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giovedì 14 marzo 2013

quando camminavo sicura per la strada

Camminavo per la strada, le gambe andavano da sole, quasi non le sentivo. Forse era la stanchezza,  forse era la pressione bassa, forse era il semi digiuno.
Camminavo sicura, per le vie della città,  quasi come se dentro di me sapessi che tutte le persone sapevano che non mangiavo,  e quindi ero forte, ero una roccia. Chi riusciva a fare ciò che facevo io?
Poche persone.
E se per caso cadevo in tentazione, camminavo per ore per la città,  in modo inarrestabile,  facevo i solchi per le vie. Tornata a casa, con la musica a tutti volume e chiusa nella mia stanza, mi esercitavo a fare girare il cerchio sui fianchi;  almeno per un'ora, questa era la regola, la punizione...
Il peso scendeva, ma lentamente.  Non sopportavo questa cosa, io volevo essere magra... ma senza sapere che l ' estate seguente quella magrezza sarebbe stata per me qualcosa da nascondere.  Ormai non indossavo neppure i pantaloni,  ero un manichino. Così mi comprai mille gonne e vestiti, era il modo per mascherare la mia assenza di curve.
Vergogna ma forza continuavano ad accompagnarmi nella mia discesa.
Era per me un trauma farmi la doccia, , perché mi vedevo,  vedevo quelle ossa sporgenti. Ma se per caso ero un po'gonfia correvo a pesarmi, avevo paura di essere aumentata.
Tutti cercavano di farmi mangiare. Dei clienti dei miei genitori ogni settimana mi portavano una torta diversa, dalla classica crostata alla torta di mele. E io le facevo mangiare ai miei genitori, a mio nipote, informandomi su come fosse il gusto, in caso di un interrogatorio da parte di questi clienti.
Gli ospiti che arrivavano a casa mia mi portavano sempre il gelato come dolce, sperando che io non mi tenessi e ne mangiassi un po'. E io? Mi chiedevo nella mia stanza a piangere e a scrivere sui fogli "faby fa schifo, faby fa schifo, faby fa schifo".
Quei fogli li conservo ancora...
Mia mamma ci scriveva "faby è bella, faby è forte,  faby è grande".

Insomma. Questa è una parte della mia storia, e volevo condividerla con voi.

5 commenti:

  1. Una storia triste, ma con un finale di riscatto. Le uniche parole negative che tu riuscivi a rivolgerti tua mamma le stravolgeva, lei che ha sempre creduto in te. Prova con tutta te stessa a pensare anche tu quelle parole, prova a credere in te stessa come già stai facendo, ogni giorno un po' di più. Hai sempre saputo di essere forte, un tempo pensavi di esserlo perchè riuscivi a digiunare, ora perchè stai trovando la forza di non farlo più. Ti ammiro e ti appoggio.

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  2. Grazie...si significa usare quella forza per uno scopo più sano ed importante. Come ho perso tutti sti chili, adesso piano piano devo riprendere e cercare di uscire da questo circolo vizioso. Non dico uscirne del tutto, ma anche solo vedere un po' di luce...
    Grazie per il sostegno ;)

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  3. Ma che lavoro fanno i tuoi?
    Beh tua madre aveva ragione...per fortuna ora stai rinascendo e saprai gustarti ancora la crostata o il gelato o qualsiasi altra cosa.

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  4. ciao Pulce,
    volevo sapere se ti fa piacere che io metta il link al tuo blog, quando ti nomino nella mia nuova ricetta, o preferisci di no?

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