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domenica 3 marzo 2013

La privazione non è segno di forza

Privazione e forza.
Queste erano le parole che mi hanno accompagnata nella fase peggiore della mia malattia.
Mi sentivo forte quando mi privavo di quei cibi proibiti (gelati, merendine, budini, frappè, croissant, piadine, salatini, pizzette)... Se mi chiedo perchè mi sentivo forte non riesco a dare una risposta esaustiva... so solo che ero guidata dal controllo, senza di lui non passavo un minuto.
La privazione continuo a metterla in atto, ma per me non è più segno di forza, per me è tristezza, incapacità di concedermi qualcosa di cui il mio corpo necessita o prova il desiderio di sentirne il gusto, dopo chissà quanti mesi e anni non assume un determinato alimento... e sapete cosa succede dopo tutta questa privazione? si scoppia e non si controlla più niente , soprattutto il nostro rapporto con il cibo.
Per me era forza andare in cucina, aprire la dispensa, prendere qualche cibo proibito, come i kinder cereali, i cioccolatini, le barrette ai cereali, le brioche...e nasconderle in una scatola sotto il letto.
Era vedere quella scatola sotto il letto, sapere di avere il cibo nella stanza e non toccarne nemmeno una briciola, ciò che mi faceva sentire un leone. Anche di notte, quando non riuscivo a dormire per la fame, ero forte a non mangiare...
Forte?? Già per me era così. Era una sicurezza, era un modo per dirmi che stava andando tutto bene.
E poi si scoppia, a me è successo, fino a quando la mia psicologa non mi ha fermata.
Mi ricordo che era luglio e avevo avuto la visita con la dietista...avevo perso ulteriore peso e quindi mi aveva dato degli integratori da assumere. Andai subito a casa, e su internet lessi le calorie, i grassi, le proteine che quegli schifosi budini avevano. E ho detto no, io voglio prendere peso con altro. Quell'altro per me erano i cibi proibiti... Andai avanti per una settimana a fare merenda con barrette al cioccolato, latte e pavesini, budini e creme, gelati, plasmon, biscotti, creaker... fino a quando, al colloquio psicologico, la mia curante mi sgridò per il mio comportamento del tutto "infantile e poco responsabile". Così mi disse, perchè andavo contro prescrizioni mediche... e tra me pensavo "che ho fatto di male? ho solo mangiato!" .
Con il senno di adesso, posso capire perchè la mia psico mi ha fermata... forse perchè così facendo sarei entrata nell'altra faccia della malattia, e perchè in quella settimana per me il cibo era un'ossessione più grande di sempre...
So solo che dopo questo rimprovero, mi rifiutai di prendere gli integratori e diedi il mio corpo in pasto all'anoressia, quasi per rabbia, per ripicca nei confronti di chi mi aveva proibito di mangiare...fino ad arrivare al ricovero.

3 commenti:

  1. io credo che la proibizione non era x il rischio dell'altra faccia della medaglia, ma perchè così tu volevi ancora mantenere il controllo, persino x prendere peso volevi decidere tu con che cosa! peccato x come andò invece, ma forse il ricovero è stato un passo importante...

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    1. Si, forse hai ragione. In quel modo potevo prendere peso come volevo io...però il ricovero è stato per me fondamentale. Mi ha dato tanto, mi ha fatta crescere e mi ha fatto prendere coscienza di cosa stavo facendo a me stessa.
      Soprattutto mi ha permesso di continuare in day hospital, perché grazie al ricovero ho compreso di voler riconquistare la vita!

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  2. "ho dato il mio corpo in pasto all'anoressia" ... questa frase fa paura.
    Il controllo è come una droga, è l'unica cosa che ci fa sentire "vive". Sapere di aver resistito ci fa sentire come regine incontrastate ... è davvero un delirio di onnipotenza
    ti abbraccio

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