a tutto ciò che ho vissuto in preparazione a questo Natale e al calore che alcune persone importanti mi hanno fatto sentire nell'ultimo periodo, è niente. Quel dolce è niente in confronto al resto...
E oggi sono ritornata a seguire il mio equilibrio alimentare.
Fabiana 1
Anoressia 0
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martedì 23 dicembre 2014
REGALARE LA NOSTRA PRESENZA
Come ogni anno mi ritrovo vicino alle vacanze natalizie, con davanti a me una pagina bianca su cui poter dar voce ai miei pensieri, il desiderio di trovare sotto all'albero un cervello meno bacato del mio ma soprattutto sento la mancanza di alcune persone che dovrebbero essere con me ma qualcuno lassù ha voluto portarle via... comunque...
Cosa dire?
So che il Natale e il Capodanno è un periodo difficile per chi soffre di un disturbo alimentare; per quanto mi riguarda, sono cinque anni che vivo questo periodo come una minaccia: panettone, pandoro, pranzi e cenoni con i parenti, visite degli amici. Sì perchè senza girarci tanto intorno, tutti sappiamo che il cibo è spesso oggetto di condivisione, porta con sè festa, congregazione e questa è una di quelle situazioni. Il Natale è una festività, vediamo le persone che si scambiano gli auguri, che fanno battute sul grasso, diete, panettone, e noi? in quei momenti vorremmo sparire dalla circolazione.
Abbiamo due possibilità: cercare di trascorrere i giorni festivi con i nostri parenti oppure stare chiuse nei nostri gusci e non partecipare alle "radunate".
Ipotesi uno: prendere la decisione di partecipare al Natale e giorni pericolosi per la nostra alimentazione. Cosa potrebbe succedere?
Siamo costrette a guardare in faccia i nostri problemi, potrebbe andare meglio di come pensiamo, sicuramente avere vicino qualcuno che sia a conoscenza del nostro "sforzo" e ci tenga la mano è un grande aiuto. Possiamo decidere di seguire il nostro schema alimentare rigidamente, ma essere presenti il giorno di Festa e condividere quel giorno con tutti i presenti. Qualcuno si potrà sentire sicuro facendo in questo modo, altri patiranno la vista di quel cibo tanto desiderato ma non concesso, non si permetteranno di sgarrare allo schema e soffriranno per questo motivo. Può succedere, siamo umani, ma secondo me quello che conta è ESSERCI, REGALARE LA NOSTRA PRESENZA.
Non è facile e lo so perché ogni anno ho scelto si mangiare il mio misero pasto anche il giorno di Natale e veder tutti gli altri buttarsi su squisitezze varie. Avrei voluto piangere in quei momenti, mi sentivo più che in festa in depressione. Avrei voluto essere sola, annullare quel giorno, perché mai doveva essere festa? Festa per chi?
Forse qualcuno tra di voi se lo domanda, forse vorrebbe passare le festività solo per essere al "sicuro" con il cibo, o per dedicarsi ai soliti rituali di binge, alle abbuffate, alle mangiate senza fine di nascosto.
Qualcuno avrà già deciso di stare solo, di non festeggiare, e non mi riferisco ai festeggiamenti con il cibo, ma a quelli fatti di emozioni, scambi di opinioni, risate, tranquillità.
Chiedetevi se ne vale la pena, stare da soli mentre tutto il mondo intorno festeggia.
Ci meritiamo anche noi un po ' di caldo affettuoso nel cuore.
Non mi sento di scrivere " Buon Natale! "! Perché sappiamo che non sarà facile, quindi vi auguro di avere forza, coraggio, testardaggine, per continuare la vostra partita per conquistare la vita.
Un abbraccio
Cosa dire?
So che il Natale e il Capodanno è un periodo difficile per chi soffre di un disturbo alimentare; per quanto mi riguarda, sono cinque anni che vivo questo periodo come una minaccia: panettone, pandoro, pranzi e cenoni con i parenti, visite degli amici. Sì perchè senza girarci tanto intorno, tutti sappiamo che il cibo è spesso oggetto di condivisione, porta con sè festa, congregazione e questa è una di quelle situazioni. Il Natale è una festività, vediamo le persone che si scambiano gli auguri, che fanno battute sul grasso, diete, panettone, e noi? in quei momenti vorremmo sparire dalla circolazione.
Abbiamo due possibilità: cercare di trascorrere i giorni festivi con i nostri parenti oppure stare chiuse nei nostri gusci e non partecipare alle "radunate".
Ipotesi uno: prendere la decisione di partecipare al Natale e giorni pericolosi per la nostra alimentazione. Cosa potrebbe succedere?
Siamo costrette a guardare in faccia i nostri problemi, potrebbe andare meglio di come pensiamo, sicuramente avere vicino qualcuno che sia a conoscenza del nostro "sforzo" e ci tenga la mano è un grande aiuto. Possiamo decidere di seguire il nostro schema alimentare rigidamente, ma essere presenti il giorno di Festa e condividere quel giorno con tutti i presenti. Qualcuno si potrà sentire sicuro facendo in questo modo, altri patiranno la vista di quel cibo tanto desiderato ma non concesso, non si permetteranno di sgarrare allo schema e soffriranno per questo motivo. Può succedere, siamo umani, ma secondo me quello che conta è ESSERCI, REGALARE LA NOSTRA PRESENZA.
Non è facile e lo so perché ogni anno ho scelto si mangiare il mio misero pasto anche il giorno di Natale e veder tutti gli altri buttarsi su squisitezze varie. Avrei voluto piangere in quei momenti, mi sentivo più che in festa in depressione. Avrei voluto essere sola, annullare quel giorno, perché mai doveva essere festa? Festa per chi?
Forse qualcuno tra di voi se lo domanda, forse vorrebbe passare le festività solo per essere al "sicuro" con il cibo, o per dedicarsi ai soliti rituali di binge, alle abbuffate, alle mangiate senza fine di nascosto.
Qualcuno avrà già deciso di stare solo, di non festeggiare, e non mi riferisco ai festeggiamenti con il cibo, ma a quelli fatti di emozioni, scambi di opinioni, risate, tranquillità.
Chiedetevi se ne vale la pena, stare da soli mentre tutto il mondo intorno festeggia.
Ci meritiamo anche noi un po ' di caldo affettuoso nel cuore.
Non mi sento di scrivere " Buon Natale! "! Perché sappiamo che non sarà facile, quindi vi auguro di avere forza, coraggio, testardaggine, per continuare la vostra partita per conquistare la vita.
Un abbraccio
mercoledì 17 dicembre 2014
vorrei parlare... vorrei...vor...
Vorrei raccontare...
Vorrei parlare...
Vorrei...
Vor...
Ehi ascoltami,
Sono quà,
Non far finta di non vedermi,
Non fingere di non sentirmi.
Sono cambiata lo so, sono diventata acida, ho dovuto mentire per proteggere chi mi stava attorno, non perché non provo più affetto, non volevo che tutto si ripetesse per l'ennesima volta, almeno per gli altri.
Sono andata alla ricerca di amore e ne ho trovato; mi ha fatto bene, una medicina efficace fino ad un certo punto,ma poi tutto è di nuovo crollato.
Ecco, io vorrei vivere di quegli istanti, di quelle frasi, di quelle chiacchierate, di quei pomeriggi, di quei viaggi in macchina, di quei sorrisi, di quegli sguardi.
Eppure, eppure qualcosa dentro me non va.
Il vuoto, il dolore, l'amaro nello stomaco e in bocca. La testa piena di pensieri, un'overdose di ansia.
Ricordo che ogni grande viaggio inizia con un primo passo. Io sono già partita tante volte per smarrirmi poi sempre.
Adesso dove vado?
Avanti, sempre avanti.
Per quale strada?
Non so, ma sempre avanti.
Per quanto tempo? Dove? Quando? ? Perché?
Non so.
L'unica cosa che so è di non sapere.
Vorrei parlare...
Vorrei...
Vor...
Ehi ascoltami,
Sono quà,
Non far finta di non vedermi,
Non fingere di non sentirmi.
Sono cambiata lo so, sono diventata acida, ho dovuto mentire per proteggere chi mi stava attorno, non perché non provo più affetto, non volevo che tutto si ripetesse per l'ennesima volta, almeno per gli altri.
Sono andata alla ricerca di amore e ne ho trovato; mi ha fatto bene, una medicina efficace fino ad un certo punto,ma poi tutto è di nuovo crollato.
Ecco, io vorrei vivere di quegli istanti, di quelle frasi, di quelle chiacchierate, di quei pomeriggi, di quei viaggi in macchina, di quei sorrisi, di quegli sguardi.
Eppure, eppure qualcosa dentro me non va.
Il vuoto, il dolore, l'amaro nello stomaco e in bocca. La testa piena di pensieri, un'overdose di ansia.
Ricordo che ogni grande viaggio inizia con un primo passo. Io sono già partita tante volte per smarrirmi poi sempre.
Adesso dove vado?
Avanti, sempre avanti.
Per quale strada?
Non so, ma sempre avanti.
Per quanto tempo? Dove? Quando? ? Perché?
Non so.
L'unica cosa che so è di non sapere.
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venerdì 12 dicembre 2014
ritratti psicologici di una famiglia
Ho scritto tanti post da quando ho aperto il mio blog, ma non mi sono mai soffermata sul dolore che i disturbi alimentari portano nella famiglia di chi ne soffre... perché è vero che siamo noi a stare male, ma più guardo la mia famiglia, più mi sento in colpa per cosa gli sto facendo passare e cosa gli ho fatto passare. Non soffre solo il malato, ma anche tutta la famiglia e le persone che gli vogliono bene, sono sofferenze diverse ma si tratta sempre di dolore.
Potrei delineare dei ritratti psicologici della mia famiglia, e forse qualcuno potrà rivedere in questi i suoi genitori o alcune madri o padri potranno identificarsi con i miei...
Mia madre, ogni giorno, quando mi sveglio si preoccupa se ho dormito o no, forse perché in passato le notti erano in bianco. Ha molto spesso lacrime agli occhi quando mi guarda, mi chiama "ragnetto" accennando un sorriso per descrivere il mio fisico, ma dietro si vede che ci sta male. Ha difficoltà nel domandarmi cosa prevede "la mia dieta", è preoccupata quando deve cucinare non solo per mio padre ma anche per la famiglia di mia sorella. È come se il cibo fosse diventato un problema per lei, non a livello di fisico, ma ha paura di non cucinare più bene come una volta, non riesce a chiedermi consigli culinari che ogni madre chiederebbe ad una figlia di 20 anni. Passa delle giornate in cui è triste, arrabbiata con sé stessa. In quei giorni diventa intrattabile. E io vorrei tanto sparire quando la situazione è così, mi chiedo che razza di persona sono, far così male a chi mi ha messo al mondo.
Mio padre osserva tutto in silenzio, ormai non prova più a fare osservazioni sulla mia alimentazione, ha paura delle mie aggressioni verbali. Ogni tanto mi abbraccia o mi sorride, spesso mi ricorda a fatti e parole che lui mi vuole bene. È premuroso, si preoccupa sempre per la mia salute. Ogni tanto cerca di instaurare un dialogo con me, soprattutto quando mi vede triste, ma la sua buona volontà cade dopo pochi secondi a causa del mio brutto carattere... ed ecco che mi chiedo di nuovo che razza di persona sono.
Ho due sorelle, gemelle ma diversissime nel carattere. Hanno visto la malattia da lontano, ma anche loro sono state attaccate. Una vive all'estero, e mi ha confessato delle sue nottate passate in bianco a pensare alla mia salute cagionevole, al fatto che potrei stare male da un momento all'altro. È triste quando lo sono anche io, cerca di darmi consigli, cerchiamo di fare progetti per il mio futuro, ma io dopo poco divento distaccata.
L'altra mia sorella vive in Italia, ci vediamo una volta a settimana. Adesso anche due, perché molto spesso passiamo giornate insieme, solo noi due, e mi riempe di positività. Sto bene con Lei, ma poi quando torno a casa, queste mura mi soffocano di nuovo. Vivo con impazienza quella che è l'attesa per il " giorno tra sorelle", quando viene decisa la data è quasi un conto alla rovescia.
Le mie sorellone cercano di aiutarmi, ogni tanto mi chiedono notizie sulla mia situazione, ogni tanto cercano di sdrammatizzare quando diventa tutto " pesante", e fanno bene.
Ho due nipoti, uno di 6 anni l'altro di 4... anche loro intaccati da questa malattia?
Forse il più grande, forse F.
So che tutti quello che sto facendo per venire fuori da questa situazione, per non tornare indietro, lo faccio per loro. Loro che meritano una zia migliore, con la quale poter cucinare una torta, o mangiare merenda, o guardare un film con tranquillità. Loro meritano il meglio, e mi vengono sempre le lacrime agli occhi a pensare a F. Che pochi mesi fa mi ha detto " devo farti guarire da questo mal di pancia"... e A, il più piccolo, nato e cresciuto in questa situazione sembra non farci troppo caso per adesso. Spero.
Vorrei essere una persona migliore.
Potrei delineare dei ritratti psicologici della mia famiglia, e forse qualcuno potrà rivedere in questi i suoi genitori o alcune madri o padri potranno identificarsi con i miei...
Mia madre, ogni giorno, quando mi sveglio si preoccupa se ho dormito o no, forse perché in passato le notti erano in bianco. Ha molto spesso lacrime agli occhi quando mi guarda, mi chiama "ragnetto" accennando un sorriso per descrivere il mio fisico, ma dietro si vede che ci sta male. Ha difficoltà nel domandarmi cosa prevede "la mia dieta", è preoccupata quando deve cucinare non solo per mio padre ma anche per la famiglia di mia sorella. È come se il cibo fosse diventato un problema per lei, non a livello di fisico, ma ha paura di non cucinare più bene come una volta, non riesce a chiedermi consigli culinari che ogni madre chiederebbe ad una figlia di 20 anni. Passa delle giornate in cui è triste, arrabbiata con sé stessa. In quei giorni diventa intrattabile. E io vorrei tanto sparire quando la situazione è così, mi chiedo che razza di persona sono, far così male a chi mi ha messo al mondo.
Mio padre osserva tutto in silenzio, ormai non prova più a fare osservazioni sulla mia alimentazione, ha paura delle mie aggressioni verbali. Ogni tanto mi abbraccia o mi sorride, spesso mi ricorda a fatti e parole che lui mi vuole bene. È premuroso, si preoccupa sempre per la mia salute. Ogni tanto cerca di instaurare un dialogo con me, soprattutto quando mi vede triste, ma la sua buona volontà cade dopo pochi secondi a causa del mio brutto carattere... ed ecco che mi chiedo di nuovo che razza di persona sono.
Ho due sorelle, gemelle ma diversissime nel carattere. Hanno visto la malattia da lontano, ma anche loro sono state attaccate. Una vive all'estero, e mi ha confessato delle sue nottate passate in bianco a pensare alla mia salute cagionevole, al fatto che potrei stare male da un momento all'altro. È triste quando lo sono anche io, cerca di darmi consigli, cerchiamo di fare progetti per il mio futuro, ma io dopo poco divento distaccata.
L'altra mia sorella vive in Italia, ci vediamo una volta a settimana. Adesso anche due, perché molto spesso passiamo giornate insieme, solo noi due, e mi riempe di positività. Sto bene con Lei, ma poi quando torno a casa, queste mura mi soffocano di nuovo. Vivo con impazienza quella che è l'attesa per il " giorno tra sorelle", quando viene decisa la data è quasi un conto alla rovescia.
Le mie sorellone cercano di aiutarmi, ogni tanto mi chiedono notizie sulla mia situazione, ogni tanto cercano di sdrammatizzare quando diventa tutto " pesante", e fanno bene.
Ho due nipoti, uno di 6 anni l'altro di 4... anche loro intaccati da questa malattia?
Forse il più grande, forse F.
So che tutti quello che sto facendo per venire fuori da questa situazione, per non tornare indietro, lo faccio per loro. Loro che meritano una zia migliore, con la quale poter cucinare una torta, o mangiare merenda, o guardare un film con tranquillità. Loro meritano il meglio, e mi vengono sempre le lacrime agli occhi a pensare a F. Che pochi mesi fa mi ha detto " devo farti guarire da questo mal di pancia"... e A, il più piccolo, nato e cresciuto in questa situazione sembra non farci troppo caso per adesso. Spero.
Vorrei essere una persona migliore.
mercoledì 3 dicembre 2014
Dancing !
Sono tornata dalle lezione di Dancing.
Ballare e cantare per sfogarsi, per non pensare. E per pochi secondi, a volte un minuto riesco a staccare la spina, ovvero non penso a me, al mio fisico, al peso, al cibo, ma ai passi di danza che devo fare.
Ok, a me è sempre piaciuto ballare, il mondo della danza mi attira parecchio anche se ho scelto quello della pallavolo. E oggi sorrido per questa mia scelta, perchè la prima volta che l'istruttrice di dancing mi ha vista, ha detto di dimenticarmi tutti i passi della danza classica perchè quel corso era diverso. Io le ho subito risposto " ma io con la danza non ho mai avuto niente a che fare, anzi non so muovermi" e lei mi ha risposto più o meno così: " ah scusami, è solo che il tuo fisico così esile e minuto e il tuo portamento, mi hanno fatta pensare subito ad una ballerina di classica... beh ancora meglio, ti divertirai di più!".
Ed è vero, quando non mi vedo riflessa nel mega specchio mi " diverto"... penso alla musica, ai passi, alla canzone... ma poi ecco che spunta anche solo la mia mano su quel dannato specchio e subito ritorno alla relatà, ovvero " così bruci calorie, forza, balla e salta. Ti vedi allo specchio? la scorsa settimana eri più magra, adesso sei ingrassata, quindi? muoviti dai, sei la solita pigrona. E sai che non è un'ora di questa ginnastica a farti dimagrire, dovresti far ben altro, decidi tu cosa".
Datemi uno schiaffo, e anche forte.
Non riesco a riprendermi.
Ballare e cantare per sfogarsi, per non pensare. E per pochi secondi, a volte un minuto riesco a staccare la spina, ovvero non penso a me, al mio fisico, al peso, al cibo, ma ai passi di danza che devo fare.
Ok, a me è sempre piaciuto ballare, il mondo della danza mi attira parecchio anche se ho scelto quello della pallavolo. E oggi sorrido per questa mia scelta, perchè la prima volta che l'istruttrice di dancing mi ha vista, ha detto di dimenticarmi tutti i passi della danza classica perchè quel corso era diverso. Io le ho subito risposto " ma io con la danza non ho mai avuto niente a che fare, anzi non so muovermi" e lei mi ha risposto più o meno così: " ah scusami, è solo che il tuo fisico così esile e minuto e il tuo portamento, mi hanno fatta pensare subito ad una ballerina di classica... beh ancora meglio, ti divertirai di più!".
Ed è vero, quando non mi vedo riflessa nel mega specchio mi " diverto"... penso alla musica, ai passi, alla canzone... ma poi ecco che spunta anche solo la mia mano su quel dannato specchio e subito ritorno alla relatà, ovvero "
Datemi uno schiaffo, e anche forte.
Non riesco a riprendermi.
martedì 2 dicembre 2014
erano le 18 di un pomeriggio... e Lei mi riconosce?
Alle 18 di un semi-tranquillo pomeriggio autunnale, mi dirigo al negozio per animali con il fine di comprare le crocchette al mio cagnolino... Alla fine di tutto c'è l'ho fatta e ci ho anche guadagnato due porta chiavi e un disco orario per la macchina di una marca di cibo per cani. Così sono uscita dal negozio soddisfatta del mio acquisto.
Ma non è questo il punto.
Questa è la fine del mio semi-tranquillo pomeriggio, c'è un lasso di tempo che va dalle 18 alle 18 e 20 circa in cui sono stata in piedi, fuori dal negozio a fissare il vuoto e pensare, ricordare, pensare e ribollire di rabbia.
Erano le 18 e all'entrata del negozio noto un viso conosciuto.
Ho sentito le sinapsi del mio cervello lavorare, collegarsi tra loro, illuminarsi ( se fosse anche possibile)... quella era la dottoressa dell'ambulatorio che mi aveva dato la prima dieta in assoluto per l'iperinsulinemia, la dieta che poi mi ha fatta scivolare giù nella malattia entrando a conoscenza dei cardoidrati, grassi, zuccheri, proteine, mamma grassa e massa magra ecc...
Me la sono vista passare davanti e avrei voluto chiamarla, avrei voluto parlarle, forse le avrei solo chiesto " mi riconosce?"
Sì, sono io. Quella ragazzina che a 54 chili per lei - non aveva chili da perdere-, ma che a 48 chili - aveva perso il peso in eccesso-.
Sì sono io, quella bambina ormai grande che mangiava almeno un dolce al giorno, che tre volte a settimana faceva colazione con il croissant, che da merenda si mangiava pane e nutella, cioccolata calda, latte e biscotti, pane e prosciutto, frutta sciroppata, thè zuccherato...
ricordo di esser stata timida mentre le raccontavo come andava lo studio liceale.
Li vede i miei occhi? se sì, li legge? alcune persone mi dicono che sono dolci ma allo stesso tempo tanto tristi. La legge la rabbia? il fuoco nei miei occhi?
Sa, come c'era scritto in quella dieta non mangio nessun dolce; l'unica cosa semi dolce che arriva alla mia bocca sono i corn fakes della colazione. Avrei una gran voglia di mangiare un biscotto, una fetta di torta fatta in casa, anche solo un quadratino di cioccolato, ma non riesco, non posso perchè dopo si scatenerebbe l'inferno, dopo dovrei punirmi, e non so se fa più male rinunciare alle pietanze piuttosto che cadere in tentazione e poi odiarsi a morte e non voler più uscire di casa.
Le vede le mie mani? ho le unghie strappate, le pellicine sanguinanti, eppure metto lo smalto.
E il mio viso? ha notato che non lo trucco nemmeno più? io adoro il make-up, ma non sento di dover valorizzare la mia faccia, così come nessuna parte del mio corpo.
E la sente la guerra in corso nella mia testa? i crampi allo stomaco? e il freddo nelle ossa? quello è micidiale, non bastano gli strati di vestiti per corpirsi e poi sono così pesanti da portare tanti indumenti addosso, ho male a tutti i muscoli della schiena e braccia.
Mi riconosce ancora? ho circa 18 chili in meno, eppure sono un macigno.
E mentre pensavo, quell'audi nera si allontanava dal parcheggio e rimasi sola, con la mia borsa rossa e il peso dei ricordi.
Ma non è questo il punto.
Questa è la fine del mio semi-tranquillo pomeriggio, c'è un lasso di tempo che va dalle 18 alle 18 e 20 circa in cui sono stata in piedi, fuori dal negozio a fissare il vuoto e pensare, ricordare, pensare e ribollire di rabbia.
Erano le 18 e all'entrata del negozio noto un viso conosciuto.
Ho sentito le sinapsi del mio cervello lavorare, collegarsi tra loro, illuminarsi ( se fosse anche possibile)... quella era la dottoressa dell'ambulatorio che mi aveva dato la prima dieta in assoluto per l'iperinsulinemia, la dieta che poi mi ha fatta scivolare giù nella malattia entrando a conoscenza dei cardoidrati, grassi, zuccheri, proteine, mamma grassa e massa magra ecc...
Me la sono vista passare davanti e avrei voluto chiamarla, avrei voluto parlarle, forse le avrei solo chiesto " mi riconosce?"
Sì, sono io. Quella ragazzina che a 54 chili per lei - non aveva chili da perdere-, ma che a 48 chili - aveva perso il peso in eccesso-.
Sì sono io, quella bambina ormai grande che mangiava almeno un dolce al giorno, che tre volte a settimana faceva colazione con il croissant, che da merenda si mangiava pane e nutella, cioccolata calda, latte e biscotti, pane e prosciutto, frutta sciroppata, thè zuccherato...
ricordo di esser stata timida mentre le raccontavo come andava lo studio liceale.
Li vede i miei occhi? se sì, li legge? alcune persone mi dicono che sono dolci ma allo stesso tempo tanto tristi. La legge la rabbia? il fuoco nei miei occhi?
Sa, come c'era scritto in quella dieta non mangio nessun dolce; l'unica cosa semi dolce che arriva alla mia bocca sono i corn fakes della colazione. Avrei una gran voglia di mangiare un biscotto, una fetta di torta fatta in casa, anche solo un quadratino di cioccolato, ma non riesco, non posso perchè dopo si scatenerebbe l'inferno, dopo dovrei punirmi, e non so se fa più male rinunciare alle pietanze piuttosto che cadere in tentazione e poi odiarsi a morte e non voler più uscire di casa.
Le vede le mie mani? ho le unghie strappate, le pellicine sanguinanti, eppure metto lo smalto.
E il mio viso? ha notato che non lo trucco nemmeno più? io adoro il make-up, ma non sento di dover valorizzare la mia faccia, così come nessuna parte del mio corpo.
E la sente la guerra in corso nella mia testa? i crampi allo stomaco? e il freddo nelle ossa? quello è micidiale, non bastano gli strati di vestiti per corpirsi e poi sono così pesanti da portare tanti indumenti addosso, ho male a tutti i muscoli della schiena e braccia.
Mi riconosce ancora? ho circa 18 chili in meno, eppure sono un macigno.
E mentre pensavo, quell'audi nera si allontanava dal parcheggio e rimasi sola, con la mia borsa rossa e il peso dei ricordi.
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lunedì 24 novembre 2014
Chissà perchè ricordi troppo
"Ma io sto bene".
Una delle più grandi bugie che celano i dca.
Ricordi tutto...
La prima volta in cui hai fumato una sigaretta di nascosto dai genitori sui gradini dall'entrata di scuola...
La prima volta che sei andata a ballare, forse con il documento di una tua amica perchè non avevi ancora l'età per entrare in discoteca.
Ricordi il primo capodanno passato fuori casa a fare il conto alla rovescia ammirando un cielo pieno di stelle, e con lui ricordi anche la prima sbronza.
Ti ricordi ancora di quando eri innamorata di un ragazzo di un anno in meno di te e allora durante l'intervallo ti recavi nella sua classe con la scusa di dover parlare al professore.
E ti si disegna un sorriso sul viso e continui a pensare.
Il sorriso svanisce.
Ricordi...
La prima volta che la bilancia ha segnato un chilo in meno e la decisione di perdere ancora peso...
Ricordi la prima volta che hai ristretto e l'insoddisfazione perchè dovevi digiunare e non " mangiare poco"...
C'è sempre la prima volta...
La prima volta in cui ti sei contorta e piegata in due per vomitare ciò che avevi mangiato...
La prima abbuffata fatta di gelato e nutella e pizza...
E quella volta in cui hai avuto la sensazione di volare in aria perchè le gambe non reggevano più il peso del tuo corpo.
La prima sigaretta spenta sul polso, la seconda e le altre... che oggi lasciano solo più dei cerchietti rossi sulla pelle.
E ancora...
Chissà perchè, ricordi sempre troppo.
E il più delle volte ti nascondevi dietro a quel " Ma io sto bene".
Una delle più grandi bugie che celano i dca.
Ricordi tutto...
La prima volta in cui hai fumato una sigaretta di nascosto dai genitori sui gradini dall'entrata di scuola...
La prima volta che sei andata a ballare, forse con il documento di una tua amica perchè non avevi ancora l'età per entrare in discoteca.
Ricordi il primo capodanno passato fuori casa a fare il conto alla rovescia ammirando un cielo pieno di stelle, e con lui ricordi anche la prima sbronza.
Ti ricordi ancora di quando eri innamorata di un ragazzo di un anno in meno di te e allora durante l'intervallo ti recavi nella sua classe con la scusa di dover parlare al professore.
E ti si disegna un sorriso sul viso e continui a pensare.
Il sorriso svanisce.
Ricordi...
La prima volta che la bilancia ha segnato un chilo in meno e la decisione di perdere ancora peso...
Ricordi la prima volta che hai ristretto e l'insoddisfazione perchè dovevi digiunare e non " mangiare poco"...
C'è sempre la prima volta...
La prima volta in cui ti sei contorta e piegata in due per vomitare ciò che avevi mangiato...
La prima abbuffata fatta di gelato e nutella e pizza...
E quella volta in cui hai avuto la sensazione di volare in aria perchè le gambe non reggevano più il peso del tuo corpo.
La prima sigaretta spenta sul polso, la seconda e le altre... che oggi lasciano solo più dei cerchietti rossi sulla pelle.
E ancora...
Chissà perchè, ricordi sempre troppo.
E il più delle volte ti nascondevi dietro a quel " Ma io sto bene".
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giovedì 20 novembre 2014
quasi 20...
Tra poco tempo dirò addio ai miei 19 anni...
Come descrivere quest'anno? I 19 sono stati l'anno in cui ho preso la patente, mi sono diplomata, ho conosciuto persone che mi hanno dato un grande aiuto, ho scoperto la mia passione per l'arte e per l'insegnamento. Di cose positive ce ne sono comunque state.
Tra due settimane entrerò nei 20... cifra tonda. Forse sarà un anno giusto, forse sarà l'anno decisivo.
So che prima o poi succederà. Eccome se accadrà. Rinascerò dalle mie ceneri come una fenice e mi alzerò in un timido volo simile a quello di una farfalla dopo la metamorfosi da bruco. Smetterò di calpestare i pezzi della mia anima frantumata e saprò mettere tutte le schegge in un angolo, pronte da analizzare e poter constatare se vale la pena salvarle oppure no.
Ci sarà il giorno in cui smetterò di martoriare il mio corpo e gli permetterò almeno di respirare.
Arriverà quel momento, ma non è ancora adesso.
Prima ho bisogno di cambiare me stessa.
Come descrivere quest'anno? I 19 sono stati l'anno in cui ho preso la patente, mi sono diplomata, ho conosciuto persone che mi hanno dato un grande aiuto, ho scoperto la mia passione per l'arte e per l'insegnamento. Di cose positive ce ne sono comunque state.
Tra due settimane entrerò nei 20... cifra tonda. Forse sarà un anno giusto, forse sarà l'anno decisivo.
So che prima o poi succederà. Eccome se accadrà. Rinascerò dalle mie ceneri come una fenice e mi alzerò in un timido volo simile a quello di una farfalla dopo la metamorfosi da bruco. Smetterò di calpestare i pezzi della mia anima frantumata e saprò mettere tutte le schegge in un angolo, pronte da analizzare e poter constatare se vale la pena salvarle oppure no.
Ci sarà il giorno in cui smetterò di martoriare il mio corpo e gli permetterò almeno di respirare.
Arriverà quel momento, ma non è ancora adesso.
Prima ho bisogno di cambiare me stessa.
martedì 18 novembre 2014
la normalità ormai funzionale
Tante volte penso di scrivere... e poi ho paura di dire solo sempre le solite cose.
Un aggiornamento random sulla mia vita?
Oggi il mio umore non è il massimo, forse per colpa delle mie analisi del sangue. Finalmente non ho più la glicemia bassa ( grande notizia!), però ho rimediato l'anemia e l' ipotiroidismo. Non riesco a capire... riesco a riportare normale un valore del sangue per poi averne ben 5 sballati? Non so più cosa fare con questo mio corpo.
Adesso almeno riesco a spiegare la mia stanchezza e il senso di vertigine che provo tutti i giorni.
Domenica sono andata alla fiera del mio paese, per me una grande conquista... ho cercato di vestrirmi carina con un paio di jeans un po ' attillati, le scarpe invernali ma molto eleganti, una giacca nera con una sciarpa di mille colori al collo.
Ero terrorizzata, avevo paura di farmi vedere in paese... non volevo esporre il mio fisico, forse più grande del solito. Paura dei commenti.
Ho passato un'oretta a camminare tra le bancarelle per mano dei miei nipotini. Forse loro mi hanno aiutata. Non forse, ma sicuramente. Li osservavo mentre camminavano e cercavano tra le persone visi conosciuti. Mi stringevano forte la mano per paura di perdersi, se qualcuno li salutava si nascondevano dietro alle mie gambe. E a me veniva da sorridere e piangere allo stesso momento, quanta tenerezza riescono a trasmettermi, anche nelle giornate più fredde.
Per il resto... sono passati 14 giorni dalla visita a Villa Margherita, ancora 46 giorni circa per iniziare il nuovo percorso. Ieri sono andata alla visita psichiatrica in ambulatorio a Torino e la dottoressa mi ha confessato che se non avessi chiamato io la clinica lo avrebbe fatto Lei, ovviamente dopo il mio consenso.
Quindi... sono solo arrivata prima dei medici alla stessa conclusione.
Forse dovrebbe essere il contrario?
Va beh. Poco importa adesso.
Stay strong.
Pulce.
Un aggiornamento random sulla mia vita?
Oggi il mio umore non è il massimo, forse per colpa delle mie analisi del sangue. Finalmente non ho più la glicemia bassa ( grande notizia!), però ho rimediato l'anemia e l' ipotiroidismo. Non riesco a capire... riesco a riportare normale un valore del sangue per poi averne ben 5 sballati? Non so più cosa fare con questo mio corpo.
Adesso almeno riesco a spiegare la mia stanchezza e il senso di vertigine che provo tutti i giorni.
Domenica sono andata alla fiera del mio paese, per me una grande conquista... ho cercato di vestrirmi carina con un paio di jeans un po ' attillati, le scarpe invernali ma molto eleganti, una giacca nera con una sciarpa di mille colori al collo.
Ero terrorizzata, avevo paura di farmi vedere in paese... non volevo esporre il mio fisico, forse più grande del solito. Paura dei commenti.
Ho passato un'oretta a camminare tra le bancarelle per mano dei miei nipotini. Forse loro mi hanno aiutata. Non forse, ma sicuramente. Li osservavo mentre camminavano e cercavano tra le persone visi conosciuti. Mi stringevano forte la mano per paura di perdersi, se qualcuno li salutava si nascondevano dietro alle mie gambe. E a me veniva da sorridere e piangere allo stesso momento, quanta tenerezza riescono a trasmettermi, anche nelle giornate più fredde.
Per il resto... sono passati 14 giorni dalla visita a Villa Margherita, ancora 46 giorni circa per iniziare il nuovo percorso. Ieri sono andata alla visita psichiatrica in ambulatorio a Torino e la dottoressa mi ha confessato che se non avessi chiamato io la clinica lo avrebbe fatto Lei, ovviamente dopo il mio consenso.
Quindi... sono solo arrivata prima dei medici alla stessa conclusione.
Forse dovrebbe essere il contrario?
Va beh. Poco importa adesso.
Stay strong.
Pulce.
domenica 9 novembre 2014
sarò pronta a giocarmi anche l'ultimo brandello di me stessa
Il mio respiro è come fumo nell'aria fredda.
Cammino per la città, ma la strada è troppo affollata per i miei gusti.
Sento gli occhi della gente fissi su di me, ma non è così, so che ognuno in questo momento si sta facendo i propri affari e la mia presenza non fa rumore.
So che è così ma nonostante tutto mi sento osservata.
Il mio sguardo è rivolto al marciapiede, passa velocemente tra una persona ed un'altra.
Un profumo rompe l'aria... pane appena sfornato. Sveltisco il mio passo, devo andare più lontano possibile da quel profumo nauseabondo.
"Ciao! " ... forse parlano a me. Alzo lo sguardo e riconosco un volto conosciuto. Fingo un sorriso. "Ciao...." rispondo.
"Com'è andata la visita del 4 novembre a Vicenza?"... io "ah bene grazie... ". "E cosa ti hanno detto? "... fingo di non sentire, "scusa ma sono di frettissima, magari ne parliamo sabato davanti ad un caffè. È una storia lunga. Adesso devo scappare".
Me ne vado come una fuggitiva.
Il 4 novembre. Ho aspettato con ansia quel giorno, un' attesa di 54 giorni...ho fatto il conto alla rovescia sperando tanto di trovare un aiuto in quella data. Ho avuto la prima visita presso la Casa di Cura Villa Margherita; ho parlato di me, del mio dolore, della mia stanchezza, ma della mia voglia di farcela, di migliorare la mia vita. E sono stata messa in lista d'attesa per il ricovero, una lista di due mesi circa.
Quel giorno, dopo la visita, ho intravisto di nuovo uno spiraglio di luce. Ho trovato l'aiuto e dovrò mettercela tutta, sono pronta a giocarmi ogni frammento della mia anima per stare meglio.
E la gente, quando ha saputo che avrei avuto una visita in una clinica mi domandava: " ma sei sicura che sia il caso di andare in una casa di cura? Non sei così magra. Quando ti avevano ricoverato eri scheletrica, adesso no" . " davvero? Una soluzione così? A me non sembra più il caso di ricorrere a questa soluzione, stai molto meglio adesso. Mangi pure."
E invece no cavolo. Loro non sanno. Ho la guerra dentro, ho il dolore intrappolato dentro tra una costola e l'altra. Cosa importa se adesso non sono più x chili? Cosa importa se adesso sono due anni che sembro tranquilla?
Tranquilla io? No. Nessuno sa dei miei sacrifici per mantenere questo peso e non ingrassare, nessuno sa quanto vorrei stare bene con me stessa ma non ce la faccio. Nessuno sa quanto fa male non poter partecipare alle feste di famiglia a causa di un malessere interiore.
Pochi sanno e tanti parlano.
Ho paura si, ho paura. Ho chiesto aiuto, ma davanti all'idea di dover affrontare i mostri che ho dentro mi chiudo sempre di più.
Ho chiesto aiuto perché la malattia mi ha sfinita.
Ho chiesto aiuto perché vorrei ricominciare a sorridere.
Ho chiesto aiuto perché da sola non ce la faccio più.
Cammino per la città, ma la strada è troppo affollata per i miei gusti.
Sento gli occhi della gente fissi su di me, ma non è così, so che ognuno in questo momento si sta facendo i propri affari e la mia presenza non fa rumore.
So che è così ma nonostante tutto mi sento osservata.
Il mio sguardo è rivolto al marciapiede, passa velocemente tra una persona ed un'altra.
Un profumo rompe l'aria... pane appena sfornato. Sveltisco il mio passo, devo andare più lontano possibile da quel profumo nauseabondo.
"Ciao! " ... forse parlano a me. Alzo lo sguardo e riconosco un volto conosciuto. Fingo un sorriso. "Ciao...." rispondo.
"Com'è andata la visita del 4 novembre a Vicenza?"... io "ah bene grazie... ". "E cosa ti hanno detto? "... fingo di non sentire, "scusa ma sono di frettissima, magari ne parliamo sabato davanti ad un caffè. È una storia lunga. Adesso devo scappare".
Me ne vado come una fuggitiva.
Il 4 novembre. Ho aspettato con ansia quel giorno, un' attesa di 54 giorni...ho fatto il conto alla rovescia sperando tanto di trovare un aiuto in quella data. Ho avuto la prima visita presso la Casa di Cura Villa Margherita; ho parlato di me, del mio dolore, della mia stanchezza, ma della mia voglia di farcela, di migliorare la mia vita. E sono stata messa in lista d'attesa per il ricovero, una lista di due mesi circa.
Quel giorno, dopo la visita, ho intravisto di nuovo uno spiraglio di luce. Ho trovato l'aiuto e dovrò mettercela tutta, sono pronta a giocarmi ogni frammento della mia anima per stare meglio.
E la gente, quando ha saputo che avrei avuto una visita in una clinica mi domandava: " ma sei sicura che sia il caso di andare in una casa di cura? Non sei così magra. Quando ti avevano ricoverato eri scheletrica, adesso no" . " davvero? Una soluzione così? A me non sembra più il caso di ricorrere a questa soluzione, stai molto meglio adesso. Mangi pure."
E invece no cavolo. Loro non sanno. Ho la guerra dentro, ho il dolore intrappolato dentro tra una costola e l'altra. Cosa importa se adesso non sono più x chili? Cosa importa se adesso sono due anni che sembro tranquilla?
Tranquilla io? No. Nessuno sa dei miei sacrifici per mantenere questo peso e non ingrassare, nessuno sa quanto vorrei stare bene con me stessa ma non ce la faccio. Nessuno sa quanto fa male non poter partecipare alle feste di famiglia a causa di un malessere interiore.
Pochi sanno e tanti parlano.
Ho paura si, ho paura. Ho chiesto aiuto, ma davanti all'idea di dover affrontare i mostri che ho dentro mi chiudo sempre di più.
Ho chiesto aiuto perché la malattia mi ha sfinita.
Ho chiesto aiuto perché vorrei ricominciare a sorridere.
Ho chiesto aiuto perché da sola non ce la faccio più.
venerdì 7 novembre 2014
Brucio come l'incenso
Scrivo e davanti a me sta bruciando un incenso profumato.
L'incenso si sta consumando e la mia anima lo segue. Il mio essere si sta spegnendo;
No ho più voglia di sorridere e ho sempre freddo, ma non cerco un abbraccio in cui scaldarmi, non lo merito.
È come avere un peso sullo stomaco, sui polmoni fino alla gola. È un peso vuoto che chiede costantemente cibo al mio corpo. Più cibo del solito e io non sono in grado di concederglielo.
Non so quanto peso e non voglio saperlo. Non voglio salire su quella macchina della tortura. Forse sono ingrassata o forse sono dimagrita, non lo so. O forse il mio peso è sempre uguale.
La notte mi rigiro in continuazione nel letto, sono sola con la mia mente, sola con i miei fantasmi, sola con i miei segreti. Parole che non sussurrerò mai, emozioni che non vivrò mai.
La voglia di piangere sale fino alla gola ma poi trattengo i singhiozzi. Scende solo una lacrima solitaria sulla mia guancia, lentamente, quasi facendomi il solletico.
L'incenso ora si è spento... devo cercare un modo per portare il salvo la mia anima.
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martedì 28 ottobre 2014
settimane instabili e gridi silenziosi
Anni passati ad affamare il mio corpo,
Mesi trascorsi a giocare a cache cache con la salute.
Nonostante il tempo, tutto continua.
Mi chiedo che fine abbia fatto la mia grinta,
Quella che due anni fa voleva spaccare il mondo e la malattia.
Sono rimasta io, sola, con l'anoressia.
Ogni giorno mi odio, odio Lei.
Odio la fame, la stanchezza, l'irritabilità, la mancanza di entusiasmo, l'insonnia, le ossessioni, le ossa, gli specchi, le calorie.
Odio essere così triste, odio scoppiare a piangere ogni giorno tra le braccia di mia madre.
Nonostante tutto questo odio, non riesco a districarmi dalle corde della malattia. A volte le sento così strette al collo fino a togliermi il fiato.
Grido piangendo, urlo che voglio stare meglio, che sono stanca, che non ce la faccio davvero più.
Vorrei uscire da questa trappola, voglio uscire da questo schifo, ma non ce la faccio.
Non so spiegare come sono state queste ultime settimane: giorni di crisi, fame ventiquattro ore su ventiquattro, insonnia, giorni in cui avrei voluto svuotare tutta me stessa, giorni di rabbia, giorni di restrizione, giorni di calcoli calorici, notti di incubi, notti eterne, notti affamate, giorni di attività fisica, giorni di stanchezza, giorni di lacrime.
Settimane instabili.
Mesi trascorsi a giocare a cache cache con la salute.
Nonostante il tempo, tutto continua.
Mi chiedo che fine abbia fatto la mia grinta,
Quella che due anni fa voleva spaccare il mondo e la malattia.
Sono rimasta io, sola, con l'anoressia.
Ogni giorno mi odio, odio Lei.
Odio la fame, la stanchezza, l'irritabilità, la mancanza di entusiasmo, l'insonnia, le ossessioni, le ossa, gli specchi, le calorie.
Odio essere così triste, odio scoppiare a piangere ogni giorno tra le braccia di mia madre.
Nonostante tutto questo odio, non riesco a districarmi dalle corde della malattia. A volte le sento così strette al collo fino a togliermi il fiato.
Grido piangendo, urlo che voglio stare meglio, che sono stanca, che non ce la faccio davvero più.
Vorrei uscire da questa trappola, voglio uscire da questo schifo, ma non ce la faccio.
Non so spiegare come sono state queste ultime settimane: giorni di crisi, fame ventiquattro ore su ventiquattro, insonnia, giorni in cui avrei voluto svuotare tutta me stessa, giorni di rabbia, giorni di restrizione, giorni di calcoli calorici, notti di incubi, notti eterne, notti affamate, giorni di attività fisica, giorni di stanchezza, giorni di lacrime.
Settimane instabili.
giovedì 18 settembre 2014
alla ricerca di competenza
Questo tempo autunnale, la nebbiolina fine che bagna i capelli, un po' di tristezza portato dalla nuova stagione fanno si che io pensi piu del solito.
Sto pensando seriamente di farmi dimettere dal centro per dca che mi sta seguendo. Vorrei chiedere le dimissioni, sì.
I motivi sono tanti.
Da una parte mi sono seccata di andare due volte o tre al mese in quell'ambulatorio, farmi tre ore di viaggio tra andata e ritorno per poi avere una visita di quindici minuti contati, a volte meno, e sentirsi dire sempre le solite cose.
Solite frasi, solite domande " segue lo schema alimentare? " "dorme la notte?" " fa attività fisica?" ... e qualsiasi sia la mia risposta i medici dicono " bene, continui così".
Ma cavolo sono mesi su mesi e mesi che mi lamento perché non dormo, mi date medicine per dormire, ma se non funzionano siete sicuri che sia il caso di continuare a prenderle? Perché sapete, non è che faccia bene al fisico e alla salute andare avanti con psicofarmaci che servono ad un tubo.
Parlo con la dietista, le dico che almeno una volta a settimana vorrei provare a inserire nello schema alimentare un dolce e lei mi risponde " no meglio di no, non vorrei che dopo lei vada in crisi... e poi può anche avere abbuffate lo sa?"
Grazie. Quanta fiducia che mi ispira. Davvero, una voglia matta di cambiare le mie abitidini alimentari.
Espongo alla dietista il fatto che la mia dieta è fatta sempre delle solite cose tristi : bresaola, philadelphia balance, fesa di tacchino, tonno al naturale, prosciutto cotto snello... e che vorrei provare a variare un po '. E lei mi risponde che non è il caso, i principi alimentari base ci sono tutti. Grazie a sto cavolo.
Cosa vengo a fare li? Scaldare quella sedia per dieci minuti?
Ormai ho fatto il possibile in quel luogo: ricovero, day hospital, ambulatorio...
Forse è ora di rivolgersi a qualche vero esperto?
Nella mia città l'asl offre delle sedute psiclogiche per chi soffre di dca e nell' ospedale ci sono anche delle dietiste, non sono abituate a lavorare a contatto con i dca, però se potesse andare un po ' meglio?
Il 30 settembre ho la visita psichiatrica a Torino, non so davvero che fare. Chiedo le dimissioni o no? Per ora penso di chiederle ma sono ancora confusa.
Loro non possono aiutarmi, non ci riescono, forse devo rivolgermi a qualcun altro...
Sto pensando seriamente di farmi dimettere dal centro per dca che mi sta seguendo. Vorrei chiedere le dimissioni, sì.
I motivi sono tanti.
Da una parte mi sono seccata di andare due volte o tre al mese in quell'ambulatorio, farmi tre ore di viaggio tra andata e ritorno per poi avere una visita di quindici minuti contati, a volte meno, e sentirsi dire sempre le solite cose.
Solite frasi, solite domande " segue lo schema alimentare? " "dorme la notte?" " fa attività fisica?" ... e qualsiasi sia la mia risposta i medici dicono " bene, continui così".
Ma cavolo sono mesi su mesi e mesi che mi lamento perché non dormo, mi date medicine per dormire, ma se non funzionano siete sicuri che sia il caso di continuare a prenderle? Perché sapete, non è che faccia bene al fisico e alla salute andare avanti con psicofarmaci che servono ad un tubo.
Parlo con la dietista, le dico che almeno una volta a settimana vorrei provare a inserire nello schema alimentare un dolce e lei mi risponde " no meglio di no, non vorrei che dopo lei vada in crisi... e poi può anche avere abbuffate lo sa?"
Grazie. Quanta fiducia che mi ispira. Davvero, una voglia matta di cambiare le mie abitidini alimentari.
Espongo alla dietista il fatto che la mia dieta è fatta sempre delle solite cose tristi : bresaola, philadelphia balance, fesa di tacchino, tonno al naturale, prosciutto cotto snello... e che vorrei provare a variare un po '. E lei mi risponde che non è il caso, i principi alimentari base ci sono tutti. Grazie a sto cavolo.
Cosa vengo a fare li? Scaldare quella sedia per dieci minuti?
Ormai ho fatto il possibile in quel luogo: ricovero, day hospital, ambulatorio...
Forse è ora di rivolgersi a qualche vero esperto?
Nella mia città l'asl offre delle sedute psiclogiche per chi soffre di dca e nell' ospedale ci sono anche delle dietiste, non sono abituate a lavorare a contatto con i dca, però se potesse andare un po ' meglio?
Il 30 settembre ho la visita psichiatrica a Torino, non so davvero che fare. Chiedo le dimissioni o no? Per ora penso di chiederle ma sono ancora confusa.
Loro non possono aiutarmi, non ci riescono, forse devo rivolgermi a qualcun altro...
martedì 16 settembre 2014
aggiornamento di vita
Ieri sono andata in palestra, il mio primo giorno di palestra!
Ho deciso di tonificare un po ' questo mio corpo flacido, senza più un muscolo. Ma vorrei farlo bene, in modo armonico. Non mi piace un corpo troppo muscoloso in una donna, ma questo è solo un mio parere ovviamente!
Domani di nuovo palestra. Ho fatto un abbonamento che mi permette di accedere sia alla sala atrezzi che ai corsi; il mio interesse è più per i corsi che gli atrezzi anche perché così spero di conoscere nuove persone.
Non voglio nemmeno sforzare il mio corpo quindi ho deciso di andare ad allenarmi tre volte a settimana: due volte farò pilates ( quindi zero calorie da bruciare ma tanto rilassamento e aiuto per la mia scheina mal ridotta) e una lezione di flowing, zumba o dancing in base all'umore e agli orari.
Mi sembra un buon programma per rimettersi in salute. Anche perché poi durante la settimana, aiutando i miei genitori a lavoro, faccio più o meno quattro orette di camminata e come ho già detto non voglio mettere sotto sforzo il mio fisico.
Situazione corso di inglese ancora in stand by. La cosa mi irrita parecchio, vorrei iniziare subito, riempire il mio tempo con lo studio e invece non so ancora nè orari nè giorni. La pazienza è la virtù dei forti, lo so, ma ho così paura di perdere l'elasticità mentale.
Piccolo aggiornamento di una vita grigia.
Pulce♥
Ho deciso di tonificare un po ' questo mio corpo flacido, senza più un muscolo. Ma vorrei farlo bene, in modo armonico. Non mi piace un corpo troppo muscoloso in una donna, ma questo è solo un mio parere ovviamente!
Domani di nuovo palestra. Ho fatto un abbonamento che mi permette di accedere sia alla sala atrezzi che ai corsi; il mio interesse è più per i corsi che gli atrezzi anche perché così spero di conoscere nuove persone.
Non voglio nemmeno sforzare il mio corpo quindi ho deciso di andare ad allenarmi tre volte a settimana: due volte farò pilates ( quindi zero calorie da bruciare ma tanto rilassamento e aiuto per la mia scheina mal ridotta) e una lezione di flowing, zumba o dancing in base all'umore e agli orari.
Mi sembra un buon programma per rimettersi in salute. Anche perché poi durante la settimana, aiutando i miei genitori a lavoro, faccio più o meno quattro orette di camminata e come ho già detto non voglio mettere sotto sforzo il mio fisico.
Situazione corso di inglese ancora in stand by. La cosa mi irrita parecchio, vorrei iniziare subito, riempire il mio tempo con lo studio e invece non so ancora nè orari nè giorni. La pazienza è la virtù dei forti, lo so, ma ho così paura di perdere l'elasticità mentale.
Piccolo aggiornamento di una vita grigia.
Pulce♥
lunedì 15 settembre 2014
come il flusso di Joice
I giorni passano e tu?
Passi con loro.
Non riesci ancora a vivere,
Continuinad aggrapparti a tutto pur di non cadere.
Vorrei essere magra, ho paura di intrassare, sono grassa.
Non dai retta ai tuoi pensieri,
Cerchi di non guardarti allo specchio.
Oggi avrò mangiato troppo?
Cerchi di cambiare pensiero.
Colori, disegni, fai progetti irrealizzabili.
Speri di dormire la notte.
I pensieri vorticano nella mente, come se fosse in atto il flusso di coscienza di Joice.
" non riesco a dormire. Dormi. Sono sei anni che va avanti questa storia. Secondo anno di liceo. Le notti in bianco e il latte caldo a mezzanotte. Sensi di colpa. Mezzanotte. Bloody Mary negli specchi. Visto? Lo specchio fa sempre paura. Ricordi. Una volta vedevo sempre la luna piena nel cielo.
Devo dormire, se non dormo ingrasso più facilmente. Cazzate. Pensa ad altro. Questo rumore? È il mio stomaco che brontola noooo. Cioccolata calda, nutella, lasagne, biscotti, besciamella. Ho fame, tanta fame. Coricata in pancia in giù. Gelato alla crema, alla nocciola, alla panna. La panna montata. Niente limone come quando ero piccola.
Fuggire. Peter Pan. Voglio andarmene di qui mi sento soffocare. Odio odio odio e ancora odio. L'una. Occhi chiusi vorrei non aprirli più.
Le medicine non riescono a farmi dormire. Gli psicofarmaci sono droghe legali. Sono drogata. Sono spenta. Non svegliatemi. Voglio fuggire."
Passi con loro.
Non riesci ancora a vivere,
Continuinad aggrapparti a tutto pur di non cadere.
Non dai retta ai tuoi pensieri,
Cerchi di non guardarti allo specchio.
Oggi avrò mangiato troppo?
Cerchi di cambiare pensiero.
Colori, disegni, fai progetti irrealizzabili.
Speri di dormire la notte.
I pensieri vorticano nella mente, come se fosse in atto il flusso di coscienza di Joice.
" non riesco a dormire. Dormi. Sono sei anni che va avanti questa storia. Secondo anno di liceo. Le notti in bianco e il latte caldo a mezzanotte. Sensi di colpa. Mezzanotte. Bloody Mary negli specchi. Visto? Lo specchio fa sempre paura. Ricordi. Una volta vedevo sempre la luna piena nel cielo.
Devo dormire, se non dormo ingrasso più facilmente. Cazzate. Pensa ad altro. Questo rumore? È il mio stomaco che brontola noooo. Cioccolata calda, nutella, lasagne, biscotti, besciamella. Ho fame, tanta fame. Coricata in pancia in giù. Gelato alla crema, alla nocciola, alla panna. La panna montata. Niente limone come quando ero piccola.
Fuggire. Peter Pan. Voglio andarmene di qui mi sento soffocare. Odio odio odio e ancora odio. L'una. Occhi chiusi vorrei non aprirli più.
Le medicine non riescono a farmi dormire. Gli psicofarmaci sono droghe legali. Sono drogata. Sono spenta. Non svegliatemi. Voglio fuggire."
venerdì 12 settembre 2014
lettere ad un'amica
Cara amica,
Nella tua testardaggine continui ad andare avanti per la strada, non vuoi essere aiutata, continui a rimanere in quel mondo.
Un mondo falso, sporco, bugiardo, triste ;
Il cibo e il corpo sono i tuoi bersagli.
Ti stai distruggendo, ma non lo vedi e non ne sei consapevole.
Sai, in te rivedo la me di tre anni fa, prossima al ricovero ma non ancora abbastanza magra per essere chiusa in quelle mura bianche.
Mi dici che ogni tanto mangi dolci... anche io lo facevo.
Mi dici che non vuoi mangiare con i tuoi genitori, anche io lo pensavo.
Mi confessi che sei sempre stanca, quanto ti capisco.
Mi confessi che non prendi gli integratori alimentari che ti hanno prescritto i medici dell'ambulatorio... come posso sgridarti? Anche io non l' ho mai fatto se non in ricovero.
Mi dici che dormi tutto il giorno per non pensare e non sentire la fame, io studiavo tutto il giorno per non pensare allo schifo della malattia.
Vorrei tanto poterti fermare, farti vedere che persona meravigliosa sei, non solo come fisico ma come persona.
Mi piacerebbe tanto che tu tentassi quei test d'ingresso universitari che hai già deciso far andare male perché sostieni di non possedere i requisiti adatti. Non ci credo. Ti sottovaluti tanto.
Vorrei prenderti per mano e aiutarti in questo cammino e invece sono così debole da lasciarmi influenzare da quelle che sono le tuen" fisse alimentari" facendole venire anche mie... quindi cerco di evitare di parlare di " questa malattia" perché tu non la chiami per nome, non dici " anoressia" perché sostieni di non avere questo problema.
Lo so, è così, non si vuole vedere il problema, ma esiste.
Lotta, fallo per il tuo ragazzo, per tuo fratello, per le tue amiche, per quel tuo sorriso solare che ti evidenzia le fossette sulle guance, per i tuoi occhi scuri e pieni di parole.
Lotta contro l'ossessione, combatti, hai tutta la vita davanti da vivere.
Coraggio.
Nella tua testardaggine continui ad andare avanti per la strada, non vuoi essere aiutata, continui a rimanere in quel mondo.
Un mondo falso, sporco, bugiardo, triste ;
Il cibo e il corpo sono i tuoi bersagli.
Ti stai distruggendo, ma non lo vedi e non ne sei consapevole.
Sai, in te rivedo la me di tre anni fa, prossima al ricovero ma non ancora abbastanza magra per essere chiusa in quelle mura bianche.
Mi dici che ogni tanto mangi dolci... anche io lo facevo.
Mi dici che non vuoi mangiare con i tuoi genitori, anche io lo pensavo.
Mi confessi che sei sempre stanca, quanto ti capisco.
Mi confessi che non prendi gli integratori alimentari che ti hanno prescritto i medici dell'ambulatorio... come posso sgridarti? Anche io non l' ho mai fatto se non in ricovero.
Mi dici che dormi tutto il giorno per non pensare e non sentire la fame, io studiavo tutto il giorno per non pensare allo schifo della malattia.
Vorrei tanto poterti fermare, farti vedere che persona meravigliosa sei, non solo come fisico ma come persona.
Mi piacerebbe tanto che tu tentassi quei test d'ingresso universitari che hai già deciso far andare male perché sostieni di non possedere i requisiti adatti. Non ci credo. Ti sottovaluti tanto.
Vorrei prenderti per mano e aiutarti in questo cammino e invece sono così debole da lasciarmi influenzare da quelle che sono le tuen" fisse alimentari" facendole venire anche mie... quindi cerco di evitare di parlare di " questa malattia" perché tu non la chiami per nome, non dici " anoressia" perché sostieni di non avere questo problema.
Lo so, è così, non si vuole vedere il problema, ma esiste.
Lotta, fallo per il tuo ragazzo, per tuo fratello, per le tue amiche, per quel tuo sorriso solare che ti evidenzia le fossette sulle guance, per i tuoi occhi scuri e pieni di parole.
Lotta contro l'ossessione, combatti, hai tutta la vita davanti da vivere.
Coraggio.
domenica 7 settembre 2014
l'arte di commentare
Le persone che non mi conoscono perché mi fanno la morale. Davvero certe domande e uscite non riesco a concepirle.
Sono un po ' irritata, anzi molto per questo.
Allora, giovedì scorso stavo aiutando mio padre a lavoro ( vendiamo e produciamo frutta e verdura, infatti io non posso vivere nemmeno un pasto senza mangiare la verdura! Quando ci capita per caso di mangiare fuori casa soffro davvero se non ho davanti un piatto di verdura, anche se io la mangio scondita )...
Mio padre stava servendo una coppia di anziani che settimane fa mi avevano riferito che sua nipote si era laureata con 110 e lode. Ma io non so nemmeno chi sia sua nipote e non so nemmeno come si chiamano questi signori, beh ci può stare che si sventoli a tutti i venti la bravura della propria nipote, fin quà posso capire.
Giovedì il signore mi ha chiesto " allora signorina ci siamo iscritti all' Università? Che ramo ha scelto? E che città? "?.. io ero in soggezione, ho risposto che non mi ero ancora iscritta, ma poi ho troncato subito il dialogo.
Ecco che questo inizia " guardi che siamo già a settembre! Deve darsi una mossa, l' Università mica sta aspettando lei. Si dia una mossa con l' iscrizione"...
Scusa? Ma non sono mica tua figlia o nipote. Poi chi ti ha detto che voglio andare all'università? Si ci voglio andare ma adesso ho altre cose da fare per me stessa, quindi perché rompi??
Ovviamente non ho più risposto.
Un perfetto sconosciuto si diverte a farmi la predica.
Invece ieri. Ero di nuovo ad aiutare i miei al mercato.
Questa volta una signora di sessant'anni più o meno.
" allora ci decidiamo a mangiare? Se no sai cosa faccio? Mi taglio un po ' del mio grasso e lo attacco a te. Senza chirurgo, faccio tutto io. Così io sono contenta e tu hai del grasso. Sei d' accordo o mangi?" E un'altra signora risponde " ma no! Sta benissimo così questa ragazza, se non si mantiene magra alla sua età quando lo fa?".
Queste uscite, queste domande, posso accettarle e metterle da parte se sono fatte da persone che conosco, chiudo un occhio e vado avanti perché purtroppo ci sono abituata. Ma se ci si mettono pure gli sconosciuti faccio una strage!
Sono un po ' irritata, anzi molto per questo.
Allora, giovedì scorso stavo aiutando mio padre a lavoro ( vendiamo e produciamo frutta e verdura, infatti io non posso vivere nemmeno un pasto senza mangiare la verdura! Quando ci capita per caso di mangiare fuori casa soffro davvero se non ho davanti un piatto di verdura, anche se io la mangio scondita )...
Mio padre stava servendo una coppia di anziani che settimane fa mi avevano riferito che sua nipote si era laureata con 110 e lode. Ma io non so nemmeno chi sia sua nipote e non so nemmeno come si chiamano questi signori, beh ci può stare che si sventoli a tutti i venti la bravura della propria nipote, fin quà posso capire.
Giovedì il signore mi ha chiesto " allora signorina ci siamo iscritti all' Università? Che ramo ha scelto? E che città? "?.. io ero in soggezione, ho risposto che non mi ero ancora iscritta, ma poi ho troncato subito il dialogo.
Ecco che questo inizia " guardi che siamo già a settembre! Deve darsi una mossa, l' Università mica sta aspettando lei. Si dia una mossa con l' iscrizione"...
Scusa? Ma non sono mica tua figlia o nipote. Poi chi ti ha detto che voglio andare all'università? Si ci voglio andare ma adesso ho altre cose da fare per me stessa, quindi perché rompi??
Ovviamente non ho più risposto.
Un perfetto sconosciuto si diverte a farmi la predica.
Invece ieri. Ero di nuovo ad aiutare i miei al mercato.
Questa volta una signora di sessant'anni più o meno.
" allora ci decidiamo a mangiare? Se no sai cosa faccio? Mi taglio un po ' del mio grasso e lo attacco a te. Senza chirurgo, faccio tutto io. Così io sono contenta e tu hai del grasso. Sei d' accordo o mangi?" E un'altra signora risponde " ma no! Sta benissimo così questa ragazza, se non si mantiene magra alla sua età quando lo fa?".
Queste uscite, queste domande, posso accettarle e metterle da parte se sono fatte da persone che conosco, chiudo un occhio e vado avanti perché purtroppo ci sono abituata. Ma se ci si mettono pure gli sconosciuti faccio una strage!
venerdì 5 settembre 2014
dedico queste parole a tutti voi
Vorrei dedicare questo post ad un discorso che mi è stato fatto circa un anno fa.
Una persona importante voleva parlare con me, soprattutto per spronarmi nei confronti della vita e farmi sapere che lui faceva il tifo per me.
Mi stavo riprendendo da un periodo di crisi, non drastica, ma sempre crisi...
Eravamo seduti su due poltrone di pelle.
Z. Iniziò a parlare... ricordo che facevo fatica a seguirlo perché era solito ad usare termini abbastanza eruditi .
Mi paragonò ad un attore di teatro solito a ricoprire un grande ruolo in una tragedia shakespeariana come Amleto.
Mi raccontò la storia di questo attore. Era davvero bravo nel suo lavoro, recitava alla perfezione, quando saliva sul palco il pubblico era sempre entusiasta. Un giorno capitò che questo attore sbagliò una battuta del copione e subito in sala cadde il silenzio. Si bloccò, tornò dietro le quinte e decise di non dedicare più la sua vita al teatro.
Era fuori dal gioco e anche se gli anni passavano non riusciva ad accettare di aver sbagliato, di essere imperfetto e non più perfetto. Pensava ogni giorno a quell' errore.
Poi qualcosa cambiò, decise di riprendere in mano la sua vita e si mise nuovamente in gioco.
Una sera trovò il coraggio di salire sul palco per recitare il suo ruolo abitudinario. Ma quando le persone lo videro, ancora prima che lui iniziasse a recitare, in tutta la sala si levò un applauso lunghissimo.
In quel momento l'attore capì che alle persone non importava se lui era imperfetto, il pubblico lo stava accettando in base alla sua persona e non in base alla bravura, e che risultato non era importante.
Quando gli applausi finirono, egli si mise a recitare, sapendo di non poter più dare la perfezione, ma consapevole di dare comunque il massimo...
Z. Finì questo discorso dicendomi " tu sei quell'attore e io sono in mezzo a quel pubblico che sta facendo il tifo per te, ti sto applaudendo per il percorso che hai fatto fino ad adesso e sono sicuro che arriverai a nutrire i tuoi sogni lasciando da parte la perfezione e accettando il tuo essere umano e quindi avere dei limiti".
Ecco, questo discorso lo dedico anche a tutti voi, a chi sta lottando per qualsiasi prova la vita gli abbia messo davanti, per chi si sta rialzando dopo una caduta, per chi tutti i giorni deve fare i conti con sé stesso.
Vi abbraccio forte
Pulce
Una persona importante voleva parlare con me, soprattutto per spronarmi nei confronti della vita e farmi sapere che lui faceva il tifo per me.
Mi stavo riprendendo da un periodo di crisi, non drastica, ma sempre crisi...
Eravamo seduti su due poltrone di pelle.
Z. Iniziò a parlare... ricordo che facevo fatica a seguirlo perché era solito ad usare termini abbastanza eruditi .
Mi paragonò ad un attore di teatro solito a ricoprire un grande ruolo in una tragedia shakespeariana come Amleto.
Mi raccontò la storia di questo attore. Era davvero bravo nel suo lavoro, recitava alla perfezione, quando saliva sul palco il pubblico era sempre entusiasta. Un giorno capitò che questo attore sbagliò una battuta del copione e subito in sala cadde il silenzio. Si bloccò, tornò dietro le quinte e decise di non dedicare più la sua vita al teatro.
Era fuori dal gioco e anche se gli anni passavano non riusciva ad accettare di aver sbagliato, di essere imperfetto e non più perfetto. Pensava ogni giorno a quell' errore.
Poi qualcosa cambiò, decise di riprendere in mano la sua vita e si mise nuovamente in gioco.
Una sera trovò il coraggio di salire sul palco per recitare il suo ruolo abitudinario. Ma quando le persone lo videro, ancora prima che lui iniziasse a recitare, in tutta la sala si levò un applauso lunghissimo.
In quel momento l'attore capì che alle persone non importava se lui era imperfetto, il pubblico lo stava accettando in base alla sua persona e non in base alla bravura, e che risultato non era importante.
Quando gli applausi finirono, egli si mise a recitare, sapendo di non poter più dare la perfezione, ma consapevole di dare comunque il massimo...
Z. Finì questo discorso dicendomi " tu sei quell'attore e io sono in mezzo a quel pubblico che sta facendo il tifo per te, ti sto applaudendo per il percorso che hai fatto fino ad adesso e sono sicuro che arriverai a nutrire i tuoi sogni lasciando da parte la perfezione e accettando il tuo essere umano e quindi avere dei limiti".
Ecco, questo discorso lo dedico anche a tutti voi, a chi sta lottando per qualsiasi prova la vita gli abbia messo davanti, per chi si sta rialzando dopo una caduta, per chi tutti i giorni deve fare i conti con sé stesso.
Vi abbraccio forte
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lunedì 1 settembre 2014
per dieci minuti di sicurezza
Ieri mi è successa una cosa bella: anche se per poco, penso venti minuti, sono riuscita a star abbastanza bene con il mio corpo.
Sono andata a passeggiare per la via principale della città, quelle vie dove la domenica si fa fatica a camminnare per quanto sono affollate, i bambini corrono senza sosta con dietro i genitori che li richimano, dei giovani fischiano e si insultano a vicenda e le coppiette passeggiano mano per la mano scambiandosi sguardi dolci.
E poi c'ero io. Ho cercato di apparire sicura davanti a tutte quelle persone e per un po' penso di esserci riuscita perchè non mi sono sentita troppo a disagio!
Avevo dato molta attenzione al make-up e agli accessori pensando che così le persone non mi avrebbero guardata per il fisico ma per altro... sull'occchio ho accostato un ombretto rosa antico ad una linea sottile di eyeliner argento glitterato, un mascara nero volumizzante e un po' di blush sul viso per dare colorito alla mia carnagione chiara. Ho indossato degli orecchini pendenti con delle perle al fondo e mi sono vestita con una t- shirt bianca molto scollata, un paio di jeans attillati e delle scarpe beige tacco 12 bellissime.
Quando camminavo pensavo " pancia indentro pancia indentro", ma poi ho abbandonato quel pensiero per rivolgere l'attenzione alle vetrine dei negozi.
Così è volato il tempo e sono stata un po' " spensierata", per quanto è possibile quando si soffre di dca.
Oggi è lunedì: il lunedì mi prende sempre un po' di magone perchè significa avere sette giorni davanti da cercare di vivere, ma anche sette nuovi giorni di battaglia contro le voci dentro la mia testa.
Questa mattina sono andata scialla in città con la mia macchina, ho fatto un po' di chiacchiere in un bar, alcune commissioni al supermercato e ho prenotato le mie analisi del sangue.
Sono titubante quando si tratta di esami del sangue, ho sempre paura di scoprire qualche nuovo valore sballato a causa della malattia. Va beh, vedrò poi, meglio non fasciarsi già la testa adesso!
Questa sera andrò a vedere una partita di pallavolo, mi fa molto piacere e un po' mi emoziona... sento ancora la pallavolo dentro me.
Forse da fine settembre darò un aiuto all'allenatrice di pallavolo delle bambine del minivolley! Sarebbe bello!!
Un abbraccio forte a tutti voi
Sono andata a passeggiare per la via principale della città, quelle vie dove la domenica si fa fatica a camminnare per quanto sono affollate, i bambini corrono senza sosta con dietro i genitori che li richimano, dei giovani fischiano e si insultano a vicenda e le coppiette passeggiano mano per la mano scambiandosi sguardi dolci.
E poi c'ero io. Ho cercato di apparire sicura davanti a tutte quelle persone e per un po' penso di esserci riuscita perchè non mi sono sentita troppo a disagio!
Avevo dato molta attenzione al make-up e agli accessori pensando che così le persone non mi avrebbero guardata per il fisico ma per altro... sull'occchio ho accostato un ombretto rosa antico ad una linea sottile di eyeliner argento glitterato, un mascara nero volumizzante e un po' di blush sul viso per dare colorito alla mia carnagione chiara. Ho indossato degli orecchini pendenti con delle perle al fondo e mi sono vestita con una t- shirt bianca molto scollata, un paio di jeans attillati e delle scarpe beige tacco 12 bellissime.
Quando camminavo pensavo " pancia indentro pancia indentro", ma poi ho abbandonato quel pensiero per rivolgere l'attenzione alle vetrine dei negozi.
Così è volato il tempo e sono stata un po' " spensierata", per quanto è possibile quando si soffre di dca.
Oggi è lunedì: il lunedì mi prende sempre un po' di magone perchè significa avere sette giorni davanti da cercare di vivere, ma anche sette nuovi giorni di battaglia contro le voci dentro la mia testa.
Questa mattina sono andata scialla in città con la mia macchina, ho fatto un po' di chiacchiere in un bar, alcune commissioni al supermercato e ho prenotato le mie analisi del sangue.
Sono titubante quando si tratta di esami del sangue, ho sempre paura di scoprire qualche nuovo valore sballato a causa della malattia. Va beh, vedrò poi, meglio non fasciarsi già la testa adesso!
Questa sera andrò a vedere una partita di pallavolo, mi fa molto piacere e un po' mi emoziona... sento ancora la pallavolo dentro me.
Forse da fine settembre darò un aiuto all'allenatrice di pallavolo delle bambine del minivolley! Sarebbe bello!!
Un abbraccio forte a tutti voi
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sabato 30 agosto 2014
ricominciare la salitaaaaaa
Vi chiedo per l' ennesima volta scusa per la mia assenza.
Vi ho lette tutti i giorni, ho lasciato dei commenti e vi ringrazio tantissimo per le vostre parole, siete davvero così care.
Sto ripartendo, ho ricominciato a nutrirmi decentemente. I primi giorni sono stati davvero difficili, adesso va un po ' meglio; mi guardo allo specchio e non noto ancora nessun cambiamento fisico che sia indice di un aumento del peso.
Ho capito che più che aver problemi con il cibo, ho problemi con il mio corpo e il mio carattere. Insomma, non riesco proprio a piacermi. Infatti mercoledì una persona mi ha chiesto " se ti piace davvero essere magra, perché non metti in risalto il tuo corpo? Ti vesti sempre grande, quasi per mascherarlo".
Quanta verità in questa frase, il problema è il mio corpo, da essere 37 chili o 42... il problema è con me stessa, con il mio Io.
Non ho mai sottolineato con i vestiti la mia magrezza, perché io non mi sono mai vista magra e continuo a non vedermi nonostante le taglie di vestiti piccole.
È un po ' incasinato si.
Negli ultimi quattro giorni sono ritornata fiera di mostrare il mio tatuaggio " fighter" con un fiocco lilla vicino... non mi sentivo più una combattente e così indossavo maglie sempre collate per non mostrarlo...
Ha una storia particolare questo tatuaggio.
Era stato pensato come regalo per la maturità: insomma, se fossi uscita dal liceo, dopo tutte le vicende passate là dentro, dopo l'esame mi sarei fatta questo tatuaggio.
Il tre maggio ho accompagnato una mia amica a farsi tatuare delle iniziali sul dito della mano; finito il suo capolavoro ho voluto prenotare la mia scritta, ma vedendo la piccola grandezza del soggetto da tatuare, la tipa del negozio mi fa " ah per una scritta così piccola ci mettiamo dieci minuti, possiamo farlo adesso se ti va!".
Io sono andata nel panico, era già il momento giusto?
Alla fine mi son detta di sì, poteva essere la carica per l'esame.
E così sono tornata a casa mia con la spalla sanguinante e mia madre che non credeva ai suoi occhi, e nemmeno io!
Era stato davvero bello quel giorno, avevo di fianco a me persone davvero importanti che guardavano "fiere" quell'inchiostro grattato nella pelle.
Un tatuaggio con un significato enorme per me, soprattutto per quel fiocco lilla che accantona l'aggettivo.
Vi lascio una foto del mio tatuaggio e una di una settimana fa ( quella con i capelli fuxia !!!!! )
Vi ho lette tutti i giorni, ho lasciato dei commenti e vi ringrazio tantissimo per le vostre parole, siete davvero così care.
Sto ripartendo, ho ricominciato a nutrirmi decentemente. I primi giorni sono stati davvero difficili, adesso va un po ' meglio; mi guardo allo specchio e non noto ancora nessun cambiamento fisico che sia indice di un aumento del peso.
Ho capito che più che aver problemi con il cibo, ho problemi con il mio corpo e il mio carattere. Insomma, non riesco proprio a piacermi. Infatti mercoledì una persona mi ha chiesto " se ti piace davvero essere magra, perché non metti in risalto il tuo corpo? Ti vesti sempre grande, quasi per mascherarlo".
Quanta verità in questa frase, il problema è il mio corpo, da essere 37 chili o 42... il problema è con me stessa, con il mio Io.
Non ho mai sottolineato con i vestiti la mia magrezza, perché io non mi sono mai vista magra e continuo a non vedermi nonostante le taglie di vestiti piccole.
È un po ' incasinato si.
Negli ultimi quattro giorni sono ritornata fiera di mostrare il mio tatuaggio " fighter" con un fiocco lilla vicino... non mi sentivo più una combattente e così indossavo maglie sempre collate per non mostrarlo...
Ha una storia particolare questo tatuaggio.
Era stato pensato come regalo per la maturità: insomma, se fossi uscita dal liceo, dopo tutte le vicende passate là dentro, dopo l'esame mi sarei fatta questo tatuaggio.
Il tre maggio ho accompagnato una mia amica a farsi tatuare delle iniziali sul dito della mano; finito il suo capolavoro ho voluto prenotare la mia scritta, ma vedendo la piccola grandezza del soggetto da tatuare, la tipa del negozio mi fa " ah per una scritta così piccola ci mettiamo dieci minuti, possiamo farlo adesso se ti va!".
Io sono andata nel panico, era già il momento giusto?
Alla fine mi son detta di sì, poteva essere la carica per l'esame.
E così sono tornata a casa mia con la spalla sanguinante e mia madre che non credeva ai suoi occhi, e nemmeno io!
Era stato davvero bello quel giorno, avevo di fianco a me persone davvero importanti che guardavano "fiere" quell'inchiostro grattato nella pelle.
Un tatuaggio con un significato enorme per me, soprattutto per quel fiocco lilla che accantona l'aggettivo.
Vi lascio una foto del mio tatuaggio e una di una settimana fa ( quella con i capelli fuxia !!!!! )
sabato 23 agosto 2014
Distuggi quello che ti distrugge
Sono riuscita a predicare bene e razzolare male. E non me vado fiera.
Ci sono ricaduta.
Ho di nuovo dato ascolto a quella voce assordante e ho ricominciato a fare cavolate con il cibo. Ho perso peso ( non so quanto perché non ho intenzione di salire su quella bilancia), ma alcune persone dicono che mi vedono più consumata e meno fresca del solito. Un fiore appassito ecco.
Non lo so come sa mi è passato per la mente: mi ero di nuovo convinta che con qualche chilo in meno sarei stata meglio e quindi dovevo fare qualcosa per arrivare a perdere peso.
Ma due giorni fa ho preso coscienza dell' enorme sbaglio che stavo di nuovo facendo.
Insomma ho quasi vent'anni e un futuro davanti. Ho dei progetti: il corso di latino, il corso di inglese e un viaggio studio in Irlanda per perfezionare successivamente la lingua. E poi c'è l' Università che mi aspetta.
Perdere peso mi ha fatta sentire meglio? No , la pura verità. Mi ha fatta sentire sempre stanca, con poche forze, zero voglia di entrare nella realtà, ossessione più pesante nei confronti di quella che è già ad essere solita del cibo, paranoie, senso di fallimento, abbastanza magra ma non ancora quel giusto, mal di testa continuo, nervosismo e tanta fame.
Ecco.
Non ne vale la pena. Basta, dobbiamo smettere di fare così tanto male a noi stesse e al nostro corpo. Non è un oggetto da strapazzare, da far ingrassare e dimagrire con tanti sforzi, non è una macchina da programmare. E la nostra mente... dovrebbe pensare a molte cose diverse dal cibo, ingrassare, perdere peso... ci sono mille altre cose alle quali pensare mannaggia.
Ma capisco, perché io sono la prima ad essere caduta in questo tranello e a sudare ogni giorno per poter un domani vedere la vita andare meglio di adesso.
Da due giorni ho ripreso la situazione in mano, dopo vari tentativi andati male.
Adesso ho ricominciato a mangiare seguendo la dieta scritta dalla dietista, la stessa dieta che riuscivo a seguire perfettamente un anno fa... non è facile, ma devo tornare sulla retta via perché un giorno vorrei stare meglio psicologicamente, non far assorbire tutte le energie dalla malattia.
Un giorno vorrei vivere e sentirmi viva.
E succederà, ne sono certa.
E vorrei tanto che anche voi non perdeste questa speranza nei vostri confronti...
Io credo i voi, so che siete tutti dei grandi fiori che devono sbocciare, e in altri casi dei fiori già sbicciati che lottano ogni giorno per arricchire la propria vita.
Ci sono ricaduta.
Ho di nuovo dato ascolto a quella voce assordante e ho ricominciato a fare cavolate con il cibo. Ho perso peso ( non so quanto perché non ho intenzione di salire su quella bilancia), ma alcune persone dicono che mi vedono più consumata e meno fresca del solito. Un fiore appassito ecco.
Non lo so come sa mi è passato per la mente: mi ero di nuovo convinta che con qualche chilo in meno sarei stata meglio e quindi dovevo fare qualcosa per arrivare a perdere peso.
Ma due giorni fa ho preso coscienza dell' enorme sbaglio che stavo di nuovo facendo.
Insomma ho quasi vent'anni e un futuro davanti. Ho dei progetti: il corso di latino, il corso di inglese e un viaggio studio in Irlanda per perfezionare successivamente la lingua. E poi c'è l' Università che mi aspetta.
Perdere peso mi ha fatta sentire meglio? No , la pura verità. Mi ha fatta sentire sempre stanca, con poche forze, zero voglia di entrare nella realtà, ossessione più pesante nei confronti di quella che è già ad essere solita del cibo, paranoie, senso di fallimento, abbastanza magra ma non ancora quel giusto, mal di testa continuo, nervosismo e tanta fame.
Ecco.
Non ne vale la pena. Basta, dobbiamo smettere di fare così tanto male a noi stesse e al nostro corpo. Non è un oggetto da strapazzare, da far ingrassare e dimagrire con tanti sforzi, non è una macchina da programmare. E la nostra mente... dovrebbe pensare a molte cose diverse dal cibo, ingrassare, perdere peso... ci sono mille altre cose alle quali pensare mannaggia.
Ma capisco, perché io sono la prima ad essere caduta in questo tranello e a sudare ogni giorno per poter un domani vedere la vita andare meglio di adesso.
Da due giorni ho ripreso la situazione in mano, dopo vari tentativi andati male.
Adesso ho ricominciato a mangiare seguendo la dieta scritta dalla dietista, la stessa dieta che riuscivo a seguire perfettamente un anno fa... non è facile, ma devo tornare sulla retta via perché un giorno vorrei stare meglio psicologicamente, non far assorbire tutte le energie dalla malattia.
Un giorno vorrei vivere e sentirmi viva.
E succederà, ne sono certa.
E vorrei tanto che anche voi non perdeste questa speranza nei vostri confronti...
Io credo i voi, so che siete tutti dei grandi fiori che devono sbocciare, e in altri casi dei fiori già sbicciati che lottano ogni giorno per arricchire la propria vita.
lunedì 18 agosto 2014
sarà egoismo? non lo so. Ma ora sono più leggera
Sono notti che sogno molto...
Non ricordo bene cosa sogno, ma mi sveglio alla mattina e mi sembra di non aver dormito durante la notte.
Ho sognato più volte la scuola, le lezioni di italiano, arte e matematica. Ho sognato mia madre che mi invitava a mangiare un gelato con lei. Ho sognato di uscire con delle persone che non vedo da anni. Poi ho sognato di essere nuovamente ricoverata, una visita psichiatrica, il cibo, io che mangiavo lasagne, gelati, biscotti, nutella, formaggio... e avevo i sensi di colpa. Sembrava tutto così vero, anche i sensi di colpa, stavo veramente male ed avevo la nausea...
Beh, la notte è il momento in cui l'inconscio non è frenato dalla ragione e quindi si può esprimere liberamente portando alla luce desideri nascosti. Se è davvero così, non voglio vedere questi miei desideri.
Per il resto cosa dire? Le giornate vanno, a volte meglio e a volte no.
Ma mercoledì scorso mi sono tolta un grande peso: ho parlato, ho confessato cose che non mi riguardano ma nelle quali sono stata immischiata volontariamente da altre persone, a mia madre.
Ho dovuto parlare, non riuscivo più a tenere tutto quel peso dentro. E così ho anche tagliato i ponti con una persona che in passato era per me un vero e proprio punto di riferimento. Credevo di star da cani. Nella mia mente non pensavo nemmeno di poter arrivare ad aprire bocca su un argomento così delicato e invece l' ho fatto.
Dopo avere parlato invece mi sono sentita più leggera, eravamo nei casini si, ma un peso in meno dentro. Poi ho dato il ben servito a questa persona, tramite un messaggio.
Lo so, non è bello tramite un messaggio, ma era l'unico modo in quel momento. E dopo mi sono sentita ancora più libera. Per quanto bene voglio a quella persona l'ho dovuta allontanare per stare meglio e per crescere.
Infondo anche nella favola di Peter Pan, Wendi cresce.
E io sono cresciuta.
Ho realizzato di essere stata usata più volte come ancora di salvezza in situazioni abbastanza del cavolo, e ora che io non sono stata più disposta a farmi usare, quelle persone hanno cominciato a trattarmi davvero male.
Ho voluto dir fine a questo, sono stanca di apparire come quella che si fa in quattro per tutto e tutti e poi se la prende in quel bel posto ( scusate l' espressione ma è quello che meglio rappresenta la situazione).
Così sono passata come acida, stronza, insensibile pure.
Ma so che non è così, l' ho fatto per poter cominciare a vivere.
Sarà egoismo? Non lo so.
Però adesso mi sento più leggera.
Non ricordo bene cosa sogno, ma mi sveglio alla mattina e mi sembra di non aver dormito durante la notte.
Ho sognato più volte la scuola, le lezioni di italiano, arte e matematica. Ho sognato mia madre che mi invitava a mangiare un gelato con lei. Ho sognato di uscire con delle persone che non vedo da anni. Poi ho sognato di essere nuovamente ricoverata, una visita psichiatrica, il cibo, io che mangiavo lasagne, gelati, biscotti, nutella, formaggio... e avevo i sensi di colpa. Sembrava tutto così vero, anche i sensi di colpa, stavo veramente male ed avevo la nausea...
Beh, la notte è il momento in cui l'inconscio non è frenato dalla ragione e quindi si può esprimere liberamente portando alla luce desideri nascosti. Se è davvero così, non voglio vedere questi miei desideri.
Per il resto cosa dire? Le giornate vanno, a volte meglio e a volte no.
Ma mercoledì scorso mi sono tolta un grande peso: ho parlato, ho confessato cose che non mi riguardano ma nelle quali sono stata immischiata volontariamente da altre persone, a mia madre.
Ho dovuto parlare, non riuscivo più a tenere tutto quel peso dentro. E così ho anche tagliato i ponti con una persona che in passato era per me un vero e proprio punto di riferimento. Credevo di star da cani. Nella mia mente non pensavo nemmeno di poter arrivare ad aprire bocca su un argomento così delicato e invece l' ho fatto.
Dopo avere parlato invece mi sono sentita più leggera, eravamo nei casini si, ma un peso in meno dentro. Poi ho dato il ben servito a questa persona, tramite un messaggio.
Lo so, non è bello tramite un messaggio, ma era l'unico modo in quel momento. E dopo mi sono sentita ancora più libera. Per quanto bene voglio a quella persona l'ho dovuta allontanare per stare meglio e per crescere.
Infondo anche nella favola di Peter Pan, Wendi cresce.
E io sono cresciuta.
Ho realizzato di essere stata usata più volte come ancora di salvezza in situazioni abbastanza del cavolo, e ora che io non sono stata più disposta a farmi usare, quelle persone hanno cominciato a trattarmi davvero male.
Ho voluto dir fine a questo, sono stanca di apparire come quella che si fa in quattro per tutto e tutti e poi se la prende in quel bel posto ( scusate l' espressione ma è quello che meglio rappresenta la situazione).
Così sono passata come acida, stronza, insensibile pure.
Ma so che non è così, l' ho fatto per poter cominciare a vivere.
Sarà egoismo? Non lo so.
Però adesso mi sento più leggera.
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mercoledì 13 agosto 2014
Quella LEI sono IO
Lei sorrideva sempre,
Lei aveva molti amici...
Lei riusciva sempre a strappare un sorriso a tutti, con quel suo sorriso dolce e quei suoi riccioli.
Lei amava lo sport, la musica, la lettura, il cinema.
Lei amava fare shopping, chiacchierare con le amiche, studiare all'ultimo minuto.
Lei era felice.
Poi un giorno cambiò.
Qualcosa o qualcuno la fece cambiare.
Lei aveva uno sguardo sempre velato dalla tristezza e perso nel vuoto.
Lei faticava a sorridere, non voleva più saperne di tutto e tutti.
Lei iniziò a dimagrire, a piangere, ad avere crisi d'ansia.
Lei iniziò a chiudersi in sè stessa come un riccio.
Lei smise di ascoltare musica, di leggere, di praticare sport, di guardare film.
Lei smise di esistere. Volle cancellarsi dalla faccia della terra.
Ma qualcuno la volle salvare.
La riportò nella realtà, quella che fa male.
Lei ricominciò a sopravvivere.
Lei ogni tanto adesso riesce a sorridere... ora ama i complimenti, ma non sa mai se sono veri o falsi.
Lei non esce molto, fa ancora a pugni con i suoi pensieri.
Lei vorrebbe iniziare a vivere ma ha paura.
Lei continua ad essere spaventata ma non chiede aiuto.
Quella Lei sono IO.
Lei aveva molti amici...
Lei riusciva sempre a strappare un sorriso a tutti, con quel suo sorriso dolce e quei suoi riccioli.
Lei amava lo sport, la musica, la lettura, il cinema.
Lei amava fare shopping, chiacchierare con le amiche, studiare all'ultimo minuto.
Lei era felice.
Poi un giorno cambiò.
Qualcosa o qualcuno la fece cambiare.
Lei aveva uno sguardo sempre velato dalla tristezza e perso nel vuoto.
Lei faticava a sorridere, non voleva più saperne di tutto e tutti.
Lei iniziò a dimagrire, a piangere, ad avere crisi d'ansia.
Lei iniziò a chiudersi in sè stessa come un riccio.
Lei smise di ascoltare musica, di leggere, di praticare sport, di guardare film.
Lei smise di esistere. Volle cancellarsi dalla faccia della terra.
Ma qualcuno la volle salvare.
La riportò nella realtà, quella che fa male.
Lei ricominciò a sopravvivere.
Lei ogni tanto adesso riesce a sorridere... ora ama i complimenti, ma non sa mai se sono veri o falsi.
Lei non esce molto, fa ancora a pugni con i suoi pensieri.
Lei vorrebbe iniziare a vivere ma ha paura.
Lei continua ad essere spaventata ma non chiede aiuto.
Quella Lei sono IO.
domenica 10 agosto 2014
Sto cercando qualcosa, ma non so cosa
In questi ultimi giorni mi sento con il morale a terra...
Sono troppo passiva è questo il punto.
Avevo finito la maturità, sentivo la vita nelle mie mani, avevo voglia di vivere.
E poi cosa è successo?
è come se qualcuno avesse spento l'interruttore del mio " entusiasmo".
Ero pronta ad uscire con gli amici, divertirmi, darmi alla vita mondana.
Ed invece ecco la solita me.
Mi scivola addosso tutto: emozioni, voglia di intraprendere qualcosa, voglia di divertirmi.
Faccio fatica a sorridere, devo sempre sforzarmi.
Vedo il tempo trascorrere e non riesco ad afferrarlo tra le mie mani, sono chiusa in mure che ho costruito con le mie stesse mani per proteggermi dalle insoddisfazioni della vita e dai fallimenti personali. Non sono in uno stato d' ozio ( se qualcuno pensa in questo modo), sono come persa in un'esistenza troppo stretta.
Leggo, ma me ne sto per conto mio, mangio, ma senza compagnia.
Dormo un po' di più la notte, più o meno cinque ore a notte, ma solo grazie ad un nuovo psicofarmaco che prendo; il mio corpo se ne sta già abituando e quindi non da più l' effetto dei giorni seguenti.
Forse è meglio così?
Tra venti giorni tornerò dalla psichiatra che mi segue all'ambulatorio... mi aveva dato due compiti: iniziare una psicoterapia e trovare un qualsiasi corso, che sia di latino, di disegno, di fotografia, di arti figurative, da portare avanti nei mesi successivi e che alla fine mi avesse lasciato un attestato utile per il futuro.
Ora sono passati dieci giorni, ho trovato una psicologa che lavora anche presso il centro per dca ma dista due ore e mezza da casa mia... potrei conttattarla perchè la conosco, ho il suo numero di cellulare, ma non trovo il coraggio e la forza.
Non ho ancora cercato nessuna informazione su corsi, c'è troppo caos nella mia mente. Non posso arrivare al prossimo colloquio con la psichiatra e aver mancato a questi due compiti.
Devo darmi da fare, muovermi, togliermi da questo cavolo di stato, me lo ripeto tutti i giorni.
Non serve a niente piangere, non serve a niente incazzarsi. Devo progettare questo tempo che ho davanti, devo uscire da questa corazza.
Devo rompere questi muri.
Devo trovare un po' di forza.
Sono troppo passiva è questo il punto.
Avevo finito la maturità, sentivo la vita nelle mie mani, avevo voglia di vivere.
E poi cosa è successo?
è come se qualcuno avesse spento l'interruttore del mio " entusiasmo".
Ero pronta ad uscire con gli amici, divertirmi, darmi alla vita mondana.
Ed invece ecco la solita me.
Mi scivola addosso tutto: emozioni, voglia di intraprendere qualcosa, voglia di divertirmi.
Faccio fatica a sorridere, devo sempre sforzarmi.
Vedo il tempo trascorrere e non riesco ad afferrarlo tra le mie mani, sono chiusa in mure che ho costruito con le mie stesse mani per proteggermi dalle insoddisfazioni della vita e dai fallimenti personali. Non sono in uno stato d' ozio ( se qualcuno pensa in questo modo), sono come persa in un'esistenza troppo stretta.
Leggo, ma me ne sto per conto mio, mangio, ma senza compagnia.
Dormo un po' di più la notte, più o meno cinque ore a notte, ma solo grazie ad un nuovo psicofarmaco che prendo; il mio corpo se ne sta già abituando e quindi non da più l' effetto dei giorni seguenti.
Forse è meglio così?
Tra venti giorni tornerò dalla psichiatra che mi segue all'ambulatorio... mi aveva dato due compiti: iniziare una psicoterapia e trovare un qualsiasi corso, che sia di latino, di disegno, di fotografia, di arti figurative, da portare avanti nei mesi successivi e che alla fine mi avesse lasciato un attestato utile per il futuro.
Ora sono passati dieci giorni, ho trovato una psicologa che lavora anche presso il centro per dca ma dista due ore e mezza da casa mia... potrei conttattarla perchè la conosco, ho il suo numero di cellulare, ma non trovo il coraggio e la forza.
Non ho ancora cercato nessuna informazione su corsi, c'è troppo caos nella mia mente. Non posso arrivare al prossimo colloquio con la psichiatra e aver mancato a questi due compiti.
Devo darmi da fare, muovermi, togliermi da questo cavolo di stato, me lo ripeto tutti i giorni.
Non serve a niente piangere, non serve a niente incazzarsi. Devo progettare questo tempo che ho davanti, devo uscire da questa corazza.
Devo rompere questi muri.
Devo trovare un po' di forza.
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mercoledì 6 agosto 2014
sono tra due angioletti e coperta da un' ombra
E ti accorgi che Lei non ti abbandona...
Sono sdraiata nel lettone con i miei nipotini, ho già parlato più volte di loro.
Sono coricata in mezzo ad un sincero affetto.
Il più piccolo, di tre anni, sta dormendo con il respiro profondo, è crollato dopo una mattinata di pieno gioco. Il più grande, che ha cinque anni, fa finta di dormire. Ogni tanto apre gli occhi e si intravede un piccolo sorriso sulle sue labbra mentre si sforza di tenere gli occhi chiusi.
In questa stanza c'è tanto amore. Ma non quello del mondo degli adulti, un po ' falso e occasionale, è puro amore.
Mi trovo in mezzo a due angioletti, ma Lei non mi lascia.
Non riesco a staccare la spina, penso solo al cibo, a cosa ho mangiato, al mio corpo, alle mie forme.
Mi sento in colpa per non fare abbastanza movimento, prima almeno studiavo e bruciavo calorie, mentre adesso non ho più questa risorsa per tenere stabile il mio peso.
E così mi vedo enorme allo specchio. Sono io quella? Lo specchio riflette il dolore che si ha dentro.
Ma i miei occhi mentono. O forse no?
Sono davvero così in carne o è solo l' immagine distorta della mia mente?
Non mi è dato saperlo. Non so come sono. Ogni volta che devo uscire di casa mi cambio i vestiti quattro o cinque volte perché nulla va mai bene: quei pantaloni segnano troppo le cosce, gli altri stringono troppo, questi sono troppo attillati e la maglia mi segna la pancia.
Non ne posso più. Portatemi via di qua.
Sono sdraiata nel lettone con i miei nipotini, ho già parlato più volte di loro.
Sono coricata in mezzo ad un sincero affetto.
Il più piccolo, di tre anni, sta dormendo con il respiro profondo, è crollato dopo una mattinata di pieno gioco. Il più grande, che ha cinque anni, fa finta di dormire. Ogni tanto apre gli occhi e si intravede un piccolo sorriso sulle sue labbra mentre si sforza di tenere gli occhi chiusi.
In questa stanza c'è tanto amore. Ma non quello del mondo degli adulti, un po ' falso e occasionale, è puro amore.
Mi trovo in mezzo a due angioletti, ma Lei non mi lascia.
Non riesco a staccare la spina, penso solo al cibo, a cosa ho mangiato, al mio corpo, alle mie forme.
Mi sento in colpa per non fare abbastanza movimento, prima almeno studiavo e bruciavo calorie, mentre adesso non ho più questa risorsa per tenere stabile il mio peso.
E così mi vedo enorme allo specchio. Sono io quella? Lo specchio riflette il dolore che si ha dentro.
Ma i miei occhi mentono. O forse no?
Sono davvero così in carne o è solo l' immagine distorta della mia mente?
Non mi è dato saperlo. Non so come sono. Ogni volta che devo uscire di casa mi cambio i vestiti quattro o cinque volte perché nulla va mai bene: quei pantaloni segnano troppo le cosce, gli altri stringono troppo, questi sono troppo attillati e la maglia mi segna la pancia.
Non ne posso più. Portatemi via di qua.
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lunedì 4 agosto 2014
Dalla padella alla brace. Non ho più parole
E adesso vanno anche di moda le thinispiration.
Non bastavano i siti pro ana e pro mia, adesso per alimemtare ancora di più le fragili menti degli adolescenti e non, sul web compaiono immagini di ragazze notevolmente magre dove vengono messe in risalto le loro cosce con la frase " caviglie vicine cosce lontane".
Ragazze e ragazzi a che punto siamo arrivati?
Mi viene da mettere le mani nei miei corti e castani capelli .
Non erano abbastanza lunghe quelle lettere che incitavano al digiuno e al vomito autoindotto, adesso pure foto in quantità industriale che mostrano la magrezza. A mio parere le immagini influenzano ancor di più che le parole scritte. Mi sono infatti imbattuta in queste foto di ragazze e il primo pensiero che mi è saltato in mente è stato " c ***o è un corpo perfetto".
Riconosco che non è sano questo mio pensiero, ma è nato dall' inconscio. Poi sono tornata a ragionare e vorrei dire una cosa. Tutte noi sappiamo cosa si cela dietro quelle foto, sappiamo che non raggiungeremo mai quella forma fisica perché il desiderio di diventare sempre più magre ad un certo punto prende il sopravvento. Ci vuole pochissimo tempo ad entrare nel tunnel dei dca e molto tempo per uscirne, molta forza di volontà. La società fa ancora troppa fatica a riconoscere i disturbi alimentari come un disagio... Tra alcune star di Hollywood è la moda, per altre persone pure. Alcune associazioni hanno iniziato a diffondere campagne contro i dca, ma la società non cambia. Non cambia la mentalità delle persone, non cambiano i pregiudizi, le etichette. Nonostante i vari sforzi si è sempre allo stesso identico punto. Ringrazio molto il fatto che quando mi sono ammalata non sono mai entrata in contatto con i siti pro ana, pro mia e le thinispiration. Questi mandano dei messaggi forti e diretti, influenzano la vita di troppe persone. Ne sono rimasta tramortita pure io, non oso immaginare chi è solo all' inizio di questo calvario o chi lo sta affrontando nel pieno.
Però vi prego, staccatevi da quelle foto, da quelle parole, da quelle promesse di magrezza... Salvate la vostra vita perché siete ancora in tempo. Lo dico col cuore.
Non bastavano i siti pro ana e pro mia, adesso per alimemtare ancora di più le fragili menti degli adolescenti e non, sul web compaiono immagini di ragazze notevolmente magre dove vengono messe in risalto le loro cosce con la frase " caviglie vicine cosce lontane".
Ragazze e ragazzi a che punto siamo arrivati?
Mi viene da mettere le mani nei miei corti e castani capelli .
Non erano abbastanza lunghe quelle lettere che incitavano al digiuno e al vomito autoindotto, adesso pure foto in quantità industriale che mostrano la magrezza. A mio parere le immagini influenzano ancor di più che le parole scritte. Mi sono infatti imbattuta in queste foto di ragazze e il primo pensiero che mi è saltato in mente è stato " c ***o è un corpo perfetto".
Riconosco che non è sano questo mio pensiero, ma è nato dall' inconscio. Poi sono tornata a ragionare e vorrei dire una cosa. Tutte noi sappiamo cosa si cela dietro quelle foto, sappiamo che non raggiungeremo mai quella forma fisica perché il desiderio di diventare sempre più magre ad un certo punto prende il sopravvento. Ci vuole pochissimo tempo ad entrare nel tunnel dei dca e molto tempo per uscirne, molta forza di volontà. La società fa ancora troppa fatica a riconoscere i disturbi alimentari come un disagio... Tra alcune star di Hollywood è la moda, per altre persone pure. Alcune associazioni hanno iniziato a diffondere campagne contro i dca, ma la società non cambia. Non cambia la mentalità delle persone, non cambiano i pregiudizi, le etichette. Nonostante i vari sforzi si è sempre allo stesso identico punto. Ringrazio molto il fatto che quando mi sono ammalata non sono mai entrata in contatto con i siti pro ana, pro mia e le thinispiration. Questi mandano dei messaggi forti e diretti, influenzano la vita di troppe persone. Ne sono rimasta tramortita pure io, non oso immaginare chi è solo all' inizio di questo calvario o chi lo sta affrontando nel pieno.
Però vi prego, staccatevi da quelle foto, da quelle parole, da quelle promesse di magrezza... Salvate la vostra vita perché siete ancora in tempo. Lo dico col cuore.
lunedì 28 luglio 2014
Quel pregio chiamato " sensibilità"
Ho passato tre giorni in montagna fantastici... ero in compagnia di mia sorella e dei miei nipotini. Sono stati giorni di puro affetto, passeggiate, parco giochi ( eh sì, pure io sono andata sullo scivolo!), sorrisi, coccole, qualche sgridata ogni tanto ai bimbi, clima fresco e anche qualche goccia di pioggia con il sole.
Non avrei lasciato quel luogo, sarei rimasta in quel clima leggero, in quel paese dove le persone ti salutano e nemmeno sanno chi sei, ma è consuetudine fare così. Sentire la gente attorno a te parlare francese e capire cosa dicono tra loro, aver quasi voglia di mettersi a parlare con loro per divertirsi con la lingua francese...
E poi però torni a casa e tutto ritorna come prima... quel clima un po ' pesante, anche se i tuoi genitori fanno il loro meglio per nasconderlo. Ma è così, le persone molto sensibili leggono attraverso le righe, interpretano gli sguardi, le azioni, i movimenti, le frasi. Sanno leggere quegli occhi che non riescono a nascondere la verità. Le persone sensibili sono " condannate" a vedere cose che la maggior parte delle persone non vedono, o forse non vogliono vedere?
Chi lo sa...
La sensibilità è un'arma a doppio taglio: qualità bellissima che permette di poter aiutare gli altri, capirli, consigliarli, ma anche sentire, vedere, percepire quelle linee sottili di emozioni che a volte ti attraversano, ti colpiscono e ne rimani ferito. Quelle linee che a volte ti fanno sentire di troppo.
Nonostante tutto, preferisco mille volte essere sensibile piuttosto che cieca davanti al mondo.
Non avrei lasciato quel luogo, sarei rimasta in quel clima leggero, in quel paese dove le persone ti salutano e nemmeno sanno chi sei, ma è consuetudine fare così. Sentire la gente attorno a te parlare francese e capire cosa dicono tra loro, aver quasi voglia di mettersi a parlare con loro per divertirsi con la lingua francese...
E poi però torni a casa e tutto ritorna come prima... quel clima un po ' pesante, anche se i tuoi genitori fanno il loro meglio per nasconderlo. Ma è così, le persone molto sensibili leggono attraverso le righe, interpretano gli sguardi, le azioni, i movimenti, le frasi. Sanno leggere quegli occhi che non riescono a nascondere la verità. Le persone sensibili sono " condannate" a vedere cose che la maggior parte delle persone non vedono, o forse non vogliono vedere?
Chi lo sa...
La sensibilità è un'arma a doppio taglio: qualità bellissima che permette di poter aiutare gli altri, capirli, consigliarli, ma anche sentire, vedere, percepire quelle linee sottili di emozioni che a volte ti attraversano, ti colpiscono e ne rimani ferito. Quelle linee che a volte ti fanno sentire di troppo.
Nonostante tutto, preferisco mille volte essere sensibile piuttosto che cieca davanti al mondo.
mercoledì 23 luglio 2014
se hai un obiettivo, troverai sempre una strada per raggiungerlo
Lo devo ammettere: sono innamorata dell'arte, piccolo grande amore ♥
Mi porto ancora dietro l' appellativo " ragazza cazzuta" da parte del preside del liceo... ieri sono andata ad un colloquio in presidenza, nonostante sia finita la scuola e io ne sia uscita.
La questione era: allora cosa si va nella vita?
Per una volta ho la risposta pronta: voglio frequentare l' Università Scienze dei Beni Culturali, prendere la laurea triennale e poi la magistrale in Storia dell' arte per poter successivamente diventare professoressa di Arte delle scuole superiori.
C'è solo un " problema" : per poter frequentare quella facoltà universitaria si richiede la conoscenza del latino almeno liceale... io non ho mai fatto latino in 5 anni di studi.
Per giorni mi sono vista la porta sbarrata per il futuro, ho pianto, mi è sembrato di non poter concludere niente nella mia vita.
Ma poi è ritornata la mia cazzutaggine e ho capito che se è quello che voglio nella mia vita, se il mio obiettivo è quello di prendere questa laurea, si trova sempre, e dico sempre, la strada per arrivarci... sarà un po ' più lunga, ma se l' obiettivo è quello nessuno mi ferma.
Quindi ho trovato la soluzione: studierò per un anno latino, recupererò ciò che si fa in cinque anni di liceo di grammatica latina e poi darò il test per entrare nella facoltà di beni culturali. Studierò tutti i giorni, ce la farò. Perché quello che mi da l'arte è tantissimo. A volte infatti mi chiedo se sono normale. Davanti ad un quadro mi è già successo più volte di emozionarmi, di sentire il cuore battere forte, di innamorarmi di quelle linee o puntini di colore, non riuscire a staccare gli occhi dai dettagli, emozioni a non finire anche dopo non aver più la tela davanti a me.
Per il resto... la scorsa settimana sono andata ad una visita dietistica e una psichiatrica. Come sempre non mi trovo bene con la dietista, quando è sola è una persona abbastanza umana, quando si trova con la dietologa diventa incomprensibile e si contraddice da sola... va beh, domani vado di nuovo al centro di Torino per un' ennesima visita psichiatrica. Da una parte spero che cambi qualcosa nella mia terapia, ormai sono due anni che prendo i soliti farmaci ed alcuni sembrano non fare più effetto... si vedrà.
Ora vi lascio perché i lavori casalinghi mi stanno chiamando... e intanto vi posto due foto mie recentissime.
Un abbraccio
Ps. Grazie mille per i commenti, ogni vostra parola è per me un tesoro
domenica 13 luglio 2014
pensieri caotici
Ci sono delle volte in cui avresti il mondo da scrivere e poi non trovi le parole.
Vorrei poter dire " ho passato delle belle giornate" ma mentirei, non è così.
Ogni giorno è difficile, mi sembra una lotta continua tra la me del passato e la me del presente. Da queste guerre alcuni giorni ne esco davvero esausta. A volte mi chiedo come è possibile che tutto questo possa capitare nella testa.
Ogni giorno, ogni pasto è una lotta per mangiare il giusto per non perdere peso. La voce del passato che ti chiama e la volontà del presente che non vuole cedere, non vuole tornare indietro.
E poi ti chiedi: per quanto ancora dovrà andare così?
Per quante volte ancora dovrò piangere per i sensi di colpa?
Per quante volte proverò disagio in qualsiasi modo io mi vesta?
E le domade sono prepotenti nella tua testa, un attimo prima pensi di farcela e poco dopo hai paura di tutto.
Vorrei poter dire " ho passato delle belle giornate" ma mentirei, non è così.
Ogni giorno è difficile, mi sembra una lotta continua tra la me del passato e la me del presente. Da queste guerre alcuni giorni ne esco davvero esausta. A volte mi chiedo come è possibile che tutto questo possa capitare nella testa.
Ogni giorno, ogni pasto è una lotta per mangiare il giusto per non perdere peso. La voce del passato che ti chiama e la volontà del presente che non vuole cedere, non vuole tornare indietro.
E poi ti chiedi: per quanto ancora dovrà andare così?
Per quante volte ancora dovrò piangere per i sensi di colpa?
Per quante volte proverò disagio in qualsiasi modo io mi vesta?
E le domade sono prepotenti nella tua testa, un attimo prima pensi di farcela e poco dopo hai paura di tutto.
mercoledì 9 luglio 2014
tra soddisfazione e sarcasmo :)
Buongiorno! Oggi finalmente un po ' di sole nel cielo...
Ieri sono usciti i risultati dell' esame di maturità.
82/100, sono molto contenta! Per il voto si, perché per me è altissimo, ma sono contenta per tutto quello che sta attorno a quel numero. Mi sembra ieri che urlavo a mia madre " ma io non ce la faccio più, non riesco a studiare, ho mille altee cose per la testa", " basta voglio smettere al diavolo la scuola"...
E invece... ammetto che quest' anno scolastico mi ha donato molte cose: nuove amicizie, nuove mentalità, nuove esperienze.
Ho dovuto mettermi in gioco in tutto per tutto. Sono ripartita da zero, in una classe di persone che non conoscevo, con alcuni nuovi professori e con la paura di non essere all'altezza di integrarmi di nuovo nell' ambito scolastico... e invece: nuove amiche, una Fabiana che ha imparato a dialogare con tutti, che ha imparato a ridere dei suoi errori scolastici. La fatica di accettare il fatto di non riuscire più ad essere la studentessa modello, la fatica dello studio, il capire di avere dei limiti e che i professori sono persone umane e che quindi non c'è niente di male a parlare ogni tanto con loro. Non ho più sentito quel senso di competizione nei voti con alcune persone, sono semplicemente andata dritta per la mia strada.
Ho incontrato persone fantastiche, da compagne a insegnanti. Forse questo è stato, in fin dei conti, l'anno scolastico più sereno dei 5- 6 anni. Ho avuto tanti momenti bui, periodi in cui la malattia si faceva sentire soffocante, ma andare a scuola mi faceva piacere perché sentivo il bisogno di stare con la classe.
E questo 82/100 lo dedico a due categorie di persone: a quelle che mi hanno sempre sostenuto e a quelle che invece mi hanno dato un po ' di mazzate.
Soprattutto lo dedico a quella prof che mi ha detto che sicuramente sarei stata penalizzata all'esame dal fatto che ho perso un anno per motivi un pochino " futili" e che mi sarei dovuta diplomare l'anno scorso. A Lei che non ha perso occasione di dirmi che la scuola lascia bellissimi ricordi, ma non è il mio caso perché " poveretta per te sono stati anni tristi"... e che quando stavamo trattando l' argomento delle malattie delle ossa, quando ha spiegato che l'osteoporosi è causata anche dal sottopeso ha detto " eh anche io sono magra come un grissino, ma in questa classe sono in ottima compagnia! Ihihihi" sorridendo davanti al mio viso, per poi concludere " bisogna sdrammatizzare un po ' eh miss"...
Vorrei precisare che avendo frequentato un anno scolastico in più ho avuto la possibilità di collezionare molti ricordi della scuola e quindi sono avantaggiata, il mio voto finale mi va benissimo e se non avessi rifatto quinta non avrei potuto conoscere delle persone d'oro.
Fuck you, con amore
Un abbraccio a tutti ♥
Pulce ♡
Ieri sono usciti i risultati dell' esame di maturità.
82/100, sono molto contenta! Per il voto si, perché per me è altissimo, ma sono contenta per tutto quello che sta attorno a quel numero. Mi sembra ieri che urlavo a mia madre " ma io non ce la faccio più, non riesco a studiare, ho mille altee cose per la testa", " basta voglio smettere al diavolo la scuola"...
E invece... ammetto che quest' anno scolastico mi ha donato molte cose: nuove amicizie, nuove mentalità, nuove esperienze.
Ho dovuto mettermi in gioco in tutto per tutto. Sono ripartita da zero, in una classe di persone che non conoscevo, con alcuni nuovi professori e con la paura di non essere all'altezza di integrarmi di nuovo nell' ambito scolastico... e invece: nuove amiche, una Fabiana che ha imparato a dialogare con tutti, che ha imparato a ridere dei suoi errori scolastici. La fatica di accettare il fatto di non riuscire più ad essere la studentessa modello, la fatica dello studio, il capire di avere dei limiti e che i professori sono persone umane e che quindi non c'è niente di male a parlare ogni tanto con loro. Non ho più sentito quel senso di competizione nei voti con alcune persone, sono semplicemente andata dritta per la mia strada.
Ho incontrato persone fantastiche, da compagne a insegnanti. Forse questo è stato, in fin dei conti, l'anno scolastico più sereno dei 5- 6 anni. Ho avuto tanti momenti bui, periodi in cui la malattia si faceva sentire soffocante, ma andare a scuola mi faceva piacere perché sentivo il bisogno di stare con la classe.
E questo 82/100 lo dedico a due categorie di persone: a quelle che mi hanno sempre sostenuto e a quelle che invece mi hanno dato un po ' di mazzate.
Soprattutto lo dedico a quella prof che mi ha detto che sicuramente sarei stata penalizzata all'esame dal fatto che ho perso un anno per motivi un pochino " futili" e che mi sarei dovuta diplomare l'anno scorso. A Lei che non ha perso occasione di dirmi che la scuola lascia bellissimi ricordi, ma non è il mio caso perché " poveretta per te sono stati anni tristi"... e che quando stavamo trattando l' argomento delle malattie delle ossa, quando ha spiegato che l'osteoporosi è causata anche dal sottopeso ha detto " eh anche io sono magra come un grissino, ma in questa classe sono in ottima compagnia! Ihihihi" sorridendo davanti al mio viso, per poi concludere " bisogna sdrammatizzare un po ' eh miss"...
Vorrei precisare che avendo frequentato un anno scolastico in più ho avuto la possibilità di collezionare molti ricordi della scuola e quindi sono avantaggiata, il mio voto finale mi va benissimo e se non avessi rifatto quinta non avrei potuto conoscere delle persone d'oro.
Fuck you, con amore
Un abbraccio a tutti ♥
Pulce ♡
domenica 6 luglio 2014
passo dopo passo
Scrivo di me...
di quella ragazza che prima ride e due minuti dopo ha lo sguardo fisso nel vuoto perchè sente la mente offuscata da troppi pensieri. Quella ragazza che ha paura di essere ridicola, non adatta alle circostanze, un peso per chi gli sta intorno. Sono quella ragazza che si guarda ancora nello specchio per cercare rassicurazioni che non trova mai, ancorata a quei maledetti pensieri.
Spero, continuo a sperare in un futuro, nel mio futuro. Se guardo in avanti mi vedo, so che ci sarò, so che sarò cresciuta parecchio rispetto ad adesso, ma quel futuro non è ancora arrivato.
A piccoli passi sto cercando di mettere da parte un po' di malattia, di non prenderla in considerazione, ma è difficile... so che tutto non può cambiare da un giorno all'altro; una volta avevo la stupida speranza di svegliarmi un mattino e accorgermi che l'anoressia se ne fosse andata, di conseguenza vivere la mia vita tranquillamente e serenamente.
Ma non è così, è lunga la salita. Chiedere ad una persona affetta di dca di guarire da un giorno all'altro sarebbe come dire ad una persona rimasta a letto paralizzata per sei mesi o di più di alzarsi e camminare. Come farebbe? Potrebbe iniziare a chiedere aiuto ai medici e dopo due settimane alzarsi, dopo quattro settimane fare due passi, dopo alcuni mesi fare una passeggiata e poi finalmente potrebbe riuscire a fare una corsetta.
Nutro la convinzione che sia così anche con i dca. Quante volte mi sono sentita dire " basta cambiare Fabiana, metterti a mangiare normalmente e basta". No, non è così, non è facile. Per guarire non basta mangiare, prendere peso. I pensieri quelli continuano ad ucciderti ogni giorno, ti pugnalano alle spalle. Resisti certo, ma ogni giorno è una battaglia contro te stessa.
Lo capiranno mai?
di quella ragazza che prima ride e due minuti dopo ha lo sguardo fisso nel vuoto perchè sente la mente offuscata da troppi pensieri. Quella ragazza che ha paura di essere ridicola, non adatta alle circostanze, un peso per chi gli sta intorno. Sono quella ragazza che si guarda ancora nello specchio per cercare rassicurazioni che non trova mai, ancorata a quei maledetti pensieri.
Spero, continuo a sperare in un futuro, nel mio futuro. Se guardo in avanti mi vedo, so che ci sarò, so che sarò cresciuta parecchio rispetto ad adesso, ma quel futuro non è ancora arrivato.
A piccoli passi sto cercando di mettere da parte un po' di malattia, di non prenderla in considerazione, ma è difficile... so che tutto non può cambiare da un giorno all'altro; una volta avevo la stupida speranza di svegliarmi un mattino e accorgermi che l'anoressia se ne fosse andata, di conseguenza vivere la mia vita tranquillamente e serenamente.
Ma non è così, è lunga la salita. Chiedere ad una persona affetta di dca di guarire da un giorno all'altro sarebbe come dire ad una persona rimasta a letto paralizzata per sei mesi o di più di alzarsi e camminare. Come farebbe? Potrebbe iniziare a chiedere aiuto ai medici e dopo due settimane alzarsi, dopo quattro settimane fare due passi, dopo alcuni mesi fare una passeggiata e poi finalmente potrebbe riuscire a fare una corsetta.
Nutro la convinzione che sia così anche con i dca. Quante volte mi sono sentita dire " basta cambiare Fabiana, metterti a mangiare normalmente e basta". No, non è così, non è facile. Per guarire non basta mangiare, prendere peso. I pensieri quelli continuano ad ucciderti ogni giorno, ti pugnalano alle spalle. Resisti certo, ma ogni giorno è una battaglia contro te stessa.
Lo capiranno mai?
venerdì 4 luglio 2014
3 luglio 2014, sera
Ho sempre avuto un debole per le stelle,
Sono loro che mi stanno accanto nelle notti insonnie.
Brillano di luce propria nell'infinito,
Minuscole in confronto al cielo, ma così belle.
Anche quando ce n'è una sola,
Quella incastonata vicino alla Luna,
La prima che compare alla sera e l'ultima che scompare al mattino,
Che poi non è una stella, è Venere.
Con gli occhi fissi al cielo silenzioso,
Vedo il rosso della sera sfumare nella profondità del blu della notte.
Sento l'aria fresca dell'estate pungermi il viso ed asciugare le guance bagnate dalle lacrime salate.
Ricordare quel passato che non passa mai non serve a niente,
Eppure continuo ad annegare nei ricordi.
A cosa serve rifugiarsi nel passato? A niente. Ma nonostante tutto ritorno lì,
In quel luogo rassicurante e distruttivo allo stesso tempo.
Il cielo inizia a mostrare le sue belle stelle,
Ma io continuo a rimanere in silenzio,
La cicala canta, il vento fa muovere le foglie.
La pace intorno a me, il caos dentro di me.
La solitudine di un'anima sola di fronte all'infinità della natura.
Sono loro che mi stanno accanto nelle notti insonnie.
Brillano di luce propria nell'infinito,
Minuscole in confronto al cielo, ma così belle.
Anche quando ce n'è una sola,
Quella incastonata vicino alla Luna,
La prima che compare alla sera e l'ultima che scompare al mattino,
Che poi non è una stella, è Venere.
Con gli occhi fissi al cielo silenzioso,
Vedo il rosso della sera sfumare nella profondità del blu della notte.
Sento l'aria fresca dell'estate pungermi il viso ed asciugare le guance bagnate dalle lacrime salate.
Ricordare quel passato che non passa mai non serve a niente,
Eppure continuo ad annegare nei ricordi.
A cosa serve rifugiarsi nel passato? A niente. Ma nonostante tutto ritorno lì,
In quel luogo rassicurante e distruttivo allo stesso tempo.
Il cielo inizia a mostrare le sue belle stelle,
Ma io continuo a rimanere in silenzio,
La cicala canta, il vento fa muovere le foglie.
La pace intorno a me, il caos dentro di me.
La solitudine di un'anima sola di fronte all'infinità della natura.
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mercoledì 2 luglio 2014
il ruolo delle maschere
Quante volte avete nascosto il vostro dolore dietro un sorriso? Quel sorriso che tutti dicono sia meraviglioso.
Quante volte dietro ad un " sto bene grazie" avete sentito una voce dentro di voi gridare " ti prego dammi una mano perché sono distrutta?"...
Io tante, lo faccio ancora adesso.
Infondo tutti noi viviamo indossando maschere: a scuola o al lavoro abbiamo una maschera, in famiglia un'altra e con gli amici un' altra ancora, cambiamo in relazione alle circostanze. Appare quasi divertente pensarci, possiamo avere tantissimi ruoli ed autorità!
Peccato che la mia è sempre la solita maschera: sorriso, trucco, accessori, un " va tutto bene" e tanti "scusa" detti anche quando non ce ne sarebbe bisogno: un uomo mi pesta un piede per strada perché non mi ha vista ed io " mi scusi"... mia mamma aspetta un mio messaggio ed io ritardo a mandarlo di qualche minuto , cosa dico? "Scusa".
Scusa, scusa, scusa...
Sono stanca di questa maschera, ormai è a pezzi. Eppure continua a funzionare.
La vera me deve ancora venire fuori, guardare la luce, capire che per quanto possa essere sbagliata troverà qualcuno a cui andrà bene.
Arriverà il giorno in cui questa maschera non farà più parte di me, non sarà più me.
Quante volte dietro ad un " sto bene grazie" avete sentito una voce dentro di voi gridare " ti prego dammi una mano perché sono distrutta?"...
Io tante, lo faccio ancora adesso.
Infondo tutti noi viviamo indossando maschere: a scuola o al lavoro abbiamo una maschera, in famiglia un'altra e con gli amici un' altra ancora, cambiamo in relazione alle circostanze. Appare quasi divertente pensarci, possiamo avere tantissimi ruoli ed autorità!
Peccato che la mia è sempre la solita maschera: sorriso, trucco, accessori, un " va tutto bene" e tanti "scusa" detti anche quando non ce ne sarebbe bisogno: un uomo mi pesta un piede per strada perché non mi ha vista ed io " mi scusi"... mia mamma aspetta un mio messaggio ed io ritardo a mandarlo di qualche minuto , cosa dico? "Scusa".
Scusa, scusa, scusa...
Sono stanca di questa maschera, ormai è a pezzi. Eppure continua a funzionare.
La vera me deve ancora venire fuori, guardare la luce, capire che per quanto possa essere sbagliata troverà qualcuno a cui andrà bene.
Arriverà il giorno in cui questa maschera non farà più parte di me, non sarà più me.
martedì 1 luglio 2014
la necessità di fare un balzo nell'ignoto
Ciao a tutti...
Sono passati mesi da quando non lascio qualcosa di scritto in questo mio rifugio... non perché non ne ho sentito il bisogno ma i motivi erano due: la scuola con il tanto studio e il fatto che se avessi scritto mi sarei solo lamentata delle mie giornate.
Quest' anno sono riuscita a prendere la tanto attesa maturità; non so ancora il voto finale ma spero sia andata discretamente bene. È stato un percorso difficile e lungo. Mille sono state le volte in cui ho pensato di ritirarmi del tutto da scuola e non proseguire più gli studi. La mia concentrazione era ed è pari a zero: i pensieri sono rivolti purtroppo al Dca.
Voglia di star meglio ma paura di fare un balzo in avanti, nell' ignoto. Fuori di me c'è la pace mentre dentro combatto una guerra su due fronti: il faticoso tentativo di rimanere stabile con il peso e quella malsana voglia di farmi più piccola. Perché è così, vedo il tempo passare e non riesco ad afferrarlo, mi sento vuota in un' esistenza troppo stretta a causa di muri invisibili che ho costruito attorno a me per evitare le insidie della realtà. E così mi trovo a camminare sempre con un muro vicino, a volte mi chiedo se dietro di esso si nascondi un pizzico di felicità, di vita. A volte provo a superarlo e poi cado, mi rialzo e cado di nuovo.
Mi sembra ancora impossibile che io sia riuscita ad arrivare fino a qui, a sostenere l'esame di maturità. Ho pianto quando una mia prof mi ha detto " siamo fieri di te Fabiana" dopo aver sostenuto il colloquio orale.
Sono stata aiutata moralmente da alcuni professori e questo ha giocato un ruolo fondamentale perché se no non sarei arrivata alla fine dell' anno scolastico. Ho avuto molte persone che hanno fatto il tifo per me fino all'ultimo, tramite Facebook, tramite sms e parole. E se penso a tutto questo scendono le lacrime sulle mie guance, sono molto grata a queste persone per l'aiuto che mi hanno dato e per la forza trasmessa. Tante volte mi sono chiesta "ma perché tutto questo aiuto a me? Perché? Siamo sicuri che non hanno sbagliato persona? " .
Ho trovato alcune mani pronte ad aiutarmi e le ho aggrappate, mi sono fidata, ho messo da parte la voglia di fare tutto da sola e mi sono lasciata " guidare".
Così si apre davanti a me il capitolo vita, ancora tutto da costruire.
Bacioni ♥♥
Pulce_ Faby
Ps. Vi posto una foto, è la più recente che ho... erano i primi giorni di giugno, appena terminata la scuola!
Sono passati mesi da quando non lascio qualcosa di scritto in questo mio rifugio... non perché non ne ho sentito il bisogno ma i motivi erano due: la scuola con il tanto studio e il fatto che se avessi scritto mi sarei solo lamentata delle mie giornate.
Quest' anno sono riuscita a prendere la tanto attesa maturità; non so ancora il voto finale ma spero sia andata discretamente bene. È stato un percorso difficile e lungo. Mille sono state le volte in cui ho pensato di ritirarmi del tutto da scuola e non proseguire più gli studi. La mia concentrazione era ed è pari a zero: i pensieri sono rivolti purtroppo al Dca.
Voglia di star meglio ma paura di fare un balzo in avanti, nell' ignoto. Fuori di me c'è la pace mentre dentro combatto una guerra su due fronti: il faticoso tentativo di rimanere stabile con il peso e quella malsana voglia di farmi più piccola. Perché è così, vedo il tempo passare e non riesco ad afferrarlo, mi sento vuota in un' esistenza troppo stretta a causa di muri invisibili che ho costruito attorno a me per evitare le insidie della realtà. E così mi trovo a camminare sempre con un muro vicino, a volte mi chiedo se dietro di esso si nascondi un pizzico di felicità, di vita. A volte provo a superarlo e poi cado, mi rialzo e cado di nuovo.
Mi sembra ancora impossibile che io sia riuscita ad arrivare fino a qui, a sostenere l'esame di maturità. Ho pianto quando una mia prof mi ha detto " siamo fieri di te Fabiana" dopo aver sostenuto il colloquio orale.
Sono stata aiutata moralmente da alcuni professori e questo ha giocato un ruolo fondamentale perché se no non sarei arrivata alla fine dell' anno scolastico. Ho avuto molte persone che hanno fatto il tifo per me fino all'ultimo, tramite Facebook, tramite sms e parole. E se penso a tutto questo scendono le lacrime sulle mie guance, sono molto grata a queste persone per l'aiuto che mi hanno dato e per la forza trasmessa. Tante volte mi sono chiesta "ma perché tutto questo aiuto a me? Perché? Siamo sicuri che non hanno sbagliato persona? " .
Ho trovato alcune mani pronte ad aiutarmi e le ho aggrappate, mi sono fidata, ho messo da parte la voglia di fare tutto da sola e mi sono lasciata " guidare".
Così si apre davanti a me il capitolo vita, ancora tutto da costruire.
Bacioni ♥♥
Pulce_ Faby
Ps. Vi posto una foto, è la più recente che ho... erano i primi giorni di giugno, appena terminata la scuola!
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sabato 1 marzo 2014
come una montagna che col tempo si sfalda
Sento il bisogno di ritornare quà,
Sento il bisogno di dovermi di nuovo sfogare su questa pagina personale...
Non va, ecco il punto. Sono stanca, sto cadendo a pezzi, non ne posso più di tutto.
Ieri mattina ero a scuola, avevo un' interrogazione di storia... mi ero preparata bene, giorni a studiare quelle pagine, a integrare ciò che diceva il testo con i miei appunti copiati meticolosamente sul quaderno... ero pronta. Sostengo l ' interrogazione, la professoressa mi mette in difficoltà con la prima domanda e io non mi riprendo più. Ho visto tutto crollare, non potevo più ambire ad un voto alto...
Finisco l'interrogazione, trattengo le lacrime fino a quando non suona la campanella dell 'intervallo e corro in bagno. Cerco di trattenere ancora le lacrime, respiro profondamente, cerco di essere calma. Appena finisce l' intervallo scoppio in lacrime, nessuno può vedermi.
Chiamo più volte mia madre, devo parlare, devo sfogarmi. Lei non risponde e mi ricordo che quella mattina aveva tanto lavoro.
Ma perché piangevo?
Non è il voto, non è l'interrogazione. Perché ho scelto di ricominciare scuola, perché?
Non sono uscita di casa per sei giorni di fila perché dovevo studiare, copiare gli appunti con l'intento di renderli ordinati e perfetti. Dovevo.... verbo da sostituire con ho voluto. Perché mi sono così attaccata di nuovo alla scuola?
È da tempo che non mi do pace, tregua... non mi ritaglio degli spazi, ho smesso di andare dallo psicologo per avere più tempo per studiare, non esco per andare in città perché il mio senso del dovere prevalica.
Piangevo per il voto?
No. Piangevo per tutto ciò che mi sta schiacciando.
Provo vergogna per il mio corpo, non lo sopporto, è come un peso da portarmi dietro in ogni singolo momento. Penso di essere ingrassata, non so come aver fatto a prendere peso visto che mangio sempre cose Light. Non riesco a pesarmi, ho paura di vedere quel numero sulla bilancia. La mia bilancia è lo specchio, lui non mente. Ogni mattina mi vesto per andare a scuola e quotidianamente non trovo mai gli indumenti più adatti a mascherare il mio corpo pesante. Ho mille indumenti carinissimi, pronti a essere indossati, ma rimangono al loro posto attaccati nell'armaidio, sarebbero troppo attillati per poterli portare.
Ieri, dopo aver pianto, mi sono guardata allo specchio, matita nera e mascara colati sul viso pallido e con le occhiaie... mi sono pulita il viso... non riuscivo a tornare in classe, volevo solo scappare da quel posto, andarmene e basta. I miei compagni penserebbero che ho pianto per il voto ma non è così. .. sono andata a cercare la Prof. B.S. ... lei mi ha detto che se avevo qualche problema potevo andarle a parlare. La chiamo fuori dall' aula dei professori, sono solo riuscita a dire " non ce la faccio più, sono stanca di tutto, di tutte le pretese che ho nei miei confronti e che alcune persone nutrono verso di me " . Poi non ho più parlato, non riuscivo a usare la mia voce. Solo lacrime, quelle parlavano per me.
A pezzi, come una montagna che con il tempo si sfalda. Sono stanca di nascondermi dietro la maschera del sorriso, sono stanca di fare con tutti " miss va tutto bene grazie ".
Sono stanca di me. Stanca di me stessa. Non mi sopporto più. Vorrei liberarmi del peso che sento addosso, dei miei pensieri, della mia testa.
Sento il bisogno di dovermi di nuovo sfogare su questa pagina personale...
Non va, ecco il punto. Sono stanca, sto cadendo a pezzi, non ne posso più di tutto.
Ieri mattina ero a scuola, avevo un' interrogazione di storia... mi ero preparata bene, giorni a studiare quelle pagine, a integrare ciò che diceva il testo con i miei appunti copiati meticolosamente sul quaderno... ero pronta. Sostengo l ' interrogazione, la professoressa mi mette in difficoltà con la prima domanda e io non mi riprendo più. Ho visto tutto crollare, non potevo più ambire ad un voto alto...
Finisco l'interrogazione, trattengo le lacrime fino a quando non suona la campanella dell 'intervallo e corro in bagno. Cerco di trattenere ancora le lacrime, respiro profondamente, cerco di essere calma. Appena finisce l' intervallo scoppio in lacrime, nessuno può vedermi.
Chiamo più volte mia madre, devo parlare, devo sfogarmi. Lei non risponde e mi ricordo che quella mattina aveva tanto lavoro.
Ma perché piangevo?
Non è il voto, non è l'interrogazione. Perché ho scelto di ricominciare scuola, perché?
Non sono uscita di casa per sei giorni di fila perché dovevo studiare, copiare gli appunti con l'intento di renderli ordinati e perfetti. Dovevo.... verbo da sostituire con ho voluto. Perché mi sono così attaccata di nuovo alla scuola?
È da tempo che non mi do pace, tregua... non mi ritaglio degli spazi, ho smesso di andare dallo psicologo per avere più tempo per studiare, non esco per andare in città perché il mio senso del dovere prevalica.
Piangevo per il voto?
No. Piangevo per tutto ciò che mi sta schiacciando.
Provo vergogna per il mio corpo, non lo sopporto, è come un peso da portarmi dietro in ogni singolo momento. Penso di essere ingrassata, non so come aver fatto a prendere peso visto che mangio sempre cose Light. Non riesco a pesarmi, ho paura di vedere quel numero sulla bilancia. La mia bilancia è lo specchio, lui non mente. Ogni mattina mi vesto per andare a scuola e quotidianamente non trovo mai gli indumenti più adatti a mascherare il mio corpo pesante. Ho mille indumenti carinissimi, pronti a essere indossati, ma rimangono al loro posto attaccati nell'armaidio, sarebbero troppo attillati per poterli portare.
Ieri, dopo aver pianto, mi sono guardata allo specchio, matita nera e mascara colati sul viso pallido e con le occhiaie... mi sono pulita il viso... non riuscivo a tornare in classe, volevo solo scappare da quel posto, andarmene e basta. I miei compagni penserebbero che ho pianto per il voto ma non è così. .. sono andata a cercare la Prof. B.S. ... lei mi ha detto che se avevo qualche problema potevo andarle a parlare. La chiamo fuori dall' aula dei professori, sono solo riuscita a dire " non ce la faccio più, sono stanca di tutto, di tutte le pretese che ho nei miei confronti e che alcune persone nutrono verso di me " . Poi non ho più parlato, non riuscivo a usare la mia voce. Solo lacrime, quelle parlavano per me.
A pezzi, come una montagna che con il tempo si sfalda. Sono stanca di nascondermi dietro la maschera del sorriso, sono stanca di fare con tutti " miss va tutto bene grazie ".
Sono stanca di me. Stanca di me stessa. Non mi sopporto più. Vorrei liberarmi del peso che sento addosso, dei miei pensieri, della mia testa.
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